Riuscirà Matt Schaub a portare Houston alla postseason prima o poi?
Questa settimana andiamo in Texas, sponda AFC, quindi ci dirigiamo non verso Dallas, bensì in direzione Houston, per analizzare un ambiente che inizia a spazientirsi.
La franchigia è la più recente della NFL, e non ha nulla a che fare con gli Oilers che si sono trasferiti a Tennessee diventando i Titans, quindi con i Texans la dirigenza è partita da zero riportando il football nella città della NASA nel 2002. Eppure il non aver ancora centrato una sola volta la post season sta surriscaldando l'atmosfera.
La storia dei Texans inizia 7 anni fa, con il primo draft, prima scelta spesa su di un QB, com'è naturale che sia per un team in espansione, e la scelta ricadde su David Carr. Un fallimento totale, il QB che ha subito più sack da titolare in questo sport e quindi inizio difficilissimo, come peraltro era preventivabile, per la nuova franchigia.
Però una valutazione sbagliata ci può stare, soprattutto quando si parla di QB e quando la scelta è dettata dalla necessità , perchè un team di espansione non può passare sopra un possibile franchise QB, questa è la prima regola non scritta del come ci si muove in un draft.
Carr è stata una scommessa persa, dopo di lui è stato pescato Andrè Johnson, quello che forse ora è il miglior WR della lega e l'anno dopo il CB Dunta Robinson, partito come una star e poi stabilizzatosi come un buon difensore, però sono state troppe le scelte sbagliate della gestione del GM Charley Chasserly ed i risultati mancavano, così nel 2006 il proprietario Bob McNair ha sostituito il GM con Rick Smith, la cui prima mossa nel 2006 è stato selezionare Mario Williams. Allora si alzò un polverone per questa decisione. Bush era il giocatore più spettacolare mai visto sino ad allora nel college, e il buco del RB non era ancora stato colmato. E poi c'era Vince Young, proveniente da Texas, star a Houston e appena vincitore del Championship. Eppure si decise di andare su di un DE, un pass rusher scelto con l'idea di mettere pressione a Manning negli scontri divisionali contro Indianapolis. La prima stagione dei tre rookie diede torto alla dirigenza, ma guardando ora la carriera dei rispettivi giocatori, la valutazione non avrebbe potuto essere più corretta. Lo stesso anno, dal secondo giro, venne pescato DeMeco Ryans, LB finito anche al pro bowl, così come si è visto alle Hawaii il quarto giro Owen Daniels, TE da Wisconsin. Nel 2007 è arrivato Amoby Okoye, DE che ora sta vivendo un periodo di involuzione, ma che ha un grandissimo potenziale già parzialmente mostrano allo sbarco nella lega, e Steve Slaton RB che l'anno scorso ha stupito tutti.
Infine, l'ultimo arrivato è stato Brian Cushing, LB da USC sul quale esistevano alcuni dubbi soprattutto a livello caratteriale e fisico, che però sta ripagando alla grande l'investimento fatto su di lui rivelandosi anche in NFL quella macchina da tackle che era al college.
Quindi ci troviamo di fronte ad un operato razionale, senza spese folli per star arrivate dalla free agency e che ha costruito soprattutto attraverso i draft una squadra giovane, futuribile e con un buon tasso di talento. L'unica mossa nel mercato degli agenti liberi di particolare rilevanza è stata l'acquisizione del QB Matt Schaub da Atlanta, e valutandola retrospettivamente riteniamo sia stata un'altra mossa brillante. Matt appena arrivato nella nuova squadra si è fatto dare il numero di tutti i compagni per chiamarli, presentarsi ed incoraggiarli, uno ad uno, da Johnson al kicker Kriss Brown. Si è quindi subito fatto ben volere dall'ambiente, in più era il QB di mobilità e braccio che serviva per guidare quest'attacco dalla OL deboluccia ma con ricevitori capaci di allungare il campo. E riuscire ad individuare queste caratteristiche in un backup, perchè ad Atlanta lui faceva panchina dietro a Vick, non era facile, anzi.
Però.. c'è un però. Sino a questo punto abbiamo descritto una squadra sapientemente costruita, che è giovane e quindi ancora con ottimi margini di crescita. Perchè allora si percepisce questa insofferenza intorno alla stagione non ancora conclusa? Per un semplice motivo, non sarà nemmeno la stagione 2009 quella che vedrà i Texans impegnati nella prima partita di playoffs della loro storia.
Al miglior inizio di sempre, 5-3 nelle prime 8 partite, sono poi seguite 4 sconfitte consecutive. Sono state gettate al vento partite come quella contro Indianapolis in cui conducevano per 17-0, per poi prendersi un parziale di 35-3 e perdere, ma quel che è peggio, è che la squadra mostra sì di possedere talento, ma non continuità . Quando si verifica una situazione del genere, tutti gli sguardi si dirigono in direzione dell'head coach. Kubiak sembra avere le ore contate, non è riuscito a raggiungere quei playoffs che sia l'anno scorso che quest'anno sembravano alla portata dell'organico. Da un lato ha la scusante di una division particolarmente difficile, i Colts di Manning sono la costante ad alti livelli, e poi Jacksonville e Tennessee che hanno alternato ottime stagioni ad altre deludenti, però è vero anche che a Houston non è mai arrivato quell'exploit che era lecito attendersi da quel tipo di roster.
Il problema della continuità è il principale, questo è un gruppo capace di mettere in difficoltà chiunque e di spegnersi la domenica successiva perdendo contro chiunque. E se da un lato della palla abbiamo un attacco molto valido, 9 come total offense, e addirittura al 4 posto sul gioco aereo, dall'altro abbiamo una difesa che talvolta sparisce ed è il reparto che ha più responsabilità nell'ancorare le ambizioni della franchigia.
Come detto, l'attacco gira molto bene, e l'unico reparto in cui si necessita ancora di lavorare è il running game, perchè Slaton (peraltro fuori per il resto della stagione) l'anno scorso ha giocato una stagione d'esordio strepitosa, ma una volta che gli sono state prese le misure è calato, e questo perchè lui è un ottimo secondo RB da two back system. La tendenza della NFL prima era diventata quella di avere 2 RB capaci di portare il carico, ora si sta diversificando nel senso di avere un RB "classico" da portata e corse in off tackle, mentre l'altro viene individuato in un RB/WR più piccolo, veloce, con buone mani, da mettere in motion o comunque da non utilizzare solamente in modo ortodosso, cercando quindi di avere i giocatori del backfield diversi ma complementari l'uno all'altro. Purtroppo a Houston non c'è nulla di complementare a Slaton, e Smith se n'è reso conto.
Detto questo, l'attenzione deve in ongi caso rivolgersi alla difesa. Sono al 19esimo posto come punti subiti, che non è un risultato pessimo, ma non sufficiente di certo per chi ambisce ai playoffs. Inoltre la statistica ci aiuta poco in questo caso, perchè questa è una difesa che può concedere poco in alcune occasioni, per diventare inerme in altre, e di solito crolla proprio nei momenti decisivi come nella già citata partita contro Indianapolis, quella che ha decretato la fine dei sogni di gloria e probabilmente della permanenza di Kubiak in Texas.
Ora la stagione 2009 verrà conclusa nel modo più dignitoso possibile, poi ci saranno dei cambi. Per il ruolo di head coach ancora non sono girate voci su chi verrà cercato dalla dirigenza, non si sa neppure se punteranno su un giovane assistente o su uno dei grandi head coach dal glorioso passato ed ancora senza squadra. L'importante sarà trovare qualcuno capace di gestire e dare le giuste motivazioni ad una squadra che necessita di pochi ritocchi per diventare grande. Bisognerà lavorare per trovare un RB puro, infatti era stato cercato anche Larry Johnson appena tagliato da Kansas City prima che questi si accasasse a Cincinnati, poi si dovranno puntellare le secondarie quest'anno troppo bucate e infine allungare la rotazione per la linea offensiva, e molto probabilmente si cercherà di rinforzare la squadra solo attraverso il draft, quindi non tradendo la filosofia seguita sino ad oggi. In ogni caso non saranno necessarie rivoluzioni, qualsiasi sarà il record finale della squadra. E questo è già un buon primo passo per andare a trovare quella costanza nei rendimenti che sino ad oggi ha condannato i Texans.