Il simbolo dei Redskins degli ultimi dueanni: Jason Campbell dolorante, a terra.
Ci risiamo ancora, la stessa storia succede anno dopo anno, stagione dopo stagione, con fin troppa continuità , e sovente ci si ritrova a scrivere sempre le stesse cose, risultando scontati, ripetitivi, ma anche molto veritieri. Queste faccende, per quanto ovvie siano nella capitale degli Stati Uniti, non sono ancora state comprese appieno, con il risultato che una squadra come i Redskins, una delle più vecchie e vincenti della lega, è diventata sinonimo di incapacità di gestione, di mancanza di risultati, di grave assenza di oculatezza nelle scelte fatte, di sperpero delle risorse in dote.
Si sta per profilare un'altra offseason di grandi decisioni, sperando che non si trasformi nel consueto carosello di spendi & spandi, dove Daniel Snyder, patron supertifoso finora fallimentare nella sua gestione, ha recitato il ruolo del bambino ricco e viziato che può comprare tutto ciò che vuole, solo per venirne fuori con le ossa rotte. I Redskins, da quando Snyder è in sella, sono stati questo: ogni anno in prima linea per acquisire il grande free agent di turno, spesso privi di scelte fondamentali per inserire la corretta dose di talento giovane all'interno del roster, incapaci di costruire uno schema offensivo in grado di produrre punti (dal 2000 Washington è il terzo peggior attacco come media punti segnati") per causa di decisioni affrettate e/o sbagliate sullo staff, come hanno ampiamente dimostrato, ad esempio, i due anni della gestione Jim Zorn, andati a confermare il fatto che il processo di selezione eseguito per il dopo Gibbs – parte seconda – è stato completamente sbagliato, e che affidare ad un allenatore che non era mai nemmeno stato un offensive coordinator un ruolo con così tante decisioni importanti da prendere, soprattutto in fase di gestione complessiva della gara, si è rivelato fallimentare esattamente come da previsioni di molti (Play.it compreso").
Ed ecco che è passato un altro anno, ed i fantasmi dei Bruce Smith, dei Deion Sanders, e di tutti quei grandi nomi arrivati nella capitale solamente a batter cassa giocando a livelli molto più bassi del loro blasonato passato, sono puntualmente tornati a farsi sentire. Ad una settimana dall'ultima gara di regular season contro i Chargers, il record vede solamente quattro vittorie, una serie di umiliazioni incomprensibili ed inaccettabili per chi, come tanti degli ottantamila spettatori che hanno riempito il Fed-Ex Field per la sfida con Dallas di domenica notte, non lascia la sua squadra nemmeno dopo tanti anni di chiara incompetenza manageriale dimostrabile oramai in qualsiasi modo, ed evidente persino a chi non ne capisce più di tanto.
Ed a conti fatti, l'ultimo biennio, è ben più disastroso del record numerico con cui Zorn si appresta a salutare la baracca.
L'inevitabile, è occorso anche quest'anno. Albert Haynesworth, l'uomo da 100 milioni di dollari che avrebbe dovuto rendere dominante una già consistente difesa, ha giocato complessivamente male, ed ora si ritrova ad accampare tutte le scuse possibili ed immaginabili per tentare di giustificare un contratto che giustificabile non è, nemmeno giocando al massimo tutte e 16 le partite di stagione regolare, ma questo è un altro discorso, e non vorremmo andare troppo fuori tema. Haynesworth, che ai Titans s'era issato come il miglior defensive tackle della Nfl, è stato spedito a casa il giorno di Natale, quando la squadra aveva un meeting in programma, essendo arrivato in ritardo, e dopo aver trascorso gran parte dell'anno in silenzio nei confronti dei giornalisti, dopo tale episodio si è improvvisamente aperto, lasciando trasparire tutta la disunione di uno spogliatoio che di comuni intenti non ne ha, se non quelli di presupporre di essere esenti da colpe, e che se le cose vanno male, la responsabilità è sempre di qualcun altro.
Ed ecco che dalle parole di Albertone arrivano attacchi al coaching staff, patetiche scenate di vittimismo verso Greg Blache, defensive coordinator, colpevole di non averlo utilizzato come gli era stato promesso ad inizio anno, e facendo intuire il triste fatto che il giocatore, anziché valutare la situazione tattica più idonea per la sua carriera, abbia guardato solamente il denaro che avrebbe ricevuto di lì a poco. A farsi passare da vittime della situazione, ci vuole tutta.
Poi il rinnovo, non poco esoso, di DeAngelo Hall, altra spina nel fianco a livello caratteriale, e cornerback eternamente sopravvalutato quando si fanno due conti su quanto prodotto sul campo e quanto poteva essere nelle potenzialità del suo talento, tipico esempio di bulletto che si crede arrivato in una posizione in cui non arriverà mai. Parole, parole, ed ancora parole, sempre espresse da un personaggio che ha creato confusione ad Atlanta ed a Oakland, che è stato semplicemente più furbo degli altri nel farsi una buona porzione di 2008 (i Redskins lo presero dopo il taglio-litigio con i Raiders) per ottenere un nuovo contratto, per poi tornare a lamentarsi di tutto quanto ci sia nei propri dintorni, sgravandosi dalle responsabilità . L'umiltà , evidentemente, non è mai stata di casa, e Snyder c'è cascato anche in questo caso.
Poi le scelte al draft: spesso scambiate per qualche giocatore poi rivelatosi fallimentare, le draft picks non sono mai state all'altezza dei migliori general managers della lega, e la responsabilità , oltre che del proprietario, è stata di Vinnie Cerrato, il cui licenziamento recente rappresenta forse l'inizio di una vera nuova era, e si spera possa corrispondere alla fine dello scialacquare che si è visto dal 1999 ad oggi, in uno dei decenni più bui di una franchigia che una situazione come questa non la merita. Durante la presente stagione Cerrato ha fatto scudo utilizzando altri capri espiatori, pratica che nella capitale va evidentemente di moda, sostenendo che il roster che egli aveva contribuito a costruire era da playoffs ed aveva una profondità più che adeguata, critica tra le righe diretta a Zorn, dimenticandosi di aver allestito una linea offensiva patetica, costituita da nessun rimpiazzo per il grande Chris Samuels, a rischio infortuni da molti anni e prevedibilmente andato in injured reserve anche in questa stagione, da un tackle inadeguato come Stephon Heyer, tra i responsabili delle sonore mazzate prese dal frastornato Jason Campbell, e dal tentato recupero di una ex prima scelta, Mike Williams, non in grado di giocare con costanza ad alti livelli così come i giovani selezionati di recente, quali Chad Rinehart e Will Montgomery. Per anni si è sentita la forte esigenza di prendere un tackle da far crescere dietro a Samuels, ma non è mai stato fatto nulla.
E per anni s'era sentita pure l'esigenza di un defensive end, che a conti fatti, è stata l'unica scelta veramente centrata da Cerrato negli scorsi draft, quando, con un po' di fortuna (i Bills vi passarono sopra per prendere Aaron Maybin), è arrivato in città Brian Orakpo, autore di un'annata da rookie a dir poco eccellente culminata con la chiamata al Pro Bowl, ed autore del nuovo record di sacks in una stagione per una matricola in maglia Redskins, andato ad aggiungersi al merito di essersi rivelato un più che adeguato ibrido in grado di occupare due posizioni anche all'interno della stessa serie difensiva.
Per un Orakpo pienamente azzeccato, corrispondono sempre i Devin Thomas ed i Malcolm Kelly, sinora oggetti abbastanza misteriosi, il primo alle prese con un apprendimento degli schemi offensivi abbastanza lento ed insoddisfacente, il secondo limitato da problemi sospetti ad un ginocchio sul quale si è scommesso troppo in fretta. Dovevano essere i ricevitori di statura che avrebbero migliorato istantaneamente le percentuali aeree di Campbell, e finora sono stati due grandi delusioni. I due non hanno saputo sfruttare le opportunità una volta in campo, entrambi sono stati inseriti a turno da titolari senza troppo costrutto, al contrario del tight end Fred Davis, che si è inserito alla grande nel vuoto lasciato dall'infortunio alla caviglia di Chris Cooley collezionando 42 ricezioni per 463 yards, ma soprattutto 6 mete. Un pezzo di futuro si trova esattamente qui, e quando Cooley tornerà in salute, averli entrambi in campo sarà un lusso per chi lancerà la palla, ed un grattacapo notevole per chi dovrà difendervi contro.
Infine, il repulisti. Da dove partirà ? Chi saranno i giocatori candidati a lasciare Washington per dare corso al nuovo indirizzo mirato all'utilizzo saggio del draft ed alla free agency cauta che la gestione futura di Bruce Allen, ex general manager di Tampa Bay e figlio del grande ex head coach dei Redskins George Allen, intende perseguire?
Ad oggi, si possono solamente fare ipotesi. Jason Campbell non sembra essere in grado di proseguire il percorso cominciato tre anni fa, perché in un ambiente del genere, dove si è bruciato per colpe non del tutto sue, non ha nessuna chance di volgere gli eventi a suo favore, e per quanto abbia giocato bene quest'ultima parte di campionato, non è un franchise quarterback, facendo della posizione un'urgenza che prima non sussisteva. Clinton Portis ha subìto l'ennesimo assortimento di infortuni della sua ancor giovane carriera (ha 28 anni) e non è più il running back che era, sia per un'errata gestione delle sue portate che l'hanno logorato troppo presto, e sia per la mancanza di una valida alternativa per cambiarne il ritmo partita, e per assurdo, quando è stato estromesso dal campionato per infortunio, il gioco di corse è diventato più produttivo. Ciò che è certo è che né Ladell Betts, né Rock Cartwright, e tantomeno Quinton Ganther, sono dei titolari in questa lega. Infine, Randle-El, una delle peggiori acquisizioni della storia della franchigia (anche se non demenziale come l'accoppiata Brandon Lloyd/Adam Archuleta - ndr), che doveva essere un'arma di molteplici possibilità di offesa, e che si è semplicemente rivelato un altro dei giocatori accomodatisi sul sofà una volta sistemato il conto in banca.
Quindi, la difesa. Bisognerà impedire in tutti i modi che il veterano London Fletcher, per l'ennesimo anno capofila in placcaggi di tutto il reparto, sia costretto sdoppiarsi per rimediare alle disattenzioni altrui; le secondarie avrebbero bisogno di almeno un nickel corner più affidabile di Fred Smoot, deludente, e dei giovani che si stanno facendo le ossa come Justin Tryon e Kevin Barnes, mentre la disgraziata morte di Sean Taylor s'è portata via l'unico safety che copriva il campo con eccellente velocità e senso della posizione, caratteristica che manca al pur fortissimo LaRon Landry, che free safety non è e non può essere per alcune lacune in copertura, ma che se tornasse nella posizione di strong in supporto alle corse, tornerebbe a fare sfracelli. Il coaching staff sta osservando i progressi di Kareem Moore ed aspetta notizie da Chris Horton, che da sorpresa era passato ad essere un safety che aveva giocato ben al di sotto delle sue possibilità prima di andarsene in lista infortunati e rimanere inattivo per la stagione. Carlos Rogers, che un anno fa stava ascendendo vertiginosamente tra i migliori corners titolari della Nfl, ha avuto un'annata orribile, e dalle sue dichiarazioni si intuisce che lascerà la baracca a fine stagione, da free agent.
Non sarà facile per Allen rimettere le cose a posto, non dopo aver visto i Redskins umiliati dai Giants per 45-12 nel Monday Night recentemente disputato, causa di ulteriore imbarazzo per tutti, e dopo aver assistito di persona alla disfatta contro i Cowboys, contro i quali nel 2009 la squadra non è riuscita a segnare che 6 punti, chiudendo il confronto con il resto della Nfc East con un inaccettabile 0-6, fattore tra i tanti che ha già segnato il destino di Jim Zorn a breve termine.
Non resta che attendere l'ufficialità del termine dell'annata disgraziata, tra le peggiori nella storia della franchigia, e lasciare che le decisioni di Allen comincino a dare i propri frutti, magari costruendo un buon roster duraturo, che abbia la pazienza di non vincere subito, ma di lavorare per presenziare, più avanti, con costanza ai playoffs, ovvero ciò che la gestione Snyder ha sovente fallito. Se, come si vocifera, arriverà un head coach del blasone di Mike Shanahan tanto meglio.
Buon lavoro.