La ricezione spettacolare con cui Greg Lewis ha deciso il match di domenica.
A molti sarà capitato, vedendolo live domenica sera o successivamente negli highlights, di chiedersi chi fosse quel numero 17 protagonista della ricezione acrobatica e al limite dell'impossibile che ha permesso a Brett Favre di realizzare la quarantaduesima rimonta della carriera e ai Vikings di agguantare, in extremis, la terza vittoria stagionale contro San Francisco; eppure Gregory Alan Lewis Jr., meglio conosciuto come Greg Lewis, in NFL non è l'ultimo arrivato, anzi, nel 2009 ha iniziato la sua settima stagione consecutiva, approdando in Minnesota, dove ha raggiunto l'offensive coordinator che già lo aveva allenato nei Philadelphia Eagles, Brad Childress.
Originario di Chicago, dove è nato il 12 febbraio 1980, ma trasferitosi nella vicina Mattison per il lavoro dei suoi famigliari, suo padre era impiegato nel settore automobilistico e sua madre insegnante di scuola elementare, Greg è stato una stella già a livello liceale, tant'è che la Rich South High School di Richton Park, Illinois, ha ritirato la sua maglia numero 8 nel 2004, in modo da ricordare a tutti i futuri studenti della scuola le gesta di un ragazzo che nella stagione da senior aveva ricevuto 56 passaggi per 886 yards e 13 touchdowns totali; numeri che gli permisero di aggiudicarsi riconoscimenti importanti quali l'All-Area, l'All-Conference, e l'All-State Honors.
Uscito dal liceo senza alcuna offerta di scholarship da parte dei college sparsi per gli States, decide di continuare gli studi all'università dell'Illinois, seguendo suo cugino Walter Young, ex WR degli Steelers, che aveva invece ottenuto una borsa di studio da atleta e si stava imponendo come receiver nonostante fosse stato reclutato come quarterback; dopo un anno sabbatico lontano da qualsiasi sport Greg decide di provare nuovamente per la squadra di football sulla spinta dello stesso parente e del suo compagno di stanza, Aaron Moorehead, futuro WR dei Colts.
Tornato sui campi nel 1999 viene impiegato nelle cinque partite finali della stagione nel ruolo di flanker, dove riceve 12 palloni per 149 yards e 1 TD, il primo nella carriera NCAA, realizzato su passaggio da 54 yards di Kurt Kittner; nella stessa posizione continua la sua avventura nel football collegiale anche l'anno successivo, quando viene promosso starter a tempo pieno e in 11 match totalizza 40 ricezioni per 544 yards e 6 touchdowns, risultando il miglior WR della squadra alla fine di quella che rimarrà la sua migliore stagione negli Illini.
Calato sensibilmente l'anno successivo, 13 rec. per 225 yds. e 1 solo TD, Lewis non si abbatte e si presenta tirato a lucido per la senior season, 2002, avvicinandosi parecchio al suo career high grazie alle 538 yards conquistate e ai 4 touchdowns realizzati nelle 12 partite disputate, in cui emerge anche come returner; considerato un ricevitore molto solido ed affidabile, conclude la sua carriera universitaria agguantando il nono posto All-Time per yards ricevute, 1,456, e diventando il sesto di sempre nel ranking dei TD segnati con la divisa di Illinois, 12 in tutto.
Presentatosi ad un draft NFL dove la classe dei ricevitori pare essere la più ricca degli ultimi anni, in cui sono presenti il talento di Tennessee Donte' Stallworth, Ahley Lelie, il futuro Packers Javon Walker, Jabar Gaffney, Reche Caldwell, Josh Reed, Antonio Bryant, Deion Branch, e l'ex quarterback di Indiana Antwaan Randle El, Greg non riesce a rientrare in nessuno dei sette round di scelta e coglie al balzo l'opportunità offertagli dai Philadelphia Eagles, con cui firma un contratto da undrafted rookie nella primavera del 2003.
Con la squadra di Andy Reid Lewis fa il suo esordio il 19 Ottobre a New York, contro i Giants, ma per mettere a segno la sua prima ricezione tra i professionisti deve aspettare altre due settimane e la trasferta di Atlanta, dove viene chiamato in causa per la prima volta e completa una ricezione da 18 yards su passaggio preciso del quarterback Donovan McNabb; a fine stagione le presenze raggiungeranno quota undici, per 6 ricezioni e 95 yards totali che gli permettono di rompere il ghiaccio con la NFL e rivelarsi una risorsa nella West Coast Offense di Brad Childress, suo attuale head coach in Minnesota.
Proprio contro i Vikings mette a segno la prima ricezione del 2004, stagione in cui arriva anche il suo primo touchdowns nei professionisti grazie al passaggio da 30 yards ricevuto nell'evento più importante, il Superbowl; la prima realizzazione in carriera di Greg non serve però agli Eagles per aggiudicarsi il titolo di World Champions, che finisce dritto nelle mani dei New England Patriots. Il ricevitore di Philadelphia si consola comunque in modo positivo, con 365 yards conquistate in 25 ricezioni totalizzate tra regular season e playoffs, i secondi disputati da quando è entrato nell'universo NFL.
L'appuntamento con la post season viene bucato incredibilmente l'anno successivo, ma Lewis continua a dare un contributo costante all'attacco di Philly accrescendo il suo apporto in termini di ricezioni, 48, yards conquistate, 561, e confermando il suo ritrovato feeling con l'endzone, dove vi entra per la seconda volta in carriera durante la partita contro San Francisco, week2. Le prime settimane di football NFL evidentemente portano bene al talento da Illinois, che al quarto match della stagione 2006 va a segno per ben 2 volte contro Green Bay, ricevendo solamente due palloni nell'arco di 60 minuti, entrambi in endzone, ed entrambi dalla lunga distanza, 30 e 45 yards.
Nell'anno che riporta gli Eagles ai playoffs però Greg vede scendere notevolmente le sue statistiche, che si assestano sulle 348 yards conquistate in 24 ricezioni; l'avvento del nuovo offensive coordinator infatti ha messo un po' ai margini il WR numero 83, che negli ultimi due campionati giocati in Pennsylvania riesce a ritagliarsi sempre meno spazio. Nel 2007 accumula 265 yards in 13 ricezioni, e nonostante vada a segno per ben 3 volte nel corso della regular season, contro New England e New Orleans, si trova ancora più ignorato nel 2008, quando chiude con 19 ricezioni per 247 yards e 1 TD, con Cleveland, disputando appena 11 partite, playoffs compresi.
La diminuzione del suo impiego e la nuova nome di "mani di legno" per la sua tendenza a droppare anche palloni facilmente ricevibili, lo portano verso il suo addio agli Eagles, che lo tradano il 5 Marzo 2009, assieme ad una settima scelta del draft 2010, con i Patriots per acquisire una quinta scelta del draft in programma il prossimo Maggio; la sua avventura a Boston dura però pochissimo e termina esattamente sei mesi dopo essere iniziata, il 5 settembre.
Cinque giorni più tardi inizia una nuova fase della sua vita più sportiva, quella più recente, grazie alla firma che lo lega ai Minnesota Vikings e che gli permette di ricongiungersi dopo tre lunghe stagioni con il suo mentore, che lo aveva fatto diventare uno dei punti fissi nella WCO instaurata agli Eagles; venti giorni dopo, alla prima partita in cui viene mandato in campo restituisce tutta questa rinnovata fiducia regalando una gioia insperata a tutti i fans presenti al Metrodome, che a due secondi al termine della partita con i 49ers lo vedono finalizzare una ricezione spettacolare.
Lancio di trentadue yards sul fondo dell'endzone, presa acrobatica in volo e atterraggio con il corpo già ben aldilà della linea di fondo campo, con i piedi che magicamente rimangono all'interno della linea bianca, prima uno e poi l'altro, con il secondo che striscia, e si trascina, fino ad uscire dal terreno di gioco, dopo aver fatto il suo dovere ed avergli permesso di mettere a segno il touchdown del definitivo vantaggio.
Scacco matto in una mossa sola, un capolavoro per un giocatore di scacchi come Greg, che da liceale è arrivato fino alle finali statali dopo aver imparato i trucchi del mestiere dal padre; una soddisfazione grandissima per un ragazzo amante delle sfide come pochi altri, nello sport quanto nella vita di tutti i giorni. Quando era a Philadelphia era famoso per le sue partite all'ultimo sangue a bowling con il compagno di squadra, e collega, Hank Baskett, con cui iniziava dei trash talking senza fine; uno spettacolo per chiunque avesse avuto modo di presenziarvi.
Una persona solare ma estremamente competitiva, grande appassionato di sport, ha fatto parte del team di basket degli Eagles durante la offseason, e di insegnamento, dote trasmessagli dalla madre, che ogni estate si ritaglia lo spazio necessario per seguire da vicino i tanti ragazzini che si recano al suo Deep Threet Football Camp, nato dalla collaborazione con gli ex compagni negli Illini Aaron Moorehead, Carey Davis, e Walter Young, il suo inseparabile cugino.
Soprannominato Foots ai tempi di Illinois per il suo strano modo di correre, i piedi sembrano che vadano in due direzioni opposte quando è lanciato in velocità , è diventato successivamente G-Lew negli Eagles; una squadra che gli ha dato tantissimo, portandolo in NFL e consentendogli di guadagnare quanto basta per mantenere attive le sue borse di studio dedicata alla sua compagna di liceo Sarah Pikes, scomparsa in un incidente stradale, e rivolta ai ragazzi meno fortunati di lui residenti a Richton Park, una città che, evidentemente, gli è rimasta dentro.
Corri veloce Foots, e continua a muoverti su quel campo come un pedone impazzito, piazzando colpi da Chessmaster in endzone, per noi tifosi Vikings e per tutti quei ragazzini che fanno il tifo per te alla Rich South.