NFL – Top & Worst Week 16

Devin Aromashodu, una buona notizia in quel di Chicago

TOP 3

Tom Brady
Veniva da una partita alquanto deludente, giocata in condizioni fisiche pessime, e in molti pensavano che la situazione non potesse migliorare.
La settimana successiva è tra i top3 grazie ad una partita mostruosa, sicuramente agevolata dalla difesa dei Jaguars e dall'avere come ricevitori il duo Wes Welker e Randy Moss, chiusa con solo 3 lanci incompleti su 26, 4 td pass (tre per Moss), 267 yards e un guadagno medio superiore alle 10 yards.
Solo un passaggio sbagliato nel 2° tempo, nonostante il punteggio fosse già  deciso e un certo rilassamento sicuramente comprensibile, ma Brady non vuol mai mollare la preda e ha continuato a giocare fino alla fine, nello spirito dei Patriots vincenti.
Ai playoff qualsiasi avversario dovrà  sicuramente temere l'esperienza e la forza di New England, soprattutto se Brady sarà  lo stesso visto contro i Jaguars.

Devin Aromashodu
L'incubo di tutti gli analisti americani, per il suo nome impronunciabile, sta diventando un giocatore in grado di decidere una partita NFL e lo ha fatto nel palcoscenico più importante, nel Monday Night davanti a milioni di spettatori, contro i rivali dei Vikings lanciati verso la corsa al primato in NFC.
Il ricevitore da Auburn, dopo aver girovagato fra le practice squad di molte squadre NFL, ha trovato casa a Chicago e nell'ultimo mese ha trovato un timing con Jay Cutler quasi perfetto, diventando di fatto il nr.1 del team e sorprendendo i lanciatissimi Vikings nel freddo del Soldier Filed, con il touchdown da 39 yards nell'overtime, che ha regalato un'insperata ma grandiosa vittoria ai Bears. In mezzo una partita da copertina, suggellata dal career high di 150 yards con solo 7 ricezioni, di cui almeno un paio da applausi.

Jonathan Stewart
Se a Carolina si parla di scambiare un giocatore come DeAngelo Williams, il motivo è tutto nei numeri di Stewart, autentico mattatore della sfida contro i Giants.
Nelle ultime due partite da titolare, causa l'infortunio di Williams, contro le difese di Minnesota e New York, il runningback da Oregon ha corso per 315 yards con 2 touchdowns, segnando il record di yards corse in una singola gara per Carolina, con le 206 conquistate al Giants Stadium, in una stagione che lo ha visto superare le 1000 yards con solo 205 portate.
Se fossi la dirigenza dei Panthers, una coppia come quella Williams-Stewart non la scioglierei per nulla al mondo e cercherei di costruire intorno a loro il futuro del team.

MENZIONI D'ONORE

Gli anni passano ma Donovan McNabb resta sempre uno dei migliori quarterback della NFL e lo dimostra nelle partite che contano, come quella contro Denver, che ha regalato il provvisorio bye per gli Eagles nei playoff. Contro i Broncos il qb di Phila ha lanciato 3 touchdowns e 322 yards, ma la giocata forse decisiva è stata la corsa da 27 yards su un 3&25 dalle proprie 15, che ha sicuramente ridato inerzia agli Eagles dopo la clamorosa rimonta dei Broncos, arrivati al 27 pari dopo essere stati sotto di 17 punti nel primo tempo.
Un gradito ritorno fra i top della settimana è quello di un ex Broncos come Jay Cutler, spesso protagonista della zona dei bocciati, in una stagione che lo ha visto fallire le speranze dei tifosi dei Bears. Nel Monday Night contro Minnesota aveva la possibilità  di dare un ultimo segnale positivo in vista della prossima stagione e ha giocato come il vero Jay Cutler, quello ammirato tante volte a Denver, con 273 yards lanciate e 4 td pass, l'ultimo, perfetto, da 39 yards per Aromashodu ha dato la vittoria in overtime contro l'odiato Favre.
L'ultima menzione è per un difensore, LaMarr Woodley, autore di due giocate che hanno permesso a Pittsburgh di mantenere ancora vive le speranze di postseason. Due sacks nelle ultime due azioni della sfida contro Baltimore, sul punteggio di 23 a 20 per gli Steelers, il secondo completato da un fumble forzato che ha consegnato la palla all'attacco e chiuso la battaglia e regalato un'altra settimana di passione alle Terrible Towel.

WORST 3

Jim Caldwell
Il peggiore della settimana questa volta è un coach e non poteva essere altrimenti, dopo le polemiche innescate dalla decisione dell'head coach dei Colts di panchinare i titolari a metà  della partita contro i Jets.
Caldwell aveva la possibilità  di entrare nella storia della NFL, guidare da esordiente una squadra imbattuta nella regular season, ma per lui e per la storia passata di Indianapolis questa non conta, perché l'importante è preservare i campioni per i playoff e per la corsa al titolo.
Il problema è che questa decisione doveva essere presa prima dell'inizio della gara contro i Jets, farla a metà  gara non ha molto senso e ha creato soltanto malumore nei tifosi, che hanno fischiato sonoramente dopo la rimonta vincente dei Jets, malumore nel team con un Manning visibilmente contrariato e malumore nelle squadre in corsa per i playoff, che non hanno certo gradito la sorprendente vittoria di New York, ora favorita per un posto nelle wildcard AFC.
Caldwell rischia molto d'ora in poi, perché un'eventuale sconfitta prematura nella postseason potrebbe portare anche ad una decisione drastica di sostituirlo, nonostante un record che al momento parla di 14 vittorie e solo una sconfitta.

Vince Young
Dopo tanti elogi è arrivata la prima vera stecca da parte di Young, dopo il suo ritorno come quarterback titolare dei Titans e la rimonta da 0-6 a 7-7. Nell'anticipo casalingo contro i Chargers, uno Young sicuramente non al meglio ha subito la difesa di San Diego per tutta la gara, finendo con un disastroso 8/21 per 89 yards, nessun td pass e due intercetti.
E' stata solo la seconda partita senza touchdowns lanciati e la prima con più di un intercetto da quando è ritornato titolare, ma è arrivata nel momento peggiore, quando Tennessee aveva la possibilità  di rimanere ancora in corsa per la postseason dopo il terribile inizio di regular season.

Matt Hasselbeck
Seconda settimana consecutiva fra i peggiori per il quarterback di Seattle, che colleziona la seconda partita consecutiva con 4 intercetti, stavolta contro i Green Bay Packers.
Nella sua lunga carriera solo una volta aveva lanciato 4 intercetti e questo fa capire come per il vecchio Hasselbeck stia arrivando il momento del declino e per i Seahawks quello di guardarsi intorno per cercare un sostituto valido per il tre volte Pro Bowler, ormai lontano dalla solidità  e costanza che ha contraddistinto la sua lunga e gloriosa carriera.

MENZIONI DI DISONORE

Quella di domenica era l'ultima partita dopo 34 anni giocata al mitico Giants Stadium e New York aveva la possibilità  contro i Panthers di chiudere in bellezza la stagione nel proprio stadio e rimanere almeno per qualche ora aggrappati alla speranza di postseason. Purtroppo per i tifosi la partita è stata una debacle, soprattutto per la difesa dei Giants, da sempre uno dei cardini dei G-Men, distrutta da Jonathan Stewart e dall'attacco di Carolina e seppellita sotto 41 punti e 416 yards concesse, che sommati alla penultima partita casalinga contro gli Eagles fanno un totale di 86 punti e 790 yards, sicuramente il peggior modo per salutare per l'ultima volta il proprio stadio.
Chi invece ha ancora speranza di essere protagonista a gennaio è Jim Harbaugh, coach dei Ravens, ma ciò che ha visto domenica nella battaglia contro gli odiati Steelers sicuramente non l'ha fatto dormire. Con la possibilità  di eliminare Pittsburgh dalla corsa ai playoff e quella di conquistare l'accesso con una giornata d'anticipo, Baltimore ha gettato al vento la vittoria a causa di quattro sanguinose penalità . La prima, una pass interference di Carr ha dato la possibilità  a Mendenhall di segnare il primo td dell'incontro, la seconda, un blocco illegale di Suggs, ha tolto il td sull'intercetto di Foxworth con Pittsburgh avanti 20 a 17, la terza, un holding di Kelly Washington, ha vanificato il touchdown su corsa di McGahee che avrebbe dato il 27 a 20 ai Ravens a fine terzo quarto, l'ultima, proprio nell'ultimo gioco dell'incontro, un contatto illegale di Walker, ha dato il primo down decisivo agli Steelers e tolto l'intercetto di Zbikowski che avrebbe dato la possibilità  di calciare il field goal del pareggio.

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