Focus: la trade di Jay Cutler

Jay Cutler sembra soddisfatto mentre mostra la nuova maglia…

Un terremoto ha scosso questi giorni di tranquillità  che la off season NFL dovrebbe vivere tra la firma dei free agent più appetibili ed i due giorni di draft, vero picco di interesse nella pausa estiva tra un campionato e l'altro.

Questo terremoto attraversa tutti gli Stati Uniti, partendo dal Colorado ed arrivando sino all'Illinois. Jay Cutler è infatti stato tradato dai Broncos in direzione Chicago, per rafforzare i Bears, ponendo fine ad una telenovela che stava portando all'esasperazione front office e tifosi di Denver.

Prima di addentrarci negli aspetti tecnici dello scambio, cerchiamo di capire cos'è successo e perchè Cutler è stato scambiato.

Denver si presentava alle ultime 3 giornate della stagione appena conclusa con 3 partite di vantaggio sugli avversari divisionali dei Chargers, gli unici che avrebbero potuto sottrargli lo spot nella griglia della post season. Sarebbe bastata una vittoria o una sconfitta dei rivali per assicurarsi l'accesso ai playoffs quindi. Ed invece la serie è stata di 3 sconfitte, compresa quella decisiva proprio al Qualcomm di San Diego, in cui non c'è stata proprio partita.

Ora, questo fallimento è stato pagato duramente dall'head coach Mike Shanahan, che dopo 13 anni alla guida della squadra è stato licenziato, facendo arrivare dal New England l'ormai ex offensive coordinator di Bill Belichick ai Patriots, Josh McDaniels.

Anche se gli innumerevoli infortuni potevano dare una scusante a Mike, troppi anni di sconfitte (una sola vittoria nei playoffs dal 1999 ad oggi) e scelte operate da lui ma quantomeno discutibili in sede di mercato, gli sono costati il posto.

E la telenovela Cutler nasce proprio qua, perchè il QB era particolarmente legato al suo coach ed al suo staff. Non solo, all'arrivo del nuovo capo allenatore, è seguito il licenziamento dell'allenatore dei QB Jeremy bates, si veniva a sviluppare un nuovo sistema offensivo ed è iniziata a trapelare la voce di una trade che coinvolgesse i Patrios, Tampa Bay e Denver con un giro di QB, che avrebbe visto la partenza di Jay proprio per un altro regista più delle scelte per rifondare la squadra soprattutto difensivamente, reparto che è stato il primo colpevole del fallimento maturato nella stagione 2008.

E così Cutler tra voci di trade e staff mutato, ha iniziato a parlare di volersene andare. Ma in un primo momento, questa sembrava una strategia per poter strappare un contratto ben più ricco di quello che aveva, perchè la sua volontà  si credeva fosse comunque quella di rimanere in Colorado.

Però poi la situazione si è ancor più complicata. Jay ha messo in vendita la propria casa, non si è presentato agli allenamenti volontari della squadra e soprattutto, non ha più risposto nemmeno al telefono, rendendo evidente che la sua decisione ormai l'aveva presa e non era nemmeno disposto a discuterne.

A quel punto cosa potevano fare il nuovo coach Josh McDaniels e la dirigenza una volta appurato che non vi erano più margini di manovra per sistemare la questione? Niente di diverso dall'iniziare a prendere in considerazione le offerte dei vari team e scegliere quella che ritenevano migliore.

E la trade avrebbe dovuto comprendere o una scelta in questo draft che avrebbe garantito l'arrivo di Sanchez o Stafford, i due QB, probabilmente gli unici, con una discreta prospettiva da professionisti di questa classe e che difficilmente scenderanno oltre la decima scelta. Oppure avrebbe dovuto assicurarsi scelte magari di primo giro basso, ma comprendenti un QB già  capace di essere quantomeno uno starter solido. Definiti questi criteri discriminanti, i Broncos hanno iniziato a valutare le varie proposte che man mano stavano arrivando.

La prima voce è stata quella che voleva il prodotto di Vanderbilt in Michigan a Detroit, in cambio delle due prime scelte di quest'anno, la prima assoluta e la ventesima. Ma a dire il vero, questa era un'ipotesi portata avanti più dai media e da alcuni tifosi che non dal front office dei Lions, che non ha mai fatto pervenire una proposta reale a Denver.

Chi invece si era fatto avanti pubblicamente erano i New York Jets, ma avevano poco da offrire. Nessun QB da mandare a coprire lo spot che avrebbe scoperto dalla partenza di Cutler.

Quindi il nuovo coach di Cleveland Mangini, che ha lasciato proprio i Jets quest'anno, è stato contattato per imbastire uno scambio a tre, che avrebbe mandato Brady Quinn ai Broncos con delle non precisate scelte, Cutler a NY e i Jets che avrebbero ricompensato il sacrificio dei Browns a loro volta con delle loro scelte.

Ma la trade era alquanto complessa, con Cleveland che sì ha ancora aperta la questione dei 2 QB che si contendono il posto e quindi uno si potrebbe sacrificare, ma il problema stava nel fatto che trai due sarebbe rimasto Derek Anderson, già  bocciato nel corso dello scorso campionato e pubblicamente criticatro da alcuni compagni di squadra. Quindi avrebbe dovuto partire Quinn, il designato franchise QB della squadra dell'Ohio.

A quel punto la proposta più concreta pareva quella proveniente da Washington. Il loro proprietario Snyder si era mosso tardivamente, ma con una determinazione tale da fargli recuperare il tempo perso e metterlo davanti alle altre pretendenti.

La sua proposta era la prima scelta di quest'anno, la numero 13, la prima del prossimo e il proprio QB Jason Campbell. Proposta allettante insomma.

Non fosse che all'ultimo momento si sono mossi anche i Bears con una proposta strutturata alla stessa maniera, ovvero la prima scelta di quest'anno, la numero 18, e la terza (la numero 84), più la prima del prossimo draft ed il proprio QB Kyle Orton.

Denver ha di sicuro preferito tra i due QB Orton, e forse vedendo come si sono rafforzati in questa off season i Redskins, ha anche pernsato che la loro scelta del prossimo anno con Cutler avrebbe potuto essere più bassa che quella che arriverà  da Chicago. A quel punto la decisione è stata presa.

Tutto finito?
Forse. Di sicuro così i Bears si sono assicurati uno starter solido, futuribile e che ha già  dimostrato di valere molto.

Grande braccio, capace di fare tutti i lanci che gli si chiedono, ma che più importante di tutto, sistema un ruolo che a Chicago era scoperto da troppo tempo.

Le tre scelte non sono una contropartita irrisoria, ma se consideriamo che si sono portati a casa un pro bowler di 26 anni, e che squadre alla ricerca di un franchise QB perdono anche più scelte e molti anni per trovarne uno, allora la spesa risulta ampiamente giustificata per un giocatore sul cui talento non ci sono dubbi.

E con il ruolo più importante sistemato per i prossimi 10 anni, i Bears potranno concentrarsi sul sistemare le altre necessità  di roster, ma che saranno tutte meno determinanti rispetto all'upgrade che dà  un QB di provato talento.

Quindi la prospettiva dei Bears diventa ottima.
L'attacco non è quello che c'era a Denver, ma è comunque futuribile, il running game è ottimo e Fortè si è dimostrato un grandissimo running back anche con ottime mani, e Cutler è il QB giusto per sfruttare questa arma.

Quindi, se prima ai vari QB che si sono succeduti, da Griese a Grossman fino ad arrivare a Orton, si chiedeva di non causare danni perchè il punto di forza era la difesa, ora ai Bears la prospettiva cambia, e pure l'attacco diventa un reparto capace di far girare l'inerzia delle partite. Anche in questo risiede l'importanza di migliorare la qualità  nel top spot.

A Denver cosa succede ora.
La prospettiva non è chiarissima, questo il motivo per il quale non siamo sicuri che questa vicenda si sia conclusa con la cessione di Cutler.

Orton è uno starter che a Chicago ha dimostrato di poter coprire il ruolo, però non è quel giocatore, o per lo meno non ha ancora mai dimostrato di esserlo, capace di migliorare con il proprio talento tutto il reparto.

Non è uno di quei QB che "producono" le grandi stagioni dei ricevitori. Ha un lancio accurato, ma non eccelle in nulla. Potrebbe essere comunque sufficiente ad un attacco di Denver che come detto, tra offensive line, ricevitori e tight end è molto giovane ma già  capace di mettere a tabellone moltissimi punti.

Però in una situazione in cui il running game fatica, e a Denver questo è accaduto nonostante la zone blocking scheme di Shanahan sempre ottima a causa infortuni e nessun RB di livello assoluto, Orton potrebbe essere costretto a mettere per aria il pallone più di quanto vorrebbe fare, e se questo creava problemi già  a Cutler, crediamo che nel suo gioco potrebbe essere un problema anche maggiore.

Da qui, inziano a circolare le voci secondo le quali la situazione QB non sia risolta, e che quindi in sede di Draft i Broncos proveranno a fare una trade up per assicurarsi almeno Sanchez, o Stafford se il prodotto di USC verrà  scelto prima. E questo potrebbe essere possibile viste le 5 scelte che hanno ora a Denver nei primi tre giri.

I need che soprattutto in difesa ci sono sconsiglierebbero di fare una scelta in questa direzione, e più probabilmente in cabina di regia non cambierà  più niente da qui all'inizio del campionato, ma il ruolo di QB è così delicato che se McDaniels non dovesse rimanere soddisfatto nel vedere come lavora Orton in questi giorni che mancano alla selezione dei rookie, potrebbe anche esserci ulteriore movimento.

Insomma, questa è la trade più importante dell'estate, e come abbiamo visto, ha mobilitato tante squadre e forse avrà  ripercussioni che si faranno ancora sentire. Non è detto che non le sentirà  Jason Campbell che anche se rimasto a guidare i Redskins, ora sa che è spendibile sul mercato e che non ha la fiducia dell'owner sul suo essere un QB capace di portare il titolo nella capitale.

E di sicuro ne soffriranno anche i Broncos qualora le scelte ricevute da Chicago non porteranno alla mile high city giocatori così forti da coprire il gap di talento che separa Orton da Cutler.

Trade di questa portata, soprattutto quando coinvolgono tante scelte e quindi prospetti, possono essere giudicate su periodi di tempo di qualche anno. Ma se il tempo serve per giudicare come sfrutteranno questi due draft i Broncos, Cutler ci permette già  di dire che Chicago non ha fatto un salto nel buio. Anzi, ha rimesso un casco blu con la C arancione ad un QB di un talento tale che nell'Illinois non si vedeva da decenni. Ed il QB è il mattone primo su cui si fonda la costruzione di una squadra vincente.

Permetteteci un'ultima considerazione.
Se sul telento di Cutler non ci sono dubbi, è altrettanto vero che a livello umano non si è affatto comportato da persona matura.

I cambi di coach ci sono sempre quando i risultati non arrivano, e non può essere questo il motivo per decidere di andarsene da un team. Tanto meno facendolo dichiarando ai media di essere scontento e non dialogando con il nuovo staff per vedere se vi potevano essere dei margini di soluzione della controversia, o quantomeno per discuterne.

Le voci sulla trade per Cassell possono aver influito, e anche McDaniels non si è mosso benissimo, senza contare che lui doveva anche preoccuparsi di non uscire da questa vicenda delegittimato nella sua autorità  di fronte al resto della squadra, risciando di perdere il controllo dello spogliatoio.

Quindi le sue prese di posizione possono esser comprensibili. Però di voci ne sono girate tante, e quando vi sono più versioni su un fatto.. bè, è ovvio che qualcuno sta mentendo.

Il sospetto che sia stata tutta una manovra al fine di rimediare un nuovo contratto emerge dal fatto che Cutler ha chiesto solo di andarsene, ed è stata discrezione di Denver deciderne la destinazione. Jay ha saputo che sarebbe finito a Chicago solo a trade conclusa, e questo è un atteggiamento strano per un giocatore che si è dimostrato così attento alla questione coach.

E lo stesso QB, intervistato a scambio avvenuto, ha glissato sulla specifica domanda di come si è sviluppata la questione. Mentre McDaniels pubblicamente ha più volte dichiarato che era Jay il suo QB.

Ora non sappiamo con certezza dove stia la verità , come detto prima, e probabilmente entrambe le parti non hanno avuto la maturità  tale da poter sistemare la frattura creatasi. Però se in un primo momento il dito era puntato da tutti sul nuovo coach dei Broncos, ora in moltissimi lo stanno spostando su Cutler per l'atteggiamento tenuto nelle ultime due settimane, che dimostrava che forse tutti i problemi che ci sono stati, non erano così grandi ma a lui sono serviti allo scopo, semplicissimo, di andarsene.

Insieme ai tifosi di Denver, anche Brandon Marshall era forse seccato, di sicuro disilluso dal comportamento dell'ormai ex compagno. Dopo la sua prima ricezione da TD in NFL, Cutler gli aveva detto che a quel TD ne sarebbero seguiti altri cento.

Ed il ricevitore si era fatto dare quel pallone che conserva ancora oggi come un cimelio. Inutile dire quanto a Marshall, quanto ad uno stato intero, causi dispiacere questa promessa non mantenuta.

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