Kevin Burnett ha atterrato Kyle Orton in due diverse occasioni.
Nel football ci sono davvero pochissime certezze, in quanto variabili ce ne sono a bizzeffe, ed abbiamo imparato che di stagione in stagione, il rendimento delle varie squadre non è preventivabile con eccessive sicurezze. C'è sempre, tuttavia, l'eccezione che conferma la regola, e se si scartabella la seconda metà di ognuno dei quattro campionati disputati, compreso quello attuale, si comprende presto che i San Diego Chargers rappresentano questa eccezione.
Evidentemente, visto il trend, dev'essere una squadra che ci mette un po' a carburare, ad oliare i meccanismi, ad aggiustarsi in corsa, altrimenti non si riescono a spiegare delle partenze così difficoltose e dei recuperi così entusiasmanti. Con le spalle al muro, il team di Norv Turner risponde sempre presente, e riesce a dare il meglio di se stessa. Ed ancora una volta, la boa di mezza stagione è stata attraversata, ed il parziale è di 4-0"statistica non troppo casuale, verrebbe da pensare.
Quello di ieri sera, anche se non si trattava della chiusura di regular season, sembrava il rematch della gara dell'anno passato, in una situazione che per la Afc West pareva fotocopiata, messa lì, e riproposta. I fantascientifici Denver Broncos, 6-0 prima di questa debacle che ricorda tanto da vicino la fine dell'era Shanahan, caratterizzata da quello scontro decisivo dove i Chargers fecero effettivamente vedere chi desiderava maggiormente andare ai playoffs tra le due, sono in striscia negativa da quattro partite consecutive, e stanno intraprendendo esattamente al contrario il cammino che i loro rivali di division hanno percorso sinora.
La squadra di Turner è stata metodica nello smembrare un pochino alla volta una difesa che è lontana parente di quella dominante e soprattutto aggressiva apprezzata ad inizio stagione, e l'apparente ripresa di LaDainian Tomlinson, il quale ogni settimana supera o si avvicina ad un grandissimo del passato nella speciale classifica delle yards percorse in carriera, consente finalmente alla squadra di proporre un attacco bilanciato, decisamente meno prevedibile di quello che Philip Rivers, costretto a lanciare con disarmante insistenza, aveva comunque condotto con grandissimo carattere.
La gara è stata decisa ben presto, con i turnovers a fare da protagonisti. Una gara cominciata sotto i migliori auspici, ovvero con un drive molto sostanzioso ed alimentato dalle corse della coppia Moreno/Buckhalter, si era arenato a causa del fumble perso dal backup Chris Simms in redzone, dettando quelle che sarebbero stati gli errori che avrebbero fatto pagare cara la scarsa attenzione per il pallone a pochi centimetri dalla endzone, il barometro dello scontro.
Lo stesso Moreno (8, 80 yards), più tardi, tentando disperatamente di superare la linea di meta con la punta dell'ovale, avrebbe avuto ugual sorte perdendo un fondamentale possesso che avrebbe riavvicinato il punteggio, creando i presupposti per il secondo fumble ricoperto in giornata dal safety Steve Gregory, e per un cazziatone arrivatogli sulla sideline dal compagno Brandon Marshall, poi respinto in malo modo, frustrato per le poche decine di yards accumulate in gara, nonchè individualità pronta ad esplodere non appena qualcosa cominci ad andare per il verso sbagliato.
Sul 13-0, con ben tre serie offensive incapaci di portare punti o prospettive di questi davanti ad un pubblico casalingo sempre più spazientito, Josh McDaniels ha deciso di averne abbastanza, richiamando un Simms incolore in panchina, preferendo affidarsi ad un Kyle Orton (15/29, 171, INT) su una gamba sola, con la caviglia dolorante, rischiando il tutto per tutto: se la partenza era stata ottimale, ovvero campo percorso da un lato all'altro nel giro di un amen nel drive terminato con il fumble di Moreno, il prosieguo non si è rivelato altrettanto proficuo, anche a causa della crescente pressione di una difesa capace di arrivare al quarterback in tre occasioni.
Non ha poi aiutato la scommessa persa da McDaniels nel terzo quarto nel tentativo di dare una smossa alla situazione, quando l'onside kick da lui chiamato è stato ricoperto dai Chargers in ottimale posizione di campo, che un trick play di Tomlinson e Rivers ha trasformato in un comodo possesso dalla linea della yarda, trasformato da LT medesimo nell'immediata risoposta al precedente field goal di Matt Prater, unico membro di Denver iscritto al sunto delle segnature blu-arancioni.
Gestione. Di questo si è trattato da quel momento in poi, con un Rivers inconsuetamente fermo a sole 145 yards aeree (17/22, 145, TD), senza quindi essere costretto agli straordinari delle prime sei/sette gare, per merito di un gioco di corse che ha trovato varchi e spiragli a sufficienza, senza esagerare, che ha visto Tomlinson raccogliere 73 yards con una meta ( ed i nomi cui si sta accostando anche nella categoria delle mete segnate in carriera è intrigante") e che ha goduto della prolifica collaborazione dei due fullbacks, Mike Tolbert e Jacob Hester, 14 portate per 104 yards ed un TD sommando le rispettive statistiche, ma soprattutto tanti primi downs raccolti per far continuare il suo corso al cronometro, compito peraltro agevolato dall'uscita di scena di Brian Dawkins, vittima di un colpo alla testa.
Mentre i Broncos dovranno cercare di trovare un rimedio ad una situazione che si sta tramutando in burrasca (sono la seconda squadra ogni epoca a perdere quattro partite in fila dopo aver cominciato con 6-0), i rivali divisionali di San Diego, vera bestia nera degli ultimi anni (erano stati i Chargers, nel 2007, gli ultimi a tenere Denver ferma a quota 3 punti) non condividono più la vetta della Afc West, ora la comandano da soli, annullando il vantaggio dello scontro diretto che aveva visto il team di McDaniels imporsi per 34-23 nello scontro in California, quando le cose andavano davvero per il verso giusto.
Rivers e compagni sono partiti male, ancora una volta. Hanno coronato un'altra rimonta, un'altra rincorsa, hanno preso un altro primo posto per i capelli, quando gli altri li davano per spacciati troppo presto. Il nuovo compito, ora, è quello di tenere duro fino in fondo, visto che le pur sorprendenti Oakland e Kansas City, clamorosamente vincenti in giornata, sono lontane anni luce dal poter dire la loro del selvaggio ovest.