Vick segna contro la propria ex squadra ed i tifosi di Atlanta esultano… sono impazziti?
Alcuni temi e spunti della tredicesima settimana NFL.
S.P.Q.A.
Sono pazzi questi americani, come direbbe Obelix. Ad Atlanta le cose non stanno andando come molti si aspettavano: i playoff si allontanano e non si sta certo ripetendo la stagione 2008. La squadra comunque è buona, ha un'ottima difesa, un attacco competitivo e un QB giovane molto molto promettente, che al momento è infortunato. Domenica si ripresentava al Georgia Dome il passato dei Falcons, quel Michael Vick che dopo aver organizzato crudeli combattimenti tra cani, ha pagato il suo debito con la giustizia ed è tornato a giocare. E cosa pensano di fare ad Atlanta? Non solo quando entra in campo almeno metà dello stadio lo applaude, ma alla fine (dopo che Vick segna il suo primo TD su corsa e su passaggio dal suo rientro a partita ampiamente compromessa per i Falcons) tutti intonano cori che inneggiano al suo ritorno ad Atlanta. "I want Vick! I want Vick!". Tenetevelo, risponderei io se fossi Matt Ryan… e me ne andrei a giocare a Philadelphia!
Wild wild east
La NFL non è un film e infatti ad essere selvaggio non è il mitico west, ma il punto cardinale opposto. Nelle due conference infatti le division più appassionanti ed incerte sono quelle a est. Se nella NFC siamo abituati all'equilibrio tra Dallas, Philadelphia, New York e Washington, stupisce un po' la situazione della AFC, in cui New York sponda Jets e Miami sono sembrate squadre in netta difficoltà , incapaci di impensierire i Patriots del "nuovo" Brady. Invece dopo l'inopinata sconfitta di domenica, Belichick e soci si trovano una sola partita davanti a Dolphins e Jets, in una lotta che potrebbe portarli addirittura fuori dalla postseason. E' vero che New England ha un calendario più favorevole rispetto alle altre e non ci sono più scontri diretti, ma la corazzata sembra in crisi… hai visto mai?
Il miglior WR della lega!
Mai come in questa giornata si è capito chi sia veramente il miglior ricevitore della lega. Di lui conosciamo molto bene le iniziali, P.I. (non si chiama Magnum di nome, quindi non è il famoso detective che vive alle Hawii). Gioca un po' in tutte le squadre ed è un grande trasformista perché cambia fisionomia quasi ad ogni azione. Di solito non riceve il pallone con le mani, ma la sua squadra avanza puntualmente sul campo grazie a lui di buone porzioni di terreno. Si tratta ovviamente del signor Pass Interference, che gli arbitri ci propinano veramente troppo spesso. Va bene favorire i WR per aumentare lo spettacolo, ma chiamare la penalità anche se il DB anche solamente pensa di poter toccare l'attaccante è troppo. Fra un po' si arriverà a vedere squadre che sparacchiano a caso solo sul profondo affidandosi al buon cuore degli arbitri.
Dov'è Taz?
Il diavoletto della Tasmania Troy Polamalu manca ai campioni del mondo in maniera imbarazzante. Senza il loro playmaker difensivo nel quarto periodo contro i Raiders incassano tre mete su lancio in altrettanti drive da 57, 84 e 88 yard. Pur rispondendo alla grande con l'attacco guidato da Big Ben, la difesa senza la safety titolare è stata bucata più di un groviera. Che la maledizione del Super Bowl quest'anno colpisca i campioni e non i vice?
High five
Il "cinque alto" di questa settimana va a Robert Meachem, WR di New Orleans, che riesce a segnare un TD anche dopo che il suo QB è stato intercettato. Alla fine del primo tempo Brees sparacchia nel mezzo un pallone, preso da un nickel back di Washington. Meachem nel placcarlo gli leva l'ovale di mano e segna la meta del 17 pari.