AFC West 2008 Preview

JaMarcus Russell, da lui dipenderà  una buona fetta del destino dei Raiders.

Ancora una volta la West si preannuncia di proprietà  dei San Diego Chargers, che proveranno ad instaurarsi nuovamente sulla vetta della division forti e consapevoli di possedere un roster più completo e collaudato rispetto alle rivali; alle loro spalle Denver e Kansas City paiono le più attrezzate per impensierirli, anche se si attende con fiducia il rilancio di Oakland, che con JaMarcus Russell e Darren McFadden potrebbe finalmente tornare grande.

Denver Broncos (di Alvise e Paperone)

La franchigia di proprietà  di Pat Bowlen e allenata di Mike Shanahan arriva da due anni deludenti. Dopo essere arrivata alla
finale di conference nel 2005, ha mancato i playoff sia nel 2006 che nel 2007. E se nel 2006 almeno era giunta la consolazione di un record vincente (9-7), l'anno scorso, invece, i Broncos hanno concluso con un record perdente (7-9), il primo dal 1999 (la stagione successiva al ritiro di John Elway, tanto per capirci). Bowlen non ha apprezzato molto, anche perchè c'erano state spese folli sul mercato dei free agents rivelatesi non solo inutili, ma addirittura
dannose. Shanahan, come si sa, non si discute e, quindi, il ripulisti ha colpito Tod Sundquist, il
GM, e Jim Bates, l'allenatore di una difesa ridicolizzata per tutta la stagione.

Quest'anno si è puntato maggiormente sul drafts e meno sui veterani, evitando di arricchire giocatori mediocri o a fine carriera. Tale politica dimostra che Shanahan si è dovuto arrendere all'evidenza e ammettere coi fatti che i Broncos sono una squadra in ricostruzione in tutti i ruoli e che non bastano due innesti per tornare competitivi. Il ciclo che ha portato alle finali di conference è completamente chiuso e questa stagione dovrebbe servire a porre le fondamenta su cui costruire una squadra vincente.

L'offseason è stata piena di piccoli e grandi problemi che potrebbero avere pesanti strascichi sull'annata dei Broncos, anche se fortunatamente non ci sono stati i lutti dell'anno scorso. L'attacco, in particolare è stato il reparto più colpito da questi problemi. Il miglior ricevitore della squadra, Brandon Marshall, esploso nella passata stagione (102 ricezioni per 1325 yards), dimostrando un'enorme capacità  di guadagnare yards una volta ricevuto, ha deciso che è troppo facile giocare da sani e in circostanze non meglio chiarite si è tagliato il braccio, ovviamente quello prediletto per le ricezioni, lesionandosi addirittura i nervi. Come se questo non bastasse è anche indagato per incidenti domestici e questo ha comportato per ora una sanzione di 3 giornate da parte della lega, sempre attenta a
questi potenziali danni di immagine.

Facile immaginare quanto peserà  la sua assenza sul gioco offensivo della squadra nei primi 3 incontri; gioco che in molte occasioni si è ridotto a un Cutler-Marshall nei momenti chiave delle partite. Oltretutto, i Broncos, proprio perchè Marshall era diventato ormai il bersaglio prediletto di Cutler si erano liberati dello scontento Javon Walker, approdato ai rivali Raiders. Ipotizzando Marshall sano e in campo, a giocarsi il ruolo di secondo ricevitore sono due arrivi dal mercato dei free agents: Keary Colbert e Darnell Jackson. Non proprio due sicurezze. Se il primo, infatti, ha la nomea di essere un bust assoluto, il secondo si è dimostrato molto altalenante e legato troppo al tipo di attacco in cui ha militato e non è detto che in quel di Denver si troverà  bene. Il ruolo di slot receiver, se sano e non sempre lo è, sarà  di Brandon Stokley che quando è riuscito a giocare ha sempre fatto benissimo.

Jay Cutler è un altro dei problemi verificatisi in questo periodo, il ragazzo, che l'anno scorso aveva lasciato trasparire doti che lo mettevano tra i giovani di maggiore potenziale nel ruolo, ha scoperto di essere affetto da diabete di tipo uno. Tale diagnosi ha spiegato il perchè Cutler il campionato scorso ha perso peso e muscoli ed era arrivato a fine stagione sulle ginocchia. Ora che si è individuato il problema si può intervenire e con le iniezioni di insulina tenerlo sotto controllo; certo che solo il campo potrà  dire come il ragazzo ha superato a livello psicologico la sua malattia e come a livello fisico riuscirà  a gestirla.

Proseguendo nell'elenco dei problemi Tony Scheffler si è infortunato nuovamente il piede, è guarito per il camp, ma il dubbio che il talentuoso TE, ottimo ricevitore aggiunto, sia un giocatore dal fisico di cristallo si fa sempre più fondato. Nella ipotesi peggiore, dunque, i Broncos si troveranno con un QB a mezzo servizio e un parco ricevitori mediocre, non una bella prospettiva. Se questo non bastasse si deve aggiungere che la linea offensiva è in totale ricostruzione
per un legittimo cambio generazionale; ricambio che, a giudicare da quanto visto nel 2007, sembra essere arrivato un po' lungo e che nonostante innesti mirati potrebbe non garantire la protezione che Cutler meriterebbe, né i buchi necessari a mantenere di alto livello il leggendario gioco di corsa degli Orange & Navy.

Il centro titolare e leader assoluto della linea, Tom Nalen torna per un'ultima cavalcata e una 14a stagione, si spera, migliore della precedente, quando un
infortunio alla sesta partita lo mise fuori gioco definitivamente. Adesso dopo un ulteriore intervento in artroscopia sembra pronto per il camp. Dietro di lui un altro
veterano Casey Wiegmann, preso dai Chiefs. Il rookie scelto al quarto giro, Kory Lichtensteiger, piccolo e non molto potente, ha una buona tecnica e buone doti atletiche, ma il presente non è certo suo e se tutto va bene (leggasi nessun infortunio di Nalen e Wiegmann) starà  in panchina a far esperienza. Di fianco a Nalen ci saranno a sinistra Ben Hamilton, giocatore importantissimo per gli equilibri della linea, ma tornato anche lui da un infortunio serio, e a destra Montae Holland, un bestione agile e potente. Dietro a loro pronto a sfruttare l'occasione giusta attende Chris Kuper. Per quanto riguarda i tackles, a sinistra si punta tutto sul rookie scelto al primo giro, Ryan Clady, dipinto come agile nonostante la mole e pronto mentalmente a partire subito da titolare, dall'altro lato Erik Pearse le cui amnesie in copertura sono sopperite da una abnegazione totale. Ryan Harris, al 2° anno, punta apertamente al ruolo di Pears, sempre che Clady non fallisca miseramente, ma in questo caso è probabile un collasso di tutta la linea.

Detto che l'unica certezza è Daniel Graham che anche quest'anno metterà  in campo i blocchi fenomenali che lo rendono uno dei migliori TE della lega nella specialità , passiamo ad affrontare il solito mistero dell'estate del Colorado: chi sarà  il running back titolare? Si sa solo che Henry dopo gli infortuni, i problemi di droga e un carattere non proprio orientato all'abnegazione sul campo è stato finalmente tagliato. Favorito nel ballottaggio Selvin Young, il quale l'anno scorso ha dimostrato di essere velocissimo e di essere in grado di guadagnare yards su yards, sopperendo al meglio agli infortuni di Travis Henry. Tuttavia, il ragazzo al 2° anno ha anche dimostrato di non poter reggere 20 portate a partite. Poi c'è Andre Hall ha le stesse caratteristiche di Selvin Young: velocissimo, colpisce il buco come una scheggia, ma purtroppo anche lui non da affidamento a livello fisico. È stato preso Pittman, ex Tampa, nella speranza di migliorare le situazioni di goal line e di terzo e corto, ma certo non può essere lui il partente. Al momento, quindi, la risposta alla domanda precedente potrebbe essere: tutti quelli di cui sopra. Shanahan, infatti, sembra indirizzato a usare un comitato, sfruttando le caratteristiche di ognuno in base alle situazioni che si presenteranno in partita.

Un discorso a parte merita Ryan Torain, preso al 5° giro. I reiterati problemi fisici hanno fatto precipitare il prodotto di Arizona State, ma il talento ci sarebbe tutto e molti suggeriscono che alla fine del camp potrebbe essere lui a sorpresa lo starter. A conti fatti, però, con l'esclusione di Pittman si parla di giocatori con la sinistra attitudine a infortunarsi. Insomma l'ennesimo “se” dell'attacco dei Broncos. Sui fullbacks, invece, pochi dubbi. Si parte con Cecil Sapp. Mike Bell è stato tagliato senza troppe recriminazioni visto che al draft è stato preso Peyton Hills di cui si parla molto bene.

Bob Slovick è il nuovo coordinatore della difesa. Non poi così nuovo, a dirla tutta, dato che l'anno scorso era assistente di Bates. Tuttavia il suo approccio è iverso da quello del suo predecessore, puntando meno sul prevenire il gioco aereo a discapito quello di corsa. Il compito che l'aspetta è improbo: trasformare la terza peggior difesa sulle corse del campionato scorso (ben 2282 yards concesse) in un muro. La prima mossa è stata quella di cercare un run stopper di peso per la 4 -3 e la dirigenza di Denver sembra averlo individuato in Dewayne Robertson, acquistato per un tozzo di pane dai Jets (scelta condizionata alle prestazioni di Robertson nel draft 2009). Il ragazzo, 4a scelta assoluta del 2003, ha enormi capacità , ma non si inseriva bene negli schemi dei Jets, oltre a giocare da anni con un problema cronico al ginocchio, anche se in carriera ha saltato pochissime partite. In ogni caso il suo utilizzo sarà  centellinato tra il 50 e il 60% degli snap in partita. Accanto giocherà  Marcus Thomas, che molto bene ha fatto l'anno scorso considerando l'inesperienza, l'anno di inattività  causato da problemi disciplinari al college, e la pochezza dei suoi compagni di reparto. Saranno loro due i titolari. A dare il cambio ci dovrebbe essere il veterano Alvin Mckinley, jolly che può giocare in ogni ruolo, interno ed esterno, della linea difensiva, concreto senza essere una stella. A scalpitare al palo Steven Harris, 2° anno, con un fisico fenomenale, ma ancora molto grezzo.

Passando ai DE, Elvis Dumervil, piccolo grande uomo ha dimostrato di essere fenomenale nel trovare il sack, ma rimane comunque un giocatore situazionale, incapace di aiutare sui giochi di corsa. Con il ritorno di Ebenezer Ekuban dall'infortunio subito nella preseason del 2007 potrebbe finalmente essere utilizzato al meglio e non tenuto sempre in campo a discapito della difesa di squadra. Tornerà  dall'infortunio che gli ha fatto saltare oltre tre quarti di stagione anche Jarvin Moss, prima scelta dell'anno scorso che dovrà  dimostrare di essere quell'ottimo pass rusher che sperava la dirigenza quando
l'ha chiamato al draft. A completare il lotto il secondo anno Tim Crowder che ha dimostrato di sapersela cavare. L'innesto di Robertson, un anno in più per i giovani e il ritorno degli infortunati potrebbero portare a migliorare notevolmente le prestazioni chiudendo il buco nero del 2007.

Ciò potrebbe però non bastare, molti dubbi infatti sussistono sui linebackers, reparto completamente ricostruito. Per quanto D.J. Williams sia finito secondo
nella lega per numero di placcaggi, il tentativo di utilizzarlo nel mezzo sembra fallito. Le doti atletiche ci sono, ma non riesce a leggere gli attacchi (molti placcaggi sono arrivati in ritardo) e a guidare i compagni di reparto, perciò verrà  spostato sul lato debole dove con la sua velocità  e le sue doti fisiche dovrebbe creare non pochi problemi alle linee offensive avversarie. Al suo posto, nel mezzo, il nuovo acquisto Niko Koutouvides, che in quel di Seattle era chiuso nel ruolo e si limitava ad eccellere negli special team. Il ragazzo dal nome inscrivibile, però, è un'incognita non avendo mai giocato da titolare. Dal lato forte, dopo aver dato l'addio a Ian Gold, a scendere in campo sarà  un altro nuovo acquisto Boss Bailey, fratello meno talentuoso di Champ. Facile immaginare un tracollo nel
caso di problemi nella linea di difesa.

Nelle secondarie gioca la vera stella della squadra, il testè citato Champ Bailey. Se nella passata stagione San Champ non è stato sui suoi livelli abituali in copertura, questo è stato causato al fatto che la sua concentrazione era volta ad aiutare LBs e S sul gioco delle corse e sulla marcatura dei TE avversari. In pratica è stato un giocatore totale, dannandosi in tutto il campo per aiutare i compagni e nel contempo marcando anche il miglior ricevitore avversario. Immenso.
Dall'altro lato dovrebbe essere riconfermato Dre' Bly, che nella passata stagione ha alternato ottime partite a clamorose amnesie, come ad esempio il TD concesso all'overtime contro Green Bay. A far loro compagnia Domonique Foxworth e Karl Paymah, che però hanno dimostrato di essere solo giocatori da situazione e non titolari affidabili. Nonostante tutto è il reparto che dà  più sicurezze.Tra le safeties dato a sorpresa e a malincuore l'addio a Lynch nei primi giorni del camp, il ruolo della strong safety dovrebbe andare a Hamza Abdullah che già  l'anno scorso aveva sostituito il veterano Nick Ferguson; a lottare per
partire da free safety gli acquisti dei free agents Marquand Manuel e Marlon McCree, con favorito il secondo, oltre a Josh Barrett, scelto al 7°
giro e primo fra i rookie a firmare il contratto.

Per quanto riguarda gli special team l'anno scorso c'era stato qualche miglioramento sotto la guida di Scott O'Brien e si spera che tale andazzo continui. Tuttavia se blocchi e difesa sono lentamente migliorate (partita con i Bears a parte) manca un ritornatore affidabile: Glenn Martinez, non ha convinto molto, e l'acquisizione di Eddie Royal al 2° giro dello scorso draft sembra orientata proprio in questa direzione. Questo però non è l'unico punto interrogativo del reparto. Infatti, dopo 15 stagioni, Jason Elam non indosserà  la casacca numero uno dei Broncos. Elam, anche se con gli anni ha perso in potenza, ha mantenuto tutto il suo sangue freddo e la sua precisione millimetrica, dimostrandolo con calci agli ultimi secondi che hanno reso meno amaro il record finale dei Broncos nel 2007. Rimpiazzarlo dopo che questa primavera non si è trovato un accordo quando è diventato free agent sarà  durissima. A sostituirlo probabilmente Matt Prater, calciatore dal piede potente ma non impeccabile quanto a precisione. Ad Atlanta fu tagliato per averne sbagliati tre su quattro nel 2007. A occuparsi dei punt, invece, dopo che Todd Sauerbrun è stato cacciato per problemi extra-sportivi, dovrebbe essere Sam Paulescu, ragazzo del 1984. Anche se va detto
che non c'è nulla di certo perché nel mercato degli undrafted i Broncos hanno preso vari punters: Brett Kern (anni 22), e Danny Baugher (24) per cui il camp sarà  una vera battaglia a eliminazione per decidere i titolari.

Dopo tanti problemi e un roster così rimaneggiato, pur in presenza di un calendario che si presenta abbordabile, non stupisce che anche quest'anno non sarà  un bel anno per essere un tifoso dei Broncos. La squadra potrebbe esserci. Il gruppo finalmente è stato ringiovanito e se l'andazzo degli ultimi draft dovesse proseguire i Broncos avrebbero una squadra molto futuribile. Tuttavia l'inesperienza, i dubbi e i problemi si tramutano in punti interrogativi non indifferenti che offuscano l'orizzonte. Probabilmente sarà  una stagione altalenante in termini di prestazioni, tuttavia, si dovrebbero evitare le figuracce dell'anno scorso, quando la squadra andando sotto si squagliava smettendo letteralmente di giocare. Ovviamente qualsiasi discorso inizia e finisce con la difesa se quella non riuscirà  a bloccare le corse il 2008 sarà  una fotocopia del 2007. Fermo restando che un'altra annata come quella passata potrebbe incredibile a dirsi far rimuginare
Bowlen sulla possibilità  di cambiare timoniere, è difficile immaginarsi Shanahan sbagliare ancora. Per l'attacco la speranza è quella di veder sbocciare completamente il talento di Cutler, malattia o non malattia. Il sogno sarebbe quello di veder mettere la testa a posto a Marshall, ma questo appare veramente troppo. In conclusione l'obiettivo, anche se Shanahan lo negherebbe, è quello di migliorare il record dell'anno scorso, mentre i PO rimangono un miraggio.

KANSAS CITY CHIEFS (di larrybrown)

L'ultima volta che i Kansas City Chiefs avevano perso 12 volte nel corso di una stagione, sulla sideline si era appena accomodato Marv Levy con la sua Wing-T offense, un ingegnoso meccanismo basato su un ricorso quasi ossessivo alla corsa, escogitato per tenere una delle più oscene difese della storia della NFL il più lontano possibile dal terreno di gioco. Preistoria del football: sembra passato un secolo, in realtà  era "appena" il 1978, ma il dato la dice lunga sulla profonda necessità  di rivoluzionare una squadra che nella stagione appena passata si era presentata in campo somigliando talvolta a un reparto geriatrico. E rivoluzione è stata: molti addii – con pochi ringraziamenti – e 13 facce nuove e fresche pescate nel draft di fine aprile. Nessuno ha cambiato così tanto, e ciò è tutt'altro che un buon segno. Non c'è una sola persona sana di mente che si aspetti qualcosa di gratificante da questa stagione; si costruisce per il futuro, sperando che le basi siano solide.

Se la squadra è stata rivoltata come un calzino, più di qualche ritocco è stato operato anche sul coaching staff: dopo la rivoluzione dell'anno scorso, durante la quale l'Head Coach Herman Edwards, al suo terzo anno nel Missouri, salutò calorosamente moltissimi assistant coaches dell'era Vermeil (con l'eccezione dell'immarcescibile DC Gunther Cunningham, ora rimasto l'unico sopravvissuto di quel periodo), a febbraio altri quattro allenatori dell'attacco sono stati cacciati a pedate, compreso il coordinatore offensivo Mike Solari, autentico guru della Offensive Line ma completamente inadatto al ruolo di capo supremo del reparto d'attacco. Mentre quest'ultimo volerà  a Seattle ad occuparsi di ciò che fa da una vita, ossia migliorare gli uomini di linea, per sostituirlo Edwards ha riesumato nientemeno che Chan Gailey. L'ex successore di Barry Switzer a Dallas torna nella NFL dopo sette stagioni e molti alti e bassi come allenatore capo di Georgia Tech: mai una stagione perdente, ma neppure una vittoria contro gli acerrimi rivali Bulldogs; un esonero con tre stagioni di anticipo, ma anche un pingue assegno di 4 milioni di dollari come consolazione.

Gailey avrà  l'ingrato compito di ridare vita a un reparto che nella stagione appena trascorsa è stato più offensivo per i tifosi che per gli avversari: un boccone amarissimo da ingoiare per un pubblico che, abituato ad ammirare ben altro durante la gestione di Vermeil, nel 2007 si è dovuto sorbire una produzione di appena 14.1 punti di media a partita, con degli exploit assolutamente raccapriccianti quali i miserrimi 7 punti raggranellati contro la derelitta difesa dei Broncos. La nuova amministrazione ha già  individuato il nuovo proprietario delle chiavi del comando: Brodie Croyle. Il ragazzo di Rainbow City, Alabama, ha vissuto la sua prima vera stagione NFL in un modo che definire orrendo è ancora eufemistico: 6 gare, 6 sconfitte, 8 intercetti e appena 6 TD passes, dopo aver trascorso la prima metà  dell'anno comodamente seduto in panchina a guardare il trentatreenne Damon Huard vincere 4 partite nonostante un groviera come linea offensiva e le cervellotiche chiamate di Solari nelle orecchie. Nei minicamps Edwards ha avuto parole di grande fiducia nei confronti di Croyle: ma la realtà  dei fatti è che Croyle è una scelta obbligata, essendo improponibile un rilancio del fragile Huard e men che meno riporre una qualche speranza nel quarterback numero tre, tale Tyler Thigpen da Coastal Carolina, un settimo giro del draft 2007 già  congedato dai Vikings a settembre dello scorso anno.

Chi avrà  il privilegio di dover rincorrere i lanci di Croyle? Pensionato il 35enne Eddie Kennison, che per anni aveva deliziato l'Arrowhead Stadium, perso Samie Parker (che porterà  la sua velocità  in dote ai Broncos), una delle certezze granitiche è il titolare dello spot #1 da WR: Dwayne Bowe. Spettacolare nella sua stagione da rookie, con 70 ricezioni e 995 yards ammassate, è stata una delle poche note liete della stagione appena trascorsa, ma per evitare che il suo rendimento precipiti nel 2008 a causa delle double coverages avversarie i Chiefs devono trovargli rapidamente un partner sull'altro versante del campo. Sarà  una poltrona per tre: il posto se lo contenderanno il neoarrivo Devard Darling, lo scorso anno positivo nella seconda metà  della stagione a Baltimore, Jeff Webb, e il quarto giro Will Franlklin, del quale si dice un gran bene. Una delle novità  più interessanti della prossima stagione, a nostro giudizio, potrebbe essere l'introduzione del doppio TE. Fuori discussione l'impiego dell'eccezionale Tony Gonzles, Gailey sta facendo più di un pensierino sul contemporaneo impiego del rookie Brad Cottam, selezionato col terzo giro. Cottam deve ancora lavorare parecchio sulla ricezione, ma in fase di bloccaggio è già  pronto. Proprio quello che serve ai Chiefs.

E ora, il momento delle dolenti note: la linea offensiva. Come accennato poco sopra, lo scorso anno la protezione fornita a Huard prima e a Croyle poi è stata una barzelletta. Con 54 sacks concessi, i Chiefs hanno raggiunto il poco invidiabile primato nella relativa classifica; ma poco o nulla, durante questa off-season, hanno fatto per rimediare a tale preoccupante situazione. L'inizio, per la verità , era stato promettente: via gli ultratrentenni Welbourn, Terry, Bober e Wiegmann. Poi, però, solo tanta confusione. Il draft ha portato in dono Branden Albert, interessantissima left guard di Virginia, ma Gailey preferisce tenere in quella posizione il tre volte pro bowl Brian Waters. Secondo moltissimi scout, la versatilità  di Albert è certamente una delle sue qualità  migliori (a tal punto che durante i suoi anni da liceale sembrava avviato verso una promettente carriera da giocatore di basket, con 15 punti e 10 rimbalzi di media nel suo anno da senior) ma piazzarlo nella posizione di left tackle, come l'ex coach dei Cowboys sembra orientato a fare, è un rischio notevole per un rookie. Albert sfratterà  Damion McIntosh, che passerà  a giocare - senza molto entusiasmo, ci pare di capire – come tackle destro dopo otto anni passati dalla parte opposta. Al centro giocherà  l'ex LSU Rudy Niswanger, e anche questo sarà  un'esperimento, mentre per l'ultimo posto, quello da guardia destra, il favorito resta Adrian Jones, che però ha un passato da left tackle" nei Jets di Edwards! In buona sostanza, benché Herm ripeta da settimane che "si va al training camp con la offensive line già  definita, solo così ci si migliora", tutto si può dire meno che la situazione sia chiara, tra alcuni giocatori fuori posizione e altri, temporaneamente esclusi, ma impazienti di rientrare dalla finestra (tra cui segnaliamo soprattutto il rookie Barry Richardson, sesto giro e interessante tackle destro, anche se Gailey proverà  a travestirlo da guardia, e Herb Taylor, che l'anno scorso si era guadagnato qualche brandello di partita da tackle destro, senza sfigurare).

Se la linea offensiva, tra uno spostamento e l'altro, ritroverà  magicamente la tenuta dei bei tempi, il maggiore beneficiario sarà  il giocatore più atteso dell'anno: quel Larry Johnson che l'anno scorso ha assistito impotente allo sfascio di novembre e dicembre, quando era a casa a curarsi un piede mentre i Chiefs lasciavano vincere tutti, comprese squadre in coma profondo quali Lions e Jets. Durante la sua assenza, le veci di LJ sono state prese da Kolby Smith, al quale va riconosciuto il merito di aver ha fatto ciò che ha potuto, e da un commovente Priest Holmes. Con il numero 27 sano, le gerarchie saranno chiare: la prima opzione sarà  lui, Smith tornerà  a fare il suo vice, mentre nelle retrovie si guarda con un certo interesse a Jamaal Charles, rookie scelto al terzo giro capace di 50 TD in due anni coi Texas Longhorns e molto abile nei ritorni sui kickoffs, e a Dantrell Savage, piccolino tutto pepe ex Oklahoma State, scelto come undrafted free agent ma sul quale qualcuno si è già  avventurato in improvvidi paragoni con Barry Sanders.

E ora passiamo alla difesa, iniziando da una considerazione doverosa. Se la stagione dei Chiefs non ha raggiunto le tragiche vette toccate dai Dolphins, il merito – parola, ne conveniamo, un po' forte – è quasi esclusivamente del reparto difensivo. 20.9 punti concessi a partita non sono un numero da spellarsi le mani, ma Gunther Cunningham e i suoi ragazzi hanno pur sempre chiuso la stagione con la quattordicesima difesa della lega. Questo risultato è stato ottenuto concedendo 319.4 yards a partita, la somma di una eccellente difesa su passaggio (188.9 yards, solo quattro squadre hanno fatto meglio) e di una difesa su corsa che ha fatto pietà  (130.6 yards, solo quattro squadre hanno fatto peggio). L'interrogativo che tutti si pongono è quasi scontato: cosa sarà  di questi numeri ora che il miglior elemento difensivo della squadra, quel Jared Allen che da solo aveva ammucchiato la bellezza di 15.5 sacks, è partito con destinazione Minneapolis? A rigor di logica, l'addio del numero 69 impatterà  in maniera significativamente negativa sui numeri della difesa aerea almeno quanto il contemporaneo innesto di Glenn Dorsey (quinta scelta assoluta dell'ultimo draft) dovrebbe migliorare i tragici numeri della difesa su corsa. Non è stato facile per "King" Carl Peterson lasciar andare JA: ma i due erano ai ferri cortissimi da settembre 2006, quando quest'ultimo fu beccato, per la seconda volta in cinque mesi, alla guida in stato di ebbrezza. Peterson non aveva nessuna intenzione di impiccarsi con un contrattone per un giocatore a rischio squalifica chilometrica, e da quel momento Allen ha cominciato a guardarsi attorno.

Fuori Allen, dentro Dorsey, dunque. Anche sulla defensive line, per quanto si è potuto carpire dai primi minicamp, si sono già  intravisti confusi e preoccupanti rimescolamenti di carte: la ventesima scelta assoluta del 2006 Tamba Hali ha fatto la spola tra il lato sinistro (dove ha giocato più che discretamente per due stagioni) e il lato destro della linea, orfano di Allen. Se "TambaHawk" resterà  a sinistra, a destra si schiererà  uno tra Turk McBride, secondo giro del draft 2007, e l'ex Rams e Saints Trevor Johnson, col primo favorito; se invece si trasferirà  a destra, il LDE potrebbe essere Brian Johnson, settimo giro dell'ultimo draft: una autentica scommessona, che però Herm Edwards sembra pronto ad affrontare. In mezzo, c'è un solo vero dubbio: se lanciare immediatamente Glenn Dorsey o no. Molto dipenderà  dalla rapidità  con la quale Dorsey e i Chiefs troveranno l'accordo sul contratto: se Dorsey salterà  una o due settimane del training camp, un suo impiego istantaneo appare una probabilità  abbastanza remota. Pregando perché ciò non accada, Dorsey partirà  da subito come tackle sinistro, con al suo fianco Alfonso Boone, che dopo una intera carriera da tackle ha passato tutta la prima parte della preseason a fare l'esterno come soluzione di emergenza. Le alternative sono rispettivamente Ron Edwards, eccellente difensore su corsa ma molto a disagio nei down su passaggio, e l'interessante secondo anno Tank Tyler. Tuttavia, dovendo fare i conti con l'incognita Dorsey, l'astuto Cunningham ha anche un piano B, che prevede l'impiego di Edwards come tackle destro titolare, con Boone che potrebbe ritrovarsi, al rientro di Dorsey, a sostituire (buona fortuna) Jared Allen e fare coppia con Hali sull'esterno.

Subito dietro, troviamo una delle poche note liete, se non l'unica, di questa squadra: il reparto linebackers, uno dei più solidi della lega. Il terzetto composto daDerrick Johnson, Napoleon Harris, e Donnie Edwards garantisce esperienza, soprattutto nel caso del 35enne Edwards, e qualità . Le aggiunte, operate a cavallo tra la fine della scorsa stagione e l'inizio di questa, dell'ex Falcons Demorrio Williams (43 gare all'attivo in Georgia, per lui un lauto quinquennale e un posto da titolare garantito appena Edwards deciderà  di dire basta) e dell'ex Jaguars Pat Thomas forniscono anche un po' di profondità , il che non guasta.

Pochissimi dubbi anche per le secondarie. Per quanto riguarda i cornerbacks, accanto al veterano Patrick Surtainil secondo giro Brandon Flowerssostituirà  un autentico monumento (inteso tanto come prestigio, quanto come dinamismo), quel Ty Law che a 34 anni non sembra ancora avere intenzione di appendere l'elmetto al chiodo: ma il suo futuro non sarà  a Kansas City. Il problema sono i sostituti: tra Dimitri Patterson, Tyron Brackenridge (rispettivamente 13 e 11 presenze nella scorsa stagione) e il quinto giro Brandon Carr non c'è da stare tranquilli. In mezzo, Jarrad Pagesarà  la FS, in un reparto che si è ulteriormente assottigliato dopo l'addio di Greg Wesley, accanto al coetaneo Bernard Pollard, ma il nostro pronostico è che quest'ultimo sarà  più o meno rapidamente accantonato per fare posto all'ex North Carolina State DeJuan Morgan.

Dulcis in fundo (si fa per dire), gli special teams. L'unica certezza è Dustin Colquitt, che da tre anni calcia al volo e continuerà  a farlo egregiamente – si spera – anche nella prossima stagione. L'erede di Dante Hall sarà  l'incognita B. J. Sams, che negli ultimi quattro anni - tra incidenti dentro e fuori il campo – ha passato più tempo a sventolare asciugamani che sul terreno di gioco, mentre per calciare da fermo il ballottaggio sarà  tra l'ex Tar Heels Connor Barth (che lo scorso anno non ha mai sbagliato sotto le 48 yards: assai preciso, ma un po' deboluccio) e l'ex tutto Nick Nowak, sei traslochi negli ultimi tre anni. Le scelte della scorsa stagione, in fatto di special teams, furono un cataclisma: Lawrence Tynes fu spedito a New York, dove vinse da protagonista un Championship nel ghiaccio del Lambeau Field, per fare posto all'agghiacciante Justin Medlock, che a settembre era già  stato allontanato in malo modo. Ci consoliamo pensando che quest'anno fare peggio sarà  obiettivamente impossibile.

OAKLAND RAIDERS (di The Snake 12)

Suonerà  come una frase trita e ritrita, ma il 2008 sarà  ancora una volta l'anno della verità  per gli Oakland Raiders. O quantomeno, lo sarà  di certo per Lane Kiffin, head coach al secondo anno alla guida dei Silver & Black e apparentemente già  ai ferri corti con lo storico owner Al Davis. I Raiders, che non conoscono un record positivo dall'oramai lontano 2002, anno della debacle contro i Tampa Bay Buccaneers nel Super Bowl XXXVII, ripartono nel nome della gioventù per cercare di tornare ai fasti dei bei tempi che furono. Se da un lato l'anacronostico stile di gestione stile "padre padrone" del Grande Vecchio getta un'ombra inquietante sul potere decisionale di Lane Kiffin, dall'altro lato non sono pochi i motivi di curiosità  intorno agli Oakland Raiders del 2008.

Proprio l'ultimo draft può essere visto come l'ennesima schermaglia tra i due. Kiffin si considerava coperto nel reparto running backs e orientato a mettere una pezza in mezzo alla front four, tanto da lanciare diversi messaggi di apprezzamento verso Sedrick Ellis e Glenn Dorsey. E invece chi ti vanno a scegliere con la quarta assoluta ? Darren McFadden, running back da Arkansas. E quando chiunque avente un briciolo di buon senso si aspettava l'arrivo di un defensive tackle nei giri successivi, ecco i più classici dei pick alla Al Davis: un defensive back (Tyvon Branch) e due wide receivers (Arman Shields e Chaz Schilens) con mezzi atletici apparentemente fuori dall'ordinario. Tante, forse troppe, restano le domande a cui non c'è ancora risposta. Finiranno i sinistri scricchiolii nel menage tra l'owner accentratore e il coach-ragazzino a cui è stata in gran parte negata la facoltà  di scegliere il proprio coaching staff ?
Sarà  ancora “Life in the Fast Lane” ?

In attacco con Greg Knapp ancora in sella come offensive coordinator, il punto nodale sembra risiedere nel reparto quarterbacks, dove i riflettori sono ovviamente puntati su JaMarcus Russell, prima scelta assoluta del draft 2007. La stagione scorsa del prospetto uscito da LSU è stata pesantemente condizionata dal lunghissimo holdout, che gli ha fatto perdere tutto il training camp e la preseason. Russell è diventato titolare sul finire del campionato, e dopo le prime uscite condite da parecchi "rookie mistakes" ha mostrato dei progressi confortanti nell'ultima partita di regular season contro i San Diego Chargers. Se la notevole potenza del braccio è un dono di natura, quello su cui deve lavorare sono specialmente l'accuratezza dei lanci e le scelte decisionali. Ai minicamp delle scorse settimane Russell ha smentito chiunque gli rinfacciava una scarsa etica lavorativa, presentandosi in grande forma fisica e volenteroso di sgrezzare il proprio bagaglio tecnico. Se il buongiorno si vede dal mattino".non dovrebbero esserci problemi e Andrew Walter in compagnia di Marques Tuiasosopo, entrambi finora i più classici degli incompiuti, si contenderanno il posto di backup, con l'undrafted rookie Sam Keller nel ruolo di terzo incomodo.

Il reparto running backs, per quantità  e qualità , sembra uno di quelli meglio assortiti. Non a caso Kiffin ha instaurato un attacco "run oriented", sistema che potrà  garantire al già  citato Darren McFadden, potenzialmente uno dei migliori prospetti degli ultimi anni, una transizione graduale nel duro mondo dei professionisti. Justin Fargas, reduce dalla migliore stagione in carriera (1009 yards su 222 portate, 4 TD) che gli ha fruttato un rinnovo ad ottime cifre, è tutto fuorchè un workhorse ma, se il fisico lo sorregge, sarà  utile come running back di complemento. Michael Bushè il terzo incomodo, e se dimostra di aver pienamente recuperato dal devastante infortunio alla gamba subito nel suo senior year a Louisville, potrebbe rivelarsi una nuova arma nelle situazioni di goal line. Un manipolo di giocatori molto meno noti, tra cui l'undrafted rookie da Washington Louis Rankin e Joe Echemandu (autore di un'ottima preseason 2007) si darà  battaglia per fare la squadra. Per il ruolo di fullback, la competizione è tra il titolare Justin Griffin ed il secondo anno Oren O'Neal. I due formano un tandem ben assortito: Griffith è più affidabile come runner e ricevitore in uscita dal backfield, mentre O'Neal (utile anche per gli special teams) è più efficace come bloccatore puro.

Per quanto riguarda i wide receivers, sulla carta la depth chart appare piuttosto definita. Oltre ad un nuovo coach di reparto, James Lofton, è arrivato il go to guy che mancava la scorsa stagione, Javon Walker. Tralasciando i recentissimi propositi di ritiro e le vicissitudini private in quel di Las Vegas, il punto è capire se le condizioni del ginocchio riusciranno a giustificare la montagna di soldi di cui è stato ricoperto (per la cronaca, 55 milioni in 6 anni di contratto). In caso affermativo, la combinazione Russell-Walker può fare parecchi danni, specie sul profondo. Altrimenti la situazione sarà  quella di prima se non peggio, anche alla luce della partenza di Jerry Porter. Ronald Curry, affidabile come ricevitore di possesso ma delicato come un cristallo di Boemia, appare come il candidato più credibile per l'altro posto da titolare mentre Drew Carter, arrivato via free agency dai Carolina Panthers, dovrebbe trovare spazio principalmente come slot receiver. I favoriti per i restanti posti a roster sono il secondo anno Johnnie Lee Higgins ed i rookies Arman Shields e Chaz Schilens. Dal resto della truppa, formata da Chris McFoy, Drisan James, Todd Watkins (parecchio in spolvero durante il training camp), Jonathan Holland e Marcel Reese, dovrebbero uscire giusto un paio di nomi per la practice squad e nulla più. Tra i tight end la situazione è decisamente delineata. Il titolare sarà  Zach Miller, che torna da una stagione da rookie piuttosto positiva. Miller ha dimostrato di avere ottime mani, il che lo rende un'ottima valvola di sfogo per il passing game. Oltre a questo, sta decisamente affinando le proprie doti di bloccatore. Se il ragazzo confermerà  le premesse, i Raiders hanno trovato il tight end che gli mancava dai tempi di Todd Christensen.
John Madsen troverà  impiego nelle situazioni di passaggio, mentre per il terzo spot sarà  battaglia tra Fred Wakefield (possibile una sua conversione a guardia), Tony Stewart e i rookie Chris Wagner e Darrell Strong.

La offensive line, ovvero il reparto più fatiscente dell'edizione 2006 degli Oakland Raiders ha fatto degli incoraggianti passi in avanti nel 2007, grazie al lavoro del coach Tom Cable. Il sistema di bloccaggio a zona ha cominciato a dare i suoi frutti, specialmente per quanto riguarda il running game. Decisamente da rivedere la pass protection, ma il materiale a disposizione del “Cable Guy” non lascia spazio a molte speranze, specie tra i tackles.
All'inizio del training camp, la linea offensiva titolare sarà  composta da Kwame Harris (left tackle), Robert Gallery (left guard), John Wade (centro), Cooper Carlisle (right guard) e Cornell Green (right tackle). Se Gallery sembra aver trovato una certa dignità  come guardia (che tuttavia non può far dileguare la nomea di bust aleggiante su di lui), restano pesanti dubbi sull'effettiva capacità  di Kwame Harris, arrivato dai San Francisco 49ers, nel proteggere il lato cieco dalla pass rush avversaria. Al contrario, i veterani John Wade, giunto da Tampa Bay, e Cooper Carlisle, entrambi a proprio agio nel zone blocking system, rappresentano le poche certezze di questo reparto. Il ruolo di right tackle è quello in cui finora c'è stata più competizione. Cornell Green, logorato da tanti acciacchi, potrebbe essere scavalcato da Paul McQuistaino da Mario Henderson, oggetto ancora misterioso su cui fu spesa una scelta di terzo giro nel draft 2007. Jake Grove, seconda scelta nel 2004 e mai finora al livello delle aspettative, e Chris Morris potranno entrare nella competizione sia nel ruolo di centro che per uno spot da guardia, mentre Mark Wilson e l'undrafted rookie da Arizona State Brandon Rodd sono i possibili outsiders. Il punto fondamentale sarà  evitare le innumerevoli amnesie tipiche degli ultimi anni (leggasi penalità ), ed è inutile dire che dalla tenuta della linea dipenderanno le sorti di tutto l'attacco dei Raiders. Se le cose dovessero andare nella maniera giusta, Tom Cable meriterebbe le chiavi della città .

Discorso diverso in difesa dove, finita la scorsa regular season, tutti si aspettavano il siluro per il defensive coordinator Rob Ryan. Ma dopo un tira e molla durato più di un mese, Al Davis ha deciso di confermare il pittoresco assistente, sbattendo la porta in faccia alle richieste di Lane Kiffin. Quest'ultimo avrebbe voluto un drastico cambio di filosofia, chiedendo l'ingaggio di qualcuno con più dimestichezza con la “Tampa 2 defense”. Raheem Morris, coach dei defensive backs dei Tampa Bay Buccaneers, e addirittura Monte Kiffin, padre di Lane, erano i nomi più gettonati prima che il polverone si dileguasse. Avanti sulla vecchia strada quindi, con la speranza, ad oggi poco più di un barlume, che il 2007 sia stato solo un annus horribilis per l'unità  difensiva.

Sulla defensive line risiedono le maggiori perplessità . Serviva disperatamente un run stopper e non è arrivato, nè via free agency nè via draft. In compenso è stato rinnovato a suon di presidenti morti il contratto di Tommy Kelly, che verrà  spostato da end a tackle, con tutti i dubbi che ne conseguono, non ultima l'integrità  fisica. L'altro defensive tackle titolare sarà  uno tra Gerard Warren e Terdell Sands, con William Joseph utile come pass rusher. In ogni caso pare non ci siano nomi all'orizzonte in grado di raccogliere l'eredità  dell'ultimo Warren Sapp. In definitiva è un'unità  mediocre, dove l'unica salvezza potrà  essere l'esplosione definitiva di Sands dopo una stagione molto deldente. Si prospetta quindi un altro anno tribolato contro i runners avversari, sia che questi siano superstar come LeDainian Tomlinson, sia degli emeriti sconosciuti come Kolby Smith. La situazione è più incoraggiante per i defensive ends, con i pass rushers Derrick Burgess e Kalimba Edwards, giunto via free agency dai Detroit Lions, più la rivelazione Jay RIchardson a fermare le corse. Un altro pò di benzina in corpo la potrebbe avere il veterano Greg Spires, mentre c'è grossa curiosità  intorno ai rookies Trevor Scott e Greyson Gunheim, possibili diamanti grezzi pescati nel silenzio generale.

Appare decisamente migliore la situazione nel reparto linebackers, dove da un paio di stagioni il lavoro di Don Martindale ha cominciato a dare dei buoni risultati. Due certezze non da poco: Kirk Morrison e Thomas Howard, entrambi giovani e a livelli di eccellenza sia come tacklers che soprattutto nella pass coverage. Se i ruoli di middle e weak side linebacker possono dirsi a posto per anni, lo stesso non si può dire per quello di strong side linebacker. Qui le incognite sono moltissime, come innumerevoli sono i candidati al posto di titolare: Sam Williams e Robert Thomasin primis. Alla fine la potrebbe spuntare proprio Williams, ammesso che resti finalmente privo di acciacchi, mentre Thomas è più un giocatore da rotazione che un titolare fisso. Ma non è escluso che alla fine tra i due litiganti la possa puntare un nome a sorpresa come quello di Ricky Brown, spesso visto in azione con la prima squadra durante il training camp. Edgerton Hartwell potrebbe inserirsi nel discorso, anche come secondo middle linebacker nelle situazioni di 3-4, specie se si sarà  ripreso dall'infortunio che lo ha tenuto fuori per tutta la passata stagione. Jon Alston, Malik Jackson (undrafted rookie da Louisville), Isaiah Ekejiuba ed il redivivo Grant Irons si giocheranno i posti rimanenti come backups e special teamers.

Il reparto defensive backs è sicuramente migliorato, almeno sulla carta, grazie agli innesti di Gibril Wilson e DeAngelo Hall. Hall e Nnamdi Asomughaformano una coppia di shutdown corners potenzialmente tra le migliori di tutta la NFL, con Stanford Routt in vantaggio per il ruolo di nickel corner. Gibril Wilson, proveniente dai New York Giants, andrà  ad occupare il ruolo di strong safety. L'arrivo di Wilson, elemento sicuramente più tagliato per giocare nel box, consentirà  a Michael Huffdi avere l'occasione giusta per emergere nel ruolo a lui più congeniale di free safety. Il rookie Tyvon Branch, probabile kick returner titolare, potrebbe rivelarsi un utile jolly, giocando qualche down da cornerback e da safety. Il resto della truppa, e qui si parla specialmente di Jarrod Cooper, John Bowie, Rashad Baker e Chris Johnson, potrà  guadagnarsi spazio negli special teams. Anche in questo caso, i dubbi non sono legati alla pass coverage quanto all'efficacia nel fermare i runners avversari.

Nessuna novità  nel kicking team: fiducia rinnovata al lunatico kicker Sebastian Janikowski, ancora alle prese con i soliti problemi di continuità , e al punter All-Pro Shane Lechler, una delle poche certezze della franchigia. Confermato anche il long snapper John Condo, mentre il rookie Tyvon Branch e l'enigmatico Johnnie Lee Higgins, autore di una stagione da rookie con più bassi che alti, si contenderanno il posto di kick returner divenuto vacante dopo la partenza di Chris Carr.

Tre sono le chiavi principali: la tenuta della offensive line, l'evoluzione di JaMarcus Russell e la run defense. Un discorso a parte meritano le continue interferenze di Al Davis, di anno in anno sempre più testardo e ossessivo, quasi come un novello Howard Hughes, e il rumore assordante del silenzio di un front office composto da sagome di cartone. Dare il leggendario owner in pasto a Charlie Manson o agli ultimi hell's angels rimasti nella Contea di Alameda è pura utopia. E allora ? Non resta che sperare che le cose vadano nella direzione giusta, e in quel caso la stagione 2008 sarebbe più soddisfacente di quelle passate. Ad ogni modo, la parola “playoffs” suona come un azzardo non da poco. E si sa, una cosa è tentare un colpo di fortuna ai tavoli di Las Vegas, ben altra cosa è essere una franchigia di successo nella NFL odierna.

SAN DIEGO CHARGERS ( di Squall182)

Vengono da due anni vissuti ad altissimi livelli, due stagioni che li hanno visti dominatori nella AFC West, e con ogni probabilità  si candideranno ancora una volta alla corsa al trofeo più ambito da ogni ragazzo d'America: il Super Bowl.
Questi sono i San Diego Chargers, una squadra che vanta un attacco in grado di garantire spettacolo in ogni singola giocata e che in molte occasioni si è dimostrato uno dei migliori dell'intera lega.
Dopo molti anni di bel gioco e poca concretezza, nella passata stagione è stato richiamato dopo sei stagioni, l'ex offensive coordinator dei San Francisco 49ers: Norv Turner, con il compito di dare una svolta che potesse portare ad un gioco più pratico e vincente. Le accuse mosse al vecchio head coach Marty Schottenheimer, furono di praticare un eccessivo gioco di corsa, che non soddisfaceva né fans né il presidente Dean Spanos, con il quale aveva già  avuto dei disguidi a causa dello staff messo a disposizione. Proprio per questi svariati motivi dopo cinque anni, si è deciso di cambiare totalmente aria, partendo dall' HC, passando attraverso l'offensive e il difensive coordinator; come collaudatore dell'attacco dei Chargers, è stato promosso l'ex allenatore dei running back Clarence Shelmon, mentre per quanto riguarda la fase difensiva si è pensato a Ted Cottrell.

In seguito a questi cambi alla regia i risultati sono migliorati, si è vista una squadra più completa ma anche meno spettacolare, basato un po'di meno sulle corse che sono state ridotte rispetto alla passata stagione, c'è stata quella concretezza che era mancata nel 2006 nella sfida contro i Colts ai playoff, ed ovviamente dopo simili esperienze è obbligatorio aspettarsi di meglio. Il parco giocatori è invece rimasto invariato in questi due ultimi anni, con piccoli ritocchi che dovrebbero servire a rendere la squadra più competitiva, l'unico che si è messo particolarmente in mostra è Antonio Cromartie, prima scelta nel 2006, che è andato a migliorare notevolmente le secondarie dei Chargers che di certo non brillavano per talento Quest'anno al draft si è puntato su secondarie e RB, ma difficilmente qualcuno di loro troverà  spazio in questa stagione, salvo sorprese inaspettate nel ruolo di CB. Vedremo se questa strategia porterà  finalmente i suoi frutti riuscendo a far arrivare la franchigia californiana fino in fondo.

In attacco la presenza del miglior RB della lega basta a far capire il potenziale offensivo di San Diego, che nelle ultime 4 stagioni è stato sempre tra i migliori 5 per media punti segnati. Forse l'unico punto debole della fase offensiva, se davvero di punto debole si può parlare, è il gioco aereo che non sempre si è dimostrato affidabile nelle partite che contavano; questa debolezza si può ricondurre a due motivi principalmente: l'inesperienza del QB e la mancanza di un WR di grande talento. Il primo problema tradotto si chiama Philip Rivers che con solamente due stagioni alle spalle, potrebbe dimostrare fragilità  nei momenti decisivi come è già  accaduto in passato; ogni anno ci si aspetta sempre qualcosa di più da lui, ma quando sembra poter fare il salto di qualità  incappa sempre in errori dati dalla mancanza di sangue freddo e dalla troppa frenesia; lo sbaglio che vediamo commettere più frequentemente da Rivers è il lancio forzato anche quando si trova sotto pressione, verrebbe da pensare che forse è meglio prendersi un sack che lanciare affidandosi alla fortuna, e questo capita soprattutto quando c'è da rimontare qualche partita e occorre macinare yards in breve tempo, tutte qualità  necessarie per sopportare partite decisive come quelle dei playoff. C'è da considerare anche la possibilità , non remota assolutamente, che il giovane QB possa aver imparato qualcosa dai passati errori e che in questa stagione riesca ad esprimere tutto il suo potenziale, che non sarà  sullo stesso piano dei mostri sacri Brady e Manning, ma sicuramente è in grado di reggere il confronto con qualsiasi altro QB in una partita secca. Per quanto riguarda il ruolo di riserva è stato confermato il veterano Billy Volek con un accordo per altri 3 anni; nella partita di playoff contro Indianapolis si è fatto trovare pronto nel momento del bisogno riuscendo ad andare a TD nell'azione decisiva, sicuramente un ottimo backup.

Il secondo problema affligge i Chargers da diversi anni, e mai si è riusciti a risolverlo, ovvero un WR di talento all'altezza di altre squadre che ambiscono al titolo. Nel 2007 come prima scelta hanno preso Craig Davis, ma nella prima stagione in NFL non ha dimostrato nulla di eccezionale, a stagione in corso è arrivato Chris Chambers da Miami, sicuramente un buon giocatore ma nulla che potesse far salire la squadra di livello, salvo exploit. Impiegato come secondo WR è Vincent Jacksonche ha fatto intravedere nella passata stagione buoni mezzi tecnici, dovuti anche al vantaggio dell'altezza, e che se aggiungesse alla sua qualità  una certa continuità  nell'arco delle 16 partite, potrebbe aiutare il suo compagno di reparto non facendogli sobbarcare tutto il peso del gioco aereo. Praticamente obiettivo principale di molti lanci di Rivers diventa il TE Antonio Gates, che come numero ricezioni è secondo solo a Chambers; ovviamente se lo si va ad analizzare come tight end è probabilmente uno dei migliori in circolazione se non il migliore, ma di solito bisognerebbe usarlo come arma in più, come una variabile nel gioco, invece qui è usato per cause di forza maggiore come un normale WR, proprio per questo si cerca un altro buon ricevitore che possa assistere i compagni di reparto. Analizzando Gates nel suo ruolo originario, è sicuramente tra i migliori, per lui parlano i numeri con circa 1000 yards ricevute in ogni stagione disputata. Anche in questo caso c'è il fattore positivo oltre quello negativo, e cioè che uno tra Davis e Jackson possa fare una stagione su ottimi livelli ed in questo modo San Diego avrebbe due buoni WR su cui affidarsi.

Per quanto riguarda il gioco sulle corse le cose da dire sono tutte positive, salvo l'incognita del FB, visto il taglio di Lorenzo Neal, e la promozione a titolare di Andrew Pinnock. Ci sarebbero da elencare numeri e record riguardanti LaDainian Tomlinson a partire dai 28 TD in una sola stagione o al fatto che nella sua carriera non è mai sceso sotto le 1200 yards su corsa e i 10 TD, ma sarebbero davvero troppi i numeri e quindi è meglio limitarsi ad elogiare questo giocatore parlando delle sue innumerevoli qualità  in grado di permettegli di vincere partite giocando quasi da solo; quando corre dentro le 20 yards avversarie è letale per qualsiasi avversario e difficilmente si risolve il gioco con un turnover poiché il risultato finale di una sua corsa nella red zone è quasi sempre un TD. Sono ormai due anni che vince la classifica per yards corse,e nonostante ogni anno esca qualcuno in grado di impensierirlo lui si trova sempre davanti a tutti. L'anno scorso la sua mancanza contro New England si è fatta sentire parecchio ed il risultato è stata l'eliminazione dalla corsa al super bowl, probabilmente con lui in campo sarebbero potute andare diversamente, ma è inutile pensarci ancora anche perché nella stagione che verrà  avrà  modo di rifarsi sia lui che la squadra.

Molto buona anche la linea offensiva che ha concesso solo 24 sack, e questo in special modo grazie al center Nick Hardwicked ha permesso un ottimo gioco di corsa, il settimo in assoluto per yards per partita; ancora molto giovane questa linea è in grado di migliorare moltissimo, accompagnata da un tocco di esperienza data dalla guardia Mike Goff che nelle ultime 90 partite non ne ha saltata neanche una, dimostrando ancora un'ottima salute fisica; tra gli altri ci sono l' OT Marcus McNeill e l'altra guardia Kris Dielman, autori di un ottima stagione nel 2007 coronata con la convocazione al Pro bowl. L'attaco sarà  ancora una volta l'arma migliore di San Diego, d'altronde i numeri parlano chiaro: questi Chargers non sono secondi a nessuno quando sono in giornata.

Se andiamo ad analizzare la difesa di questa squadra noteremo sicuramente delle grandi individualità , ma il problema maggiore della squadra sta nel lasciare troppo tempo la palla nelle mani degli avversari: oltre 30 minuti circa per gara, ovvero quasi 3-4 minuti di più rispetto a tutte le altre squadre maggiori; questa pecca porta alla conseguenza che le yards macinate contro, siano decisamente troppe sia sul gioco di corsa che su quello di passaggi. Descrivere questa strana difesa non è facile, ma sicuramente possiamo individuare il problema nella fase collettiva. Tuttavia al contrario delle molte yards concesse, i punti che vengono segnati sono decisamente pochi, ciò lo si deve, come si è detto all'inizio, alle grandi individualità  che hanno provocato ben 48 turnover: 30 intercetti e 18 fumble ricoperti; se si pensa che la squadra seconda in questa statistica ha 11 TO in meno ci si rende conto dell'elevatissimo livello tecnico sul piano individuale. Un'altra caratteristica di questa difesa è il gioco molto aggressivo e delle volte sconsiderato, che porta spesso il QB avversario a trovarsi sottopressione, non a caso i sack messi a segno sono stati 42. Come accade da diversi anni la formazione sarà  una 3-4 defense, con cui gran parte della squadra ormai si identifica.

Partendo dalla linea troviamo i due DE Igor Olshansky e Luis Castillo, due ottimi giocatori che sono in grado di dare sicurezza al reparto, proprio per questo in particolar modo il primo è ritenuto uno dei migliori DE della NFL, oltretutto sono entrambi molto giovani e quindi man mano che passano le stagioni le stagioni acquisiscono una notevole esperienza, adatta a migliorare quel gioco di squadra che non sembra perfetto, non sono ancora a grandissimi livelli, ma con il passare degli anni diventano sempre più completi e garantiscono sempre più sicurezza. Nel centro della linea c'è il 32enne Jamal Williamsnella posizione di DT, lui sicuramente è uno dei migliori interpreti in quel ruolo, testimoniato dal fatto che si è trovato a giocare il Pro Bowl per 3 anni consecutivi, leggermente in calo la passata stagione dove ha saltato 3 partite e dove i suoi numeri ne hanno risentito, ma nel 2008 se non dovrà  combattere contro gli acciacchi dirà  ancora la sua.

I 4 LB sono rappresentati esternamente da una delle coppie di OLB più forti dell'intera lega: Shawne Merriman e Shaun Phillips. I due hanno messo a segno la metà  dei sack portati dalla squadra; difficile passare dalle loro parti sulle corse, forse l'unico punto in cui dovrebbero migliorare sta nella lettura del passaggio, ma di tempo c'è n'è soprattutto per Merriman all'inizio della sua quarta stagione. Tuttavia c'è da segnalare la squalifica ricevuta dal numero 56 per uso di steroidi, non può passare inosservato questo fatto che ha messo dei dubbi sulle prestazioni del difensore della franchigia californiana, infatti i suoi sack tra una stagione e l'altra sono diminuiti a vista d'occhio. Come ILB ci sono Matt Wilhelm e Stephen Cooper, inseriti tra i titolari nella passata stagione dopo la partenza di Edwards e il cambiamento di modulo. Davvero positiva la scorsa annata di entrambi che nonostante siano stati catapultati in campo dopo anni di panchina, si sono fatti trovare pronti cogliendo l'opportunità  al volo. Non a caso sotto il punto di vista dei LB San Diego è considerata una delle migliori ed i risultati si sono visti nella passata stagione; ovviamente se i 4 LB riusciranno confermare il loro valore, la squadra potrà  sicuramente fare un balzo qualitativo in avanti.

Passiamo ora alla parte critica della difesa: le secondarie. Si può fare più o meno lo stesso discorso che si è fatto per i WR in attacco, con la differenza che qui il giocatore di grande talento si è trovato: Antonio Cromartie. Il giovane giocatore pescato con la prima scelta del 2006 è andato a completare la coppia di CB con Quentin Jammer divenendo così una delle più affidabili, soprattutto per quanto riguarda la questione intercetti, chiedere a Manning per conferme. Nonostante ciò nel draft di questo 2008, San Diego, è andata a pescare come prima scelta Antoine Cason, sperando di trovare un altro giovane in grado di fare coppia fissa con la sorpresa dell'anno scorso Cromartie; oltretutto come se non bastasse sono stati segnati 17 free agent per andare a cercare di scoprire qualche altro CB. Più problematico è invece il discorso per le due safety che in Eric Weddle e Clinton Hart non vedono due soluzioni sicure, anche se la nuova SS, (Weddle), sembra essere molto più affidabile dell'ormai ex Marlon McCree, passato ai Broncos, spesso caduto in un gioco troppo violento che lo scorso anno ha portato a innumerevoli falli inutili e conseguenti penalità . Hart, la FS, di certo non esploderà  a 30 anni e quindi non si può aspettare certo da lui il salto di qualità , proprio per questo è auspicabile che le squadra avversarie cerchino il passaggio profondo e centrale per trarre vantaggio dal punto dichiaratamente più debole della difesa.

Sempre affidabili invece gli special teams dei Chargers che fanno affidamento al 26enne Nate Kaeding, sicuramente uno dei migliori kicker della lega con una percentuale di trasformazione altissima. Per quanto riguarda la fortuna di certo Keading non ne ha molta visti gli infortuni nei playoff del 2007 e l'errore contro New England nel 2006. Il ruolo di punter è ormai saldo nei piedi di Mike Scifres, anche lui alla quinta stagione in NFL, uno capace di calciare con facilità  dentro le 20 yards avversarie, secondo nella scorso anno solamente Andy Lee. Il ruolo di kick returner e punt returner è ancora di Darren Sproles, che grazie alla sua piccola statura riesce molte volte a sgusciare via dai tackle difensivi.

Come accade da due anni, i Chargers hanno l'obbligo di vincere la division e cercare di arrivare in fondo alla corsa per il Super Bowl. Sono ormai due stagioni che il loro cammino si interrompe per mano dei Patriots e sicuramente l'obiettivo di quest'anno è di fare quel passo avanti che li porterebbe a giocarsi il titolo. Le qualità  ci sono, i giocatori anche, quello che manca a questa squadra è l'esperienza, quella contro di cui non hanno potuto niente nel 2006 e nel 2007; forse se riusciranno ad arrivare per il terzo anno consecutivo ai playoff riusciranno gestire il tutto con estrema freddezza e calma. Sempre molta curiosità  nel vedere i progressi di Rivers, che se dovesse esplodere potrebbe rendere questa squadra praticamente imbattibile; dagli altri ci si aspettano conferme in particolar modo da Tomlinson che dovrà  dimostrare ancora una volta di essere lui il migliore nel ruolo di RB. Solo con queste credenziali San Diego potrà  ambire a qualcosa di importante, altrimenti ci sarà  sempre una New England che sbarrerà  il cammino dei californiani.

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