Eli Manning ha nel mirino un altro Super Bowl…
Tutti ci ricordiamo com'è andato lo scorso campionato.
Ad inizio anno i Patriots sembravano una corazzata inaffondabile, una Bismark del football. E durante la stagione hanno mantenuto fede alle promesse chiudendo la perfect season, vincendo tutte e 17 le partite.
Nella national conference, gli avversari più accreditati erano i Dallas Cowboys che avevano perso solo contro New England nello scontro diretto, prima di mollare nelle ultime partite, a primo posto nel seeding già acquisito.
Poi venivano Indianapolis, campione in carica e più agguerrita rivale nella AFC, e Green Bay, autrice di una stagione strepitosa con un Favre rinato.
E i Giants? Nessuno li considerava per il titolo.
In prestagione ci furono problemi con Strahan, che voleva mollare e che criticava la dirigenza della squadra. Sembrava in rotta con tutti e tutto, in una situazione analoga a quella che contemporaneamente viveva Bryant ai Lakers.
Poi l'inizio di campionato molto lento, l'infortunio di Shockey, i difficili rapporti tra il TE ed il suo QB, Eli che continuava ad alternare ottime prestazioni ad altre pessime. Non solo, ogni volta che la squadra convinceva, arrivava una sconfitta che ne ridimensionava le pretese. Due volte contro i Cowboys, che ristabilivano sempre le gerarchie, e sconfitti anche dai Patriots nell'ultima giornata di campionato, tanto per far vedere che agli altri non avrebbero lasciato nemmeno le briciole.
Ma la storia poi la sapete. I road warriors hanno messo in fila Tampa Bay, Dallas, Green Bay e quindi Brady e compagni. Nel vincere, i Giants hanno fatto vedere che spirito di squadra li ha animati. Il piccolo Manning è diventato grande nel momento più importante della sua carriera, la difesa organizzata da Steve Spanuolo è stata a tratti dominante e comunque sempre attentissima. Persino i rookie hanno avuto un impatto maggiore di quanto potesse attendersi anche il più fiducioso degli analisti.
E alla fine è arrivato il titolo contro ogni pronostico e contro ogni record di stagione regolare. Ma l'aver realizzato uno dei più grandi upset della storia di questo sport non ha permesso ai Giants di presentarsi alle porte della nuova stagione in testa ai vari power ranking estivi.
La perdita della safety Gibril Wilson, sostituito dal rookie Kenny Phillips che è anche il miglior prospetto della sua classe nel ruolo, ma che ciò non di meno necessita di tempo per adattarsi ai ritmi del professionismo, è stata la prima dolorosa sottrazione alla creatura di Spanuolo. Oltre a ciò, il ritiro di Strahan e l'infortunio che ha fatto terminare la stagione di Umenyora prima che questa iniziasse, sembravano due colpi devastanti, due colpi da cui non ci si può riprendere.
Se poi questo non bastava per spazzare via le speranze di back to back anche del più ottimista dei tifosi, si è aggiunta la partenza di Shockey, strepitoso giocatore e carattere forte. Talvolta anche troppo forte. Leader che però non ha trovato la capacità di convivere con Eli che ha un modo di fare totalmente diverso, molto più freddo, e che lo ha portato a scontrarsi con il coaching staff, tanto che in estate è arrivata la cessione ai Saints.
Quindi il power ranking li ha visti partire dietro i Cowboys, già dominatori della NFC nel 2007, ed in off season rafforzatisi con una concentrazione di stelle e rookie che li ha resi ancora di più la grande pretendente 2008. La stessa San Diego veniva data come la possibile, anzi probabile, forza maggiore della AFC. Poi Green Bay in base alla risposta del proprio nuovo QB.
Quindi Phila se sarebbe riuscita ad evitare la ormai la consueta moria di giocatori ecc.. e non si potevano dimenticare i Colts. E anche se New England aveva perso personale importante, li guidava pur sempre Brady, quindi la menzione tra le contendenti era un fatto dovuto. Così i Giants sono stati ancora messi in disparte: "Squadra forte sì. Ma che ha portato a casa il campionato nell'annata che non ripeti.. E poi hanno perso metà difesa.." e così via.
La stagione non è finita. E come l'anno scorso i ragazzi di coach Coughlin sono emersi quasi dal nulla, facendo ancora ricredere chi li vedeva ancora una squadra di secondo piano. Il record è di 7-1, che è oltremodo significativo se si pensa che hanno vinto a Pittsburgh e contro i rivali divisionali Redskins e Cowboys. Insomma, hanno già chiarito chi è che comanda, e questa volta lo hanno fatto sin dall'inizio.
L'obiettivo è il back to back, portare a casa il secondo titolo, e al momento li riteniamo in assoluto i favoriti per l'anello. Non vediamo nessuna squadra al loro livello, tenendo sempre presente che in uno sport in cui si decide la stagione in una gara unica, può sempre succedere di tutto.
Ma il Vince Lomabrdi Trophy 2007, e prima ancora la cavalcata che lo ha portato nella bacheca newyorkese, hanno dato alla squadra una sicurezza nei propri mezzi che diventa un valore aggiunto nelle partite ad eliminazione diretta. La forza derivata dalla vittoria a discapito di infortuni e problemi vari che hanno afflitto la squadra, hanno contribuito a forgiare un carattere, uno spirito che ogni domenica viene messo in campo, e che ha portato 7 vittorie in 8 partite.
Manning ha ancora un rendimento altalenante, gli manca la continuità di altri grandi QB, ma al contempo i momenti bui, le partite piene di errori ed intercetti, sono un lontano ricordo. Ora sappiamo che cosa sia in grado di fare il prodotto di Mississippi, e il titolo vinto sembra proprio avergli dato quella solidità mentale che era il suo punto debole nonchè il cavallo di battaglia cavalcato da tutti i suoi detrattori.
L'attacco rimane un'arma letale, con il RB Jacobs che ha una fisicità mostruosa, sembra un Jerome Bettis più magro e muscoloso, anche se meno estroso ed intuitivo. Gli danno il cambio Bradshaw e Ward, backup tutt'altro che trascurabili, con il secondo dotato anche di ottime mani per gli screen pass.
La linea d'attacco è una delle migliori della lega, protegge Eli e crea varchi per le corse. Il reparto ricevitori è di primissimo piano, e anche se Burress sta vivendo una stagione un po' tribolata tra malanni e sospensioni, e se Toomer fa vedere un gioco che risente della sua età , rimangono una coppia di WR tra le migliori della lega, senza dimenticare il contributo sempre maggiore che dà alla causa Steve Smith, che calamita ad ogni partita un quantitativo sempre crescente di palloni ed è un terminale sempre più credibile soprattutto nei terzi down ed in red zone.
Solo il TE Bess è stato sinora poco coinvolto, ma ricordando la sua giovane età , avrà modo di adattarsi maggiormente al sistema in cui si trova immerso, e dando tempo al tempo, diventerà una pedina importante della fase offensiva.
La lista del personale perso dalla difesa in off season l'abbiamo già fatta ed è lunga nonché comprensiva dei nomi più importanti del reparto, ma la sostanza, incredibilmente, non è cambiata. I LB Pierce e Tuck stanno giocando un football fantascientifico, il CB Ross era stato un fattore determinante già nell'anno da rookie, quindi potete immaginarvi cosa fa ora e cosa potrà fare in futuro con l'esperienza che accumula settimana dopo settimana.
Ed anche Phillips, partito piuttosto in sordina, sta emergendo come buon colpitore, dividendosi il lavoro con il secondo anno Micheal Johnson. Infine altra sicurezza è il CB Webster, che contribuisce a sigillare una secondaria di altissimo livello.
In conclusione, anche quest'anno abbiamo commesso l'errore di sottovalutare i Giants durante l'estate. E neppure le loro prime vittorie non gli avevano permesso di stanziarsi in testa ai vari power ranking.
Ma a metà stagione è questo il quadro che emerge, e quindi una loro eventuale doppietta al super bowl di Tampa non sorprenderebbe più nessuno. Anzi, per quello che hanno dimostrato sino ad oggi, sarebbe più stupefacente non vederli alzare un altro trofeo al cielo della Florida tra migliaia di coriandoli blu e rossi.