La corsa ai playoffs della NFC

Steve Smith dei lanciatissimi Panthers

Siamo già  arrivati alla 8 giornata, quindi praticamente a metà  della stagione regolare, e così possiamo iniziare a tirare le somme nelle varie division ed iniziare a fare dei calcoli su quelle che possono essere le squadre che da dicembre potranno contendersi il Vince Lombardy Throphy nella post season.

WEST

Iniziamo con la division che, come ormai da parecchi anni, manderà  alla post season solo la sua prima classificata. Seattle, San Francisco e St. Louis sembrano già  condannate, mentre i Cardinals, per molte stagioni un semplice fuoco di paglia, paiono essere finalmente al loro anno buono.

Non si può mai sapere cosa potrà  accadere nella seconda parte della stagione, ma i '49ers sono ancora in fase di ricostruzione e già  tagliati fuori, ed i Rams hanno aspettato troppo a licenziare Linehann e ormai la situazione potrebbe essere definitivamente compromessa sebbene il gioco e le vittorie, 2 nelle ultime 3 difficili partite, siano prepotentemente tornate nel Missouri.

Le due sfide dirette contro i Cardinals ci diranno di più sulle possibilità  dei Rams, che ora sono la seconda forza della west. Mentre Seattle, già  indebolitasi negli ultimi anni, ha dovuto affrontare una serie tale di infortuni che hanno fatto spiccare il volo agli uccellini dell'Arizona, che invece stanno convincendo, soprattutto nelle partite casalinghe in cui hanno una serie aperta di 7 vittorie consecutive.

I Seahawks hanno mille problemi con ricevitori e QB, e anche il gioco di corsa ha delle domeniche di produttività  zero. Non ci danno quindi l'idea di essere attrezzati per riprendere i Cardinals, e nemmeno per rimanere loro in scia.

L'occasione è quindi ottima per i ragazzi di coach Wisenhunt, non solo guardando alla loro forza ed al bilancio che parla di 4 vittorie ed un vantaggio sulle concorrenti di ben 2 partite, ma anche proprio per la poca consistenza delle avversarie.

NORTH

Probabilmente anche la Central manderà  solo una squadra ai playoffs. Però l'attribuzione di questo posto è molto meno scontata che nella west, ed anzi, è combattutissimo tra 3 contendenti su 4. Non è questo l'articolo in cui si parla di Detroit, perchè tratteremo i Lions quando considereremo le prime scelte del prossimo draft. Invece è battaglia aperta tra Chicago, Green Bay e Minnesota.

I Bears, nonostante la moria di secondarie che li ha colpiti, si sono portati sul record di 4-3, ma più che per il bilancio vittorie-sconfitte, la fiducia crescente nell'Illinois deriva dal fatto che alle conferme di super difesa e special teams, finalmente si è sbloccato anche l'attacco. Dall'anno scorso sono cambiati Berrian, Benson e Grosman per diversi motivi, lasciando il posto di QB ad Orton e di RB al rookie Forte.

E nel cambio, i Bears ci hanno guadagnato alla grande, mettendo a referto grandi punteggi e non costringendo più la propria difesa a stare in campo per ¾ della partita.
In più il calendario non è proibitivo, e solo la partita contro i Titans vede gli orsacchiotti partire, sulla carta, svantaggiati, quindi noi diamo molto credito a questi ragazzi che ad inizio anno erano dati come inseguitori di Vikings e Pakers, ed invece si stanno giocando la post season ad armi pari.

Green Bay ha avuto problemi di infortuni anche più gravi rispetto ai Bears, e questo ha fatto sì che il loro rendimento di questa prima parte di stagione sia stato piuttosto altalenante. Le note positive vengono da un Rodgers totalmente padrone della situazione, che ha mostrato tecnica, maturità  e leadership che garantirà  per anni una ottima copertura del ruolo di QB nel Wisconsin, facendo presto passare la nostalgia per Favre.

In più, ora che è al 100%, anche Ryan Grant sta ricominciando a correre il pallone come ci aveva abituati nel 2007, mentre è la difesa che invece è stata più in difficoltà , passando da ottime prove come quella della week 7 in cui è stato annullato il signor Manning Peyton, a prestazioni di quasi impotenza a fermare gli avversari come contro Dallas.

Il record è di 4-3 come per i Bears, ed anche il calendario ora è uguale per quanto riguarda le squadre ancora da affrontare. La differenza sta che delle prossime 9 partite, 5 saranno esterne, e saranno anche quelle più difficili. Chicago affronterà  i Titans, i Jaguars e i Saints in casa, mentre per i Packers queste saranno partite in campo nemico. E chissà  che questa non sia la variabile che faccia pendere la bilancia da una parte piuttosto che dall'altra.

Infine Minnesota, partita con un pessimo 1-3, si è ripresa, e adesso se la gioca, anche se è ancora costretta ad inseguire con il suo 3-4. La formazione di Minneapolis è quella che ha investito di più in off season, portandosi a casa Allen e Berrian, ma il problema del QB si è rivelato come estremamente limitante dell'attacco, e per questo i Vikings non danno l'idea di essere sullo stesso piano di Bears e Packers. A meno che Frerotte non aumenti il livello del suo rendimento o che Peterson inizi a vincere le partite da solo ogni domenica.

Le speranze vengono tenute in vita da una linea di difesa strepitosa, che con la sua pressione sui QB è riuscita a far migliorare anche il rendimento delle secondarie che l'anno scorso erano uno dei peggiori reparti della lega, e dalla tenuta sulle corse avversarie, rendendo il running game contro i Vikings una opzione assolutamente secondaria per tutti gli offensive coordinator che vengono affrontati.

SOUTH

Questa è la division rivelazione dell'anno. Partendo dal fondo, troviamo i Saints, penalizzati dalle assenze di Colston, McAllister, Shockey ed Ellis e su tutti, che hanno giocato poco e hanno mancato di dare il contributo che da sani sposterebbe gli equilibri. E se i primi due sono rientrati, a smorzare gli entusiasmi ci si è messo il serio infortunio di Bush, che priva Brees di una delle sue soluzioni preferite.

Il record è di 4-4, quindi perfettamente in corsa per almeno una wild card, ma la convinzione nei loro confronti si è vista diminuire perchè, se da un lato l'attacco è a tratti incontenibile, dall'altro la gestione di molte partite è stata quantomeno discutibile, mostrando che manca quella maturità  necessaria a mettere le W sul record nelle giornate in cui non si segnano almeno 30 punti in cui il match è in bilico.

La partita di domenica contro i Chargers, ampiamente vinta a 10 minuti dalla fine e che poi si è risolta nell'ultimo decisivo possesso di Rivers e compagni ne è l'ennesima dimostrazione. E quindi la loro candidatura per essere ancora in campo a stagione regolare finita perde di consistenza. A meno che non cambi subito l'atteggiamento dei ragazzi di Payton, e dell'head coach stesso.

Le 9 partite rimanenti non sono preoccupanti, ma potrebbe essere determinante l'ultima giornata che vedrà  i Panthers al Superdome. E li si potrebbe decidere molto, se non tutto della stagione dei Saints.

La sorpresa viene invece da Atlanta, che con il suo 4-3 respira dopo anni di attesa l'aria rarefatta ma frizzante dell'alta classifica. Anche in Georgia, analogamente a quanto accaduto ai Bears, il doppio cambio nei ruoli di QB con il rookie Matt Ryan e RB con Turner free agent da San Diego, ha sortito effetti stupefacenti.

I Falcons sono la sorpresa dell'anno, ma anche se 4 vittorie in 7 partite possono dare loro delle chance di essere ancora in campo a dicembre inoltrato, se vogliamo essere realisti, dobbiamo dire che sono comunque di livello inferiore rispetto a Tampa, Carolina e della stessa New Orleans.

Al contempo, siamo perfettamente consapevoli che i ragazzi di coach Mike Smith non hanno alcuna pressione, non sono costretti a vincere, quindi potrebbe anche darsi che questa serenità  sia dalla loro quando le partite di fine campionato diventano dei dentro o fuori che, se affrontate con questa tranquillità , si possono portare a casa semplicemente lasciando fare i loro errori agli avversari più quotati, e che quindi hanno di più da perdere.

E parlando degli uomini di Gruden, vediamo in quella di Tampa Bay una squadra temibile, che difende in maniera solida, con pochi big play, niente serie di sack o intercetti da top delle rispettive classifiche, ma che si caratterizza per il grande lavoro in fase di contenimento del yardaggio avversario, che porta alla miglior protezione della propria red zone dell'intera lega. Così i Bucs hanno sviluppato un record di 5-3, riuscendo a sopperire ad un attacco che non produce cifre particolarmente importanti. Noi li vediamo come dei pretendenti al titolo divisionale, ma ancora un passo indietro rispetto ai Panthers, che dovranno affrontare fuori casa e che sono davanti di una partita.

E infatti Carolina che, che con Delhomme sano e il ritorno di Steve Smith, ha mostrato di essere uno dei team più forti dell'intera National conference. In più il rookie Stewart ha avuto sinora un grande impatto sul running game della franchigia del profondo sud, soprattutto nella red zone, unendosi ad un Williams che sta producendo cifre ottime, rendendo gli uomini di coach Fox quelli favoriti per il primo posto nella south.

Non dimenticando infine che la prossima sfida con Tampa Bay, che sa tanto di spareggio per il titolo divisionale, si giocherà  proprio a Charlotte, e che delle prossime 9 partite, 3 sono contro Oakland, Detroit e Denver, squadre di cui si può dire tutto tranne che siano in salute.

EAST

Concludiamo il nostro bilancio di metà  stagione con quella che avrebbe dovuto essere la division regina della NFC, ma che ha trovato nella south una validissima concorrente.

Partiamo da chi sta in testa. I Giants, nonostante le perdite importanti di Shockey, Wilson, Strahan e Umenyora, stanno dimostrando che la vittoria del super bowl gli ha dato quella sicurezza nei propri mezzi che gli permette di continuare a vincere e convincere domenica dopo domenica.

Il monday night di Cleveland, unica sconfitta stagionale, è più simile ad uno scivolone che non di serie difficoltà  per una squadra che nonostante la division sulla carta molto equilibrata, vediamo come la favorita alla vittoria nella east, se non addirittura la più forte dell'intera NFL. Dando un occhio al calendario, dovrà  affrontare gli immediati inseguitori di Washington fuori casa, ma la passata stagione ci ha dimostrato che questo non è proprio un problema per i newyorkesi. In più sono reduci dalla vittoria all'Heinz field di Pittsburgh, non proprio il campo più freddo in termini di tifo della lega, quindi..

Dopo di loro, ed un po' inaspettatamente, vengono i Redskins. Più che l'arrivo di Taylor, è l'avvicendamento tra coach Gibbs con Jim Zorn che pare abbia giovato di più alla squadra. Con lui il gioco è diventato meno "tradizionale", e la conseguenza è che Campbell sta giocando la propria miglior stagione e mostra dei miglioramenti che qualcuno iniziava a temere che non sarebbero mai arrivati, mentre Portis è, sino a questo punto della stagione, il miglior RB della lega.

Anche la difesa sta salendo di colpi, e quindi vediamo loro come i favoriti per il secondo spot e per la probabile wild card, considerando anche che le sfide contro i Cowboys e i Giants saranno giocate tra le mura amiche.

Un po' attardate, e non ci riferiamo solo per il record, invece ci sono Philadelphia e Dallas. Entrambe le squadre hanno la depth martoriata dagli infortuni, ed in entrambe fa da contraltare ad un attacco tutto sommato convincente, una difese che invece mostrano soprattutto sui passaggi, difficoltà  non indifferenti.

Con il rientro di Westbrook, devastante contro Atlanta, le aquile potrebbero ancora dire la loro, a patto che McNabb ritorni a giocare come ad inizio anno, in cui tra le altre cose, riusciva a sfruttare con maggior continuità  la velocità  del rookie DeSean Jackson, che è un'arma devastante sul profondo.

Mentre i Cowboys sembrano in confusione soprattutto mentale, schiacciati dal peso di essere i favoriti per arrivare sino in fondo. La squadra è stata costruita per vincere subito, ed è stato aggiunto pure Roy Williams al roster negli ultimissimi istanti utili per gli scambi.

Ma anche se il record di 5-3 non è male, sebbene sia lontano da quanto ci si aspettasse ad inizio anno, la seconda parte della stagione sarà  quella più dura, con una serie di trasferte durissime ancora da affrontare, a Pittsburgh, Washington, Philadelphia e New York. Infortuni e crisi di panico parevano aver tolto a questo team la capacità  di reagire, facendo sorgere i primi dubbi sull'opportunità  di inserire Dallas nel novero delle squadre che combatteranno nella post season.

La vittoria di domenica contro Tampa è stata soffertissima ed ha comunque mostrato quali siano i limiti attuali di un attacco privo del suo leader in campo. Con il ritorno di Romo, sarà  più chiaro quali siano ancora le possibilità  per questi Cowboys.

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