Santonio Holmes bacia il Vince Lombardi trophy
Fitzgerarld riceve palla dall'eterno Kurt Warner, le safety sono larghe sulle ali del campo, in mezzo una prateria e il cavallo di razza corre, corre, corre come il vento, le ali ai piedi, l'end-zone davanti a lui, le braccia al cielo, lo sguardo al padre in tribuna che probabilmente scriverà un pezzo sul figlio decisivo al Superbowl, la rimonta completata, Arizona avanti 23 a 20, il mondo shockato, la difesa leggendaria degli Steelers in ginocchio.
Meno di tre minuti alla fine…
Poi all'improvviso, Santonio Holmes, wide receiver dei Pittsburgh Steelers…
Chiude gli occhi, è sul campo di Tampa e la sua squadra sta perdendo e in quel preciso momento, in quell'istante ripensa a tutti i sacrifici fatti per arrivare fino a li; lui nato il 3 marzo 1984 a Belle Glade proprio in Florida dove portò la sua high school al record di 12-1 nella sua stagione da senior; proprio lui che, passato a Ohio State, dal 2003 al 2005 ha collezionato 243 ricezioni per 2.295 yard condite da 25 touchdown entrando di diritto nel'elite della scuola per quanto riguarda i record dei Buckeyes, proprio lui che nel 2006 venne scelto al primo giro dai Pittsburgh Steelers al numero 25, unico ricevitore nella prima tornata di scelte, proprio lui che dopo un inizio difficoltoso, in salita, si ritaglia spazio, fiducia attraverso il lavoro, la dedizione e il sacrifico tutte qualità apprezzate nell'universo Steelers, proprio lui che nell'annata 2007 sorride amaro del suo touchdwon nella sfida ai playoff persa contro i Jaguars dove mette a referto 3 ricezioni per 49 yards e il suddetto td; proprio lui che quest'anno ricomincia da dove aveva finito, ricevendo e completando, finchè non viene arrestato per possesso e uso di marijuana.
Un problema, quello con la legge, che lo segue fin dall'adolescenza, tra violenza domestica e disturbo della quiete pubblica.
Proprio lui riapre gli occhi e incrocia quelli del suo quarterback, Ben Roethlisberger, e si parlano; il quarterback dice ai suoi compagni che ora o mai più, questo è il momento; Santonio afferma di volere il pallone tra le mani, non importava come, lo voleva lui, per la storia, per i compagni, per la Nation, per il team.
La pressione è enorme, il tempo corre, bisogna battere anche lui oltre che la difesa dei Cardinals che in questa mite notte americana è ostica al di là di ogni ragionevole previsione.
Il ragazzo ha già collezionato 6 ricezioni ma saranno inutili se finirà così la partita.
Ben cuce un drive quasi perfetto e le grandi, accoglienti mani di Holmes prendono tutto ciò che svolazza dalle sue parti: una ricezione media che fa uscire Pittsburgh da una brutta situazione; un'altra sulla media distanza che fa avanzare la squadra e poi una ricezione spalle alla end zone, finta di corpo e poi via correndo veloce più che può, con le poche energie rimaste nel corpo stremato da quasi 60 minuti di football, porta avanti, avanti, avanti per altre 40 yards fino alle 6 avversarie la palla ovale stretta stretta nelle sue mani, agevolato dallo scivolone sulla sua finta di Francisco, la safety che si stava prendendo cura di lui in quel momento.
Durante tutta la partita più volte la difesa di Arizona aveva messo pura sabbia negli ingranaggi dell'attacco Steelers una volta arrivato quest'ultimo nella red-zone dei Cardinals.
Santonio lo sa, e sa anche che questa potrebbe essere l'ultima occasione per vincere la partita ed entrare nella storia dalla parte dei vincenti, di quelli con 6 dite adornate da altrettanti anelli.
Su di lui c'è una tripla copertura chiamata da Ken Whisenhunt, quasi sentisse sulla sua pelle il pericolo, il rischio più grave proprio dalle parti di Santonio.
La palla parte dal braccio di Roethlisberger insieme ai flash di migliaia di tifosi, è una parabola verso il corner destro alto, il primo difensore viene superato, il secondo cade, il terzo è addosso a Holmes, il fiato è sospeso e anche il pensiero di Santonio per un secondo vola, sospeso, a qualcuno più in alto di lui: “Ho chiesto al Signore di aiutarmi in quel momento” affermerà poi a fine partita.
Probabilmente qualche santo Holmes in paradiso c'è l'ha, poichè oltre allo straordinario talento che gli hanno regalato, sorridono benevoli anche nella notte di Tampa: la palla scende lenta, soffice nelle sue mani, entrambi i piedi a contatto, con le punte, contro il terreno. L'arbitro li accanto alza in verticale le braccia verso il cielo.
La Nation ulula di gioia.
Le terrible towel sventolano paurose e festanti.
E' un meraviglioso capolavoro di tecnica, orgoglio, coraggio e speranza.
E' il touchdown del definitivo 27 a 23 per Pittsburgh.
E' il catch che decide la partita e l'MVP.
Il numero 10 degli Steelers chiuderà con 9 ricezioni per 141 yards guadagnate
Sono le cifre che proiettano l'MVP Santonio Holmes nella gloria.
D'altronde anche il boss l'ha divinamente cantato all'half-time show…
GLORY DAYS.