Chi diceva che ai Dodgers manca un ace? A Billingsley sembra non mancare nulla per esserlo…
Inizio di stagione non privo di sorprese, quello della NL West.
L'ottimo acchito dei Padres era scarsamente pronosticato da tutti gli addetti ai lavori ed invece i fraticelli sono partiti a tutto gas, così come hanno fatto i Dodgers; male invece le altre, già attardate in classifica e, se per Giants e Rockies si può parlare di conferme ai sospetti della preseason, non è così per Arizona che era attesa a prestazioni certamente migliori.
Analizziamo allora nel dettaglio l'inizio delle westerns.
Los Angeles Dodgers (11-5)
I Dodgers aprono al PETCO Park, impattando una serie a basso punteggio sul 2-2, serie che lascia qualche rimpianto a causa di svariate occasioni perse che, se sfruttate, avrebbero fatto portare a casa un risultato migliore.
La successiva visita ai D'Backs inizia con una sconfitta ma da quel momento in poi esplode l'attacco dei losangelini che mettono insieme una striscia di otto vittorie consecutive, tutte contro le dirette rivali di division.
Prima le due proprio contro Arizona in trasferta, poi due sweep consecutivi in casa contro Giants e Rockies che lanciano LA in vetta alla classifica.
Appena però escono dai confini della division, i Dodgers frenano: a Houston perdono due partite consecutive prima che l'ottimo Billingsley paralizzi le mazze degli Astros consentendo ai ragazzi di Torre di evitare lo sweep.
Il giovane pitcher è il protagonista assoluto di questo inizio di stagione: 4-0 il suo record, un ERA di 2,05,una pioggia di SO e l'ultima L in regular season risale allo scorso agosto. Tutte queste cifre lo pongono come indiscusso leader della rotazione anche perchè Kuroda è ai box e Kershaw deve ancora trovare la continuità necessaria, pur mostrando lampi di possibile onnipotenza che fanno sognare i tifosi dei blue.
Bene Stults al posto del nipponico, male per adesso il rookie Mc Donald, onesto il lavoro di Wolf.
Ma è l'attacco il vero motore dei Dodgers che, trainati da un incredibile Hudson e dalla costante produzione offensiva di Kemp ed Ethier, si sono potuti permettere una falsa partenza di Manny Ramirez che tuttavia ha già recuperato le medie che gli sono abituali.
Considerato che Blake batte poco ma la butta fuori spesso, stiamo parlando di un lineup che nella NL West non ha eguali.
Notevole anche l'upgrade difensivo dove l'unico neo è in left field, ma là risiedono altre qualità ; anche per la difesa, l'arrivo di Hudson è stato un toccasana.
L'unico cruccio, come previsto, viene dal bullpen che ha già prodotto qualche danno: con Wade in DL, è stato iperutilizzato Belisario con risultati anche superiori alle attese ma ancora non tali da consentire sonni tranquilli a Torre quando fa passare la palla dai partenti ai rilievi.
Per questo motivo, l'ottimo closer Broxton (5 su 5 per lui) viene chiamato in causa spesso anche all'ottavo inning: per ora funziona ma non è che sia proprio un utilizzo ideale per lui e la sua infuocata fastball da 100 mph.
S.Diego Padres (9-6)
Grande partenza per i Padres 2009 che rovesciano i pessimistici pronostici della vigilia e si mettono in bella mostra, contendendo ai Dodgers la vetta della division.
Dopo la serie inaugurale proprio contro LA finita in parità (2-2), S.Diego asfalta i Giants con un secco sweep; non contenti, i Padres si permettono il lusso di violare il nuovo stadio dei Mets per due volte (opener compresa) e di fare lo stesso scherzetto ai campioni in carica di Philadelphia.
Bilancio della difficilissima doppia trasferta: 4-2 e morale alle stelle.
Peccato per loro che la visita a S.Francisco gli rimanga indigesta e li faccia tornare a casa con due sconfitte su due match ma questo niente toglie al bell'inizio di stagione di Gonzales e soci: infatti, è proprio lo slugger a guidare la carica (5 HR per lui, OPS 1035) ma quest'anno il forte 1B sta trovando collaborazione nei compagni, al contrario del 2008 quando sembrava predicare nel deserto.
Le note liete portano i nomi di Hairston e Gerut (che si dividono playing time in esterno) e soprattutto di un inaspettato Eckstein, protagonista di un inizio stagione caldissimo. Bene anche Headley e Kouzmanoff.
Sul monte, aspettando il vero Peavy che ancora non si è visto, bene Young e soprattutto Heat Bell che non sembra tremare nel raccogliere l'eredità di Trevor Hoffman: per il neo closer, 7 su 7 con ERA 0,00 e sole 2 valide concesse in 6,2 IP.
Niente male davvero.
Solidi comunque anche tutti gli altri partenti, anche se anche a S.Diego il bullpen sembra non essere molto profondo.
S.Francisco Giants (6-8)
Un inizio che sembrava promettere bene ha visto i Giants vincere la serie casalinga che apriva la stagione contro i Brewers (2-1); la sensazione è durata poco.
Non appena lasciata S.Francisco, due tremendi sweep a cura di Padres e Dodgers si sono abbattuti sulla classifica e sul morale dei Giants; per fortuna, tornati nel ballpark amico, la squadra ha ripreso vigore soprattutto grazie ai propri lanciatori.
Infatti in 5 match (tre contro Arizona, 2 contro S.Diego), il monte ha concesso solo 5 punti, con ben 3 shutout: questo a portato a 4 vittorie e una sola sconfitta.
Il reparto capitanato dai mostri sacri Lincecum e Cain, ben spalleggiati da Sanchez, Zito e Randy Johnson, è la locomotiva del team: non sempre però riesce ad avere un adeguato supporto dall'attacco che conta praticamente sul solo Molina e su Rowand.
Buoni numeri anche per Lewis ma se si cerca la potenza occorre guardare altrove e non sempre si può sperare che i lanciatori facciano le pentole ed anche i coperchi.
Arizona Diamondbacks (6-9)
Allucinante inizio per i D'Backs, quotati come l'avversario principale dei Dodgers nella division ed invece costretti a vincere la prima serie al quinto tentativo: tre serie casalinghe (Rockies, Dodgers, Cardinals) tutte perse per 2-1, così come quella giocata in casa dei Giants in cui i serpentelli dell'Arizona riescono a segnare la miseria di 2 punti in tre partite.
Per loro fortuna e grazie alla partita monstre lanciata da Davis, bastano per vincere almeno un match.
Tornati di nuovo in casa, grazie ad un calendario che prevede solo 4 partite esterne in tutto aprile, i D'Backs possono finalmente festeggiare la prima serie vinta (contro i Rockies, 2-1) così come può esultare con merito Haren che, a dispetto di una ERA di 1,23 aveva sino ad allora uno score di 0-3, a dimostrazione che il numero di W può significare veramente poco nel giudizio di un pitcher.
Infatti il suo rendimento era stato a dir poco stellare ma veramente poco gli era stato messo a disposizione da un attacco che, Reynolds e Lopez a parte, mette insieme numeri a dir poco indecenti.
Un esempio ?
Tra i primi 12 battitori come numero di at bats, sette battono sotto 200 mentre poco superiore (211) è la media di Chris Young: ecco spiegato come mai, nonostante Haren e Davis stiano lanciando da dio, Arizona vince così poco.
A parziale scusante, l'assenza di uno cone Webb ma non sarà certo lui a movimentare lo scoreboard: occorre che gente come Conor Jackson, Young, Drew e Upton si sveglino altrimenti la stagione potrebbe colare a picco in men che non si dica.
Colorado Rockies (5-9)
Gli orfani di Holliday erano partiti bene, vincendo la serie in Arizona (2-1) e sconfiggendo i Phillies nell'opener casalinga al Coors Field: poi due sconfitte contro i campioni fanno scivolare via la serie.
Un match a testa in casa dei Cubs è da classificarsi tra le belle imprese ma successivamente i Dodgers non danno scampo ai ragazzi di Hurdle (sweep) e anche in Arizona va solo leggermente meno peggio (1-2).
Un Cook irriconoscibile, un Jimenez in crisi, un bullpen dove i due super closer Corpas e Street vengono colpiti ripetutamente sono l'emblema dei problemi che Colorado ha sul monte.
I 16 HR di squadra (dieci autori diversi) non compensano tale scempio difensivo, anche se Hawpe fa sempre il suo dovere e Stewart sta sorprendendo piacevolmente.
C'è da dire che probabilmente i Rockies sono la cenerentola della division e non c'era da aspettarsi molto da loro ma, se i lanciatori tornassero su rendimenti più accettabili, qualche soddisfazione in più Colorado se la potrebbe togliere.