Steelers, tutto in 15 secondi

LaMarr Woodley festeggia la sua prima meta di carriera: il linebacker ha girato l'inerzia della partita.

E' vero, dobbiamo ammetterlo. Da due settimane ci eravamo abituati da signori guardando il Monday Night, prima Philadelphia e Dallas ci avevano regalato un confronto scoppiettante colmo di yards, punti e cambi di leadership, quindi San Diego e New York Jets avevano anch'esse riempito a dovere il tabellino finale dei punti , ed il fatto che la vincitrice di tale partita fosse stata determinata con largo anticipo non aveva di certo levato il divertimento conseguitone.

Nella sfida di chiusura della quarta giornata di campionato si è tornati ad una realtà  più normale, Monday Night a Pittsburgh significa sudore, testa bassa, yards macinate e mai facili, ma soprattutto tanta difesa. Se poi ci aggiungiamo un avversario divisionale, con cui non corre per niente buon sangue, votato quasi completamente alle grandi giocate difensive, comprendiamo che non avere lo stesso tipo di spettacolo rispetto alle due settimane precedenti fosse ampiamente preventivabile. Steelers e Ravens se le sono sempre date di santa ragione, ed avrebbe vinto chi sarebbe rimasto in piedi dopo il pugno del knockout definitivo.

Una gara a tratti brutta e noiosa ha rischiato di trasformarsi in una sconfitta che avrebbe sicuramente peggiorato la situazione nella città  dell'acciaio, con la squadra proveniente da due uscite fatte di notevoli difficoltà  offensive, ed in particolare con gli 8 sacks concessi altrettanti giorni fa in quel di Philadelphia, dove gli unici punti messi a referto erano arrivati tramite field goals.
Nessuno dei due attacchi è riuscito a trovare continuità  alternando serie produttive a 3 & out consecutivi, i rispettivi giochi di corsa non sono riusciti a decollare (in parte a causa dei numerosi infortuni) lasciando che tutta la pressione si abbattesse sulle spalle dei quarterbacks, Ben Roethlisberger e Joe Flacco, con quest'ultimo, impegnato su un palcoscenico di prima grandezza per la prima volta in carriera, a destare più che buone impressioni circa il proprio adattamento al mondo dei professionisti.

Gli Steelers si sono salvati sistemando la pericolosa situazione del giro di 15 secondi, di seguito ad un episodio che con tutta probabilità  ha deciso lo spostamento dell'inerzia della gara in favore di Pittsburgh.

Con Baltimore in pieno controllo del punteggio, questo in seguito ad un orribile primo tempo offensivo di Roethlisberger (cui è letteralmente sfuggito dalle mani un intercetto) e compagni ed al primo touchdown pass in carriera di Flacco, Jarrett Johnson si è reso responsabile di una penalità  del tutto evitabile, andando a regalare 15 yards ed una posizione di campo molto più interessante delle precedenti ad una squadra che da quel momento ha ritrovato se stessa, fiducia nei propri mezzi e qualche automatismo ritornato a dare una mano alla causa tramite il nuovo attacco no-huddle pensato da Bruce Arians.

Frustrante, se si pensa che la fotocopia di ogni azione dei primi trenta minuti dei padroni di casa era stata sempre quella: tre serie di giochi senza primi downs ottenuti, punt, e palla ai Ravens sulla linea di metà  campo, e Flacco (16/31, 192, TD) a dirigere tre serie terminate a punti creando un distacco di dieci punti all'intervallo.

Dicevamo di Jarrett Johnson e della sua penalità , ma forse dovremmo parlare di Hines Ward e del suo sorrisetto beffardo, perché sicuramente da sotto quel casco sarà  arrivata una parolina atta a seccare l'avversario, a provocarlo, a farlo reagire, ed in certi casi, se si trova quello che non sa tenere i nervi a posto, si rischia di vincere una partita anche senza effettuare un'azione vera e propria sul campo. Anche questi, a volte, possono essere chiamati intangibles.

Un Big Ben maltrattato per larghi tratti di gara da uno schema difensivo come di consueto pressante e rapido ha saputo reagire e trovare finalmente un suo compagno per un touchdown dopo un'astinenza durata troppo a lungo per chi vuol fare strada nei playoffs, quindi lo stesso tipo di pressione applicata a parti invertite ha permesso, nel giro di 15 secondi, di ottenere tutto ciò che non si era riusciti ad ottenere in una partita e mezza, ovvero una serie di giocate che avessero potuto decidere in positivo un incontro.

Un attacco in difficoltà , costretto a limitare il numero di ricevitori in campo per aumentare la protezione al quarterback, orfano di Willie Parker e presto privato anche di Rashard Mendenhall (fuori per l'intera stagione) e Carey Davis, non avrebbe difatti potuto farcela da solo: ecco quindi tornare d'attualità  la "solita" difesa, ovvero quel gruppo di uomini che non segna ma vince le partite, con la sola differenza che stavolta un touchdown è arrivato proprio da lei, tramite la ferocia di James Harrison (11 placcaggi, 2.5 sacks) e l'opportunismo di LaMarr Woodley, bravo a raccogliere e trasportare oltre la linea della endzone quanto seminato dallo scatenato compagno.

L'euforia creata dall'improvviso girare degli eventi non ha impedito agli Steelers di soffrire fino in fondo, di concedere un'ultima possibilità  ad un attacco come quello di Baltimore, mai a suo agio sotto nel punteggio in particolare nei quarti periodi di quasi tutte le partite della gestione Billick, possibilità  concretizzatasi grazie alla prontezza di riflessi di un inaspettatamente mobile Flacco, alla generosissima prestazione di un Derrick Mason (8, 137) andato a prendersi palloni ovunque, alla strepitosa potenza di un La'Ron McLain (16, 63, TD) che è molto più che un fullback, è un carro armato molto, molto difficile da fermare nei pressi della redzone (chiedere a Lawrence Timmons per eventuali conferme) il che è un lusso per chi può persino permettersi di non avere il miglior Willis McGahee possibile. Questo senza dimenticare le continue giocate di un eterno Ray Lewis, 13 placcaggi e tanta presenza in ogni angolo del campo, tanto fiato e grinta che potrebbe venderne a gente più giovane di dieci anni rispetto a lui.

Visto che due squadre che giocano male un tempo ciascuna spesso finiscono in parità , è toccato a Jeff Reed decidere le sorti dell'incontro nell'overtime con una conclusione di 46 yards, messa tra i pali ben due volte consecutive in seguito al timeout chiamato da John Harbaugh un secondo prima dell'esecuzione, come consuetudine oramai richiede nella Nfl di questi tempi.
Il calcio infilato dal kicker più preciso della storia dell'Heinz Field, luogo particolarmente avverso ai pari ruolo per ovvie condizioni climatiche, ha coronato una vittoria importantissima, gli Steelers sono difatti primi nella Nfc North in attesa del recupero che proprio i Ravens giocheranno contro Houston, ma ha anche sancito la fine di una battaglia molto costosa, che oltre a quella di Mendenhall ha visto finire prematuramente la stagione di Kendall Simmons, guardia destra.

A chi ha chiesto dell'entità  degli infortuni in relazione alle conseguenze che questi avranno per il proseguio della stagione di Pittsburgh, coach Tomlin ha risposto per le rime, sostenendo che "perdite come queste sono devastanti solo se si permette loro di esserlo.": è proprio per questo tipo di attitudine che l'ambiente Steelers, preoccupato quando c'era da rimpiazzare la lunga permanenza di Bill Cowher, può tranquillamente dire di aver trovato l'allenatore perfetto per le esigenze di questa squadra e di questi tifosi.

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