Donovan McNabb è davvero felice: e chi non lo sarebbe, con tutte quelle armi offensive a disposizione?
Dallas Cowboys
in collaborazione con Azazel
Ridimensionamento è l' idea che inizia a farsi spazio a guardare la off-season di questi Cowboys: di certo i tifosi erano forse abituati troppo bene in questo periodo dell' anno, nelle passate stagioni le acquisizioni importanti si erano mischiate con quelle chiacchierate (da Terrell Owens a "Pacman" Jones) e anche quelle avvenute via draft, benché meno roboanti per definizione rispetto a quelle avvenute via free agency, avevano sempre portato quella speranza che quest' anno sembra invece mancare.
A Valley Ranch non lo dicono apertamente, ma il progetto di ammassare talento tecnico-atletico, senza stare a preoccuparsi del carattere talvolta problematico dei tanti giocatori aggiunti è un progetto ormai fallito, conclusosi con il tracollo di Philadelphia della week 17, ultima giornata della passata stagione che ha definitivamente tenuto fuori dalla postseason i Dallas Cowboys: a farne le spese sia veterani insospettabili sino a qualche stagione fa come Roy Williams (la safety) o Greg Ellis, sia personaggi un po' più scomodi come il "pistolero" Tank Johnson, il già citato Adam "Pacman" Jones e soprattutto Terrell Owens. Il taglio del ricevitore ex 49ers, ex Eagles e ora anche ex Cowboys, ha iniziato e segnato questo nuovo corso che già lascia perplessi, il suo sostituto sulla carte era già presente a roster, quel Roy Williams (il ricevitore), ex Lions, preso in corso d' opera l' anno scorso, pagandolo più oro di quello che pesa (1a, 3a, 6a scelta del draft 2009) che doveva andare a formare il duo di wide receivers più dominanti della lega e che era finito invece per interpretare il classico ruolo del pesce fuor d' acqua, triste e svogliato.
Schemi offensivi e difensivi che sono stati additati come principali responsabili della stagione fallimentare: non per nulla a metà annata Brian Stewart, il defensive coordinator, è stato sollevato dall' incarico di chiamare le difese da giocare, defenestrazione poi completata a stagione conclusa, con la rescissione del contratto. Il suo ruolo ora sembra essere nelle mani di Wade Phillips, che dovrà quindi barcamenarsi nella doppia funzione di allenatore della difesa e head coach: non ci sembra una idea vincente, ma solo il campo saprà smentirci.
Staremo poi a vedere quale versione di Jason Garrett si presenterà a dirigere le chiamate offensive: quella geniale, spettacolare ed efficace di 2 anni fa o quella prevedibile, lenta e priva di idee dell' anno scorso: con il taglio di T.O. scuse non ce ne sono più e se vuole dimostrare di valere il contratto più alto della NFL per un assistente questo è il momento giusto, altrimenti tutti i discorsi su una sua possibile promozione a capo allenatore dopo quest' anno diventerebbero ridicoli.
Detto della mente (Garrett) veniamo al braccio: Tony Romo non ha fatto eccezione alla stagione poco felice della squadra, i suoi difetti (poca lucidità nei momenti chiave dell' annata) sembrano non migliorare, ma ad onestà del vero va detto che si è vista la differenza che si ha tra l' averlo e il non averlo in campo (anche ere per questo si è cercato di tutelarsi con un backup più pronto di Brad Johnson, acquistando dai Lions Jon Kitna), gli si chiede ora un salto di qualità soprattutto mentale. Davanti a lui troverà un reparto, quello della linea offensiva, confermato in toto per il secondo anno consecutivo e che però è composto da tutta gente che ormai ha svalicato la fatidica quota dei 30 anni.
I linemen offensivi dovranno dimostrare di saper finalmente aprire varchi per le corse tanto quanto hanno dimostrato (a tratti) di saper proteggere il loro QB. Dal canto loro i "corridori" sembrano poter garantire estro, elusività , potenza e continuità ; non è un mistero che Marion Barber, Felix Jones e Tashard Choice rappresentino un trio di RB's che non ha nulla da invidiare a nessun' altra franchigia. Barber sarà nuovamente chiamato a coprire il ruolo di back titolare, le caratteristiche fisiche per fare sopra le 20 portate a partite le ha tutte, anche se quest' anno l' apporto di Felix dovrà per forza di cose aumentare: l' anno scorso l' intenzione era quella di centellinare il suo utilizzo nella prima parte di stagione, passata per lo più a studiare e a capire il salto dal football collegiale a quello professionistico, per poi sorprendere gli avversari e aumentare il suo utilizzo, purtroppo però un infortunio l' ha messo KO in questa seconda fase, ora da lui ci si aspetta molto, le doti di playmaker le abbiamo intraviste, c' è da attendere per capire se è solo la punta dell' iceberg.
Altro reparto che non teme paragoni con le restanti 31 squadre è quello dei tight-ends: Jason Witten ormai è riconosciuto unanimemente come uno dei TOP nel suo ruolo, l' apporto nel gioco di corso o di bloccaggio in generale è spesso sottovalutato, quello in fase di ricezione invece è sotto gli occhi di tutti: 2.000 yards e più di 170 ricezioni nelle ultime due stagioni, dove però andava considerato il fattore "raddoppi su T.O.", fattore che verrà a mancare in questa stagione, ma che potrà essere sopperito dall' intesa ormai perfetta che ha con Romo. Martellus Bennett, pur in maniera incostante, ha già fatto intravedere il perchè Jerry Jones ne abbia fatto una seconda scelta l' anno scorso,: le doti fisiche solo allucinanti, di fatto però non potrà mai avere tantissimo spazio, visto il valore del titolare del ruolo.
Per quel che riguarda i WRs, detto di Roy Williams, il resto è completato da scommesse, belle speranze e Patrick Crayton; la sorpresa è rappresentata per l' appunto dal ruolo di secondo ricevitore, con il suddetto Crayton che ritorna nello slot, ruolo dove non ha per nulla demeritato sino a 2 stagioni fa, per far posto ad un ricevitore promosso praticamente quasi dal nulla, quel Miles Austin che i fans ricorderanno più per il td su ritorno nella partita di playoff conclusasi con il fumble di Romo-Holder che per le ricezioni in queste ultime due stagione, attorno a lui però c' è moltissima fiducia, specie da parte del boss. Dietro a loro i soliti ormai noti in questi anni per aver collezionato un numero di infortuni maggiori a quello delle palle ricevute, Isaiah Stanback e Sam Hurd, sui quali persistono i punti interrogativi.
È in difesa invece che sono avvenuti cambiamenti quantitativamente più importanti: a parte le perdite già nominate, c' è da registrare la transazione che ha portato Chris Canty a firmare un super contratto in FA con i New York Giants. La dipartita di Canty lasciava un buco non trascurabile nella linea a 3: con la firma di Igor Olshansky, giocatore che peraltro ha già lavorato sotto Wade Phillips a San Diego.
Per il resto la linea è completata con le conferme di Marcus Spears e Jay Ratliff da NT, ruolo che ha saputo interpretare a meraviglia, nonostante non avesse i chili necessari per farlo in maniera dominante; in questa ottica si deve leggere la scelta di scommettere su un NT che però ormai sono un paio d' anni che non vede il campo da football, tale Junior Siavii, a Kansas City nel 2004 e 2005, chiamato a dare un po' di peso ad un reparto che non ha mai avuto il corpaccione da buttare nel mezzo.
Un passo dietro ai 3 difensive linemen, i 4 linebackers hanno subito un discreto scossone: unici punti fermi restano il fenomenale DeMarcus Ware ed il concreto Bradie James; il vero problema del reparto è proprio l' assenza di un inside LB dominante, non lo è stato Zach Thomas, protagonista di un cameo, pur positivo, la passata stagione e non lo sarà Keith Brooking, ex Falcons, arrivato via free agency. Jason Williams, prima pesca del draft di quest' anno anche un po' a sorpresa, si spera possa dare un contributo importante nel mezzo e non solo negli special-team. Il quartetto è completato poi dai Anthony Spencer, schierato OLB opposto a Ware, cosa che potrebbe aiutarlo e non poco e che dopo un anno di apprendistato, si trova a sostituire un certo Greg Ellis, uno che in 11 anni di Cowboys ha collezionato la bellezza di 77 sacks.
La zona del campo che più richiedeva aggiustamenti in questa off-season, come in quelle passate, era però proprio quella coperta dalle secondarie, annoso problema che sembra non trovare una soluzione. Non è quindi poca la delusione nel vedere che affianco al confermatissimo Ken Hamlin ci sarà Gerald Sensabaugh, ex Jaguars, protagonista sinora di una carriera dignitosa…..come special-teamer: il 26enne da North Carolina, esce dalla sua prima stagione da titolare vero e proprio, con 70 tackles, ma quel che più lascia sperare sono le parole di miele espresse dal coaching staff nei suoi confronti, sarà lui l' uomo incaricato a coprire soprattutto i TEs e più in generale avrà il compito di non comparire sempre sullo sfondo nelle foto che immortalano i TD avversari, ruolo in cui ormai si era specializzato l' altro Roy Williams.
Tra i cornerbacks c' è invece da registrare l' assenza di Anthony Henry, spedito a Detroit per acquisire Kitna, l' ormai 32enne tanto voluto dalla gestione Parcells rappresentava il CB fisico e dovrà essere sostituito da uno che nel suo primo anno tra i pro non ha mostrato propriamente questo tipo di dote: Michael Jenkins dovrà innanzitutto dimostrare di saper valere un primo giro e quindi di saper placcare e giocare in maniera fisica sui WRs avversari; Orlando Scandrick invece dovrà confermare le belle cose mostrate l' anno scorso e il ruolo di nickel-back non dovrà avere altro padrone che lui. Fermo restando che tutto il reparto potrà avvalersi dei servigi spesso sottovalutati di Terrence Newman, a patto che possa restare sano, visto che la profondità nel ruolo non sembra per nulla esserci.
La vera novità positiva in questa squadra quindi sembra non riguardare il roster, bensì il contorno: dopo 38 anni di onorata militanza infatti la squadra di Dallas lascia il Texas Stadium in Irving, per trasferirsi nel modernissimo e nuovissimo Texas Stadium (al momento della pubblicazione non è ancora noto il nome che lo sponsorizzerà ) in Arlington, il tutto esaurito passa da 65mila spettatori ad 80mila, ma tutte le comodità del nuovo impianto (tra cui un maxischermo tanto maxi quanto, forse, inutile) non potranno mai cancellare tutte le soddisfazioni, le vittorie (le conquiste di 5 Vince Lombardi trophies sono stati costruite su questo campo) e, perchè no, anche le sconfitte che hanno costellato la storia della squadra un tempo nota come "The America's Team".
New York Giants
in collaborazione con Angyair
Non chiamateli più "favoriti", potrebbero seriamente arrabbiarsi… Dopo aver stupito tutto il mondo del football un anno prima sorprendendo gli imbattuti Patriots, in molti si aspettavano se non il bis almeno un concreto tentativo di ritornare in vetta all'NFL, ed invece, come già accaduto altre 2 volte nell'era Eli Manning, i Giants si sono sciolti come neve al sole al primo ostacolo nei playoffs!
Perché è successo? Non certo per mancanza di motivazioni perché i Giants sono stati per quasi tutti, almeno fino a dicembre, i favoriti per la vittoria finale: la squadra sembrava solida, convinta di sé, sicura grazie al titolo conquistato l'anno prima, e sia la difesa che l'attacco giravano come un orologio svizzero.
Poi è sopraggiunto un evidente calo fisico (che per il modo di giocare di molti dei newyorkesi è stato un duro colpo) che ha tolto sicurezza (lo si è visto soprattutto in quelle situazioni di corto yardaggio nel divisional contro Philadelphia che per i Giants di ¾ torneo rappresentavano un gioco da ragazzi) ma soprattutto la mancanza di un giocatore come Plaxico Burress ha messo a nudo diversi limiti di un attacco, e di un QB, molto bravi quando tutto fila per il verso giusto ma che spesso mostra grossi limiti quando bisogna superare difficoltà impreviste.
Infatti la mancanza di un target affidabile come ricevitore (Toomer non dava più garanzie e difatti è stato tagliato in off-season) ha condizionato l'attacco dei Giants ma soprattutto ha permesso alle difese avversarie di focalizzarsi maggiormente nel bloccare il gioco di corsa togliendo fluidità , ritmo e sicurezza a quella che prima sembrava una macchina perfettamente oliata.
La poca intelligenza dimostrata da Burress con l'incidente dove si è sparato da solo nella gamba non è stata molto apprezzata dal management dei Giants che difatti, complici le voci che preannunciano una serie di non leggeri guai giudiziari al buon Plaxico causa l'ormai famoso incidente, si son fatti pochi problemi nel tagliarlo, anche se così sono stati costretti a rivoluzionare completamente un reparto, quello dei ricevitori, che ora vede praticamente solo rookies (Nicks e Barden), o promesse in divenire (Smith e Manningham). Insomma non proprio quello che viene definito "stare in una botte di ferro"!
Altra notizia molto importante dell'off-season è stato l'addio, che per la verità sembrava abbastanza scontato visto la fama che si stava facendo, dell'ex Defensive Coordinatore Spagnuolo che è stato scelto dai Rams per ricostruire la franchigia ma che così facendo ha lasciato un'eredità piuttosto pesante a Bill Sheridan, che era il suo linebackers coach e che si spera abbia imparato il più possibile da quel genio difensivo che si era dimostrato l'ex DC anche dei Frankfurt Galaxy.
La filosofia difensiva non dovrebbe cambiare di molto, anzi, non dovrebbe cambiare per nulla, in più quest'anno c'è stato qualche gradito arrivo in free agency (Canty e Bernard) senza dimenticare che il ritorno a pieno regime di Umenyora avrà i suoi benefici effetti e quindi non si dovrebbe sentire troppo la partenza del creatore della difesa che 2 anni fa' sorprese gl'imbattibili, fino ad allora, Patriots.
Le difficoltà incontrate dall'attacco dei Giants senza Burress, come dicevamo prima, hanno fatto di nuovo sorgere qualche dubbio sull'effettiva abilità di Eli Manning, sulle sue reali capacità di essere un leader, dubbi che aumentano se si va a vedere il suo record casalingo nei playoffs ancora senza vittorie. C'è chi dice che soffra ancora lanciare nel vento delle Meadowlands e chi dice che soffra la pressione di essere il favorito, l'unica cosa certa è che tutto il credito che si era guadagnato con la vittoria al Super Bowl e dopo aver portato i Giants al record di 11-1 è stato per lo meno congelato in attesa che dimostri di poter vincere una gara di playoffs da favorito.
A coprirgli le spalle ci sarà anche quest'anno l'ex prima scelta assoluta degli allora neonati Texans David Carr, che tutti i tifosi della Grande Mela sperano comunque non metta mai piede in campo se non con un vantaggio di 40 punti a 2 minuti dalla fine.
Nel raparto ricevitori, oltre allo "pistolero sbadato", mancherà anche il veterano di tante battaglie Amani Toomer, ormai giunto alla fine della carriera, così in pratica Manning si troverà senza un vero target affidabile al training camp, e ci sarà molto da lavorare per ricostruire il reparto. E per farlo i Giants, dopo aver flirtato, secondo le verie voci giornalistiche, con diversi veterani che venivano dati come scontenti delle proprie situazioni e quindi in uscita dalle proprie squadre (Braylon Edwards, Anquan Boldin, Chad Ochocinco), hanno puntato sul metodo più rischioso, quanto meno nell'immediato futuro, di tutti: il draft.
Difatti è proprio da lì che vengono i 2 nomi nuovi tra i ricevitori: Hakeem Nicks, funambolico ricevitore da North Carolina, esplosivo, dalle mani sicure e dalle ricezioni impossibili, ma ancora abbastanza grezzo nel percorrere le tracce, e Ramses Barden da Cal Poly, nel fisico un vero clone di Burress, progetto molto interessante ma, appunto, ancora un progetto.
A completare il reparto ci saranno Steve Smith, piccolo ricevitore al terzo anno ed in continua crescita, Dominik Hixon, reduce da un fine stagione in crescendo ma anche lui comunque giovane essendo al quarto anno, ed i sin qui deludenti Sinorice Moss e Mario Manningham.
Come tight end, Kevin Boss ha dimostrato che la scelta di mandar via Shockey non è stata avventata, tuttavia da lui ci si aspettano progressi ancora maggiori, e forse proprio per stimolarlo è stato scelto al terzo giro Travis Beckum da Wisonsin, atleta esplosivo, rapido, ottime mani che però deve migliorare molto come bloccatore, il quale si affiancherà a Micheal Matthews nel dare man forte al reparto.
Per quanto riguarda i running backs, essendo sia Brandon Jacobs che Derrick Ward in scadenza di contratto, si doveva necessariamente fare la scelta su chi dei 2 rifirmare: alla fine si è deciso di puntare sulla forza bruta di un truck come Jacobs (più difficile da trovare uno con le sue caratteristiche in giro infatti), anche se permangono i dubbi sulla sua tenuta fisica considerando anche il suo stile di corsa molto punitivo per gli avversari ma anche per sé.
Nonostante lo stile di corsa di Jacobs sia molto efficace, il divisional perso contro gli Eagles ha dimostrato che da solo non basta, specie se gli avversari ti prendono le misure o se la linea non è in giornata di grazia e non riesce ad aprire buoni varchi. Ecco perché, nonostante Ward sia andato via, non è stata per nulla abbandonata la filosofia di avere un backcourt completo, con giocatori dalle diverse caratteristiche fisiche e dagli stili di corsa complementari, che alternandosi, anche a seconda delle varie situazioni di gioco, riescano a sorprendere le difese non facendogli affrontare sempre gli stessi schemi di corsa o eseguiti alla stessa velocità .
Confermati quindi il rapidissimo Ahamd Bradshaw (molto utile anche come ritornatore) e il tanto atteso Danny Ware (pare che finalmente sia pronto a dimostrare sul campo le doti di cui il coaching staff dei Giants parla da tempo), al draft si è scelto Andre Brown da North Carolina State, giocatore dallo stile di corsa simile a quello di Jacobs.
A proteggere Manning e ad aprire varchi per le corse di Jacobs di dovrà pensare una confermatissima linea offensiva, tra le più compatte della lega, i cui giocatori solo ora stanno iniziando a ricevere la giusta considerazione ma che già da un paio d'anni sono tra le migliori linea dell'NFL. Compatti in campo ma anche fuori da questo, il C Shaun O'Hara, le guardie Rich Seubert e Chris Snee, i tackles Kareem McKenzie e David Diehl rappresentano una vera e propria certezza per la squadra allenata da coach Coughlin. Buona anche la profondità alle loro spalle, a cui è stato aggiunto il secondo giro William Beatty da Connecticut, offensive tackle dalla buone qualità che contribuisce a far diventare quella dei Giants una delle migliori, almeno sulla carta, infornate di rookie arrivate tra i pro.
Come abbiamo già detto la difesa è stata lasciata orfana dal genio difensivo di Spagnuolo, ma il fatto che l'erede sia stato scelto tra uno dei suoi discepoli, il promettente ex coach dei linebackers Bill Sheridan, lascia abbastanza sicurezze perchè non se ne senta il contraccolpo.
In pratica l'obiettivo della difesa non cambierà rispetto all'epoca precedente: pass rushers che attaccano da tutti gli angoli con un grande varietà di disposizioni difensiva, da coperture a uomo a zone blitz.
Il punto di forza di questa difesa era certamente la linea difensiva, specie con il ritorno dall'infortunio di Osi Umenyora, e qual'è stato invece il reparto dove sono stati fatti gli acquisti più importanti? Proprio la linea difensiva che diventa così la più forte, completa e profonda linea di tutta la lega, sempre seguendo la teoria di una forte rotazione tra tutti gli uomini del reparto per garantire sempre la massima freschezza ed aggressività , teoria che è stata tra i principali fattori che hanno permesso la cavalcata vincente del 2008.
Ecco quindi l'arrivo di 2 tra i più interessanti defensive lineman sul mercato dei free agents: Chris Canty dai Cowboys (dove aveva prevalentemente giocato come end in una 3-4 ma che ha le caratteristiche per giocare sia come end contro le corse che come tackle in occasioni di lancio dichiarato) e Rocky Bernard dai Seahwaks (una vera potenza distruttiva all'interno della linea). Considerando il ritorno a pieno ritmo di Umenyora e la presenza di 2 cacciatori di quarterbacks come Justin Tuck e Mathias Kiwanuka si può tranquillamente dire che quella dei Giants è una linea senza punti deboli.
Un'altra importante acquisizione dai free agents per New York è stato il linebacker Michael Boley, giocatore al quinto anno che finora non è mai riuscito a fare completamente il salto di qualità definitivo ma che sicuramente rappresenta un notevole upgrade per un reparto che aveva lasciato più di qualche dubbio l'anno scorso. Come MLB c'è la conferma del veterano Antonio Pierce, capitano e vera anima della difesa che nonostante qualche piccolo cedimento rappresenta ancora la guida della difesa.
Sul lato forte dovrebbe partire come titolare il veterano Danny Clark, ma saranno in pochi a sorprendersi se il posto da titolare verrà conquistato, nel training camp o durante la stagione, dal rookie scelto al secondo giro da Virgina Clint Sintim: proveniente da una difesa pro-style, ottimo fisico con lunghe braccia che gli hanno permesso di mettere a segno numerosi sacks, buona difesa contro le corse ma deve migliorare molto in copertura e quindi ci sarà da lavorarci su perché si adatti bene alla posizione di SAM.
Considerando che anche lo stesso Kiwanuka può essere schierato come linebackers, per la profondità del reparto bisogna considerare anche la presenza di Chase Blackburn, Jonathan Goff, la star degli special teams Zack DeOssie, e Bryan Kehl, mentre attenti a cosa può venir fuori da un undrafted rookie talentuoso come Kenny Ingram da Florida.
Altro arrivo di un certo rilievo nel mercato dei free agents è stato quello di C.C. Brown che si dovrebbe giocare il posto di free safety titolare con Michael Johnson, mentre quello di strong è saldamente nelle talentuose mani di Kenny Phillips, reduce da un anno da rookie molto convincente e che viene visto già come il leader delle secondarie.
Anche il reparto dei cornerbacks è molto giovane e nuova linfa ha ricevuto dagli ultimi giri del draft: titolari indiscussi dovrebbero essere Aaron Ross e Corey Webster, alle loro spalle Travonti Johnson e Terrel Thomas, mentre dagli ultimi 2 giri del draft sono arrivati due piccoli ma veloci giocatori come De Andre Wright da New Mexico e Stoney Woodson da South Carolina.
Il reparto dei calci preferisce invece affidarsi all'esperienza e quindi vedremo ancora all'opera il veteranissimo (ventiduesima stagione) punter Jeff Feagles, che sembra non perdere minimamente forza e precisione nella gamba), mentre come kicker si spera che l'infortunio della stagione scorsa sia solo un lontano ricordo e che quindi Lawrence Tynes (i cui 6 anni di esperienza lo fanno sembrare un ragazzino rispetto a Feagles) ritorni ad essere quella macchina di punti precisa ed affidabile che era stato uno dei grandi protagonisti della corsa al titolo di 2 aani fa.
Come ritornatori dovremmo vedere una rotazione fra Bradshaw, affidabile e molto veloce specie nei kick return, ed i rookie Hakeem Nicks (vederlo in campo aperto con la palla in mano è sempre un piacere per gli occhi)e Andre Brown.
Il fatto di giocare in una delle division più dure, se non proprio la più dura, della lega non ti rende certo la vita facile, ma questi Giants, nonostante alcuni dubbi, rimangono tra i maggiori favoriti non solo per la vittoria della division ma anche di tutta la NFC.
Il roster è completo e profondo, con il solo, ma importante, come abbiamo visto negli scorsi playoffs, grosso dubbio sull'effettiva affidabilità di un reparto ricevitori molto giovane e con poca esperienza, le linee, sia offensiva che difensiva, sono veramente ottime ed i rinforzi difensivi, insieme al fatto che il sostituto dell'ex defensive coordinator ne è praticamente un clone, dovrebbero garantire addirittura un miglioramento di tenuta (importante soprattutto la crescita dei giovani defensive backs).
E' vero che la sconfitta nello scorso divisional contro gli Eagles ha mostrato di nuovo tutti i peggiori difetti di Manning, ma non bisogna dimenticare neanche tutto quello di buono fatto mostrare nei trionfali playoffs 2008 e la grande solidità ed efficacia mostrata per tutta la scorsa regular season.
Il coaching staff è esperto, affidabile, ben affiatato e la partenza di Spagnuolo è stata coperta in maniera egregia.
Insomma non bisogna nascondere che anche quest'anno i Giants si presenteranno ai nastri di partenza con tutte le carte in regola per arrivare ai playoffs e dire la propria nella corsa a quel Vince Lombardi Trophy alzato poco più di un anno e mezzo fa. Ma evitate di chiamarli favoriti….potrebbero arrabbiarsi!
Philadelphia Eagles
in collaborazione con The Answer Palermitano
Dopo l'ennesimo Championship perso , il quarto in otto anni, gli Eagles si apprestavano ad una Off Season che sembrava tanto la fine di un ciclo. Free Agent di un certo calibro e molta incertezza su alcuni giocatori chiave lasciano presagire momenti difficile per i tifosi di Philadelphia. Gli addi di Dawkins, Thomas e Runyan creano nella squadra e nei tifosi dei vuoti che difficilmente saranno stati colmati così velocemente, e circolavano anche voci di un possibile addio a McNabb se la squadra non si fosse rinforzata a dovere. Invece gli Eagles hanno salutato e ringraziato calorosamente chi è andato via ed hanno provato nel migliore dei modi a sostituirli: ecco che prima Andrews, tackle ex Bengals, poi Jones ex safety dei Browns ed infine Jason Peters, tackle e Pro Bowler dai Bills, sono arrivati nella città dell'amore fraterno per portare avanti quel sogno che oggi è più vivo che mai. Poi la scommessa Vick, cui Philadelphia ha deciso di dare l'attesa seconda possibilità : se il gioco regge, l'ex quarterback dei Falcons potrebbe diventare una variabile impazzita di un attacco già forte, e provocare parecchi mal di testa alle difese che si preparano ad affrontare la complicata West Coast Offense di Andy Reid.
Donovan McNabb all'inizio della offseason era stato molto chiaro su ciò che doveva esser fatto dal Front Office per rinforzare adeguatamente la squadra e soprattutto l'attacco per portarla a competere ai massimi livelli: in primis potenziare la OL, già negli scorsi anni punto di forza della franchigia di Reid, che questa volta però si trovava a dover far fronte ad importanti partenze, ma soprattutto aggiungere dei playmaker offensivi per rendere più vario e pericoloso il playbock. Detto fatto.
Con le acquisizioni di Stacy Andrews dalla FA e di Jason Peters via trade, gli Eagles hanno rinforzato, ringiovanito , aumentato di peso e rinnovato nei ruoli principali la loro offensive line.
Peters è il grande colpo, quello che fa impazzire i tifosi di gioia, quello che aspetti con ansia. Arriva da Buffalo al termine di una stagione sfortunata segnata dalle continue richieste del giocatore di un contratto adeguato al suo valore. Non potendo accontentarlo, Buffalo ha cominciato la sua ricerca di una nuova destinazione per il suo Pro Bowler, trovando negli Eagles, che con una delle due scelte di Primo Round in suo possesso volevano prendere un uomo di linea, la destinazione perfetta.
Peters giocherà da Left Tackle, al fianco del confermatissimo Todd Herremans come guardia di sinistra. Al centro confermato anche Jamaal Jackson. Sul lato destro, troviamo invece quello che è già stato soprannominato "Andrews Wall" e cioè Shawn Andrews ed il fratellone Stacy. Shawn al rientro dopo una stagione che lo ha visto fuori per problemi prima di depressione e dopo per una frattura al collo, quest'anno subirà un ritorno al passato, e cioè da guardia di destra, ruolo dove ha raggiunto dei picchi eccelsi arrivando anche al Pro Bowl, tornerà al vecchio ruolo che ricopriva ad Arkansas e cioè da Right Tackle, il ruolo che per tanti anni era stato di Runyan. Al suo fianco, come detto, nella posizione di Guardia di destra, Stacy Andrews, ex tackle a Cincinnati, alla quale Reid ha preferito cambiare posizione mettendo il fratello da tackle. Su di lui, purtroppo, ci sono tanti dubbi dovuti alle condizioni fisiche, visto il brutto infortunio ai legamenti del ginocchio, da poco completamente guarita. Ecco perché ad oggi, c'è la certezza che Andrews sia il favorito per ricoprire il ruolo di guardia di destra ma non che lo sia per tutta la stagione, viste anche le ottime prestazioni in questo ruolo offerte lo scorso anno prima da Max Jean-Gilles prima dell'infortunio e dopo da Nick Cole.
Come TE, dopo la partenza di LJ Smith, dopo l'ennesima fallimentare stagione costellata anche questa volta da continui infortuni e da continue prestazioni dove era bravissimo a sparire nei momenti cruciali delle partite, gli Eagles hanno dato almeno apparentemente fiducia a Brent Celek, già lo scorso anno molto importante nei playoffs. Grandi mani, ottimo atletismo, da Celek tutti ora si aspettano possa riuscire a migliorare anche nei bloccaggi. A dar battaglia per il ruolo di TE gli Eagles al draft avevano affiancato a Celek l'ex Gators Cornelius Ingram, purtroppo perso per la stagione per il ricorrente problema al ginocchio, lo stesso che ne aveva pregiudicato l'ultima stagione al college. In sua sostituzione, è arrivato dai Cowboys Tony Curtis.
Ultimo argomento, ma non in ordine d'importanza, l'aggiunta di playmaker. Gli Eagles sono alla ricerca di un WR importante dall'addio di Terrell Owens nel 2004. Lo scorso anno tanti nomi, tanti progetti, eppure l'unica cosa certa è che Philadelphia sia stata molto vicina al firmare Randy Moss, poi perso dalla sua scelta di restare ai Pats. Quest'anno l'obiettivo era chiaro: Boldin. Non riuscendo ad arrivare in nessun modo al giocatore dei Cardinals, per le esose pretese dei Cardinals in primis e dall'allora agente di Boldin in secondo luogo, Phila non si è lasciata scappare l'opportunità di salire al draft di qualche posizione e di selezionare alla 19 il secondo miglior prospetto nel ruolo di ricevitore del Draft e cioè il WR di Mizzou Jeremy Maclin. Sceso inaspettatamente fino alla 19 per grazie delle pazzie di Al Davis, a Maclin gli Eagles hanno subito dato fiducia: spetta a lui il ruolo di grande ricevitore di Philadelphia per i prossimi anni. Le premesse di creare una grande coppia con DeSean Jackson che possa essere devastante c'è tutta, ora il campo dirà se le premesse saranno mantenute o meno. Completano il reparto dei WR Kevin Curtis, che dovrebbe rimanere per quest'anno sempre il numero 1 della squadra in attesa che Maclin cresca, Jason Avant e Hank Baskett nel ruolo di ricevitori di possesso nei momenti critici e Reggie Brown al limite del taglio dopo le deludenti ultime stagioni. Il posto di Brown potrebbe essere preso da Brandon Gibson, preso al Draft da Washington State e che si è messo bene in mostra nei primi camp.
Insieme ad un WR, gli Eagles cercavano disperatamente un backup per Westbrook, e perché no, un RB che un giorno potesse anche essere in grado di prendere il testimone di RB degli Eagles da B-West ormai 30enne. Ed ecco che al draft, andato via Moreno preso da Denver, obbiettivo vero degli Eagles, Phila ha puntato forte su LeSean "Shady" McCoy, RB proveniente da Pittsburgh e preso al secondo round per essere una valida alternativa al titolare. Il fullback Leonard Weaver, è un altro pezzo pregiato della FA degli Eagles, finalmente sarà il primo FB degno di questo nome dopo tanti tantissimi anni dove gli Eagles hanno sempre avuto dei rincalzi o dei RB convertiti a FB nel ruolo.
Nel ruolo di quarterback, tutto come sempre: da ormai 10 lunghissimi anni, giorno in cui i Philadelphia Eagles con la loro 2° scelta assoluta al draft 1999 lo scelscero, questo è il regno di Donovan McNabb, uno dei giocatori più rappresentativi della franchigia, reduce dalla firma di un biennale per 24 milioni di dollari totali, con la promessa, di un nuovo accordo nel caso di buona salute del qb. Gli Eagles hanno deciso di scommettere sul ritorno i9n Nfl di Michael Vick, il quale offrirà garanzie in caso di nuovi infortuni a McNabb, potrà schierarsi nella modaiola wildcat, e giocare snaps occasionali sia da quarterback che da wide receiver, aggiungendo un'altra dimensione ad un attacco già dotato di ampie varianti. Aggiunge ulteriore profondità Kevin Kolb, che sinora non ha mai fatto vedere un granchè nelle occasioni in cui ha potuto giocare.
La fine di un'era. Questo potrebbe essere il commento più breve e lapidario per descrivere ciò che la difesa degli Eagles ha dovuto subire quest'estate. Prima l'addio all'indimenticabile Brian Dawkins, bandiera di questa franchigia , anima di questa squadra e guerriero di tante battaglie. Poi la scomparsa dell'immenso Jim Johnson a causa del cancro, nel mese di luglio, che priva la squadra di uno dei più grandi strateghi difensivi che il gioco abbia conosciuto.
I compiti di defensive coordinator passano quindi all'ex coach delle secondarie, Sean McDermott, discepolo di Johnson, il quale avrà il pesante compito di raccogliere e dare continuità ad un'eredità veramente importante. Nel ruolo di safety invece è arrivato dalla FA l'ex Browns Sean Jones, sorprendentemente non il candidato numero per il ruolo di free safety, ruolo nel quale momentaneamente gli è stato preferito il Secondo anno Quintin Demps, accanto al quale è stato confermato il forte Quintin Mikell.
Confermata anche la linea difensiva, punto forte di questa squadra, costruita negli anni da Reid a furia di continue scelte a draft e movimenti oculati nella FA. Juqua Parker e Trent Cole saranno i due titolari per il ruolo di end, con Darren Howard e Chris Clemons a ruotare. Inoltre non si deve assolutamente dimenticare la presenza di Victor Abiamiri, frenato dai problemi fisici negli scorsi anni e che quest'anno è chiamato all'ultima chiamata per dimostrare il suo valore e Bryan Smith, scelto lo scorso anno al draft e mai utilizzato in nessuna gara di regular season. Al centro, come tackles troviamo l'ormai consolidata coppia formata da Broderick Bunkley e Mike Patterson, ormai un vero e proprio muro contro le corse ai quali ora si chiede di dar più pressione al QB per essere veramente dominanti, dietro di loro Trevor Laws, secondo anno da Notre Dame, sul quale ci sono buone aspettative.
Il trio di linebackers, che ha perso per la stagione Stewart Bradley, sarà formato da Chris Gocong, Akeem Jordan, e Joe Mays, quest'ultimo candidato alla sostituzione di Bradley. Nel mix entreranno anche i backups Omar Gaither e Moise Fokou, che già dai primi camp stanno provando a mettere in difficoltà il coaching staff.
Nelle secondarie, ceduto Lito Sheppard ai Jets , quest'anno si è messo a fare le bizze Sheldon Brown, e la notizia è stato un fulmine a ciel sereno nell'ambiente di Philadelphia dato che Brown era da sempre considerato uno di quelli che non fa problemi, che si allena sempre, senza mai una parola fuori posto. Gli Eagles hanno già dichiarato più volte in questi mesi che Brown non sarà ceduto (anche se molte fonti parlano che il giorno del draft fu offerto ai Cardinals per Boldin) e non sarà nemmeno ridiscusso il suo contratto che rimarrà questo fino alla fine. La guida di tutto il pacchetto cornerback sarà Asante Samuel, già fondamentale da subito nei meccanismi degli Eagles, a completare il reparto c'è da segnalare l'arrivo via trade dai Patriots di Ellis Hobbs, grandissimo upgrade come nickel , e via draft di Macho Harris. Da non dimenticare per concludere il rinnovo a Joselio Hanson, ed il recupero totale di Jack Ikegwuonu, scelto allo scorso draft ma messo fin da subito in Injured Reserve per via di un problema fisico al ginocchio che si portava dietro dal college.
Nonostante il cambio sulla sideline con l'arrivo dai Browns di Ted Daisher come special teams coordinator, anche per la stagione 2009 gli special teams rimarranno totalmente invariati rispetto alla scorsa stagione. Confermato David Akers, nonostante la non buona stagione, come kicker e confermato pure Save Rocca come punter dopo i non esaltanti anni sotto Dirk Johnson. Il parco ritornatori è composto da Jackson e Demps, ai quali gli Eagles quest'anno hanno aggiunto anche Maclin, Hobbs e Macho Harris. L' holder rimane Rocca, mentre il long snapper il solito affidabile Jon Dorenbos.
In definitiva la squadra dopo la Free Agency e dopo il draft ne è uscita assolutamente rinforzata, completa e profonda, chi è partito è stato adeguatamente sostituito se non di più e qualche buco della scorsa stagione come il WR, il FB ed il backup di Westbrook è stato coperto. L'obiettivo dichiarato è arrivare e soprattutto vincere il Super Bowl. Molti media e molti giornali danno gli Eagles per favoriti e qualcuno fantastica su un rematch contro i Patriots del Super Bowl XXXIX. Spesso per gli Eagles i pronostici sono stati di questo genere, ora Philadelphia deve riuscirli a mantenere sul campo.
Washington Redskins
Quando si parla dei Washington Redskins del post 2000, la mente va immediatamente alla modalità gestionale scelta dal proprietario, Dan Snyder, per provare a riportare nella capitale un trofeo che manca da troppo tempo ad una delle franchigie più ricche di tradizione e storia nella National Football League. Oggi i Redskins non sono altro che una squadra spendacciona e sperperatrice, che non sa dare il corretto valore alla costruzione lungimirante attraverso il draft, che continua a privarsi di importanti scelte in cambio di giocatori alla frutta (Jason Taylor ne è stato l'ultimo esempio), che nulla hanno portato alla franchigia se non un esborso eccessivo di soldi, che hanno spesso caricato il cap di dollari gettati al vento. Un anno fa pareva che Snyder ed il GM Vinnie Cerrato avessero messo la testa a posto, dalla free agency non era arrivato nulla ed il draft era stato ricco di scelte, mentre nel marzo appena trascorso è tornata la voglia di spendere per vincere tutto e subito, simbolicamente rappresentata dal mega-contratto elargito ad Albert Haynesworth, defensive tackle chiamato a fare la differenza in maniera netta, onorando il contratto più ricco mai dato ad un difensore Nfl. Altra questione delicata è rappresentata dagli accordi in scadenza di Jim Zorn e Jason Campbell: l'head coach al secondo anno potrebbe rimanere a piedi qualora non raggiungesse l'obbiettivo minimo dell'approdo al secondo turno di playoffs, mentre il quarterback è stato abbinato a fastidiose voci di mercato (Snyder ha provato in tutti i modi a prendere Jay Cutler e Mark Sanchez), il cui impatto psico-emotivo andrà valutato a stagione in corso, in coincidenza con l'auspicato ottenimento dei progressi che Campbell è chiamato a fare con la West Coast Offense installata un anno fa. Quelle che ancora non sono chiare risultano essere le condizioni di (scarso) agio con cui Zorn sta lavorando, una sorta di spada di Damocle che pende sulla sua testa, le quali farebbero presagire un cambio in vista ed apparire l'ex quarterback dei Seahawks come una soluzione temporanea studiata a tavolino, questo perchè chi ha fatto già due conti guardando al 2010, ha già capito che il futuro dei Redkins potrebbe portare il nome del mentore di Zorn, Mike Holmgren, o quello di Mike Shanahan, ex Denver Broncos, due leggende che avrebbero le caratteristiche di richiamo e spessore che il vulcanico Snyder cerca per la propria squadra. E non a caso, entrambi sono stati in carriera profeti della West Coast Offense imparata da Bill Walsh.
Per Jason Campbell è l'anno decisivo, dalla prossima stagione si decide il suo futuro, visto che nel marzo 2010 il giovane regista potrà diventare un free agent privo di restrizioni. Il giocatore viene da un campionato molto promettente iniziato con 6 vittorie nelle prime 8 partite, un alto numero di prestazioni poco spettacolari ma molto concrete, prive di errori, perchè per tutta la prima parte del cammino 2008 Washington è stata la squadra che ha commesso meno turnovers, e Campbell ha superato la boa di metà campionato senza lanciare intercetti, arrivando ad accumulare i primi solamente il 3 novembre in concomitanza della sconfitta contro Pittsburgh. Le cose sono precipitate nelle ultime 8 partite, quando il record si è improvvisamente capovolto (2-6), portando i Redskins alla mancata partecipazione ai playoffs, che parevano un traguardo apparentemente già acquisito. Si è parlato molto del progressivo calo di fiducia di Campbell, delle chiamate sempre meno convincenti di Zorn, del mancato sviluppo dei tre rookies scelti per aiutare proprio il gioco aereo, che alla fine si è dovuto arrendere all'evidenza, affidandosi ai soliti noti. Dietro al numero 17 in regia resta immutata la depth chart, che vede il veterano Todd Collins pronto ad entrare in caso di necessità , ed il giovane Colt Brennan quale terza opzione in caso di emergenze, che si è giocato il posto al camp con il rookie Chase Daniel.
Il running game sarà ovviamente affidato alle concrete prestazioni di Clinton Portis, il quale ha giocato un campionato di grande cuore, a volte tenendo in piedi l'attacco quasi da sè, anche se il concetto non è del tutto sostenibile considerando il football quale sport di squadra per eccellenza. Portis ha, in diverse occasioni, procurato quegli importanti guadagni di terreno che hanno permesso all'attacco di restare in campo e conservare le situazioni di vantaggio, nonchè di concretizzare un paio di circostanze di rimonta, arrivando tra acciacchi fisici assortiti ad accumulare 1.483 yards e 9 touchdowns, con 5 partite consecutive dove la barriera delle 100 yards era stata infranta. In caso di nuovi problemi fisici, tuttavia, potrebbero cominciare i guai seri, in quanto Ladell Betts non è stato, negli ultimi due anni, che l'ombra del giocatore che nel 2006 aveva collezionato 1154 yards in sostituzione dello stesso Portis, quando è persino troppo evidente che nella Nfl odierna il peso del running game non può più essere ad appannaggio di un solo giocatore. Qualche portata saltuaria, ma nulla più, sarà data al fisico Rock Cartwright, mentre a bloccare ritorna ancora una volta il veteranissimo Mike Sellers, il quale occuperà la consueta posizione ibrida di h-back, con compiti da fullback tradizionale alternati a situazioni di bloccaggio con schieramento da tight end puro. Dopo anni di tagli e delusioni, il veloce Marcus Mason, è riuscito a fare il roster definitivo.
Il reparto wide receiver è rimasto praticamente intatto, ed attende con ansia di conoscere di quale pasta siano fatti i giovani inseriti da Zorn nella campagna 2008: i titolari dovrebbero rimanere Santana Moss, unico Redskin a superare le 1.000 yards in ricezione nel campionato passato, ed Antwaan Randle-El, il quale ha dimostrato di non essere un ricevitore numero due consistente e per il quale utilizzo sembrerebbe idoneo uno spostamento nella posizione di slot. Così fosse, significherebbe che uno tra Devin Thomas e Malcolm Kelly avrebbe compiuto i passi in avanti richiesti in modo da giustificarne la doppia scelta al secondo giro di due draft orsono, ovviando ai problemi che ne hanno minato lo sviluppo l'anno scorso a causa dei continui problemi fisici di Kelly (ginocchio sospetto) e della scarsa etica lavorativa di un Thomas forse eccessivamente convinto dei propri mezzi, mai capace di entrare in campo con continuità proprio a causa della scarsa familiarità con il playbook.
La variabile più interessante, nonchè valvola di sicurezza preferita da Campbell vista la perdurante assenza di fisicità del reparto, sarà il sempre lodevole Chris Cooley, che nel 2008 ha registrato 83 ricezioni, miglior risultato di squadra, perdendo però di efficacia nella zona calda del campo, avendo portato a casa solamente una ricezione vincente, di gran lunga il suo personale minimo in carriera. Tra le riserve, troveranno sicuramente i due tight ends Todd Yoder e Fred Thomas (altro elemento da cui si attendono urgenti risposte positive), ed il sorprendente settimo giro Marko Mitchell, che ha segnato tre mete in preseason.
La linea offensiva non si presenta rinnovata come era giusto presumere fosse,i dubbi sono tanti e non sono stati risolti in alcun modo con l'arrivo di qualche giovane promettente. Il lato cieco di Campbell sarà , come sempre, protetto da Chris Samuels, uno dei migliori offensive tackles di tutta la Nfl, tuttavia in fase discendente di carriera per età ed infortuni subiti nei tempi recenti, mentre dal lato opposto si schiererà Stephon Heyer, il quale aveva vinto il posto al training camp del 2008 per poi perderlo dopo poche partite a favore del veterano Jon Jansen, lasciato dolorosamente andare dopo una più che onorevole decade in uniforme Redskins. Le due guardie saranno Randy Thomas, altro elemento di non più verde anagrafe, e Derrick Dockery, cavallo di ritorno, andato a prendersi un contrattone da free agent a Buffalo solamente per poi essere tagliato in seguito al crollo totale di quel reparto offensivo. Il centro, confermato per il quinto anno consecutivo, sarà Casey Rabach, mentre tra le seconde linee risaltano due ex titolari come Mike Williams, tackle, e Jeremy Bridges, guardia, che regalano un notevole miglioramento della situazione in caso di nuovi infortuni ai titolari.
Con la sola eccezione della disgraziata stagione che vide il crollo di Gregg Williams e del suo reparto, la difesa è stata il motivo per cui i Redskins sono sopravvissuti a determinate situazioni, nonchè responsabile della copertura di diverse magagne offensive, motivo per cui qualche probabile sconfitta si è trasformata in una vittoria che, specialmente nella prima metà dell'anno passato, non aveva detto tutta la verità sulla consistenza complessiva della squadra. Williams non c'è più ormai da due anni, Greg Brache lo ha sostituito con buoni risultati, pur denotando la quasi completa assenza di miglioramenti nel settore pass rush, problema che il reparto si trascina appresso dall'ultimo anno della seconda gestione Gibbs.
Sia Gibbs che Zorn hanno deciso di fidarsi del personale presente a roster, pur valutando che infortuni ed età media avrebbero potuto portare dei problemi di profondità , con la conseguenza di aver tralasciato per troppi anni la risoluzione dell'enigma attraverso il draft, che avrebbe potuto portare almeno un elemento giovane da far crescere in chiave futura. La scelta è arrivata, finalmente, quest'anno, anche se non è ancora chiara la destinazione finale, nel senso che i Redskins hanno visto con estremo piacere Brian Orakpo scivolare alla tredicesima chiamata assoluta, ed hanno potuto fare di lui un interessante ibrido a metà strada tra defensive end ed outside linebacker, che a seconda dell'esigenza potrebbe coprire due vuoti rimasti sin troppo evidenti dopo i vari tagli effettuati, su tutti quelli del fallimentare Jason Taylor e del troppo spesso infortunato Marcus Washington. La linea difensiva dovrebbe avere, tuttavia, un impatto molto più forte rispetto agli anni passati, ed il motivo è tutto da ricercarsi nel miliardario approdo nella capitale di Albert Haynesworth, per molti il miglior defensive tackle della Nfl, capace di essere determinante per le sorti dei Tennessee Titans versione 2008. Haynesworth è in grado di sopperire a diverse lacune difensive, dal momento che attira costantemente raddoppi causati dalla sua stazza e della sua capacità di movimento per liberarsi di uno o due avversari anche in contemporanea, e serve sia come contenimento per le corse e sia come pressione al quarterback opposto proveniente dal mezzo, caratteristiche che dovrebbero automaticamente permettere ai defensive ends di trovarsi costantemente in situazioni di uno contro uno e di godere quindi di maggiori possibilità di successo. La linea titolare vedrà il ritorno di Andre Carter, che nel 2008 ha prodotto 4 sacks (migliore di squadra…) da un lato, mentre dall'altro saranno due veterani a darsi battaglia, ambedue di ritorno a Washington, vale a dire Philip Daniels, fuori per tutta la stagione scorsa per infortunio, e Renaldo Wynn, che già era passato da queste parti in passato, coppia di defensive ends che lascia serie perplessità sulla tenuta fisica in rapporto ad anagrafe e cronistoria infortunistica. Molto buona, piuttosto, la profondità nel ruolo di tackle, dove una serie di giocatori di non grande nome si è lentamente imposta alle attenzioni della massa: Kendrick Golston, Anthony Montgomery e Lorenzo Alexander hanno ruotato con successo pur senza stabilirsi in un ruolo di titolare a lungo termine, per il quale sembra sempre più idoneo il veterano Cornelius Griffin, che quando è stato in salute ha sempre trovato modo di fare la differenza, soprattutto contro le corse.
Il reparto linebackers sarà ancora una volta capeggiato dall'immenso London Fletcher, che è come il buon vino, migliora invecchiando. Giocatore onnipresente, miglior placcatore di squadra, risolutore di innumerevoli situazioni delicate che hanno anche deciso qualche partita a favore dei suoi colori, il tutto senza far minimamente pesare, al momento, i 33 anni suonati. Se il mezzo è suo territorio esclusivo, i lati saranno invece occupati dal consistente Rocky McIntosh, giunto al suo quarto anno di esperienza e rivelatosi giocatore più che solido contro le corse, e da una rotazione che, a seconda dei risultati ottenuti al training camp, potrebbe vedere Brian Orakpo titolare al primo e secondo down, per poi passare nel ruolo di end in situazioni di ovvio passaggio. C'è molta gioventù nelle retrovie, dove spicca il nome del piccolo ma ultra-combattivo H.B. Blades, e dei rookies Cody Glenn e Robert Henson, i quali non potranno, per motivi di inesperienza, dare un contributo tangibile già da subito, e verrà fatta fare loro esperienza nella difesa contro punts e kickoffs.
Lo stile Snyder ha infine colpito anche le secondarie, il proprietario ha riempito a dovere anche il portafoglio di DeAngelo Hall, approdato a Washington a stagione in corso dopo il divorzio da Oakland, dando al reparto un giocatore di enorme talento che non sempre riesce psicologicamente ad essere all'altezza della situazione, nel senso che spesso è molto più incisiva la pubblicità positiva che il ragazzo propaganda attorno a sè che non le effettive prestazioni sul campo. Comunque sia, la coppia che andrà a formare con Carlos Rogers, cornerback cresciuto a dismisura a livello di aggressività , potrebbe essere una delle migliori della Nfc. Per gli schemi nickel e dime saranno nuovamente a disposizione i servigi di Fred Smoot, il quale si è fatto battere un pò troppo spesso ed è in cerca di riscatto in un ruolo non più da titolare, interessante l'addizione del rookie da Maryland Kevin Barnes, giocatore perfetto per giocare la zona, veloce sul breve ed intelligente nel
leggere le situazioni; Justin Tryon, al secondo anno, non ha fatto i passi necessari ad entrare in una rotazione fissa non avendo compreso i meccanismi difensivi professionistici, e per il momento i giudizi su di lui non possono ancora essere nè chiari e nè definitivi.
I due safety saranno LaRon Landry, uno dei migliori giovani del ruolo di free safety, che da
anni mette pezze ovunque con grande cuore e determinazione, mentre nella posizione di strong tornerà la sorpresissima Chris Horton, giocatore sconosciuto scelto al settimo giro del draft 2008, poi esploso grazie alla capacità di difendere le corse e di creare turnovers, responsabile di 3 intercetti ed un fumble recuperato, chiamato al sempre difficile compito di confermare una stagione così clamorosamente positiva. proprio gli intercetti, dal momento che quello citato era il miglior risultato di squadra, devono per forza salire in maniera drastica, altrimenti la difesa incapperà in uno dei problemi che più l'hanno affannata nell'ultimo quadriennio: restare in campo per troppo tempo.
Un anno fa si diceva, proprio su queste stesse pagine, della mancanza di un kicker affidabile molto prolungata nel tempo, e la situazione, nonostante la conferma di Shaun Suisham non sembra essere migliorata. Il canadese, difatti, ha visto calare in maniera evidente le sue percentuali in rapporto all'aumento delle distanze da cui centrare i pali, e tutta la grande precisione ottenuta tra le 20 e le 40 yards non è stata ripetuta da lontananze che non dovrebbero essere proibitive specialmente quando si gioca in una squadra abituata a vincere con poco scarto, come testimoniato dagli 8 errori rimediati dalle 40 yards in su. Un istantaneo miglioramento è invece arrivato nel ruolo di punter grazie all'arrivo dell'ex Colts Hunter Smith, tra l'altro ottimo holder, uno dei migliori punters per potenza e capacità di direzionare il calcio, il quale si spera possa stabilizzare il ruolo per qualche anno dopo le brutte esperienze fatte con i Frost, Brooks e Plackenmeier nell'ultimo biennio. Il long snapper sarà sempre Ethan Albright, che per la nona volta consecutiva, ha firmato con i Redskins il suo consueto contratto annuale. Il ritornatore designato sarà Rock Cartwright nei kickoffs, mentre i punts saranno compito esclusivo del funambolico Randle-El.
Sarà l'anno dove i dollari di Snyder, che hanno comprato tutto eccetto un titolo, finalmente rendono quanto dovrebbero o sarà un altro anno di transizione? Saranno capaci i Redskins di tornare ad essere una delle squadre più forti, non solo sulla carta, di tutta la Nfc o si accontenteranno della media di 8-9 vittorie con i playoffs di conseguenza perennemente a rischio? Difficile fornire delle risposte adesso, bisognerà attendere gli sviluppi di questa stagione, testando nuovamente la consistenza della difesa ed i progressi dello schema offensivo, giunto al suo secondo anno. La certezza sembra esserci, e riguarda Jim Zorn, un allenatore molto umile, gentile, non troppo carismatico, più adatto al ruolo di offensive coordinator: se dovesse fallire anche quest'anno, la lettera di licenziamento potrebbe essere già pronta, e se affonda lui i Redskins dovranno cercarsi quanto prima un nuovo quarterback. Per l'uno e per l'altro, le alternative non sembrano scarseggiare.