Bosh e i Raptors sono ancora in cerca del giusto equilibrio…
Dopo la lunghissima estate, fatta di scambi e rivoluzioni nel roster, una cosa era chiara a Toronto: per vincere le partite l'obiettivo sarebbe stato segnare un punto in più degli avversari.
Eppure le cose non stanno andando come previsto: la squadra è diventata un arsenale di attaccanti e con una difesa che è molto, molto peggio delle aspettative i punti segnati non bastano per vincere con continuità . Ma andiamo con ordine.
Risultati e classifica
Oct 28 – Cleveland W 101-91
Oct 30 – @ Memphis L 107-115
Nov 1 – Orlando L 116-125
Nov 4 – Detroit W 110-99
Nov 6 – @ New Orleans W 107-90
Nov 7 – @ Dallas L 101-129
Nov 9 – @ San Antonio L 124-131
Nov 11 – Chicago W 99-89
Nov 13 – @ LA Clippers W 104-89
Nov 15 – @ Phoenix L 100-101
Nov 17 – @ Denver L 112-130
Nov 18 – @ Utah L 91-104
Nov 20 – Miami W 120-113
Nov 22 – Orlando L 96-104
Nov 24 – Indiana W 123-112
Nov 25 – @ Charlotte L 81-116
Nov 27 – @ Boston L 103-116
Nov 29 – Phoenix L 94-113
Dec 1 – Washington L 102-106
Dec 2 – @ Atlanta L 115-146
Dec 4 – @ Washington W 109-107 OT
Dec 5 – @ Chicago W 110-78
Dec 8 – Minnesota W 94-88
Atlantic Division
Boston 17 4 .810 -
Toronto 10 13 .435 8
New York 7 15 .318 10½
Philadelphia 5 16 .238 12
New Jersey 2 19 .095 15
Seed: #8 Eastern Conference
Il record non è sicuramente eccellente, ma il calendario è stato uno dei più duri della lega: già cinque dei cosiddetti back-to-back, 13 partite su 22 contro squadre sopra il .500 e un tour a Ovest (diviso a metà dalla gara in casa contro Chicago) che comprendeva 8 partite in 13 giorni.
I Raptors, che cominciavano il viaggio con un poco esaltante record di 2-2 (in particolare pesava la sconfitta con Memphis), sono tornati a casa con un 5-7 che ha fatto aprire gli occhi a molti: il divario con le squadre da PO della Western Conference è apparso abbastanza evidente, almeno nel gioco espresso.
Nonostante con Spurs e Suns Toronto sia stata a pochi possessi dal successo, avendo anche il tiro della vittoria in quel di Phoenix, la squadra non ha mai dato l'impressione di poter fermare gli avversari per piazzare il parziale vincente. Invece, con qualche scelta discutibile in attacco e con rotazioni sbagliate in difesa, i Raptors hanno subito quei break che spesso si sono rivelati decisivi.
Dopo la facile vittoria contro Indiana, non esente da blackout che ha permesso ai Pacers di rientrare dopo un primo tempo a senso unico, sono arrivate cinque sconfitte consecutive. Il punto più basso nella stagione dei Raptors: comprensibili le sconfitte contro Boston e Phoenix, già la prestazione contro Charlotte ha fatto suonare un campanello d'allarme (-35 lo scarto alla sirena). Poi la L contro una Washington molto modesta ( Jamison 30 e 12, rebus assoluto per la difesa) e il massacro di Atlanta.
146 punti concessi (75 a fine primo tempo), nove giocatori degli Hawks in doppia cifra, 51 a 29 a rimbalzo e un'assoluta incapacità di tenere gli avversari lontani dal canestro. Puro garbage time per tre quarti, ma già nel primo, chiuso sul 26-33, sembrava già chiaro in che direzione sarebbe andata la gara. Certo, nessuno si aspettava una supremazia così marcata.
Bosh a fine gara: "We didn't magically appear last on the charts defensively, defensive effort hasn't been there for a while. I mean, tonight was just a total embarrassment."
"We've got to care about it. If we did care we wouldn't give up 145 points."
Parole dure, che sarebbero suonate più convincenti se Bosh si fosse impegnato in difesa durante la gara. Invece problemi di falli, solo 16 minuti in campo per due punti e -20 di plus/minus.
Ancora Bosh: “That's what it comes down to. Have some pride. Without that pride teams just score at will, like they did tonight."
E l'orgoglio sembra (ma diciamolo sottovoce) arrivato anche a Toronto e nelle ultime tre gare sono arrivate tre vittorie: la prima in OT sul campo dei Wizards con Arenas che ha sbagliato il comodo layup per il pareggio, poi contro Chicago in un match durato meno di un quarto e ancora contro Minnesota nonostante il pessimo 2/21 dall'arco.
Le prossime gare
Dec 9 – @ Milwaukee
Dec 11 – Atlanta
Dec 13 – Houston
Dec 15 – @ Miami
Dec 16 – @ Orlando
Dec 18 – New Jersey
Dec 20 – New Orleans
Dec 23 – @ Detroit
Dec 27 – Detroit
Dec 30 – Charlotte
Calendario abbordabile quello che aspetta i Raptors in dicembre, solo due partite veramente difficili, contro Atlanta e a Orlando. Già le gare con Houston e Miami sulla carta sono più semplici mentre in tutte le altre è lecito aspettarsi che Toronto si giochi la vittoria fino agli ultimi minuti.
Ma la difesa?
Sicuramente la nota più dolente nell'inizio stagione: 116,6 punti concessi per 100 possessi (30° nella NBA), 47% dal campo concesso (24°) e 38% da 3 punti (28°).
Già i numeri parlano da soli.
Mancano prima di tutto regole difensive ben stabilite, un sistema che aiuti i giocatori a capire come reagire durante lo sviluppo dell'azione e non dopo, come spesso succede, concedendo facili conclusioni.
Ci sono errori dappertutto: dalla transizione difensiva con accoppiamenti errati, a errori di comunicazione nei cambi sul pick and roll. Le rotazioni sono tardive e i closeout inefficaci.
Il sistema difensivo è fondamentale, ma senza l'attitudine dei giocatori alla difesa non si comincia nemmeno a giocare. E l'attitudine è davvero difficile da trovare: c'è chi non difende in ogni situazione (Calderon e Turkoglu), chi difende in maniera molle sotto canestro (Bosh) e chi difende solo quando le cose vanno bene in attacco (Bargnani). Con queste premesse davvero non ci si può aspettare nulla di buono. Ma più di tutto quello che manca è la voglia di buttarsi su tutti i palloni e di arrivare primi sui rimbalzi. Energia a zero e gli avversari ringraziano.
Ovviamente i giocatori con voglia di impegnarsi ci sono: Demar Derozan, Amir Johnson, Antoine Wright e Pops Mensah-Bonsu per fare alcuni esempi. Ma tutti sono giocatori con limiti ben evidenti e che non possono restare in campo per 40 minuti a gara.
Dicembre porterà quindi ai Raptors partite più agevoli, sperando che Triano e Bosh (e aspettando un intervento di Colangelo) possano dare una scossa ad una squadra che vive di lampi offensivi. E solo di lampi, anche in una Eastern Conference mediocre, non si arriva ai playoff.