Darren Sproles, il piccolo grande uomo di San Diego!
La prima delle due partite di Wild Card della AFC è stato un rematch del Divisional dello scorso anno. I campi erano invertiti ma il risultato è stato lo stesso. I San Diego Chargers hanno infatti spezzato i sogni di gloria del neo MVP Peyton Manning e dei suoi Indianapolis Colts per il secondo anno consecutivo, in quella che ormai sta diventando una delle rivalità più accese all'interno della Conference.
Come dodici mesi fa i Chargers hanno dovuto fare i conti anche con qualche problema fisico ai loro due playmakers offensivi. LaDainian Tomlinson ha infatti giocato solo per i primi due quarti (riuscendo comunque a segnare il primo TD per la sua squadra) a causa di un dolore inguinale mentre Antonio Gates ha dovuto combattere contro una piccola distorsione alla caviglia.
Questo non gli ha comunque impedito di risultare il ricevitore più prolifico dei suoi, con 8 palloni ricevuti per 87 yards e diverse conversioni di primo down decisive nei momenti caldi della gara. Con LT fuori dai giochi San Diego ha trovato nuova linfa vitale con il piccolo (nel vero senso della parola, visto che non arriva al metro e settanta di altezza) Darren Sproles, autore di una prova mauiscola.
Il prodotto di Kansas State ha guadagnato quasi 350 yards combinate tra corse (22 portate per 105 yds e 2 TD), ricezioni (5 per 45 yds) e punt/kick returns. Con la sua velocità e i suoi tagli fulminei è stato un rebus insolvibile per la difesa dei Colts, che si era pure comportata discretamente bene per gran parte della partita riuscendo a portare pressione su Philip Rivers (4 i sacks messi a segno da Dwight Freeney e Robert Mathis) e intercettandolo una volta con Antonie Bethea.
Il QB dei Chargers, che ha chiuso la stagione con il rating più alto all'interno della NFL, lanciando 217 yards pur senza TD è stato comunque decisivo nel finale di partita, prima nel drive dell'ultimo quarto che ha portato i suoi in raggio da FG per pareggiare il risultato e mandare tutto al supplementare dove ha poi orchestrato il drive vincente partendo dalle proprie 25 yards.
È stata però proprio la difesa di Indianapolis a commettere due gravissimi errori durante l'overtime che hanno praticamente regalato ai Chargers due primi downs e quelle yards necessarie per entrare in una posizione di campo molto favorevole. Tim Jennings prima e il rookie Clint Session poi si sono fatti chiamare un holding e un face mask che hanno concesso all'attacco avversario di avanzare di 20 yards, a ridosso della red zone da cui poi il solito Sproles (bravo a lasciarsi alle spalle un fumble commesso in precedenza sulla linea delle 2 yard) è riuscito a raggiungere l'endzone per il TD che ha chiuso la partita sul 23-17.
L'altro assoluto protagonista della partita è stato il punter di San Diego, Mike Scifres. Un ruolo spesso bistrattato e poco considerato può però risultare decisivo addirittura in partite del genere, in cui la posta in palio è altissima. Scifres ha calciato la palla 6 volte, con una impressionante media di 52.7 yards per punt (compreso un missile da 67 yards) riuscendo addirittura a piazzare sempre la palla a ridosso della goal line concedendo a Peyton Manning e all'attacco dei Colts delle posizioni di campo difficilissime.
Lo stesso Manning ha comunque giocato una buona partita, lanciando per 310 yards con un TD da 72 yards per Reggie Wayne, grazie anche ad un clamoroso errore della difesa di San Diego che tentava di fare una sostituzione mentre Manning si affrettava a snappare la palla trovando così il suo WR completamente libero. Come successo per tutto il corso della stagione ai Colts è però mancato completamente l'apporto del running game, che ha prodotto un deficitario 2.9 yards di media per corsa (contro le 5.1 dei Chargers). Joseph Addai (44 yards e un TD) e Dominic Rhodes (utilizzato solo per 4 volte) non sono mai riusciti a superare Jamal Williams e la linea dei Chargers, lasciando tutta l'incombenza del peso dell'attacco sulle spalle del loro QB.
E così i Chargers, che fino ad un mese fa non avrebbe mai nemmeno immaginato di potersi giocare la post-season si trovano al Divisional, a due fermate dal Super Bowl. I Colts invece si sono visti fermare la winning streak di nove partite proprio sul più bello. A questo punto in Indiana si penserà a fare qualche cambio, probabilmente partendo proprio dalla sidelinea e dall'Head Coach Tony Dungy che sembra essere arrivato al capolinea, dopo sette stagioni ad Indianapolis dove ha raggiunto per sette volte i Playoffs.
A differenza della prima, la seconda partita in programma non è mai stata in discussione. Pur mettendo i primi 3 punti sul tabellone infatti i Miami Dolphins non hanno potuto assolutamente niente contro i Baltimore Ravens e la loro asfisiante difesa, esattamente come qualche anno fa (stagione 2001), quando le due squadre si incontrarono ai Playoffs, sempre nella Wild Card.
La chiave della gara sono appunto stati i turnovers causati da Ed Reed e compagni che hanno costretto Chad Pennington (neo eletto Comeback Player of the Year) a lanciare addirittura 4 intercetti. Il QB ex Jets non è mai riuscito ad entrare in ritmo, non trovando mai i suoi ricevitori principali dovendosi quindi accontentare di qualche screen centrale per i RB (Ronnie Brown è stato infatti il ricevitore più utilizzato con 6 ricezioni, di cui una trasformata nell'unico TD della partita dei padroni di casa).
La safety dei Ravens, come spesso successo in questo finale di stagione, è risultato essere l'MVP della partita con 2 intercetti di cui uno riportato in meta e una presenza in campo che si è fatta sentire ad ogni occasione. Grazie al suo TD Baltimore si è portata in vantaggio sul 10-3 e da lì in poi non si è più guardata indietro, mettendo a segno un'altra segnatura con Le'Ron McClain prima e con una keeper del QB Joe Flacco poi, per chiudere definitivamente i giochi sul 27-9.
Con una prestazione del genere della difesa (che ha concesso a Miami sole 52 yards su corsa, con una media di 2.5 ypa) tutto quello che si chiedeva a Flacco ed al suo attacco era di proteggere il pallone e non commettere errori; e dopo il fumble iniziale di McClain nel drive iniziale della partita è proprio quello che hanno fatto.
Il rookie uscito da Delaware ha lanciato per 135 yards con soli 9 completi su 23 tentativi mentre la coppia di RB ha messo insieme 75 yards da parte di McClain e 62 di McGahee riuscendo così, una volta passati in vantaggio, a dettare il tempo della partita.
Miami dal canto suo ha probabilmente perso la partita grazie a quel fattore che doveva essere la loro forza, e cioè quel “turnover differential” in cui durante la stagione erano stati i migliori con ben 17 palle recuperate. Come detto in precedenza però non è stato il caso di oggi contro questa difesa dei Ravens, che se riesce a mettere a segno ben 5 “takeaways” difficilmente non regala la vittoria alla proprio squadra. La stagione dei Dolphins resta comunque più che positiva ed aver raggiunto la post-season dopo aver chiuso la stagione precedente con 1 vittoria e 15 sconfitte resta un traguardo eccezionale.
A questo punto quindi il programma dei Divisional della AFC è il seguente: Baltimore Ravens at Tennessee Titans (sabato 10 gennaio, ore 22:30) e San Diego Chargers at Pittsburgh Steelers (domenica 11 gennaio, ore 22:45).