Game Of The Week: PIT@DEN

Hines Ward non perde mai il vizio del touchdown…

A loro non importa se i Colts continuano a vincere infischiandosene dell'assenza di Tony Dungy, sanno di essere i campioni in carica, e finchè una sconfitta nei playoffs non sancirà  il contrario, così sarà  ancora a lungo.
I Pittsburgh Steelers affrontavano nel Monday Night della nona settimana di gioco una squadra molto pericolosa come Denver, franchigia partita a razzo dopo una ristrutturazione quasi integrale dei vari reparti, e contendente di un posto al sole nella Afc per tutta la prima parte di campionato.

La lotta si sta facendo durissima, perché se Indianapolis è riuscita a mantenere l'imbattibilità , diverse altre squadre stanno rendendo competitiva come non mai questa conference, e proprio per questo motivo, essendo i Broncos presenti su quell'elenco, era obbligatorio vincere.
E vittoria è stata, nonostante un primo tempo offensivamente insufficiente, dove la pressione della nuova difesa agli ordini di Mike Nolan era stata molto difficile da sopportare per Ben Roethlisberger e soci, le cui problematiche iniziali erano state parzialmente insabbiate dalla solita decisiva difesa, che spezza gli equilibri con le sue giocate come poche altre sanno fare (chiedere ai Vikings per conferma) e fornisce sovente la spinta giusta al resto della squadra, avendo già  piazzato diverse mete in momenti cruciali di tutte le gare più importanti.

E cruciale non poteva che essere quel momento d'inizio secondo quarto, quando uno dei tanti errori di un Kyle Orton assai negativo si è trasformato in un ritorno d'intercetto ad opera di Tyrone Carter, quasi uno scherzo del destino, proprio perché Carter medesimo era stato designato come sostituto di Ryan Clark, il free safety titolare, il quale non aveva rischiato (giustamente) di scendere in campo a così tanti metri d'altezza rispetto al livello del mare, perché l'ultima volta che l'aveva fatto, due anni fa, aveva rischiato di lasciarci le penne a causa di una rara forma di disordine sanguigno, sensibilmente peggiorata in zone di quelle altitudini. Quel big play di Carter era stato utile per nascondere le magagne offensive di un primo tempo che i Broncos avevano statisticamente dominato senza tuttavia riuscire ad imporsi nella tabella che conta di più, quella dei punti segnati, fermati da un gioco di corse mai decollato, fermo a 27 misere yards totali, e dall'incapacità  di concludere qualcosa una volta avvicinatisi alla zona calda del campo.

Nonostante un gameplan evidentemente studiato per coinvolgere di più un Eddie Royal (5; 74) sinora assente, e potendo contare su un Brandon Marshall (11; 112) sempre pericoloso in ricezione dallo screen con conseguente esplosione in campo aperto, nonché puntuale sulle invitanti slant lanciate con soddisfacente precisione da Orton, un primo tempo numericamente ottimale non aveva prodotto più di un field goal dell'affidabile Matt Prater, ed era quindi toccato alla difesa farsi avanti anche in fase di realizzazione, approfittando delle carenze di pass protection che Roethlisberger (21/29, 233, 3 TD, INT) non sempre riusciva a sbrogliare grazie alla sua ottima mobilità  della tasca.

Il nuovo vantaggio Denver era arrivato nel terzo periodo, per merito della solita aggressività  degli schemi predisposti da Nolan: in un attimo il mancato contenimento della linea offensiva degli Steelers aveva provocato un il terzo sack di serata abbinato ad un fumble, che il rookie Robert Ayers non aveva esitato a raccogliere e trasportare in meta per 54 yards in quella che è stata la sua prima segnatura da professionista, distinguendosi finalmente in una situazione decisiva giustificando quella chiamata al primo giro del draft 2009.

Roethlisberger e l'attacco non si erano persi certo d'animo, anzi, ed in un amen gli Steelers si mangiavano 80 yards di campo muovendo il pallone con estrema disinvoltura, come mai erano riusciti a fare durante la partita. Le chiavi di volta erano sostanzialmente due: la prima un Rashad Mendenhall (155 yards) che riusciva finalmente a trovare i varchi giusti esplodendo all'esterno con guadagni letali; la seconda, un Santonio Holmes (6; 93) capace di mettere in affanno il grande Champ Bailey, perennemente in ritardo nel seguire le tracce nel n. 10 di Pittsburgh, ed autore di ben 12 placcaggi, una cifra troppo alta per un difensore che normalmente viene evitato dai quarterbacks avversari.

Da questi presupposti era nato il primo dei due touchdowns del solito Hines Ward (7; 44, 2 TD), che aveva portato gli Steelers sopra per 14-10, un punteggio durato un'eternità  per via delle numerose occasioni sprecate da Pittsburgh nel chiudere la partita. Un altro ottimo drive era stato difatti smorzato dall'intercetto di Andre Goodman, dopo che Big Ben aveva cercato uno dei suoi ricevitori in endzone, ma il favore veniva restituito di lì a poco da un'altra straordinaria giocata di Troy Polamalu, che nel down precedente aveva interpretato correttamente le intenzioni offensive dei Broncos lasciando Knowshown Moreno (3 yards in 5 portate) nella polvere, con diverse yards di meno a referto.

Il discorso veniva chiuso da Mike Wallace (4; 69, TD), rookie sempre più concreto, ed ancora da Hines Ward, il tutto mentre Mendenhall diventava sempre più incontenibile e chiudeva un primo down dopo l'altro. A questo si sommavano errori in serie di Orton (23/38, 221, 3 INT)), che della precisione delle prime sette partite aveva conservato ben poco, concludendo la sua personale prova con 3 intercetti totali, quando prima di questa gara ne aveva accumulato uno soltanto.
I limiti dei Broncos emergevano proprio da qui, la difesa degli Steelers ci aveva messo un tempo ad aggiustarsi al gioco aereo ma aveva eliminato da subito i varchi per Buckhalter (9; 24) e Moreno, fattore che nella ripresa si era presentato sotto forma di forzature eccessive e diversi schemi in shotgun nel tentativo di arginare la grinta di James Harrison e compagni.

Le strade delle due compagini si dividono inevitabilmente verso destini differenti: i Broncos perdono un'altra gara di vantaggio nella Afc West contro gli stessi Chargers che dovranno affrontare a breve, con lo spettro di quella rimonta che decretò la fine dell'era Shanahan, mentre la franchigia allenata da Mike Tomlin continua a convincere ottenendo vittorie di qualità  contro squadre candidate ai playoffs. E domenica, in un altro scontro che si annuncia interessantissimo, la parità  in cima alla Afc North condivisa con i Bengals, si spezzerà  da un lato o dall'altro"

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