Una sparatoria da…Cowboys

Flozell Adams alza Tony Romo in trionfo: Dallas ha superato un'ostacolo arcigno.

Come poteva mai risultare il Monday Night progettato per chiudere una giornata che definire pazza risultava persino eufemistico? Quale miglior spettacolo si poteva mai chiedere ad uno scontro bellicoso tra due appartenenti alla competitiva e serrata Nfc East pronte a darsi battaglia a campionato appena cominciato ?

Seguendo il trend delle partite svoltesi la domenica, l'incrocio d'armi tra Dallas e Philadelphia, per inciso l'ultimo Monday Night Football di sempre al Texas Stadium, è stato una gioia per gli occhi, un trionfo di sbracciate a lunga gittata e ritorni spettacolari, una scorpacciata di yards e punti che ha ricordato da vicino un altro episodio della Nfc East del 2007, nel quale la stessa Dallas ed i New York Giants se l'erano suonate a suon di mete nel primo Sunday Night della passata annata.

Nel mix esplosivo che ha visto Cowboys ed Eagles scambiarsi il comando nel punteggio per ben sei volte ha vinto chi ha sbagliato meno, perché se infatti non si poteva troppo contare su delle difese in perenne difficoltà  contro le offensive ad alto potenziale che ambedue le compagini hanno sciorinato, l'esecuzione e la cura del pallone rimaneva l'unico modo di assicurarsi una partita difficile da decidersi, tanto bella da meritarsi un posticino anticipato tra le cose da ricordare di questo 2008.

Tra la selva di yards offensive prodotte in totale la parola chiave è stata turnovers: un Tony Romo da oltre 300 yards e 3 passaggi da touchdown si è confermato quale quarterback dotato di vasta varietà  di arsenale, tuttavia soggetto a quei piccoli passaggi a vuoto rappresentati dalla cocciutaggine in occasione dell'intercetto lanciato su Asante Samuel nel primo tempo, piuttosto che il fumble poi ricoperto in endzone da Chris Gocong nel miglior momento degli ospiti; discorso equivalente per Brain Westbrook, con la sola differenza che la palla decisiva gli è sfuggita nel momento in cui gli Eagles avrebbero potuto chiudere i conti, a causa di un handoff andato a perdersi tra la moltitudine di corpaccioni che cercavano di restituite un possesso capitale nelle mani dei padroni di casa, sostenuti da uno stadio dove l'atmosfera delle grandi occasioni regnava sovrana.

Ad un Tony Romo a tratti impossibile da fermare spesso e volentieri è corrisposto un Terrell Owens da record, in parte costruito grazie alla perfetta connessione con il quarterback da Eastern Illinois: a segno per due volte nel primo tempo con una splendida palla lanciata da Romo (che ha letteralmente ghiacciato il safety con una finta) per un gioco da 72 yards e con una slant da 4, Owens è difatti diventato il secondo ricevitore più prolifico della storia Nfl giungendo a quota 132 ricezioni di carriera finite in meta, seconde solamente alle 197 del maestoso Jerry Rice.

E' stata una partita importante anche per un ex compagno di T.O., Donovan McNabb (25/37, 281, TD), perché nonostante la sconfitta Philadelphia ha ritrovato il quarterback che per diverse stagioni ha fatto di questa squadra una perenne presenza ai playoffs, la sua scarsa mobilità  sofferta lo scorso anno dopo l'ennesimo infortunio sembra essere un pallido ricordo, specialmente guardando ad un paio di giocate confezionate in scramble sfuggendo alla pressione, degne, per rimanere in tema, del miglior Randall Cunningham.
E se le gambe stanno bene, il braccio sta ancora meglio: l'estrema pericolosità  di Philly nel gioco profondo si è materializzata con il quasi touchdown di DeSean Jackson (6, 110), annullato da una sciocchezza degna di un ex Cowboy, Leon Lett, poi fortunatamente scongiurata da una segnatura di Westbrook, per il nuovo vantaggio degli Eagles.

Sono stati ben 9, al termine delle ostilità , i ricevitori che McNabb ha trovato smarcati, un bel segnale nei confronti di chi fa notare sovente che questa squadra è pur sempre senza Reggie Brown e Kevin Curtis, rispettivamente le opzioni numero uno e due di questa filosofia offensiva. Assieme ai dubbi riguardanti l'assenza di un vero e proprio playmaker offensivo che non fosse Westbrook, "limitato" a 103 yards tra corse e ricezioni (sì, ma con 3 mete), sono pure stati fugati (in parte) quelli insistenti sullo stesso Jackson, che ha dimostrato di poter essere un'arma pericolosissima nelle sue prime due partite da professionista accumulando 100 o più yards consecutivamente ripetendo un'impresa che da quarant'anni nessun rookie Nfl era riuscito ad eguagliare. La velocità  del ragazzo lo mette in prospettiva come un ricevitore in grado di effettuare i big plays che il braccione di McNabb piace produrre, senza nulla togliere alle azioni di special teams che già  lo resero famoso al college. Ora non resta che mettergli la testa a posto, in modo da evitargli celebrazioni troppo anticipate che non sempre potrebbero terminare con il possesso ancora a favore della propria squadra.

Nonostante il 41-37 finale, dal quale si desumono facili conclusioni circa gli aggiustamenti difensivi che Eagles e Cowboys dovranno operare nelle prossime settimane, c'è da evidenziare un buon lavoro delle rispettive difese in fase di contenimento delle corse, dove Marion Barber e Westbrook non hanno avuto vita facile: per l'asso di Dallas, 63 yards in 18 portate, pochissimi spazi da sfruttare e molte le corse terminate direttamente sulla linea di scrimmage, 3.2 invece la media di yards per portata del tuttofare Westbrook, al quale i texani si sono arresi solamente a pochi centimetri dalla endzone.

Tra i maggiori meriti dei Cowboys c'è stata sicuramente la crescente pressione che McNabb ha dovuto affrontare nei due infruttuosi drives di cui Philadelphia ha potuto usufruire per tentare l'ennesimo sorpasso, nei quali sono arrivati 2 dei 4 sacks totali, tra cui uno particolarmente decisivo del solito DeMarcus Ware, così solido mentalmente da non desistere un inseguimento che molti difensori non sarebbero riusciti a continuare. Una sola, invece, la giocata che ha messo in evidenza il rookie Michael Jenkins, che ha letteralmente levato dalle mani un touchdown pressoché sicuro dalle mani di un attonito Hank Baskett.

Sempre a proposito di rookies, le scelte affrontate da Dallas in sede di draft sono parse sempre più convincenti alla prova effettiva sul campo, in quanto Felix Jones, dopo aver bagnato il suo esordio con una meta su corsa contro Cleveland, ha bissato l'impresa con un ritorno di kickoff da 98 yards, concludendo la sua prova con una media di 41 per calcio ritornato ed una rinnovata pericolosità  a favore delle squadre speciali texane, che d'ora in avanti possono mettere un già  forte attacco in posizioni particolarmente agevolate di partenza.

La dimostrazione di forza psicologica dei texani è stata importante, ha dato il segnale giusto, che questa è una squadra costruita sul gruppo e non sui singoli come la presenza di Owens potrebbe apparentemente far pensare, Romo è ancora vittima dei suoi errori, che sono costati 14 pnti in altrettanti secondi, ma sta imparando a dimenticarsene mentre la partita va avanti. Le armi di cui dispone sono semplicemente troppe, tra le quali va ricordato un Jason Witten da 7 ricezioni per 110 yards tutte arrivate in momenti topici, quando i punti servivano assolutamente, ottenute con un rispettoso silenzio nel quale molti si celano, perchè basta il solo T.O. a fare tutto il baccano che serve.

Dallas punta alto e non lo ha mai nascosto, quindi urge una difesa preparata fin dalle prime battute, in quanto giocare bene un tempo, in altre occasioni, potrebbe non bastare: al reparto, che ha concesso 3 touchdowns nel solo primo tempo (uno è arrivato su un errore offensivo), va comunque il merito di aver messo la museruola al potente attacco avversario per quasi tutta la mezz'ora finale, e di aver recuperato il pallone decisivo per la vittoria. Altro aspetto da non sottovalutare e da correggere è l'alto numero di penalità  (10 per 108 yards), specialmente offensive, che i Cowboys continuano a collezionare da anni, costate un touchdown e buone posizioni di campo nella partita di ieri notte.

Come diceva Romo una settimana fa davanti ai giornalisti, Dallas prende una gara alla volta, l'obbiettivo è il Super Bowl, senza mezzi termini. E' solo la seconda giornata, ma intanto un ostacolo molto ostico è stato superato ed un altro piccolo pezzo del puzzle è stato inserito.

Di questi tempi, una vittoria nella Nfc East può valere il doppio.

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