La sfida nel deserto

Kurt Warner alla sua età  ha ancora pochi rivali…

Che pazza domenica! 4 partite si sono concluse con un field goal decisivo negli ultimi 9 secondi al massimo di partita, ed una addirittura all'over time. Tra queste 5 partite non indicate ai deboli di cuore, c'è anche la sfida nel deserto dell'Arizona tra i Cardinals ed i Cowboys.

Arizona, reduce da una convincente vittoria contro i fino ad allora imbattuti Buffalo Bills, ha una striscia di 6 vittorie casalinghe consecutive ancora aperta, che vuole prolungare per consolidare la propria leadership in seno alla NFC West, mentre i Cowboys arrivano a Glandale dopo aver perso contro Washington e vinto con non poca fatica contro i Cincinnati Bengals, quindi bisognosi di una buona prestazione per ridare morale ad un ambiente che ad inizio anno aveva ambizioni da Super Bowl, mentre ora deve lottare in una division che non garantisce una wild card nemmeno con un record vincente.

A dare ulteriore pepe alla sfida ci sono i risultati delle partite già  giocate, che vedono le sconfitte di San Francisco, Seattle e Washington, quindi una vittoria in questa sfida darebbe alla vincente la possibilità  di allungare sulle più dirette inseguitrici. Dallas si troverebbe al secondo posto solitario nella division, lanciata all'inseguimento di New York, mentre Arizona prenderebbe il volo in testa alla west, staccando i 49ers di 2 partite.

Pronti via, e subito i Cardinals ritornano in TD il kick off con J.J. Arrington. Questo è lo specchio della difficile serata che gli special teams dei Cowboys dovranno vivere.
Il primo tempo non è emozionante, contrariamente a quanto queste due squadre ad alto tasso di spettacolarità  e di punteggio farebbero attendere. Pochissimi primi down chiusi, e sino a fine secondo quarto nessun punto messo sul tabellone dagli attacchi.

In particolare, le due difese, punto debole e reparto criticato di entrambe le squadre, recintano la parte delle protagoniste, imbrigliando i due attacchi. Dallas chiude solo un down nei primi 24 minuti con il solito Witten. In particolare, la linea non riesce a contenere la pressione dei padroni di casa, con un Dockett che si è messo il vestito da grandi occasioni, e sarà  così per tutto il match. Come se non bastasse, pare che Romo abbia minor sesto senso nel sentire il difensore che arriva, e mostra anche minor mobilità  e serenità  di quanto ci abbia abituato in passato, e il tutto si trasforma in 3 palloni persi nella partita.

Anche gli uomini di Whisenhunt faticano nella fase offensiva, e non segnano per tutto il primo tempo. Dallas chiude ogni spiraglio sia per le corse di James, che dimostra una volta di più di perdere pian piano il passo che aveva ai tempi di Indianapolis, così come le secondarie annullano Fitzgerald ed i suoi compagni di reparto.

Nel secondo tempo però cambia tutto. Gli attacchi tornano a fare la voce grossa. Però con una sostanziale differenza tra i due team: Dallas guadagna yards importanti principalmente su alcuni big play di Barber, Crayton e Witten, che con 3 giochi regalano a Romo la metà  delle 321 yards che lancia, e grazie ad un paio di miracoli di un T.O. che brilla come sempre per determinazione e combattività , mostrando una grandissima voglia di combattere per ogni singolo centimetro di campo.

Invece l'attacco di Arizona è più continuo e non vive su grandi giocate ma su guadagni costanti. Fitzgerald inizia a produrre ai suoi standard, che sono paranormali, Breaston sostituisce l'infortunato Boldin come meglio non potrebbe, e soprattutto Warner continua a martellare le secondarie degli ospiti con la solita precisione, velocità  di rilascio e potenza. Per lui non solo sembra che gli anni non gli pesino, ma dimostra ancora quanto tenga a vincere le partite, prendendo un sacco di botte, ma rimanendo sempre in piedi sino a che il ricevitore designato non fosse libero o che avesse completato la traccia per lanciargli il pallone anche vedendosi arrivare addosso i difensori texani.

L'inerzia della partita viene presa prima da Dallas, che a metà  terzo quarto si trova davanti 14-7, e poi da Arizona, che sfrutta un Romo in confusione e mal protetto dalla sua OL e segna 2 TD ed un field goal, trovandosi a 2 minuti dalla fine a guidare il match di 10 sul 24-14. Però in quei due minuti Romo e compagni hanno già  dimostrato di poter produrre drive vincenti. E così è anche domenica, con un TD segnato con uno screen su Barber che si trasforma in un guadagno di 70 yards del runningback ed in un field goal di 51 yards segnato da Folk dopo un 3 & out di Arizona. E così una partita che sembrava ormai finita vede i Cowboys ancora in vita strappare i supplementari.

Nell'over time vince il lancio della monetina Dallas, che ha l'occasione di portare a casa la W, ma che invece vive un dramma. Non solo il drive che potrebbe regalare la vittoria si chiude con una perdita di 8 yards, ma Romo subisce un sack in cui si rompe il mignolo della mano destra che lo terrà  fuori dal campo per un mese. Ed il successivo punt viene bloccato con McBryar che nell'occasione si rompe il piede, ed il pallone deviato viene ricoperto in end zone dando il TD della vittoria ad Arizona.

La partita ha vissuto un primo tempo avaro di emozioni, per crescere nel secondo e nell'over time. Ora, entrambe le squadre hanno un record di 4-2, ma guardano al prosieguo della stagione con occhi diversi: Dallas è reduce da 2 sconfitte nelle ultime 3 partite, e mostra una volta di più un gioco non convincente, ora non solo in difesa ma anche in attacco. In più, la NFC East vede NY con un record di 4-1, Washington e Dallas di 4-2 e Philadelphia di 3-3. Quindi il rischio di rimanere addirittura fuori dai playoffs è concreto. In più, agli infortuni di Romo e McBryar appena menzionati, ci sono da sommare quelli di Kosier, Hurd e Felix Jones che ne avrà  per circa un mesetto.

Quindi si può ben capire come i motivi per sorridere in Texas siano ben pochi in questo periodo, ma non è ancora il caso di farsi prendere dal panico. Brad Johnson, all'età  di 40 anni, si troverà  a guidare la squadra con un po' di ruggine dovuta alla lunga inattività , ma comunque è un QB solido, esperto ed accurato. Non ha più il braccio di un tempo, e non ha più mobilità , ma ci si può affidare a lui per questo mese.

È invece evidentemente più rilassato l'ambiente in Arizona, con i Cardinals che guidano la loro division, molto meno competitiva della east, con ben 2 partite di vantaggio su San Francisco. Kurt Warner sta continuando a mostrare quanto, nonostante l'età , sia ancora uno dei migliori interpreti del ruolo, ed il gioco aereo tra i migliori della lega permette ai Cardinals di continuare a pensare di tornare ai playoffs dopo anni di lunga attesa.

Di questo non è contento di sicuro Matt Leinart, che in pre season ha perso il posto in favore del più anziano compagno, e per come stanno andando le cose, pare proprio che la sua permanenza sulla sideline sia lontana dal terminare.

Ma la padronanza con cui Warner sta guidando i suoi compagni gli ha garantito la fiducia di coach Whisenhunt sino a fine stagione. E forse anche oltre. E vedendo questi Cardinals del 2008 non si vede come non dare ragione al loro allenatore capo.

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