Brett Favre è tornato al Lambeau da vincente.
C'era chi si aspettava un'accoglienza calorosa, di "bentornato a casa" e chi invece aveva preventivato che sarebbe stata una bordata di fischi per tutta la gara. Al Lambeau Field di Green Bay si scontrano i Minnesota Vikings contro i padroni di casa Green Bay Packers, ma soprattutto si scontrano Brett Favre contro mezza America.
Sempre lo stesso Favre, magari con qualche anno in più, ma con una mai persa voglia di vincere; solo che la casacca non è più dominata dal giallo delle teste di formaggio, bensì ha le corna del vickingo. E passi se già nella scorsa stagione Favre aveva deciso di cambiare aria e di allontanarsi dal suo storico team, dove ha passato ben 16 stagioni di football; non passi, quando lo stesso Favre decide di accettare di giocare per una rivale divisionale, anzi per una rivale storica che con i formaggini conserva astio da tempo immemore.
Difficile non immaginarsi una partita nella partita: prima quella sul campo delle due squadre, poi quella del "Nonno" QB contro il vecchio cuore. E udite, udite, il "Nonno" le vincerà entrambe…
Tralasciando la "questione morale" del "giusto" o "sbagliato" che sia, accettare o meno di giocare per una rivale storica, va sottolineato quello che lo stesso Favre ha fatto durante la partita. Si prende milioni di fischi da far scoppiare le orecchie; dopo otto minuti di football perde il pallone e provoca un Fumble nel proprio campo; su questa azione GB passa in vantaggio per 3-0.
Ora, partire in questo modo contro uno stadio che ti urla contro non auspicherebbe nulla di buono di lì in poi. Neanche a dirlo, Favre chiuderà la gara con 4TD e nessun'altra sbavatura, come a dire "finora avete cantanto voi, adesso canto io". E le ha cantate per bene.
Un 38-26 finale che lascia spazio a critiche e commenti per l'una e l'altra squadta. Intanto le critiche iniziali sono per le secondarie dei Vikings che in un modo o nell'altro consentono ad Aaron Rodgers e Co. di tornare in partita nel terzo quarto e puntualizzano anche che il buon Rodgers, pubblico ampiamente e doppiamente a suo favore per l'occasione, la sua gara l'ha fatta eccome e i 3TD lo dimostrano. Ma Minnesota ti fa soltanto credere di potercela fare e poi la zampata vincente la mette lei. Per una critica che arriva, ci sono anche elogi che devono essere necessariamente fatti, ad esempio a Jared Allen che per tre volte arriva a prendere il QB dei Packers mettendo anche in mostra gli ampi limiti della linea offensiva di GB.
E un plauso lo vorremmo fare anche al rookie Percy Harvin e all'ormai sempre più leader (non solo di Minnesota) Adrian Peterson che stanno facendo la fortuna di questa squadra, insieme ad una difesa più che dominante s'intende, e gli stanno regalando questo parziale di 7-1.
Fischi assordanti, Sacks mostruosi, punteggi elevati: questa gara è riuscita a regalarci più di un'emozione, aizzata dagli eventi mediatici precedenti che l'hanno chiaramente reclamizzata a più non posso. Questo per dire che anche un punteggio non esaltante o una gara sotto le aspettative avrebbe comunque fatto scrivere pagine e pagine dai giornali, con l'unico obiettivo di tenere il protagonista QB come occhio principale.
Da tutto questo traspare una verità che non si può ignorare. Perché fischi o non fischi, l'unico e il solo vincitore di questa gara è Brett Favre che dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, che a quarant'anni è ancora in grado di potersi comportare da numero uno.