Aaron Curry, Wake Forest, è ritenuto il miglior prospetto disponibile tra i linebackers.
La classe 2009 per il ruolo di linebacker offre molta profondità , con almeno quattro elementi in grado di essere potenzialmente scelti tra i primi 32 giocatori assoluti, due, forse addirittura tre, appartenenti alla stessa squadra, Usc. In tempi di frequente conversione dalla 4-3 alla 3-4 saranno molti gli ibridi scelti per ricoprire questo ruolo, costretti quindi a vivere nel limbo tra la posizione di defensive end naturale, ed outside linebacker di stazza, tuttavia nei paragrafi che seguono analizzeremo i puristi del ruolo, anche se giocatori come Brian Orakpo di Texas, defensive end al college, viene dato da alcune guide proprio come linebacker. Di lui e degli altri prospetti di caratteristiche simili, ad ogni modo, parleremo nell'articolo dedicato ai defensive ends.
Discorso diverso per gli appartenenti alle secondarie, la cui classe non brilla per talento a disposizione: manca un cornerback davvero in grado di cancellare dal campo il ricevitore avversario, i nomi in grado di fare la differenza sono limitati a due, e l'elenco dei safety non propone alcun elemento meritevole di essere scelto al primo giro, pur regalando diversa profondità per i turni successivi.
Linebackers
Se riavvolgessimo la cassetta di dodici mesi per ritrovarci a due settimane esatte dal draft 2008, e per un momento ipotizzassimo la disponibilità di Aaron Curry (6'1; 254) tra i prospetti selezionabili, ci accorgeremmo che non figurerebbe nemmeno nei primi due giri, fatto che testimonia gli enormi progressi fatti nell'ultima stagione giocata a Wake Forest terminata con l'assegnazione del Dick Butkus Award, il premio di miglior giocatore per il suo ruolo, ed il conseguente salto in avanti ottenuto a discapito di colleghi più blasonati ad inizio campionato, Rey Maualuga (6'1; 249) e James Laurinaitis (6'1; 244) su tutti.
Curry si è imposto mostrando agli scouts che l'hanno seguito da vicino le sue notevoli qualità di all around player, costruite con il lavoro in palestra e con tanta costanza mentale, che ne hanno fatto un linebacker in grado di restare perennemente nei paraggi dell'azione quando c'è da fermare una corsa, cosa che lui ama fare mettendo le mani addosso all'avversario di turno il più possibile, e versatile a tal punto da rimanere in campo anche in situazioni di ovvio passaggio, quando gli allenatori normalmente mischiano le carte mettendo in campo degli specialisti, etichetta che a lui proprio non si addice, essendo un giocatore da ogni singolo down.
Tanto grosso quanto veloce, roba da far strabuzzare gli occhi, Curry è dipinto da molti esperti come uno dei migliori prospetti difensivi dichiaratisi negli ultimi anni, ed è visto da tutti come un giocatore in grado di restare tra i pro per lunghi tempi. Sarà il primo linebacker selezionato, c'è addirittura la possibilità che venga preso come primo giocatore in assoluto perché rientra nei fabbisogni dei Detroit Lions, così non fosse non uscirà per nessun motivo dalle prime cinque posizioni di scelta, dal momento che può essere facilmente adattato ad una 4-3 tradizionale come ad una 3-4 sempre più in auge.
I già citati Maualuga, Southern California, e Laurinaitis, Ohio State, sarebbero dovuti rientrare tra queste stesse posizioni, tuttavia delle stagioni da senior non del tutto entusiasmanti, così come non lo sono stati i provini effettuati alla Scouting Combine, ne hanno pregiudicato diverse posizioni nelle classifiche individuali del ruolo.
Tra i problemi di Maualuga c'è un carattere del tutto delicato da gestire, che in passato lo ha portato ad avere diversi guai con la giustizia anche a causa dell'eccessiva rabbia, che Rey sembra poter vendere a pacchi, e che mette il più possibile sul campo da football, risultando quindi un giocatore grintoso, determinato, scontroso, e perché no, soprattutto violento per la potenza dei colpi che usa infierire all'avversario. Comanda rispetto e caratterialmente può fare da trascinatore, a patto di non cadere in quegli eccessi che gli sono costati delle discese negli indici di gradimento, davanti agli occhi di professionisti che valutano la mente prima degli attributi fisici, fattore che comunque non ne penalizza lo status acquisito da middle linebacker di sicuro primo giro.
Diverso il discorso per il figlio di Joe Laurinaitis, meglio conosciuto come Animal dei Legion Of Doom nella World Wrestling Federation, il quale ha vissuto una stagione da junior letteralmente elettrizzante, facendo incetta di premi e registrando un record di 18 placcaggi nella finale contro Louisiana State, il cui esito è stato il motivo principale del suo ritorno al college per l'anno da senior, decisione matura, ma che a posteriori gli è costata diversi milioni di dollari.
Come Maualuga, l'ex Buckeyes è costruito apposta per il ruolo di middle linebacker, nel quale ha giocato a livelli vicini all'eccellenza salvo perdere un po' di smalto nel 2008 (ma il tracollo non è stato singolo, bensì di squadra), grazie ad elevate qualità intellettive che gli hanno consentito di interpretare correttamente lo sviluppo dei giochi offensivi avversari, e di farsi conoscere come difensore tendente a non abboccare alle numerose finte adoperate negli schemi offensivi collegiali, qualità in cui probabilmente è il numero uno indiscusso di questa nidiata di matricole.
Di James è particolarmente apprezzabile al dedizione al gioco, cosa che per gli scouts conta tantissimo, negli anni è sempre stato attento ai filmati suoi e degli avversari, sia per capire chi aveva di fronte e sia per migliorare se stesso apprendendo dai propri errori. Nella Nfl avrà vita più complicata, perché può esprimersi al meglio solamente in una 4-3 dove il fronte difensivo gli crei gli spazi necessari per giocare nel backfield opposto, perché dalle annotazioni degli esperti è emerso che una volta bloccato da gente più grossa di lui non riesce più ad uscire di prigione, perdendo quindi di vista il pallone. Gli istinti, invece, sono quelli di un giocatore che non può uscire dal primo giro, specialmente quando squadre bisognose come Atlanta e Detroit, che giocano lo schema a lui più idoneo, saranno chiamate, nella parte bassa del primo giro, ad aggiungere talento proprio nel suo ruolo.
Prima di lui potrebbe essere già andato Brian Cushing (6'2; 243), compagno di reparto di Maualuga a Usc, altro ragazzo cui piace giocare particolarmente duro, molto discusso in tempi passati e recenti per il mostruoso mutamento fisico ottenuto nel giro di breve tempo, il che ha dato il là a voci poi non più confermate di uso di steroidi. Anche lui sembra ideale per lo schema 4-3 ed assai poco adattabile ad una situazione diversa, è ottimale nella posizione esterna, dalla quale esplode letteralmente alla ricerca del bersaglio da colpire, gettandosi ovunque ed esponendo il corpo a numerosi potenziali infortuni, alcuni già patiti in passato, il che ha posto serie questioni sul deterioramento futuro del soggetto. Anche Cushing è materiale buono per il primo round, anche se non è completo, ad esempio, come Curry, dal momento che anche al college non giocava i terzi downs, quelli di passaggio, perché non è un grande pass rusher.
Sempre dai Trojans viene Clay Matthews Jr. (6'3, 240), figlio d'arte, passato dal ricoprire un prominente ruolo di special teamer a titolare, per un solo anno, del ruolo di linebacker/defensive end con speciali compiti di pass rush, cosa che è riuscito a fare allineandosi in vari punti del campo, ma la scarsa esperienza da starter ed i numeri non eccezionali lo mettono un gradino sotto i prospetti citati sinora, anche se ciò non gli toglie la possibilità di venire selezionato entro la fine del primo giro, da una squadra già allestita per giocare una 3-4 a lui congeniale.
Dietro a questa cerchia di talenti c'è ulteriore profondità , capeggiata dall'ex Virginia Clint Sintim (6'2; 256), per alcuni in odore di primo giro, per altri certamente non più disponibile oltre la metà del secondo per l'estrema adattabilità a giocare più schemi, quindi il divario si allarga presentando una serie di prospetti che vengono pronosticati dal terzo al quinto giro, ma che possono comunque trovare il modo di dare un solido contributo ad una squadra Nfl: stiamo parlando di Marcus Freeman (6'0; 239), Ohio State, Cody Brown (6'3; 248),Connecticut, due giocatori apparentemente adatti alla sola posizione outside nella 4-3, Jasper Brinkley (6'1; 252), South Carolina, ragazzo di grandi potenzialità ma troppo soggetto ad infortuni, ed infine di Darry Beckwith (6'0; 242), Louisiana State, e Jason Philips (6'0; 239), Texas Christian, specialisti nel fermare le corse e quindi giocatori di situazione.
Defensive Backs
Anche tra i defensive backs persistono pochi dubbi su chi sia il numero uno della tornata, in quanto tutti gli indizi raccolti portano sempre al nome di Malcolm Jenkins (6'0; 204), cornerback di scuola Ohio State, un ragazzo in possesso di un grande fisico e di tonnellate di esperienza ad alti livelli, peraltro affrontati partendo per alcune gare da titolare già nella stagione giocata da freshman.
E' un giocatore molto dotato, sia atleticamente che fisicamente, dispone di un'ottima statura, lunghezza di braccia idonea per combattere le battaglie aeree con i ricevitori opposti, ed ha un arsenale di movimenti nel corto raggio davvero impressionante, il che ne fa uno starter ideale per qualsiasi squadra che faccia della copertura a zona la sua prerogativa principale. Il fisico, tra l'altro, in passato gli ha permesso di allinearsi saltuariamente da safety, cosa che potrebbe riuscire a fare anche tra i pro per via della capacità di supportare adeguatamente le corse, nonché per la precisione che mette nei placcaggi che effettua.
Più versatile di lui è senz'altro Vontae Davis (5'11; 203), provenienza Illinois, fratello minore di Vernon, tight end dei 49ers, le cui caratteristiche ne tracciano un prototipo di corner valido sia per gli schemi a zona che per quelli a uomo, perché laddove Jenkins soffre, ovvero nel coprire ricevitori piccoli e scattanti nelle tracce profonde, Davis eccelle, in quanto tra le sue numerose qualità c'è la capacità di recuperare terreno anche quando battuto, e di restare al passo con i wide receivers più agili per via di una velocità di base che, rapportata alla stazza ed al fisico scultoreo, è la migliore di questo draft.
L'aspetto che più degli altri tiene sul chi va là gli addetti ai lavori è un caratterino non proprio facile, altra analogia che lo rapporta al fratellone, il che gli è costato diverse red flags, termine che individua aree di preoccupazione da parte degli scouts nei riguardi del giocatore, che spesso riguardano il comportamento dentro e fuori dal campo, e gli infortuni subiti in carriera.
Le bandierine rosse, in questo caso, sono tutte per la testa calda in possesso del soggetto, che per abilità tecnico/fisiche potrebbe stare tranquillamente davanti a Jenkins: ai Fighting Illini, difatti, ha scritto di suo pugno una lunga storia di attriti con il coaching staff, ha creato dissapori con i suoi atteggiamenti da superstar, e rischia di essere ritenuto un elemento capace di spaccare in due uno spogliatoio, una sorta di Terrell Owens schierato sul lato difensivo. Chi avrà messo in preventivo di sopportarne l'atteggiamento, ne riceverà in cambio un corner molto ben strutturato, capace di alzare le 225 libbre ben 25 volte, veloce, determinato ed aggressivo, da tenere sotto costante osservazione a livello mentale.
La battaglia di terzo cornerback del draft sembra essere un affare tra Alphonso Smith (5'9; 193), Wake Forest, e Darius Butler (5'10; 183), Connecticut. Il primo è uno dei giocatori più bassi a disposizione, è limitato dal punto di vista fisico specialmente nei pressi della endzone, in tutte quelle situazioni in cui i quarterbacks optano per il passaggio lob, ma l'istinto che ha per il pallone ha pochi eguali e riesce a compensare tutte queste difficoltà che il ragazzo dovrebbe trovare per via dell'altezza. Le mani, in compenso, sono da wide receiver: al college, dove è stato uno dei migliori difensori della Acc negli ultimi tre anni, ha accumulato un notevole numero di giocate che hanno cambiato le partite (21 intercetti in carriera, record Acc ogni epoca), spesso quando contava di più, terminando di tanto in tanto i suoi ritorni direttamente in endzone anche dopo cavalcate di un centinaio di yards.
Proprio come Smith, anche Butler ne condivide lo status di prospetto di mezzo tra primo e secondo round, starà alle varie franchigie decidere quale posizione dargli, e se dare più peso alla grandissima velocità di piedi che possiede, che gli consente di eccellere nelle coperture a uomo, piuttosto che al suo grande difetto, il fisico magrolino, che lo ha messo fuori gioco anche al college contro i ricevitori fisicamente meglio costruiti rispetto a lui. E' comunque un notevole atleta, che salta come un grillo, per cui difficilmente resterà fuori dai primi cinquanta giocatori selezionati.
Di stazza ne ha invece da vendere Sean Smith (6'3; 214), Utah, che da ragazzino aveva sempre preferito ruoli offensivi dividendosi tra lo spot di running back e wide receiver, e che ha ricevuto la conversione a cornerback solo a stagione 2006 in corso, cominciando a giocare il ruolo con costanza a partire dal campionato successivo. Per via dell'altezza, può essere accoppiato con successo a ricevitori molto fisici, che lui riesce a contrastare bene per via di una buona forza fisica e per la sua stessa stazza, che non consente al quarterback di turno di trovare il classico mismatch in fase di selezione del bersaglio da colpire. E' una scommessa, perché se da un lato è molto agile in rapporto a peso e centimetri, fatto dimostrato da qualche giocata acrobatica che ha mostrato in passato, dall'altro è un giocatore ancora molto grezzo, che non conosce tutti i trucchi del mestiere e che potrebbe richiedere un tempo molto più lungo del normale per trovare il giusto affinamento nei movimenti, specialmente in fase ci partenza dell'azione, quando c'è da girarsi e seguire il ricevitore che capita dalle proprie parti. Mal che vada, la palla la sa ricevere, può sempre tornare al vecchio amore"
Chi non sembra avere problemi di esperienza è D.J. Moore (5'8; 192), Vanderbilt, ragazzo cui piace far pagare cari gli errori del regista avversario, giocatore solido in grado di occupare fin dal primo momento un ruolo di titolare fisso per i Commodores, onorato da due nomine consecutive all'interno del raggruppamento dei migliori performers della Sec, nel 2007 e nel 2008.
Tra i corners analizzati finora, Moore è probabilmente quello che ha la miglior visione di campo, qualità che torna immediatamente utile quando riesce a pizzicare un pallone ed a riportarlo, e che lo rende particolarmente pericoloso quando utilizzato negli special teams, fase del gioco in cui potrebbe rendere anche al piano superiore. Non ha una stazza eccelsa, ma gioca con parecchia aggressività , a volte anche troppa, e di tanto in tanto è uno di quei difensori che scommettono un filino troppo sulle proprie doti d'anticipo, ed i cui errori rischiano di pesare molto conseguendo un big play per gli avversari.
Il quarto od il quinto round sembrano essere territorio idoneo per la chiamata di Sherrod Martin (6'1; 198), Troy, ragazzo che ha dovuto sopportare la riabilitazione da diversi infortuni (e per questo sarà un rookie venticinquenne), ed ennesimo buon prodotto di un college che ha regalato ai pro, di recente, gente come DeMarcus Ware, Osi Umenyora e Leodis McKelvin.
Tra i safety non c'è molto talento a disposizione, e si prevede che il primo giocatore selezionato arriverà a secondo giro già cominciato. I prospetti più interessanti sono sostanzialmente tre, e non tutti gli esperti in materia trovano accordo nello stabilire un ordine determinato di scelta di uno rispetto all'altro.
Per alcuni il più quotato è Louis Delmas (5'11; 202), Western Michigan, colpitore cui piace il contatto fisico, molto utile nella difesa contro le corse ed egualmente abile quando piazzato in copertura di un wide receiver o di un tight end, dotato di parecchia esperienza avendo giocato sempre da titolare, con la piccola penalizzazione del livello competitivo della Mac, non paragonabile a quello che si trova normalmente nelle Conferences di caratura Bcs.
Per altri il vero numero uno è Patrick Chung (5'11; 212), Oregon, nato e cresciuto in Giamaica giocando solamente a calcio, che ha scoperto il football solamente alla high school, e che al college ha avuto molto successo ricoprendo la posizione di rover, una via di mezzo tra safety e linebacker. Tale versatilità può permettere ad una squadra Nfl di schierarlo sia nel box in supporto contro le corse e sia come ultima linea difensiva in copertura, perché le qualità atletiche e fisiche ci sono tutte, e l'istinto per andare in cerca dello svolgimento dell'azione non manca affatto.
William Moore (6'0; 221), Missouri, ha tutte le carte in regola per giocarsi il posto di primo scelto nel ruolo, essendo sensibilmente più pesante dei due prospetti appena citati e non per questo meno atletico e veloce, spostato da corner a safety nel corso della carriera trascorsa con i Tigers.
E' stato utilizzato sia in copertura e sia nel box, fatto che nell'ultimo anno al college ne ha abbassato le statistiche in fase di intercetto, su di lui persistono dei dubbi legittimi sulla tenuta fisica, per la molteplicità di problemi che ne hanno caratterizzato l'ultimo campionato giocato.
Più a proprio agio negli spazi vasti è senz'altro Rashad Johnson (5'11; 203), Alabama, piccolino e sotto peso per il ruolo, ma dotato di atletismo e visione di campo che ne fanno un free safety naturale anche al livello superiore, fatto che dovrebbe far riflettere i Dallas Cowboys alla 51, caratteristica esattamente contraria a quella portata in dote da Chip Vaughn (6'1; 221), Wake Forest, adatto solamente al ruolo di strong safety per via di una forte propensione a difendere le corse e di una velocità di base inferiore a quella richiesta per coprire adeguatamente in campo aperto.
Altri due nomi meritevoli di forti considerazioni tra terzo e quarto giro, sono infine quelli di Michael Hamlin (6'2; 214), Clemson, ragazzo di grande esperienza ad alto livello (quattro anni da titolare nella Acc), adatto a ricoprire il ruolo di strong safety, e Darcel McBath (6'0; 198), Texas Tech, tre anni da starter ai Red Raiders, cornerback convertito ed in ottica di giocare da free safety nella Nfl, in quanto sensibilmente più a suo agio nel pattugliare l'azione da lontano che non nel supporto contro le corse.