Riecco i buoni vecchi Patriots

Randy Moss, in serate come ieri, è l'uomo più felice del mondo.

Se siete frequentatori saltuari dei siti di football americano potreste essere stati tratti in inganno. Un'occhiata veloce al risultato dello scorso Monday Night tra New England e Denver poteva essere rapportabile allo strapotere dimostrato dai Patriots un anno fa, quando ogni partita veniva puntualmente dominata in lungo ed in largo, nel punteggio, nella yards, nella difesa. Se quindi non sapete che cosa abbiano passato Bill Belichick ed i suoi uomini in questa prima parte di stagione, potreste rimanere confusi dal 41-7 con cui gli stessi si sono imposti su una concorrente Afc, e pensare che nulla sia cambiato rispetto a dodici mesi fa.

Molto, invece, è cambiato: i Pats non sono nemmeno vicini ad essere quelli dell'anno passato ma sono tornati, perlomeno per una notte, facendosi belli dinanzi a chi è stato abituato a vederli vincere sempre, un pubblico che di spettacolo negli ultimi tempi ne aveva testimoniato davvero tanto, tuttavia ignaro che il tentativo di ripetere una regular season perfetta si sarebbe fermato brutalmente davanti all'infortunio di capitan Tom Brady.

Brady che ovviamente ieri non c'era, ne avrà  per tutto l'anno e questo lo sanno anche le fognature di Boston, lo sappiamo persino qui in Italia, dove il football viene spesso trattato con denigrante superficialità  dalle maggiori testate calcistiche (oops, intendevamo sportive). Brady, dicevamo, che rimane convalescente dall'intervento al ginocchio malconcio, ha comunque visto in Matt Cassell un degno interprete della sua migliore impersonificazione, una prestazione arrivata ad essere la migliore in carriera dell'ex panchinaro di Usc, ieri notte autore di 3 passaggi da touchdown, 185 yards accumulate passando, nessun turnover a carico, e solamente sei passaggi errati nei 24 schemi di lancio chiamati dalle sidelines.

Ci voleva una boccata d'aria fresca. Il peggiorativo cambio di prospettive era arrivato troppo rapidamente, non certo in maniera indolore, i Patriots erano partiti in questo 2008 come compagine in cerca di vendetta per quel maledetto Super Bowl perduto per mano dei Giants, che aveva rovinato non solo una stagione perfetta, ma anche una macchina perfetta. Una macchina che Brady avrebbe potuto dirigere ad occhi chiusi, tanto Moss lo avrebbe trovato comunque e dovunque, una macchina fatta per infrangere record su record, inceppatasi dannatamente proprio sul più bello. Per una volta, e non è detto che sia l'ultima, sono tornati cinici, spietati, brutali. Ciò che colpisce maggiormente è che questo avviene ad una sola settimana di distanza dalla dura disfatta di San Diego.

Il concetto di perfezione, ad ogni modo, è tornato d'attualità  in un momento delicato per la squadra, improvvisamente passata dalla gloria alla pura sopravvivenza. A farne le spese i malcapitati Denver Broncos, arrivati nel Massachussets in piena salute, con un attacco esplosivo e la testa della Afc West in pugno (per quella, riteniamo, non avranno comunque problemi), ma presto travolti, affossati dai loro stessi errori, ritrovatisi lungo il percorso senza alcuni pezzi importanti sia in attacco che in difesa, costretti ad un dubbio spettacolo durante il quale non solo venivano messi pesantemente sotto, ma dovevano pure fare i conti con problemi fisici che levavano di mezzo Champ e Boss Bailey, e soprattutto con il dito indice di Jay Cutler (17/26, 168 yards, TD, 2 INT), la cui botta contro un casco avverso ne ha sicuramente condizionato la prestazione.

La partita condizionata non è stata, perché infortuni o non infortuni la stessa se n'era già  andata durante i primi tre quarti, all'interno dei quali il New England show era andato in scena per diverse volte, riempiendo con generosità  un tabellone abituato ad illuminare numeri vertiginosi, ammazzando letteralmente l'avversario con un gioco di corse pur privo di Lawrence Maroney (anche lui fuori per la stagione), portato alle stelle da uno scatenato Sammy Morris, capace di frantumare il proprio massimo in carriera con 138 yards in sole 16 portate, statistiche, attenzione, compilate nel solo primo tempo, ed abbinate ad un touchdown personale. In un backfield che vedeva anche LaMont Jordan fermo ai box, ha trovato spazio anche il rookie BenJarvus Green-Ellis, subentrato a lavori in corso a causa di una botta al ginocchio rimediata da Morris stesso, che con le sue 65 yards (con TD annesso) ha contribuito alla miglior prestazione di squadra su corsa dal 1993 ad oggi.

Redivivi Patriots significa anche redivivo Randy Moss, 23 ricezioni da touchdown un anno fa, record Nfl manco a dirlo, una sola nella corrente stagione prima di ieri sera. Chiunque abbia allenato, giocato con, tifato per questo straordinario talento sa quanto sia importante tenergli alto il morale, pratica resa difficile dall'assenza in cabina di regia della persona con cui lo stesso aveva perfezionato un'intesa mai così alta in carriera. Poco importa, difatti, se la linea offensiva ha fatto un po' le bizze, (unico aspetto negativo di serata) lasciando che la pressione difensiva dei Broncos producesse ben 6 sacks ai danni di Cassell, il quarterback ha comunque avuto modo di far contento il suo wide receiver di riferimento recapitandogli 5 palloni, due dei quali trasformati in meta dalle sapienti abilità  di Moss, che in una parola ha sostanzialmente raddoppiato quanto fatto in materia di segnature durante tutto l'arco della stagione. Una curiosa statistica rivelata dalla Espn ci ha detto che Moss, nelle ultime 31 gare di carriera disputate senza Tom Brady, era stato capace di segnare due volte nella stessa partita solamente un'altra volta: se son rose, quindi, fioriranno. La fioritura sembra vicina anche per Wes Welker, ieri firmatario della sua prima meta stagionale.

Poi la difesa. Cinque i turnovers messi a segno dal reparto, due intercetti (Sanders, Merriweather) e tre fumbles recuperati, quattro i sacks inflitti ad una linea offensiva che ne aveva concessi solo due prima di ieri notte, ma soprattutto l'apposizione di una bella museruola ai danni del triumvirato che a Denver stava facendo fuoco e fiamme, con Marshall e Royal entrambi tenuti sotto le 100 yards di ricezione, ma anche, fattore più determinante, tenuti fuori dalla endzone che più volte avevano varcato nel corso del presente campionato contribuendo a fare di Cutler il quarterback numericamente più prolifico dell'intera Afc, peraltro con largo distacco sul secondo classificato.
Difesa anch'essa presa a fare i conti con i danni riportati, perlomeno a giudicare dal brutto impatto visivo dell'infortunio al ginocchio di Rodney Harrison, per il quale Belichick non si era espresso positivamente nell'immediato dopo-partita e per il quale è purtroppo previsto l'inserimento in injured reserve.

Una vecchia regola non scritta del football sostiene che non si può vincere quando il numero di palloni persi è superiore rispetto a quello dell'avversario, precetto che viene rispettato il 95% delle volte, con pochissime eccezioni.

I Denver Broncos fanno parte della prima e non delle seconde, visto che non sono capaci di vincere quando perdono la palla per più di una volta nella stessa gara. Alcuni dei drives vincenti dei Patriots sono difatti nati dai due fumbles persi dal running back Andre Hall, utili per usufruire di posizioni di partenza per attaccare molto gustose, mentre i tre possessi ceduti complessivamente nel secondo quarto hanno spinto una squadra che ieri non avrebbe avuto bisogno di spinte: "Non potevamo certo pensare di affrontare una così buona squadra, in trasferta, perdendo il pallone e pretendere pure di vincere"", giusto per parafrasare Michael Pittman, parole avvalorate dai fatti, che hanno sentenziato un vantaggio di 20-0 nel primo tempo, ed una serie di segnature ottenute a piacimento interrotte solamente dal touchdown dell'ex, Daniel Graham, nemmeno buono per addolcire una pillola raramente così amara.

Patriots dunque finiti senza Brady? Forse meno spettacolari, sicuramente più altalenanti nel rendimento ed indecifrabili per le prossime gare, ma finiti no. Con il quarto record della Afc attualmente in bilancio, finito non è un bel niente.

E pazienza se i giornalisti americani si preoccupano per la mancanza di una seria contender per il Super Bowl, visto che ciascuna franchigia accreditata per parteciparvi non ha mostrato alcunchè di dominante in maniera continuativa.

E dire che sono gli stessi che un anno fa sbadigliavano ogni martedì mattina, annoiati dalle vittorie continuamente accumulate proprio dai Pats…

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