AFC North 2009 Preview

Riusciranno gli Steelers di Big Ben a ripetersi? O sarà  l'anno dei rivali di Baltimore?

Da questa division, storicamente una delle più dure e difficili della Lega, l'anno scorso è uscita la vincitrice del Super Bowl (Steelers) e la sconfitta del Championship della AFC (Ravens). Queste due squadre si ripresentano ai blocchi di partenza come due delle favorite per tornare al Championship ed eventualmente giocarsi la finalissima a Miami. Browns e Bengals, come spesso successo negli ultimi anni, partono dalle retrovie, leggermente staccate nei pronostici rispetto alle due avversarie. I due big match della division tra Pittsburgh e Baltimore si svolgeranno alla Week 12 con il Sunday Night all'M&T Bank Stadium e il 27 dicembre, penultima settimana di stagione regolare, con la rivincita all'Heinz Field.

Cleveland Browns (by TheFan17)

Dopo una stagione 2008 iniziata sotto buoni auspici e grandi speranze anche in virtù del sorprendente record di 10-6 dell'anno precedente, i Browns sono collassati in breve tempo. Infortuni, scelte organizzative sbagliate, errori tecnici e mancanza di disciplina hanno costretto i Browns ad un triste record di 4-12 e il conseguente esonero del GM Phil Savage e del coach Romeo Crennel. Negli ultimi ventitrè anni di storia, otto head coach alla prima esperienza hanno preso il comando dei Browns e solo uno, Marty Schottenheimer, ha chiuso con un record vincente. Anche per questo, il proprietario Randy Lerner, ha deciso di non sostituire Crennel con un altro rookie. Ponendo organizzazione e disciplina come priorità  assolute, Lerner, non ha impiegato molto a trovare l'uomo giusto, ed ecco che Eric Mangini diventa così il 12esimo head coach a pieno regime della storia dei Browns.

Fresco di tre anni ai Jets, con un record di 23-26 e con due stagioni vincenti su tre, Mangini incarna tutto ciò di cui i Browns avevano bisogno. La domanda però è legittima, salvatore della patria o prigioniero del suo ego?

Derek Anderson e Brady Quinn hanno chiuso la stagione 2008 anticipatamente finendo entrambi in IR, con il primo che ha mostrato evidenti limiti tecnici e mentali e il secondo che per quel poco che è stato utilizzato non ha particolarmente inciso come ci si aspettava. Al momento, quindi, nessuno è in grado di stabilire con certezza la situazione QB a Cleveland.
Pur continuando nell'ormai dualismo Anderson-Quinn i Browns, a discapito delle più o meno veriterie voci di mercato, hanno deciso di non privarsi di nessuno dei due QB e rimettere la decisione finale al prossimo training camp.

Nonostante Mangini non abbia ancora ufficializzato nessuna decisione a riguardo, tutti gli indizi durante questa offseason fanno credere che si andrà  per la scelta di Brady Quinn. A disegnare il nuovo sistema offensivo ci sarà  Brian Daboll, probabilmente la scomessa più grande di Mangini. Se gli altri principali assistenti da lui designati hanno esperienza NFL, Daboll nella carica di offensive coordinator è un esordiente totale. Già  WR coach dei Patriots al tempo di Weis, Daboll installerà  una variazione del sistema Erhardt-Perkins, attacco già  utilizzato dallo stesso Weis a Notre Dame al tempo in cui Quinn era il QB. Chiaramente, in un sistema più accurato e più propenso controllo della palla, difficilmente verrà  utilizzato un QB come Anderson assolutamente privo di tocco in short-yardage. Inoltre, Mangini nel definire idealmente come dovrebbe essere il suo QB, ha parlato di un giocatore che abbia presenza nell'huddle, che abbia intelligenza tattica e che sappia giocare sotto pressione, tutte caratteristiche che fanno di Brady Quinn il potenziale eletto.

Chiaro è che, ironia della sorte, chi dovesse vincere il ruolo di QB automaticamente potrebbe diventare il perdente della sfida. Con un passing game non consolidato, un running back al crepuscolo della carriera, un settore WR che conta in Edwards l'unico playmaker e una OL che ha subito parecchi cambiamenti, chi dovesse essere nominato starter potrebbe realmente crollare durante la stagione. In più, se aggiungiamo il tutto ad un sistema offensivo nuovo, regole disciplinari ferree e un manipolo di rookie chiamati a contribuire, il risultato che si ottiene è che per chi giocherà  dietro il centro, l'inverno potrebbe arrivare molto prima del previsto.

Se Bernie Kosar è il fantasma che aleggia su tutti i QB dei Browns, quello più imponente di Jim Brown, rappresenta la maledizione per tutti i RB. Dal '99 ad oggi, tra un William Green ed un Reuben Droughns, passando per James Jackson e Lee Suggs, i Browns hanno mantenuto uno dei peggiori running game della lega e l'unico giocatore che ha saputo interrompere la macumba, sarà  ricordato per sempre come un giocatore dei Baltimore Ravens. Non è un caso che tutti i fans dei Browns si siano sempre innamorati del primo RB che mostrasse un barlume di talento e non è altrettanto un caso che Jamal Lewis, nonostante tutto, è trattato con freddezza.

Detto questo però, Lewis sarà  il RB titolare dei Browns anche per la prossima stagione. Nonostante la carta d'indentità  non sia più dalla sua parte, le gambe inizino a risentire dei km macinati in carriera e gli infortuni recenti comincino a presentare il conto, Lewis rappresenta tutto ciò che al momento hanno i Browns. Non è la prima volta che l'ambiente è scettico sulla durabilità  di Lewis, ma se nel 2007 aveva risposto chiudendo la stagione come uno dei migliori RB, nel 2008 è stato tutt'altro che positivo, terminando si con l'ennesima stagione da 1000 yards, ma qualitativamente forse la peggiore dell'ultimo decennio NFL. Quale Jamal Lewis avremo per il 2009? La domanda è lecita e il primo punto a suo favore, oltre alla fiducia ripostagli da Mangini, è che l'infortunio che l'ha ostacolato nello scorso campionato non dovrebbe riflettersi anche nel prossimo. Inoltre, lui come tutto il resto della squadra sarà  deciso ad impressionare il nuovo coaching-staff, un pò come era successo due anni or sono al suo arrivo, e considerato che i Browns diventeranno un run-first team con un passing game ancora tutto da esplorare e una OL più propensa al power running game, Lewis sarà  certamente più motivato e responsabilizzato. Il gioco di Lewis però, si basa principalmente sulla velocità  dei piedi e sulla potenza, e la sua stabilità  fisica nella parte bassa del corpo sarà  la chiave del suo rendimento 2009. Se lui dovesse recuperare l'esplosività  nel primo passo e la linea davanti a lui dovesse supportarlo adeguatamente nei blocchi, il gioco corse dei Browns potrebbe migliorare drasticamente. In caso contrario, chi porterà  la palla? La risposta più semplice è Jerome Harrison.

Il potenziale di Harrison lo si è visto a tratti nelle recenti stagioni e l'arrivo di Mangini potrebbe rappresentare la svolta della sua carriera. Una cosa però è certa, se Harrison non esploderà  con Mangini non lo farà  con nessun altro. L'alternativa ad Harrison, si chiama James Davis, sesta scelta al Draft '09. Davis ha messo buoni numeri a Clemson splittando le portate e supportato da una buona linea, ma nel suo anno da senior, anche a causa di una stagione difficile dal punto di vista offensivo generale, ha faticato non poco. Sarà  interessante vedere, già  dal training camp, la sua abilità  nell'aggiustare il gioco per l'NFL ma potenzialmente Davis è uno dei rookie che potrebbe recitare il ruolo di sorpresa del 2009.

Chi invece non avrà  problemi di ruolo è Braylon Edwards. Il suo ulteriore progresso come game changer o il suo perseverare come buco nero sarà  la chiave delle speranze dei Browns 2009. Considerata l'indecifrabile posizione di QB e il running game sospetto, Edwards sarà  il punto focale dell'attacco dei Browns. La notizia buona è che Edwards s'è detto determinato e concentrato a dimostrare il suo valore agli occhi del nuovo staff e agli occhi delle altre squadre NFL ad un anno dalla free-agency mentre la notizia cattiva, è che Edwards sarà  il punto focale dell'attacco dei Browns. E' indubbio che l'ex prodotto di Michigan abbia qualità  fisico-atletiche per essere uno dei migliori cinque ricevitori della Lega, ma è altrettanto vero che la sua inconsistenza può raggiungere livelli altissimi. Se nel 2007 è salito agli onori della cronaca per una stagione straordinaria, nel 2008 è crollato in maniera disarmante e i suoi ormai cronici problemi di drop hanno di fatto ucciso la produzione offensiva. Nella stagione che sta per iniziare il suo rendimento sarà  la chiave di tutto l'attacco, determinando non solo il successo o meno di Brady Quinn in qualità  di unico target credibile, ma anche quello del resto del reparto ricevitori e indirettamente quello di Jamal Lewis. In altre parole, se Edwards dovesse aumentare il livello delle prestazioni ne benficerà  tutto l'attacco, se invece dovesse crollare si scaturirà  un effetto domino su tutti gli altri reparti.
Alle spalle di Edwards, troviamo i due rookie, Brian Robiskie e Mohammed Massaquoi. Robiskie, proveniente da Ohio State, rappresenta potenzialmente il complemento ideale per Edwards, garantendo intelligenza di gioco, mani morbide e precisione nelle tracce. Sarebbe l'innesto perfetto come slot receiver, ma considerata la presenza a roster di due veterani come David Patten e Mike Furrey, è molto probabile che almeno per il primo anno Robiskie venga sfruttato più per un gioco verticale. Massaquoi ha caratteristiche similari a Robiskie, un pò più atletico e un pò più incosistente, ma assumendo che Edwards e lo stesso Robiskie occuperanno la posizione di #1 e #2 con uno dei due veterani nello slot, per Massaquoi si prospetta un primo anno da apprendistato sulla sideline o come ricevitore secondario.

Come detto, Patten e Furrey, rappresentano l'esperienza nel reparto. Nessuno dei due sarà  a roster nel 2010, ma per quest'anno potrebbero rappresentare un ruolo chiave nello scacchiere offensivo, anche perchè l'adattabilità  e la produzione NFL dei rookie sarà  tutta da verificare. In fondo troviamo Joshua Cribbs, che potrebbe ricevere varie chance come ricevitore e i giovani Syndric Steptoe, Paul Hubbard e Lance Leggett che si giocheranno il posto in squadra nel training camp.
Ceduto Winslow, giocatore atipico e autentico faro offensivo delle scorse stagioni, il ruolo del tight-end è tornato ad assumere un ruolo più tradizionale. Robert Royal, arrivato dai Bills, dovrebbe occupare la posizione di starter con Steve Heiden, veteranissimo dei Browns, a dividergli il compito come bloccatore, ricevitore sui 3rd down e nel range medio-corto. Il secondo anno Martin Rucker è il TE con maggior atletismo e qualità  di ricevitore, ricorda per certi versi Winslow senza averne lo stesso talento naturale e potrebbe ritagliarsi uno spazio importante come extra-target per Quinn.
Uno dei reparti chiave e potenzialmente più forte dei Cleveland Browns è senza ombra di dubbio la linea offensiva. Ancorata sul lato sinistro da Joe Thomas, uno dei migliori LT della Lega al secondo Pro Bowl in due anni di NFL e dalla guardia Eric Steinbach, leader del gruppo, garantiscono il giusto mix in pass-protection e run blocking. In centro ci sarà  una delle novità  di Eric Mangini, ovvero Alex Mack, 1st Round Pick 2009 uscito da California. In una division in cui i grandi nose-tackle la fanno da padrone, Mangini non ha esistato, in sede di Draft, a scegliere il miglior centro disponibile, potenziando quindi la linea e favorendo l'impostazione di un power running game molto più adatto alle caratteristiche di Lewis. Se nel lato sinistro non ci sono dubbi, sul lato destro ci sono ben sei giocatori per due ruoli. Ryan Tucker è il personaggio di spicco, è certamente il miglior run blocker del pacchetto ma l'età  e i continui infortuni ne stanno limitando il finale di carriera. Se dovesse recuperare fisicamente, il ruolo di RG per lui è d'obbligo. John St.Clair, arrivato da Chicago, dovrebbe invece occupare lo spot di RT, ruolo che già  ricopriva nei Bears. Ha taglia fisica ideale ed è molto efficace nell'aprire varchi per le corse, ma la sua limitata velocità  potrebbe essere una zavorra in pass-protection. Hank Fraley, Rex Hadnot, Floyd Womack e George Foster contribuiranno presumibilmente in rotazione. Fraley dovrebbe occupare la posizione di centro backup e mentore per il giovane Mack, Womack quella di guardia e Foster all'esterno destro con Hadnot, in qualità  di sesto uomo, grazie alla sua adattabilità  in più ruoli.

Se l'attacco porta con sè parecchi punti interrogativi, almeno per quanto riguarda un impatto immediato, la difesa, pur non essendo un reparto particolarmente stabilizzato, può affidarsi a qualche certezza in più.
L'arrivo di Mangini consentirà  ai Browns di mantenere una difesa 3-4 classica, schema già  utilizzato nella precedente gestione Crennel, anche se si verificherà  un radicale cambio di interpretazione. Proprio per questo, Mangini ha voluto con sè, in qualità  di defensive coordinator, Rob Ryan, ex-coordinatore degli Oakland Raiders nonchè fratello del più noto Rex, che proverà  a dare una versione più aggressiva e con varianti della 46 di suo padre Buddy, alla difesa dei Browns.
I due giocatori su cui ruoterà  l'intero impianto difensivo saranno Shaun Rogers e D'Qwell Jackson. Rogers è senza dubbio il giocatore più forte e rappresentativo del front-3 dei Browns, viene da una prima stagione a Cleveland strepitosa chiusa con una meritata chiamata al Pro Bowl e sopratutto, oltre che confermarsi uno dei NT più forti in circolazione, pare essersi tolto l'etichetta di giocatore pigro e svogliato. Lo scarso livello qualitativo degli altri reparti però, ha fatto si che l'impatto di Rogers fosse esclusivamente fine a se stesso, riducendo le sue giocate a semplici big-plays e mantenendo quindi i Browns ad un livello difensivo basso, nonostante la sua presenza. Per migliorare i vari settori, Mangini non ha lesinato a portare a Cleveland giocatori che in passato hanno lavorato e prodotto per lui.

Uno degli innesti principali e non solo per la linea, sarà  il DE Kenyon Coleman, arrivato sulle sponde del Lago Erie a seguito della trade che ha dato la 5a scelta assoluta ai Jets. Coleman, in termini di fisico e atletismo rappresenta il giocatore ideale per occupare la posizione di end e per caratteristiche tecniche è il tassello che è sempre mancato alla linea dei Browns. L'altro DE sarà  inevitabilmente Corey Williams. Il valore di Williams nella 3-4 è ancora ignoto, potenzialmente è il miglior pass-rusher del pacchetto, ma il suo primo approccio alla nuova disposizione è stato drammatico, ciò nonostante gli verrà  data una seconda chance. Chiaro è che se Williams dovesse adattarsi agli schemi di Mangini, i Browns riuscirebbero finalmente a intravedere miglioramenti importanti nel reparto. Alle spalle dei tre sopracitati, ci saranno Robaire Smith, run stuffer molto sottovalutato ma che a causa dell'età  e degli infortuni vedrà  il suo impiego limitato ad un ruolo situazionale e CJ Mosley, giovane DE proveniente anch'egli dai Jets e già  rodato nel sistema Mangini. Shaun Smith, Athyba Rubin e Louis Leonard, se sopraviveranno al training camp, si contenderanno un paio di snap a partita.
Passando al reparto linebacker, non si può non iziare a parlare di D'Qwell Jackson, come detto, altra pedina fondamentale dello scacchiere difensivo dei Browns. Autore della sua miglior stagione in carriera, quantomeno in termini statistici (leader NFL con 154 tackles), Jackson è il giocatore chiave del reparto linebacker. Nonostante non sia il prototipo del classico 3-4 ILB (pochi tackle a ridosso della LOS, maggiore influenza in copertura) ha mostrato segni di miglioramento evidenti, tanto da essere considerato imprescindibile dallo stesso Mangini.

A completare il suo percorso di maturazione tecnica, che probabilmente lo vedrà  diventare uno dei migliori LB della Lega, è stato chiamato Eric Barton, linebacker veterano ex-Jets. Barton oltre a portare esperienza e leadership nello spogliatoio, aggiungerà  fisicità  nella zona interna e con la sua riconosciuta qualità  di tackler e la sua abilità  nelle gioco corse s'integrerà  alla perfezione con la mobilità  e l'istinto di Jackson. Fra la riserve, molta gioventù. I due nomi da tenere d'occhio sono quelli dei rookie Kaluka Maiava, prospetto molto interessante ma fisicamente ancora tropppo leggero e David Veikune, scelto come potenziale OLB pass rusher ma che Mangini pare essere intenzionato a trasformare in ILB. Beau Bell, 4a scelta dell'anno scorso e arrivato a Cleveland come ideale complemento di Jackson è ancora un oggetto misterioso e con i nuovi arrivi vedrà  ridursi probabilmente le sue chances di gioco, mentre Leon Williams, grazie al suo atletismo, verrà  utilizzato come giocatore di situazione sui passing down.
Dando un occhio agli OLB, ci si accorge subito che se nel reparto interno la titolarità  è indiscussa, in quello esterno ci sono molti punti di domanda. Il primo, forse quello più importante, sarà  capire il reale valore di Kamerion Wimbley, giunto alla definitiva prova del nove. Dopo una prima stagione da rookie esaltante è peggiorato sensibilmente nei due anni successivi (11 sacks nel '06, 5 nel '07 e 4 l'anno scorso), arrivando persino a mettere in discussione il suo futuro di starter. Rob Ryan si è detto convinto di poter rigenerare e migliorare l'ex prodotto di Florida State, che in un anno è passato da 20 quarterback hurries alla miseria di sole 3 nel 2008. Considerato che i Browns hanno chiuso la stagione scorsa con solo 17 sacks (solo i Chiefs hanno fatto peggio) è facile capire come i miglioramenti di Wimbley saranno determinanti in situazione di pass rush.

Sul lato opposto c'è bagarre con tre giocatori per una maglia. Mangini ha voluto con sè il veterano David Bowens dai Jets, il quale verosimilmente ricoprirà  lo stesso ruolo che fu di McGinest per Crennel. Ha esperienza, buona leadership, conosce il mestiere ma difficilmente vincerà  il ruolo a meno che i giovani non dimostrino durante l'estate di non essere pronti ad iniziare. Chi invece, ha buone chances di giocare, è Alex Hall, 7a scelta dell'anno scorso, che già  nel suo anno da rookie, nonostante venisse da un programma universitario minore, aveva fatto intravedere buonissime cose. Mangini e Ryan sono rimasti affascinati dalle potenzialità  del ragazzo e ciò potrebbe mettere Hall in una posizione di vantaggio sugli altri. Veikune è il terzo giocatore incluso nella lotta al posto di OLB titolare opposto a Wimbley. Come detto, Mangini è convinto di trasformarlo in ILB e di farne una sorta di nuovo Tedy Bruschi, nonostante questo Veikune, ha un grande upside come pass rusher e considerato lo stato attuale dei Browns, non è escluso che possa iniziare la carriera NFL nel suo ruolo naturale.

Nella secondaria si è scelto di non investire per migliorare il reparto, lasciando quindi il compito a Mangini, che servì Bill Belichick come DB coach, di sviluppare i giovani. Chiaramente lo sviluppo maggiore passerà  per i due CB, Eric Wright e Brandon McDonald che entreranno nel loro terzo anno nella Lega. Entrambi hanno passato un difficile 2008, assorbendo più di ogni altro elemento l'inadeguatezza della DL e della pass rush. Wright resta comunque la miglior opzione della squadra per il ruolo di CB e anche per la prossima stagione verrà  assegnato in copertura ai migliori WR avversari. Ha buona taglia fisica, buon range d'azione e abilità  da playmaker, ma nonostante possieda una determinazione e una confidenza dei propri mezzi eccezionale, non è ancora in grado di fornire un rendimento costante lungo tutta la stagione. McDonald invece, è quello che dei due ha pagato di più le difficoltà  della difesa, entrando in slump a metà  stagione e perdendo il posto da titolare, anche se solo per una partita, salvo poi migliorare nelle ultime uscite dell'anno. Buon tackler e molto atletismo, ma McDonald deve migliorare ulteriormente se vuole competere contro i ricevitori più fisici. Qualora i Browns dovessero arrivare ad un lockdown CB nel futuro prossimo è molto probabile che Wright scivolerà  a n.2 e McDonald in posizione di nickel, situazione più adeguata alle loro caratteristiche. Rod Hood è la wild card nel ruolo ed essendo il CB più fisico ed esperto (30 partite con i Cards negli ultimi due anni) a roster, avrà  sicuramente un impatto maggiore in run support. Don Carey e Coye Francies sono i due rookie scelti al Draft su cui Mangini metterà  mano e che svilupperà  per il futuro. Entrambi vengono da college minori e portano buona fisicità , ma nonostante un soddisfacente OTA, in particolare di Carey, è presumibile che i due finiranno nella Practice Squad. Hank Poteat e Corey Ivy completano il reparto e potrebbero tornare utili qualora Hood e i due rookie avessero problemi ad assimilare gli schemi di Mangini.
Nel ruolo di safety ci saranno Abram Elam e Brodney Pool. Elam sarà  la SS ed è stato uno dei giocatori più desiderati da Mangini in offseason. Nonostante i suoi limiti in copertura, porta molta fisicità  in termini di run support e blitz package. Pool giocherà  invece in posizione di FS, garantendo molta agilità  e atletismo, anche se la sua tenuta mentale è da sempre uno dei suoi limiti più grandi. Il suo sviluppo sarà  sicuramente la chiave del reparto anche perchè Rob Ryan ha ammesso di avere qualche dubbio sul personale umano, contando inoltre sul solo Mike Adams in qualità  di backup.

I Browns possono contare su una delle unità  più efficaci e consolidate di tutta la NFL. Joshua Cribbs è senza dubbio l'asso indiscusso del reparto, diventato ormai uno dei migliori special teamer in circolazione. La sua abilità  come returner è quasi pari alla sua abilità  di tackler e dopo il sovrautilizzo in più ruoli della passata stagione, per Cribbs si prospetta un ritorno tempo pieno come ST, con l'aggiunta di Jerome Harrison in qualità  di PR.
Phil Dawson, dispute contrattuali a parte, sarà  nuovamente il kicker dei Browns anche per la prossima stagione. Unico rappresentante dei Browns 1999, Dawson è uno dei kicker più precisi e accurati della storia NFL, autentico punto di forza della squadra. David Zastudil sarà  ancora il punter, garantendo un rendimento costante nella media.

Difficile prevedere in anticipo quale stagione intraprenderanno i Browns. La squadra è ormai perennemente in transizione, ancor di più quest'anno con un nuovo staff e con un nuovo HC. Mangini si muove da generale, ma la sola disciplina potrebbe non bastare in una squadra che ha molti punti interrogativi in quasi tutti i reparti. Lo sviluppo di Quinn e il conseguente rendimento di Edwards e Lewis, saranno la chiave di tutta la stagione. In una division in cui sono presenti le corazzate Steelers e Ravens e con il ritorno di Palmer a pieno regime nei Bengals, è davvero difficile emergere senza una squadra solida e pronta a vincere. Fare peggio dell'anno scorso, anche dal punto di vista qualitativo del gioco espresso è quasi impossibile, per cui per Mangini potrebbero bastare qualche W in più per non affondare e iniziare bene il suo progetto di una nuova Cleveland.

Pittsburgh Steelers (by Whatarush)

Tutti i detrattori sono stati spazzati via da un drive. Muti, mentre nel right corner del Raymond James Stadium Santonio Holmes catturava la palla tra le maglie scarlatte di tre avversari con soli 35 secondi rimasti sul cronometro. Quel drive strepitoso, già  entrato nella leggenda sportiva americana, ha consegnato ai Pittsburgh Steelers il sesto anello, consacrandoli come la migliore franchigia della Super Bowl Era. Nella Steel City la parola appagamento non esiste e la stagione 2009 sarà  alla rincorsa dell'ennesimo titolo. Il giovanissimo head coach Mike Tomlin ha garantito che lo scempio della stagione 2006 non si ripeterà .

La difesa del Lombardy Trophy parte da quel Ben Roethlisberger tanto bistrattato dagli analisti, ma che in 5 anni di carriera si è già  messo alle dita due anelli grazie a precisione, mobilità  e freddezza più volte dimostrate anche in situazioni di forte pressione. Roethlisberger è riluttante a sbarazzarsi dell'ovale anche nei casi di massiccia penetrazione avversaria nel backfield. L'insistenza nel cercare la giocata è la sua più grande debolezza, ma anche la sua più grande forza: se 192 sono i sack subiti in carriera (1 ogni 10 tentativi di passaggio), sono molte di più le volte che Big Ben è riuscito a sparire dalle mani degli avversari regalando ai propri tifosi numeri incredibili e innumerevoli vittorie: le 51 in 5 stagioni regolari sono un record NFL, condite da 17 drive vincenti confenzionati nell'ultimo quarto o all'overtime. Considerando anche il record di 8-2 realizzato ai playoffs, Big Ben si sta affermando come uno dei QB più vincenti di sempre. Dietro di lui la competizione per il posto di backup è apertissima tra il veterano Charlie Batch e lo scrambler Dennis Dixon. Batch, che ha passato il 2008 in IR a causa di una frattura alla clavicola, è capace di operare tutte le letture e scegliere con precisione il bersaglio. Ha una scarsa mobilità  nella tasca che unita ai suoi 34 anni non ne fanno il candidato ideale per sostituire Roethlisberger dietro la modesta OL degli Steelers. Lo stesso Dixon ha visto pochissimo il campo, completando un singolo ma importante passaggio: la ricezione numero 800 di Hines Ward. L'atletismo straordinario dell'ex Oregon potrebbe portare una ventata di aria fresca nel playbook con l'aggiunta di qualche trick play e un utilizzo della wildcat offense che tanto ha spopolato nella scorsa stagione.

Il trademark di Pittsburgh, lo smashmouth football, è sempre stato correre in faccia agli avversari, anche quando questi ultimi schieravano 8 uomini nel box. Le cause di queste ultime due stagioni poco convincenti sono la decisione di giocare spesso la singleback formation e l'inefficacia della linea d'attacco nel creare una spinta centrale. In questa situazione il feature back Willie Parker ha faticato non poco, soprattutto perchè sono state tentate parecchie corse nel mezzo invece di sfruttare la sua straordinaria velocità  che tante volte lo ha visto girare l'angolo esterno per poi sfrecciare lungo la sideline. Il RB da North Carolina, all'ultimo anno di contratto, ha dimostrato comunque i suoi limiti come la scarsa pazienza ad aspettare lo sviluppo del gioco e l'istinto a tagliare verso la parte sbagliata senza il lead blocker ad indicargli la via. Considerando anche i vari infortuni che lo hanno colpito non è difficile immaginarsi una stagione da dentro o fuori. Fortunatamente per lui le difese che Pittsburgh dovrà  affrontare sono sulla carta abbordabili. In caso di fallimento questo sarà  il suo ultimo anno in Pennsylvania e il giovane Rashard Mendenhall, prima scelta 2008, ne prenderà  il posto. Le speranze del popolo black'n'gold di vedere nuovamente all'opera un back dominante sono durate un mese, nel momento in cui un durissimo tackle di Ray Lewis frantumava la spalla del giovane RB da Illinois. Mendenhall ritorna guarito perfettamente senza l'ausilio di interventi chirurgici, pronto a dimostrare il suo immenso valore. La vera sorpresa tra i corridori è stata Mewelde Moore, la cui acquisizione nella scorsa free agency passò quasi sotto silenzio. MeMo ha lasciato i Vikings di Peterson e Taylor in cerca di spazio e gli infortuni di Parker e Mendenhall gli hanno dato la possibilità  di mettere in mostra il suo talento: 900 scrimmage yards e 6 TD ammassati con sole 4 partenze da titolare grazie ad elusività  e mani sicurissime che ne fanno un'arma micidiale sui terzi down. Nemmeno Moore, però, ha saputo contribuire nelle situazioni di goal line. Gary Russell sembrava essere la soluzione, ma in seguito a prestazioni discontinue e problemi legali il front office ha deciso di sbarazzarsene e draftare Frank "The Tank" Summers, power back da Las Vegas. Summers potrebbe anche essere utilizzato come FB, ruolo adoperato pochissimo dal coordinator Bruce Arians, nel quale il veterano Carey Davis non ha certo brillato. Davis è riuscito a contribuire negli schemi in cui gli veniva richiesto di andare a ricevere nella flat, mentre come FB puro si è comportato sicuramente meglio Sean McHugh, listato anche come terzo TE nella depth chart. Il destino di Davis è legato alle prestazioni del piccolo ma molto agile Stefan Logan, arrivato dalla Lega Canadese, che potrebbe essere utilizzato come returner.

Per il parco ricevitori gli Steelers possono contare su due Super Bowl MVP e un gruppo di giovani dalle belle speranze che hanno ancora tutto da dimostrare. Hines Ward si è riconfermato prepotentemente come il primo target della squadra riuscendo a superare le 1000 yards per la prima volta dal 2004. Ward ha una grandissima abilità  nello smarcarsi al centro del campo, un'ottima velocità  nonostante l'età  e una cattiveria agonistica che ne fanno un giocatore di football a tutto tondo. Ward, detentore di tutti i record di franchigia, è a 220 yards dalle 10000 in carriera, ennesimo traguardo che raggiungerà  con il suo caratteristico sorriso stampato sulla faccia. Sulle sue illustri orme troviamo Santonio Holmes, il protagonista principale degli ultimi playoffs. Velocità  ed elusività  ne fanno l'uomo dei big play, quello che può segnare ogni volta che ha il possesso dell'ovale. Un altro pregio di Holmes è quello di farsi trovare sempre libero quando Big Ben è sotto pressione ed inizia a improvvisare. Dietro di lui la depth chart è ancora tutta da definire. Limas Sweed, secondo giro 2008, ha tutte le caratteristiche fisiche per diventare il target dominante che Roethlisberger ha sempre desiderato dopo la partenza di Burress nel 2005. Il ragazzo da Texas ha dimostrato di sapersi separare senza difficoltà  dai cornerback avversari, ma due clamorosi drop nei playoffs, denotano inaccetabili cali di concentrazione. L'esperienza è quella che manca anche al rookie Mike Wallace, uno dei più veloci alle Scouting Combine di Indianapolis, che è il candidato principale per il ruolo di kick returner. Tra i due giovanissimi potrebbe spuntarla Shaun McDonald, una delle pochissime acquisizioni dell'ultima free agency. McDonald nel 2007 ha guidato i Detroit Lions di Mike Martz con 79 catches, 943 yards e 6 TD.

Il TE Heath Miller sarà  verosimilmente la terza opzione aerea più pericolosa grazie alle mani più morbide di tutto il team. Le sue formidabili doti da blocker lo candidano tra i più completi nel ruolo, ma le sue statistiche offensive non brillano a causa dell'intenso utilizzo in supporto alla OL, la "peggiore ad aver vinto un Super Bowl".
La linea offensiva dei Pittsburgh Steelers è il reparto più debole dei sei volte Campioni del Mondo. Ha chiuso il 2008 concedendo 49 sack in stagione regolare e 8 in postseason. Strada facendo ha anche dovuto rimpiazzare il LT Marvel Smith e la RG Kendall Simmons, non riconfermati per la nuova stagione poiché considerati troppo acciaccati. La direzione intrapresa dal front office ha ancora una volta spiazzato i più, poiché i cinque titolari del Super Bowl XLIII sono stati riconfermati. Sono arrivati contratti per tutti: quinquennale per la LG Chris Kemoeatu, tender annuale per il RT Willie Colon e quadriennale per il LT Max Starks. É stato offerto un biennale anche al preziosissimo backup Trai Essex poichè in grado di ricoprire i ruoli di OT e OG su entrambi i lati. A completare il quintetto titolare troviamo il solido C Justin Hartwig, arrivato nel 2008 dai Panthers a sostituire un imbarazzante Sean Mahan rispedito a Tampa, e l'incostante RG Darnell Stapleton, ridicolizzato dall'omonimo Dockett al Super Bowl XLIII. Come era ampiamente pronosticabile, considerato che dopo Essex e il promettente OT Tony Hills la depth era formata essenzialmente da undrafted e street free agent, i rinforzi sono arrivati via draft. Con i prospetti meritevoli di una chiamata al primo giro, gli elite OT, già  accasati altrove, sono arrivati Kraig Urbik, mastodontica OG da Wisconsin che potrebbe insidiare Stapleton, e A.Q. Shipley, C dei Penn State Nittany Lions. Gli Steelers si sono mossi all'insegna della continuità , con l'intenzione di migliorare l'interno di una linea che oltre a proteggere male chi lancia non è stata per nulla efficace sulle corse: il fatto che il backfield abbia chiuso la stagione regolare come 23esimo per yards conquistate è un risultato chiaramente sentito come indegno rispetto alla tradizione della franchigia.

Alle prestazioni mediocri dell'Attacco ha rimediato una Difesa stellare, guidata dal sempreverde Dick LeBeau che a settembre festeggierà  72 candeline. La filosofia di LeBeau prevede uno schieramento 3-4 di base misto a formazioni esotiche atte a confondere e frustrare il QB avversario.
Nella 3-4 la gloria e le giocate importanti sono tutte per i quattro LB, esaltati dagli stessi schemi del leggendario defensive coordinator. Tutto questo è reso possibile dai tre uomini che compongono la linea difensiva, giocatori che lasciano un piccolo segno a referto, ma un profondo solco sul campo.

Ad ancorare la DL c'è l'immenso nose tackle, il cui punto di forza è costringere gli avversari ad un raddoppio sistematico causato da una sorprendente agilità  nonostante la spropositata mole.
Casey Hampton per tutta la sua carriera ha rappresentato quella descrizione, ma nelle ultime due stagioni è apparso fuori forma, sempre se si può parlare di forma ideale, e poco motivato. Nonostante abbia giocato al di sotto delle sue possibilità , Hampton rimane uno dei migliori nel ruolo e ci si aspetta tanto da lui visto che si trova nel contract year. Il suo backup Chris Hoke ha saputo comportarsi egregiamente quando è stato chiamato in causa. A completare la linea titolare ci sono i DE Aaron Smith e Brett Keisel. Smith è sicuramente l'uomo più importante dato che eccelle sia in situazione di passaggio che di corsa: quando nel 2007 saltò gli ultimi quattro appuntamenti gli Steelers subirono una trentina di punti a partita, compresa la sciagurata prestazione nella wild card contro i Jacksonville Jaguars. Keisel è ottimo nel contrastare le corse e un po' meno bravo a portare pressione sulla tasca avversaria. Considerando anche i rincalzi, i discreti Travis Kirsche e Nick Eason, l'età  media dell'intero reparto è sopra i trenta. Questo spiega le scelte di Evander "Ziggy" Hood e Ra'Shon Harris. Ziggy ha un potenziale ed una versatilità  enormi, dettati dal suo fisico possente misto a piedi leggerissimi, e LeBeau sta già  progettando nuovi schemi per utilizzare al meglio il rookie da Missouri. Harris sembra invece un DE fatto e finito che potrebbe contribuire già  da subito.

Tradizionalmente uno dei punti di forza della franchigia, il corpo LB dei Pittsburgh Steelers è il migliore della NFL. Un mix letale di esplosività , esperienza e intimidazione. Il quartetto titolare è composto James Harrison, LaMarr Woodley, James Farrior e Lawrence Timmons. Harrison non è altissimo, ma sopperisce a questa mancanza con velocità  e forza inaudite. La sua capacità  di aggirare o spingere via il blocker avversario ne fanno l'incubo peggiore di tutti i LT. Nel 2008 ha fatto registrare 16 sacks, 7 forced fumbles e 1 intercetto che gli sono valsi gli onori di Defensive Player of the Year. Tra i tanti highlights prodotti il più importante è stato, però, l'intercetto riportato per 100 yards al Super Bowl: la giocata è stata chiamata The Immaculate Interception, strizzando l'occhio a un'altra delle tante leggendarie azioni che hanno fatto la storia della franchigia (vedi box HISTORY). Gli Stelers non sono soliti prolungare i contratti dei giocatori che hanno superato i 30 anni, ma hanno deciso di ricompensare Harrison con 52 milioni di dollari per 6 anni. Il giocatore, comunque, ha disputato solamente due stagioni da titolare e ha acnora molto da dare. Sul lato opposto troviamo Woodley che è solo al suo terzo anno di professionismo, ma è già  universalmente riconosciuto tra i più forti OLB in circolazione. Nella scorsa stagione, la sua prima da starter, ha steso il QB avversario 11,5 volte, mentre ha messo a segno esattamente 2 sacks per ogni partita di postseason giocata. Farrior è il leader della Difesa poiché fa le veci di LeBeau in campo. A 34 anni ha disputato una delle migliori stagioni in carriera, guadagnondosi il diritto di partecipare al suo secondo Pro Bowl. Coach Tomlin in questa offseason ha deciso che Farrior sarà  affiancato da Timmons. A farne le spese è stato Larry Foote, che ha optato di terminare la sua carriera tentando di risollevare le sorti di Detroit, sua città  natale. Prima scelta del draft 2007, Timmons ha speso due lunghissimi anni ad apprendere i difficili meccanismi degli schemi difensivi di LeBeau, giocando poco e principalmente sui terzi down. La sua velocità  straordinaria, infatti, gli consente di coprire il campo come una safety e lo rende molto pericoloso come pass rusher. L'ultimo tassello da scoprire è la sua capacità  di difendere sulle corse. Se sarà  all'altezza per lui non ci saranno limiti.
Le riserve Keyaron Fox, Patrick Bailey e Donovan Woods sono stati impiegati prevalentemente negli Special Team con ottimi risultati in copertura sui ritorni avversari. Arnold Harrison e Andre Frazier non sono due OLB formidabili, ma conoscono il playbook e, per questo, sono molto preziosi. Il pass rusher puro Bruce Davis, terza scelta del draft 2008, giocava a UCLA come DE in una 4-3 e gli Steelers stanno cercando di convertirlo come hanno fatto con Woodley.

Grazie alla rinnovata pass rush le secondarie hanno migliorato notevolmente le loro prestazioni e la poliedrica SS Troy Polamalu ha avuto modo di poter giocare vicinissima alla linea di scrimmage, affidando i principali compiti di copertura alla FS Ryan Clark. Polamalu, perennemente al Pro Bowl, ha comunque collezionato 7 intecetti, due dei quali con numeri da Uomo Ragno. Clark è disciplinato ma è anche un gran colpitore, l'intimidatore che punisce chiunque vada a ricevere nel mezzo. Ad affiancare il lockdown CB Ike Taylor, capace di oscurare Fitzgerald per 40 minuti a Tampa ed incolpevole sui 2 TD del ricevitore di Arizona, ci sarà  probabilmente William Gay che gode della fiducia del coaching staff. Al Super Bowl Gay ha diviso equamente gli snap difensivi con Bryant McFadden, lasciato libero di firmare un contratto oneroso con gli stessi Cardinals. Sarà  comunque supportato da Deshea Townsend, nickelback e backup FS, e Keiwan Ratliff, veterano arrivato dai Colts. Al draft gli Steelers hanno investito due scelte in Keenan Lewis e Joe Burnett che vanno ad aggiungersi ad un già  numeroso gruppo di giovani più o meno promettenti, tenendo fede al motto che "di cornerback non c'è n'è mai abbastanza". La maggior parte di loro verrà  utilizzata principalmente negli Special Team.

Per quanto riguarda i field goal Pittsburgh può affidarsi alla gamba affidabilissima di Jeff Reed, quasi perfetto nonostante l'Heinz Field sia uno dei campi più difficili per calciare, mentre ritorna il P Daniel Sepulveda, che ha saltato l'intero 2008 per infortunio al ginocchio, sperando che costringa costantemente gli avversari a difficili posizioni di partenza

E come partono i 2009 Pittsburgh Steelers? Da "We Are The Champions" e un roster, quello che ha affrontato il calendario più difficile degli ultimi 25 anni, praticamente intatto. Con una OL forse più solida e tre playmaker in più come Sweed, Mendenhall e Timmons ansiosi di contribuire. Ripetersi sarà  difficile, ma "credere" è il tassello fondamentale per continuare ad essere grandi.

Cincinnati Bengals(by Angyair)

L'ultima occasione a disposizione. Così sembra prospettarsi l'annata che ci apprestiamo a vivere per i Bengals ma soprattutto per l'head coach Marvin Lewis, per Carlson Palmer e per Chad Ocho Cinco (non vi preoccupate, è sempre lui….Chad Johnson).
Che Lewis sia stato confermato ancora sulla panchina che guida dal 2003 (con solo una stagione vincente) è stato per molti una sorpresa, che questa sia l'ultima chance per dimostrare il suo valore invece sono tutti universalmente concordi.
Per Palmer invece i principali dubbi sono sul lato fisico: viene da un infortunio alla spalla, non ha finito 3 delle ultime 5 stagioni, ha 30 anni e vede il suo diretto avversario divisionale con 2 anelli al dito contro i suoi zero. Deve dimostrare di non essere solo un quarterback da fantasy football come dicono i suoi detrattori e per non maledire ancora una volta quella dannata domenica di gennaio in quel Wild Card contro gli Steelers quando il suo ginocchio fece crack.

Per Ocho Cinco questa è invece l'ultima occasione per dimostrare di essere uno dei migliori ricevitori dell'NFL non a parole ma con i fatti, perché dimostri di aver messo la testa a posto, nonostante le ultime dichiarazioni, abbiamo perso ogni speranza come gl'inferi del dantesco inferno.
E per risollevare le sorti della franchigia il management ha deciso di rischiare forte al draft puntando tutto su giocatori dal talento impressionante ma che si portano dietro diversi dubbi a livello fisico, di tenuta mentale o di etica lavorativa. Se gli andrà  bene saranno dei geni, se gli andrà  male rimarranno, nella considerazione generale, i soliti problematici Bengals…

L'anno scorso l'attacco ha fatto parecchia fatica, sia per la prolungata assenza di Palmer che per la porosità  della linea, perciò si è deciso di non cambiare chi chiama gli schemi e quindi sarà  ancora Bob Bratkowki l'offensive coordinator, con i suoi schemi a tre ricevitori per cercare di allargare il campo, creare dei mismatch, creare spazio per il gioco di corse e comunque sorprendere il più possibile la difesa.
In questo tipo di gioco sarà  perciò indispensabile che la forma fisica di Palmer sia quanto più vicina possibile al 100% perché altrimenti l'efficacia di questo attacco viene quasi annullata (se non ne siete convinti andate a rivedervi una qualsiasi partita dell'anno con il povero Fitzpatrick in campo). Palmer che deve di nuovo dimostrare di saper recuperare dagli infortuni (e in questo i precedenti aiutano) e che ha ancora margini di miglioramento, oltre al fatto di essere un vincente e non solo un quarterback "da numeri".
Quando è al 100% fisicamente Carson è sicuramente uno dei primi 5 passer puri della lega, il suo problema è proprio che non sempre riesce ad essere al massimo della forza, e quando è così le sue forzature provocano solo danni. Per ovviare ad eventuali, ma sempre dietro l'angolo, problemi fisici di Palmer il management ha deciso, dopo quello dimostrato da Fitzpatrick l'anno scorso (strano che gli abbiano dato il ben servito…), di puntare sull'ex 49ers J.T.O'Sullivan, quarterback che ha dimostrato di essere molto bravo quando è in giornata, ma che non appena qualcosa va' storto precipata in un tunnel d'errori da cui difficilmente riesce a torarsene fuori. Terzo in depth chart è il fratellino minore di Carson, Jordan.

Per tornare ad avere successo il quarterback ex USC avrà  però bisogno della buona vena dei suoi ricevitori, in particolare di quella "testa matta" di Chad Ocho Cinco, prima conosciuto come Johnson, che da quando ha deciso di cambiare cognome sembra veramente un….altro ed è reduce da una stagione che definire catastrofica è fargli un complimento. Se poi considerate che le mani più affidabili del reparto, quelle di T.J. Houshmandzadeh, sono approdate in quel di Seattle….
La speranza per i tifosi dei tigrotti è che il numero 85 metta almeno un po' a posto la testa e ritorni la devastante arma di qualche anno fa, facile a dirsi, e difatti il buon Chad ha anche detto di essere disposto ad andare a vivere a casa del suo quarterback per potersi far perdonare e lavorare con lui, per la disperazione della signora Palmer che si è affrettata a stopparne le intenzioni, molto più difficile a farsi visti i precedenti…

A sostituire il giocatore con il cognome più difficile da pronunciare, e scrivere, della lega è arrivato un ricevitore esperto come Laveraneus Coles, che, tra l'altro, finalmente trova un QB che potrà  sfruttare adeguatamente e costantemente la sua abilità  sul profondo. Molte speranze sono riposte in un'altra testa calda che finora ha mostrato grande talento in campo (8 touchdowns nelle sue prime 42 ricezioni e 11 nelle ultime 65) e tanta immaturità  fuori da questo (14 partite di sospensione), Chris Henry.
Si aspetta anche, con una certa impazienza, lo sviluppo dei due ricevitori scelti al secondo ed al terzo giro dell'anno scorso: Jerome Simpson e Andre Caldwell, pochissimo utilizzato l'anno scorso ma che, specie il secondo, hanno mostrato lampi di talento che si spera possano portare a trovare il sostituto nei terzi downs di Houshmandzadeh.
Titolare nel ruolo di tight end dovrebbe sempre essere Ben Utecht, non un fulmine di guerra ma un onesto mestrierante, in attesa che sbocci il talento di Chase Coffman, terza scelta dell'ultimo draft da Missouri: mani molto educate, fisico possente, pulito nel correre le traccie ma con molto su cui lavorare come bloccatore.

Lasciato andare senza troppi ringraziamenti Rudy Johnson, l'anno scorso si era deciso di puntare senza indugi su Chris Perry, ma la scommessa è andata presto a farsi benedire e si entrati in panic mode andando a raccattare dal mezzo la strada l'ex Bears Cedric Benson, caduto in disgrazia dopo essere stato una primissima scelta e che finora aveva dimostrato di non meritare un posto nella lega.
Strano a dirsi ma Benson è stato una delle poche note liete dell'annata 2008 dei Bengals superando le 100 yards in 3 delle ultime 8 partite e sembrando finalmente un vero runningback NFL. Ora però viene il difficile perché l'ex prodotto di Texas dovrà  dimostrare continuità  e durezza (non proprio quello per cui è stato famoso a Chicago) per togliere un po' di pressione dalle spalle di Palmer creando un gioco di corse quantomeno credibile.

Il veterano Kenny Watson continuerà  a fornire sicurezza, ma non esplosività  nei terzi downs e come cambio, mentre più stimolante è la scommessa che è stata fatta andando a prendere dai Rams Brian Leonard, ibrido fra un fullback e un runningback che finora non è riuscito a trovare una sua dimensione tra i professionisti anche per tutta una serie d'infortuni che l'hanno colpito.
Abbiamo detto di Palmer, dei ricevitori e del gioco di corsa, ma è superfluo sottolineare che il vero ago della bilancia della stagione dei Bengals sarà  la linea offensiva. Fare peggio della stagione scorsa sarà  difficile (51 sacks concessi e una media di yards a portata sotto le quattro per il terzo anno di fila) ma le speranze che si faccia molto meglio non è che siano così tante da far dormire sogni tranquilli.

Le guardie Andrew Whitworth e Bobbie Williams offrono buona sicurezza ma difficilmente andranno al Pro Bowl, mentre Anthony Collins ha dimostrato nella scorsa stagione che può essere un discreto right tackle, senza infamia e senza lode. Il vero problema sono le altre 2 posizioni della linea: centro e left tackle (specie dovendo proteggere un quarterback delicato come Palmer).
Nella posizione di centro si sta ancora cercando un degno sostituto di Rich Braham: quest'anno si daranno battaglia Kyle Cook e Dan Santucci, entrambi al secondo anno, mentre si aspetterà  la crescita della scelta al 4° giro di quest'anno, Jonathan Luigs da Arkansas, che nel frattempo potrebbe essere impiegato anche come guardia.
Per quanto riguarda invece la posizione prima occupato da Levi Jones, rilasciato alla fine della stagione, direttamente da Alabama è arrivato il talentuoso Andre Smith, colosso da 332 libre per 6-4, che ha tatuato sulla pelle un gigantesco punto interrogativo a causa dei dubbi sulla sua etica lavorativa (problemi continui di peso e vuoti di concentrazione in campo) ma che è stata quasi una scommessa obbligatoria perchè è molto difficile passare su un talento del genere nonostante tutti i dubbi che si porta dietro.

La principale colpa che viene imputata a coach Marvin Lewis è quella di non essere minimamente riuscito a costruire una difesa decente, lui che ha costruito una difesa impenetrabile come quella dei Ravens dopo essere stato assistente in quella degli Steelers. Si è continuato a giocare con la 4-3 anche se sono stati draftati giocatori che forse si sarebbero trovati meglio nella 3-4, non si è mai riusciti a trovare un middle linebacker dominante e la pressione contro i quarterbacks avversari è da tornei dopolavoristi.
L'arrivo come defensive coordinator di Mike Zimmer l'anno scorso ha migliorato un po' le cose, specie come difesa contro le corse, ma la pass rush continua ancora ad essere un'illustre sconosciuta, ma ciò nonostante contro i passaggi la difesa è più che sufficiente.
Dicevamo di una run defence migliorata l'anno scorso, e questo soprattutto per l'arrivo di un altro grosso defensive tackle come Pat Sims (scelto al terzo giro) che è andato ad affiancare Domata Peko costituendo così un'ottima e solida coppia che è via via migliorata nel corso della stagione. Per aggiungere profondità  al reparto è stato firmato nella free agency un altro problematico (strano per i Bengals no?) giocatore come Tank Johnson che, quando è in forma e riesce a stare lontano dai guai, può essere un'ottima aggiunta anche se ormai sembra nella fase calante della sua carriera.

Per ovviare all'assenza di pass rush l'anno scorso era stato firmato a suon di dollari Antwan Odom dai Titans, ma si è infortunato dopo 40 minuti dall'inizio del training camp e, una volta tornato, non si è certo fatto notare in positivo. Dall'altro lato abbiamo Robert Geathers che dopo la stagione da 10.5 sacks nel 2006 non è più riuscito a ripetersi su quei livelli.
Buone speranze sono riposte nella scelta al terzo giro di quest'anno, Michael Johnson da Georgia Tech (giocatore reduce da una stagione sotto le aspettative ma che ha un discreto talento su cui c'è molto da lavorare, come anche sull'altro defensive end scelto al draft, il rapido ed esplosivo Clinton McDonald da Memphis), ma è difficile essere ottimisti nel breve periodo, e considerando l'importanza degli ends in una 4-3 capirete che non sono tanto campati in aria i discorsi su un eventuale passaggio alla 3-4.
Altra importante scelta al draft è stata quella al secondo giro di Rey Maualuga, LB da USC, che è stato uno dei migliori linebackers del college, grande mobilità  e capacità  di placcaggio, che può essere il MLB dominante che i Bengals cercano ormai da troppo tempo. Al momento la posizione è occupata da Dhani Jones, reduce da una stagione positiva, senza sbavature ma senza neanche troppi lampi.

Altro prodotto di USC è Keith Rivers, solo intravisto la scorsa stagione conclusa anticipatamente dopo un duro blocco di Hines Ward (l'avversario più odiato, sportivamente parlando, di tutta Cincinnati), grande speranza al momento ancora inespressa. Il terzetto dei linebackers è completato da Rashad Jeanty, onesto mestierante, mentre tra i backup troviamo Brandon Johnson (unico del reparto a far registrare un sack nel 2008), Abdul Hodge e l'ottimo special teamer Darryl Blackstock.
Il reparto che ha fornito le migliori prestazioni l'anno scorso è stato certamente quello delle secondarie, per altro giovane, e che fornisce le migliori garanzie specie se la salute sarà  dalla loro.
La stella è certamente il cornerback da Michigan Leon Hall, cresciuto in maniera esponenziale nel corso dei suoi 2 anni nella lega: all'inizio soffriva in copertura singola, sul profondo e per il fatto, come succede a quasi tutti i rookie, di cercare troppo il big play (5 intercetti ma una pericolosa tendenza a cadere nelle finte, pump fakes e movimenti doppi dei ricevitori), ora è cresciuto molto in copertura, e l'ha dimostrato anche contro i maggiori ricevitori della lega, è diventato un leader di squadra e nonostante qualche gara da dimenticare è una delle poche certezze dei Bengals.

Dal lato opposto abbiamo Jonathan Joseph, uno dei 17 giocatori finito in lista infortunati l'anno scorso, che se ha recuperato bene e riesce a rimanere sano contribuisce a fornire una coppia più che affidabile con Hall. Dal draft è arrivato anche Morgan Trent, da Abilene Christian, seguendo la recente moda di prendere talentuosi cornerback da piccoli e sconosciuti college, che ha altezza, lunghe braccia ed istinto per diventare un ottimo backup, oltre a contribuire negli special teams.
Il reparto safety, che contava già  buoni giocatori come Chinedum Ndukwe (grosso, veloce e in grado di arrivare rapidamente sulla palla) e la sorpresa Chris Crocker (arrivato da sconosciuto il 30 Ottobre per ovviare ai molti infortuni ha giocato così bene da meritarsi un contratto di 4 anni per un totale di 10 milioni), ha visto l'arrivo del veterano ex-cowboys Roy Williams, non un fulmine di guerra in copertura ma che avrà  il compito di aumentare il livello di testosterone del reparto per garantire la maggior aggressività  che il DC Zimmer cerca.

Il reparto degli special teams non sta certo meglio degli altri, ad esclusione dell'affidabilissimo kicker Shayne Graham, 173 su 202 in carriera, migliore risultato di tutta la storia della franchigia. Come punter dovrebbe giocare il rookie scelto al sesto giro Kevin Huber, dato che sarà  difficile dare una nuova chance a Kyle Larson che, dopo aver firmato un nuovo contratto l'anno scorso, è reduce dalla peggior stagione in carriera dove. Non migliore la situazione sui ritorni dove non non si ha un giocatore affidabile dai tempi di Peter Warrick e dove è stato perso Glenn Holt: probabile che sia dato spazio ai due ricevitori Antonio Chatman e Andre Caldwell.

La stagione dei Bengals si presenta con molte incertezze, dalla linea offensiva, alla difesa, dalle corse alla situazione fisica di Palmer senza dimenticare che la panchina di Lewis è, a dir poco, bollente. Essere ottimisti non è facile, ma il materiale su cui lavorare c'è, il talento di giocatori come Palmer e Chad Johnson o Ocho Cinco che dir si voglia non è certo sparito e forse basterà  solo una scintilla per sbloccare la squadra. La division è dura ed i tifosi hanno quasi finito la pazienza, ma la sensazione è che la stagione sarà  lunga, la ricostruzione a buon punto ma non ancora conclusa, e che l'anno prossimo ci saranno diversi volti nuovi.

Baltimore Ravens (by Matzoid)

Quando ci si trova a gestire una squadra che ha i suoi maggiori punti deboli in attacco bisogna tener presente un fondamentale: ridurre al minimo i rischi del QB così da perdere meno palloni possibili e cercar di creare un gioco lineare, portato avanti a piccoli passi. Tale caso l'hanno i Ravens, che ormai storicamente fanno della difesa la loro arma in più. Eppure, se si vuole arrivare avanti, qualcosa bisognerà  pure inventarsi. Cam Cameron, alla sua seconda stagione da OC dei Ravens, ha mescolato il gioco poco esposto a rischi che già  si adoperava precedentemente, ad alcuni Trick Plays quasi sempre a segno. Ecco che, sorprendentemente, ci si ritrova il secondo QB Troy Smith schierato come ricevitore. Ecco che persino il primo dei QB, Joe Flacco, dopo lo snap fa finta di niete e va a riceversi la palla lungo la sideline. Questi giochini, uniti ad un Running Game ottimale, hanno guidato i Ravens al Championship nella scorsa stagione. Da questo punto a Baltimore devono ripartire. E lo faranno chiaramente da Joe Flacco, giunto quindi al suo secondo anno; Flacco che ha saputo sfruttare due infortuni dei suoi "compagni-rivali" di poszione all'inizio della stagione scorsa (e parliamo di Boller-Smith) e da subito ha dovuto prendere in mano la situazione. Quasi 3'000 yards di passaggio e 14 TD lanciati per il QB dalle origini italiane. Una prima stagione niente male e c'è stato anche occasione per vedere la potenza del suo "Bazooka" braccio, come dicono. Conquistatosi quindi il posto da titolare, Flacco ha comunque svolto un lavoro non difficile, è stato più volte preservato e come si dice, gli hanno fatto svolgere il classico "compitino". L'ha eseguito egregiamente, ma è chiaro che il bello viene adesso. Non più Rookie, ci si aspetta di più; il QB deve trascinare la squadra, guida l'attaco. Stampa e tifosi si aspettano un Flacco che, crescendo, sia in grado di fare tutto questo. Per farlo, i Ravens ripartono dai solito tre nomi che ormai sono diventati una routine.

Dunque da Derrick Mason, che si appresta a vivere la stagione n.13 e almeno in termini di yards macinate (lo scorso anno poco sopra 1000), ancora può dire la sua; da Mark Clayton che ha mostrato buone mani ma ancora non accenna a compiere quel salto di qualità  che qualcuno s'aspetterebbe; e da Demetrius Williams, vedi sopra. I tre WR sono accomunati da una malattia comune, gli infortuni, specie gli ultimi due. Figurarsi che in questa offseason, tutti hanno riportato problemi durante i primi allenamenti. Ecco perchè la quasi totalità  degli esperti, ma anche il mondo dei tifosi per così dire amatoriali, credeva in una pescata al Draft che portasse la scritta WR. Così non è stato e vedremo più avanti i possibili perché. Per questo motivo alla franchigia del Maryland verrà  spesso accostato il nome di Boldin o quello di Brandon Marshall; proprio perché si ritiene che, anche vista l'età  di Mason e le condizioni di salute dei ricevitori, un ricambio sarebbe almeno doveroso. Al momento soltanto Kelley Washington si è unito alla causa, ex Patriots. Una mano la daranno sicuramente il solito Todd Heap, il TE flagellato dagli infortuni ed anche il nuovo acquisto L.J.Smith, preso dagli Eagles proprio in questa offseason. Curiosità  anche nel vedere Devon Drew, pescato al quinto giro del draft, che ha impressionato nei primi giorni di allenamento.

Ma, almeno nella stagione appena passata, la vera forza dei Ravens, sono state le corse. Il gioco di corsa si, che ha messo in risalto soprattutto udite, udite il FB Le'ron McClain e talvolta ci si chiede da quale cilindro sia uscito. Cameron, Harbaugh e Co. L'hanno più volte impiegato come RB, lui che RB appunto non è, e le cose sono andate per il verso giusto. Insieme a quello che doveva essere il partente Willis McGahee e al Rookie Ray Rice, i Ravens hanno cominciato a dar vita a a questo gioco di corse collaborativo, denominato "RB Commeetee" con il quale hanno avuto tanta fortuna. Così, Flacco svolgeva il compitino e di tanto in tanto segnava; i RB macinavano gioco. Per la stagione entrante ci si aspetta un lavoro forse simile, ma con un Ray Rice che punterà  a prendersi il posto da titolare, considerando che McGahee soffre di diversi problemi fisici. McClain con ogni probabilità  tornerà  nella sua posizione originale, a fare il FB, ma crediamo possa essere comunque ampiamente impiegato. Nella regular season ,i Ravens hanno totalizzato una media di 148.5 yards su corsa a partita, piazzandosi 4° nell'intera NFL. Difficile ripetersi, ma un buon punto di partenza, sarà  riuscire a replicare questa "Commeetee".
E veniamo alla linea, certamente meno chiacchierata ui giornali, ma doppiamente importante. Il progetto dei Ravens è chiaro e preciso: creare una OL giovane, prestante, dominante. Un progetto ben avviato, ma che deve senz'altro crescere. Perso Jason Brown, accasato a St. Louis, i Ravens hanno rimediato acquistando l'esperto centro di Minnesota, Matt Birk, sei volte nominato al Pro Bowl. Di fatto, Birk rappresenta l'unica pedina veterana dell'intera linea. Chi sarà  sotto il costante occhio mediatico è Michael Oher, prima scelta al draft 2009, 26° assoluta. Ragazzodi notevole stazza, 6'5'' x 309, Oher con ogni probabilità  sarà  titolare sin dalla prima giornata in qualità  di RT.

A distanza di soli due anni quindi, i Ravens pescano un altro giocatore di linea offensiva; nel 2007 era infatti stato Grubbs ad essere scelto per primo, lo stesso Grubbs che quest'anno giocherà  come LG. Sccorendo la linea, troviamo l'undrafted Jared Gaither come LT e Marshall Yanda, come RG. A questi ragazzini (i più vecchi sono Grubbs e Yanda con 25 anni) si aggiunge appunto un centro esperto, Matt Birk. I nomi che attendono una chiamata dalla panchina sono quelli ci Chris Chester, anch'egli giovane che può giocare da centro e di Adam Terry; non è escluso che si batta per un posto da titolare come T.
Un attacco con diversi punti interrogativi, che vanta condizioni precarie nel parco ricevitori, un QB al secondo anno ed una linea giovanissima. Difficile assemblare i pezzi, ma i Ravens ce l'hanno fatta una volta e proveranno a bissare.

Nei primi giorni di Off-Season, ogni tifoso dei Ravens ha dovuto vivere ore di apprensione. Le voci che davano Ray Lewis lontano da Baltimore sono perdurate per diversi giorni ed hanno avuto connotati certamente poco rassicuranti. Alla fine si è potuto tirare un sospiro di solievo, con un contratto multi-anno rinnovato che farà  chiudere la carriera in quel di Baltimore, ad uno dei LB più forti degli ultimi anni. I Ravens hanno comunque perso diverse pedine, specie chi nello scors anno, approfittandodi qualche infortunio altrui, ha saputo mettersi in mostra; pronto per fare il titolare, ha cambiato, sottolineamo giustamente, maglia. E' il caso ad esempio di Jim Leonhard che rimpiazzando l'infortunato Landry, ha dimostrato di poter giocare da Safety titolare. O il caso di Corey Ivy, grande personalità  specie per tipi di gioco aggressivi. E c'è anche chi, da FA, è stato venduto per risparmiare soldi sul tetto salariale; parliamo di Bart Scott che si è accassato con i Jets, dove ritroverà  Rex Ryan in qualità  di HC.

Fatte le dovute premesse, aggiungiamo che il posto di Rex Ryan è stato assegnato a colui che era il LB Coach nell'anno precedente.: Greg Mattison che si ritrova quindi a dover gestire un'importante salto di qualità . Ciò che resterà  invariato sarà  il modulo; i Ravens continueranno a giocare con il loro schema preferito; quella 3-4 che ha dato non poche soddisfazioni negli ultimi anni. Haloti Ngata, Ray Lewis e Ed Reed sono e rimangono i punti focali di una difesa che per tradizione è consolidata e riesce ad essere dominante. Qualche pezzo, anche pregiato, cambia maglia, ma i rimpiazzi riescono a far sempre bene. Certo, non ci sarà  più il contributo di Rex Ryan e dovrà  esserci un LB alle prime armi a guidare la difesa insieme a Lewis, ma i Ravens riescono solitamente a far crescere bene i loro pupilli. Un anno di assestamento? Staremo a vedere.

Novità  anche per quel che concerne gli Special Teams. Tagliato lo storico kicker Matt Stover i Ravens avranno due soluzioni differenti per affidare FG ed Extra Point. Lasciare il compito a Steve Haushka, che lo scoro anno aveva già  provato il suo piede per un paio di volte; affidarsi a Graham Gano, arrivato quest'anno da undrafted ma di gran lunga il miglior prospetto del suo ruolo disponibile. Al momento è favorito il primo, ma la battaglia è ancora aperta. Anche nel ruolo di Kick Returnet potrebbe esserci una piccola sfida interna. Il veloce Yamon Figurs dovrà  vedersela con Chris Carr, cornerback arrivato quest'anno dai Titans che con ogni probabilità  sarà  impiegato soltanto negli ST.
Chi è certo del suo ruolo è senz'altro Sam Koch, punter affidabile che da due anni a questa parte è una presenza fissa della squadra.
Sarà  interessante vedere chi vincerà  queste sfide interne e soprattutto quanto spazio potrà  esserci per l'interessante Rookie Gano.

Perdere un LB dell'importanza di Bart Scott; avere una linea offensiva così giovane; convivere con innumerevoli problemi fisici del parco ricevitori. Tutti fattori che abbracciano un'incertezza troppo grande per poter essere spiegata lontano dal campo. I Ravens hanno bisogno di mantenere il dominio difensivo pur con qualche uomo nuovo e di migliorare le prestazioni offensive, puntando magari ad un Flacco con un anno d'esperienza in più e quindi, rischiandolo maggiormente. Continuare con un gioco di corse incentrato su più uomini può portare molto lontano se sfruttato adeguatamente ed in questo senso, le condizioni fisiche devono dare una mano. A conti fatti, i Ravens sono la seconda forza della AFC North, ancora ben al di sotto, almeno sulla carta, dei campioni e rivali Steelers.

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