Fred Jackson: in segno di Levy

Fred Jackson: a distanza di anni un runningback di Division III prova a conquistare la NFL.

La storia del runningback di Buffalo Frederick "Fred" Jackson è una delle più affascinanti della NFL e si interseca alla perfezione con quella di un uomo, un'icona, che la storia di questi stessi Bills l'ha vissuta e scritta per ben due volte: Marv Levy; l'ex head coach e ex General Manager della franchigia newyorkese condivide infatti con il runner numero 22 il trampolino di lancio verso la NFL, Cedar Rapids, piccolo centro dell'Iowa sede del Coe College, università  di cui entrambi hanno difeso i colori, sia sul campo, che fuori dal campo (Levy ne è stato anche HC agli albori della carriera da allenatore).

Nato a Fort Worth, Texas, il 20 Febbraio 1981, Jackson ha iniziato a giocare a football nella Lamar High School, catturando le attenzioni di diversi college, tra cui lo stesso Coe, che lo convince a trasferirsi in Iowa per aderire al proprio programma universitario; nel nord degli states il runningback venuto dal sud si impone fin dalle prime stagioni, risultando un'arma importantissima nell'attacco dei Kohawks e diventandone titolare indiscusso del backfield.

Schierato alle spalle del proprio quarterback Frederick infila tre stagioni positive, aiutando la squadra a centrare il traguardo playoff in due occasioni e se stesso a raggiungere importanti gratificazioni personali, tra cui l'All-American honor nel 2002, l'anno da senior; nello stesso anno il runningback texano conclude anche la sua carriera universitaria, totalizzando una delle migliori performances di sempre della scuola con 4,054 yards conquistate, in 761 portate, e 47 touchdown realizzati, numeri che gli valgono anche due "Iowa Intercollegiate Athletic Conference MVP", riconoscimento che spetta al miglior giocatore della IIAC.

Terminata l'esperienza nella Division III della NCAA Jackson ha però pochissime, se non nessuna, chances di entrare in NFL, sia per la poca ribalta nazionale di cui gode, sia per la limitata attenzione che gli scout della lega pro americana rivolgono alle minors del college football, e per questo decide di accettare la corte dei Sioux City Bandits, franchigia che milita nella National Indoor Football League; dalla lega indoor, nel 2004, parte quindi la sua ipotetica scalata al prefessionismo, strada che Fred pare ormai intenzionato a percorrere.

Dopo un primo anno di adattamento l'undrafted rookie da Coe College esplode nell'anno da sophomore, 2005, chiudendo una stagione esaltante con 1,170 yards su corsa e 53 touchdown realizzati, a fronte di 3,699 all-prupose yds, che lo portano in vetta alle classifiche "All-Time" della lega indoor, che nel frattempo ha cambiato nome in United Indoor Football League; la stessa iscrizione che compare a fine anno anche sul trofeo che viene consegnato a Jackson in qualità  di MVP UIF del 2005.

Con un altro titolo da custodire gelosamente in bacheca Frederick si appresta a partire per una nuova stagione indoor quando a sorpresa arriva la chiamata, tanto sospirata, dalla NFL, che gli apre le porte del football professionistico grazie al general manager dei Bills (Marv Levy), con cui sottoscrive un contratto il 19 Gennaio 2006; Buffalo, sede della franchigia capitanata da Levy, non è però la destinazione del runningback, che viene parcheggiato in Europa per fare esperienza.

La meta scelta dai suoi nuovi proprietari è la Germania, dove con i Rhein Fire Jackson si laurea subito rushing leader, chiudendo la stagione con 731 yards conquistate e nessun touchdown; le ottime prestazioni fornite nel vecchio continente le consentono di ritornare in tutta tranquillità  in patria, nonostante la chiusura definitiva della NFL Europa, per la partenza dei training camp. La prima avventura a Buffalo non si conclude però positivamente, e nonostante alcune buone prove in estate Fred viene assegnato alla pratice squad dei Bills prima della partenza della regular season.

Durante l'estate 2007 Jackson è deciso a riprovarci nonostante debba farsi largo all'interno di un backfield affollatissimo che oltre al rookie Marshawn Lynch, identificato come nuova stella della squadra, può contare su giocatori d'esperienza come Anthony "A-Train" Thomas, Josh Scobey, e runner esplosivi ed intriganti come Shaud Williams e Dwayne Wright; una concorrenza spietata e tutt'altro che facile da superare. Il colpaccio al RB da Forth Worth riesce però nella preseason, conclusa con 125 yards corse e 3 TD realizzati, in cui si fa notare soprattutto per l'abilità  a ricevere fuori dai tackle, dove conquista 142 yds.

Con numeri del genere e caratteristiche che lo rendono una valida opzione per l'attacco dei Bills l'head coach Dick Jauron lo promuove terzo runningback, inserendolo fin dalla partenza della regular season nel roster; dopo diverse partite passate a guardare i compagni giocare dalla sideline per Frederick arriva il tanto atteso momento del debutto, avvenuto il 28 ottobre nel match disputato contro i New York Giants, dove si rende protagonista di una sola corsa da 1 yard.

Un mese e pochi giorni più tardi, il 2 Dicembre, Jackson gioca anche la sua prima partita da starter in NFL, a quasi sette anni di distanza dall'ultimo runningback di Division III schierato titolare in un match di regular season, Chris Warren da Ferrum State, il 28 dicembre 2000, protagonista della sfida tra i suoi Eagles e i Cincinnati Bengals. Amarcord a parte il runner di Buffalo chiude con 89 yards corse e 69 ricevute contro Washington, battezzando al meglio la prima apparizione nello starting lineup.

Nel weekend successivo Frederick fa ancora meglio, guidando i Bills nella vittoria contro i Dolphins con 115 yards su corsa e aggiungendo nuovamente il suo nome a quello di Warren nello speciale record book riservato ai runningback provenienti dalla terza divisione, dove l'ex di Phila risultava essere l'unico ad aver oltrepassato il muro delle 100 yards corse in partita; nello stesso match Jackson supera questo limite in compagnia di Lynch, che ne corre 107, diventando di fatto la prima coppia di runner di Buffalo a passare quota 100 dal 1996, anno in cui riuscì l'impresa a Thurman Thomas e Darick Holmes.

Un'annata così scoppiettante, conclusa con 300 yards corse e 190 yds ricevute, non può che essere il preludio ad una stagione ancora più positiva e che preveda, soprattutto, una presenza in campo decisamente più ampia e consistente rispetto al passato; dopo due partite i numeri parlano piuttosto chiaro, 48 yds su corsa e 83 su ricezione, e ancora una volta viene evidenziata la capacità  del runningback da Coe a ricevere fuori dal backfield, ruolo in cui potrebbe davvero rivelarsi un fattore importante per l'attacco dei Bills.

Descritto come ottimo ricevitore, dotato di mani educate e di una buona difesa del pallone, Jackson rimane un rusher di valore, vista la velocità  con cui riesce a seminare gli avversari in campo aperto; paziente, abile nel cercare di scivolare all'interno degli spazi creati dagli uomini di linea, nonostante l'inesperienza ad alto livello sembra davvero l'ideale complemento ad un attacco che si fonda principalmente su Marshawn Lynch, power back molto più propenso a cercare il contatto.

"Action Jackson", così è stato ribattezzato dai suoi tifosi, partito dai piccoli campi di provincia, a Sioux City c'erano solitamente 6,000 spettatori, è riuscito a coronare il sogno di diventare professionista nella platea dorata della NFL; quella stessa platea che sicuramente lo abbraccerà , congratulandosi, il giorno stesso in cui supererà , per la prima volta, la linea dell'endzone avversaria.

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