NFC East 2008 Preview

Tony Romo se la ride, Dallas è la squadra più forte della Nfc.

Per il terzo anno consecutivo la Nfc East potrebbe rivelarsi quale divisions più combattuta dell'intera lega, potendo contare sulla presenza al suo interno dei New York Giants campioni in carica, dei favoriti Dallas Cowboys e delle outsiders di lusso Washington Redskins e Philadelphia Eagles, due squadre che hanno avuto i loro problemi ma che possono pur sempre piazzare la striscia vincente.
I Cowboys, incapaci di fare strada nei playoffs nonostante ottimi records di stagione regolare, non possono che essere al primo posto nelle previsioni pre-campionato, l'attacco ha una grande varietà  di opzioni ed è difficilmente contenibile, la difesa deve migliorare nei momenti cruciali ma è attrezzata con diverso personale di spessore, e di sicuro sa come mettere pressione sul quarterback avversario. I Giants, che si sono liberati di Jeremy Shockey, dovrebbero godere di una considerazione particolare ma non è così, in quanto le ingenti perdite in offseason (soprattutto in difesa) lasciano troppi punti irrisolti sul fatto che la squadra che ha travolto tutti in trasferta possa sul serio ripetersi. I Redskins hanno rinunciato al tradizionale spreco di scelte e denaro per affrontare un mercato più quieto, animato dalla sola trade per Jason Taylor, ed hanno aggiunto centimetri e chili ad un attacco molto monotono, che dovrà  digerire la nuova West Coast Offense di Jim Zorn. Chiudono il gruppo gli Eagles, che con un McNabb in salute sono sempre in grado di battere diverse squadre, e che dovranno trovare delle risposte da una difesa che ha giocatori molto giovani in ruoli chiave, e da un attacco che aspetta sempre un ricevitore primario che manca dai tempi di Terrell Owens.

Dallas Cowboys (di azazel e Dave Lavarra)

I vincitori della NFC East, la squadra con il miglior record della National Conference (13-3) oppure la franchigia che da 12 anni non vince una partita a Gennaio: quale opzione rappresenta meglio i Dallas Cowboys?

L'attacco, eccellente a livello produttivo ed estetico, è letteralmente esploso sotto la giovane e illuminata guida di Jason Garrett ammassando 365 yards e 28,6 punti di media a partita, dando la sensazione che si sarebbe potuto segnare ogni volta che fosse stato necessario. Nonostante ciò, la stagione finita in calando ha suggerito dei cambi di prospettive soprattutto per il gioco di corse, pericoloso con Marion Barber in campo ma troppo inconsistente in presenza del vero titolare del ruolo, Julius Jones: ecco spiegato il restyling del reparto, con Jones lasciato andare verso Seattle, Barber nuovo starter a dimostrare di essere un corridore per ogni down e profondità  garantita dal draft tramite le selezioni di Felix Jones e Tashard Choice, ambedue in grado di poter cambiare il ritmo potente di Barber grazie alla loro velocità  e di farlo rifiatare adeguatamente quando ve ne sarà  bisogno. Jones viene già  da un sistema di condivisione delle portate, ad Arkansas faceva coppia con il più famoso Darren McFadden, mentre Choice era l'opzione primaria del gioco di corse di Georgia Tech, dotato di ottima visione e di velocità  sicuramente inferiore a quella del suo nuovo compagno di reparto tra i professionisti. La sua scelta resta perlopiù un'assicurazione, visto che è arrivata inconsuetamente appena dopo il rinnovo contrattuale offerto allo stesso Barber.

Niente di nuovo nel corpo wide receivers, che ha perso un Terry Glenn già  sostanzialmente assente l'anno scorso: dato per assodato che Terrell "Popcorns" Owens e Patrick Crayton saranno i due starters, dietro loro si attende con impazienza la crescita di uno tra Miles Austin, Sam Hurd ed Isaiah Stanback, con Hurd potenzialmente favorito per entrare con costanza nel ruolo di terza opzione nello slot. La sorpresa potrebbe arrivare da un giocatore andato undrafted e che tutti in Texas spingono a paragonare a Wes Welker: Danny Amendola.
Uno dei bersagli più affidabili sarà  nuovamente Jason Witten, stabilitosi come uno dei primi cinque tight ends della Nfl: la sua versatilità  nel posizionarsi in diversi punti della linea di scrimmage farà  ancora la differenza creando situazioni di difficoltà  per la difesa, le mani da wide receiver e la bravura nel correre le tracce fanno del giocatore in questione un'autentica sicurezza. Martellus Bennett, proveniente dal draft e notevole miglioramento rispetto ad Anthony Fasano, è dotato di un ottimo fisico e di mani morbide, che gli consentiranno di vedere il campo molto spesso in allineamenti a doppio tight end, come selezione aggiuntiva per Tony Romo.

Proprio il quarterback rubacuori si è definitivamente consacrato, nella sua prima stagione completa da starter, come uno dei migliori della lega nel ruolo, ed è chiamato ad un'impegnativa riconferma. Giunto un po' tardi sul palcoscenico della NFL che conta, avrà  meno tempo dei suoi colleghi per imporre la sua figura da qui alle prossime stagioni, e per farsi ricordare come un quarterback di quelli che hanno fatto la differenza; le qualità  tecniche, migliorabili in fase di rilascio del pallone, non sono comunque in discussione, quelle mentali probabilmente sono quelle che più necessitano di lavoro aggiuntivo, specialmente nelle situazioni calde che i playoffs possono di volta in volta presentare. Fondamentale per lui sarà  il lavoro della linea, che se sarà  in grado di dargli lo stesso tempo per pensare dell'anno scorso gli permetterà  di continuare a far muovere il pallone con intatta efficacia.

Il fronte offensivo, comportatosi egregiamente l' anno scorso in regular season, è stato riconfermato in blocco e sarà  allenato da Hudson Houck, un guru di questo reparto. Il movimento più importante è stato il rinnovo contrattuale di Flozell "The Hotel" Adams, assieme al quale si allineeranno il centro Andre Gurode, le guardie Leonard Davis e Kyle Kosier, ed il tackle Marc Colombo.

La difesa, ormai da 4 anni è passata allo schema 3-4, tuttavia senza eseguire la transizione da conservativa ed attendista, ad aggressiva, capace di mettere sotto pressione il QB avversario quasi ad ogni snap, motivazione principale dell'assunzione a suo tempo di Wade Phillips, texano di nascita e di aspetto, dal quale si è pretesa l'importazione degli stessi concetti del medesimo schema che lo stesso aveva utilizzato con successo ai San Diego Chargers, ovvero una delle difese d'elite della Nfl dei tempi recenti. Il nuovo atteggiamento ha portato i suoi frutti, principalmente l' aumento considerevole dei sacks rispetto all' anno precedente, passati da 34 a 46, ed il contemporaneo abbassamento delle yards totali concesse, passate da 322,8 a 307,6. I numeri, però, non riescono a nascondere una preoccupante difficoltà  nel fermare gli attacchi avversari nei momenti clou, difatti a vincere ci ha spesso e volentieri pensato Romo, mentre non ci si ricorda di uno stop decisivo capace di decidere una partita importante da parte di Roy Williams e compagni.

Williams non viene citato a caso, si è sempre saputo che la sua forza fosse quella di giocare a ridosso del box a sette uomini, un gran colpitore schierato alla stregua di un linebacker aggiunto, le cui doti in copertura hanno sempre lasciato a desiderare. Proprio sotto questo aspetto l'anno passato c' è stata un' involuzione preoccupante, le pecche in copertura si sono evidenziate maggiormente in quanto non più sopperite dalla creazione di turnover, statistica calata in maniera drastica.
Pur essendo scorretto additarlo come capro espiatorio, Williams rimane il simbolo di una squadra in grande difficoltà  nel difendere contro i passaggi, ed ha preferito cercare scuse riguardo a schemi e coaching staff piuttosto che ammettere le proprie responsabilità , solo per ritrattare tutto e chiudere lì la questione. Il suo compagno di reparto, Ken Hamlin, è riuscito a strappare un buon contratto a Jerry Jones, e viste le cifre a libro paga di Williams nonché considerate le numerose similitudini tra i due giocatori, rimane qualche dubbio sulla convivenza futura dei due nella stessa squadra.
Come per l'attacco molte lacune sono state riempite da draft e mercato, con un occhio particolare per le secondarie: importanti le addizioni dei due rookies Michael Jenkins, sulla carta uno dei migliori cornerbacks disponibili nella nidiata di quest'anno, ed Orlando Scandrick, pescato al quinto giro, che a differenza del più quotato Jenkins sta mostrando sin da subito di avere doti che potrebbero farne una gradevole sorpresa. Via trade è stato aggiunto alla truppa Adam "Pacman" Jones, con la clausola cautelativa (Jerry Jones non è l'ultimo arrivato) che se non dovesse tenersi lontano dai guai i Cowboys riavranno la scelta di quarto giro del 2009 data ai Titans per l'affare. L' affollamento tra i cornerbacks si completa con i due titolari dell' anno scorso, nessun dubbio sulla conferma di Terrence Newman, qualcuno in più su quella di Anthony Henry, che ha guidato la squadra per intercetti con 6, e si è pubblicamente lamentato per essere stato retrocesso nella seconda squadra durante i mini camps di giugno.

Altre lamentele sono arrivate da Greg Ellis, outside linebacker in pianta stabile, che da tempo trova svariati argomenti di contrasto con la dirigenza, e che si dovrà  dividere i downs con Anthony Spencer, scelto al primo giro nel 2007 sostituendo lo stesso Ellis (infortunato) senza infamia e senza lode. Ellis ha comunque collezionato 12,5 sacks 3 fumble forzati alla soglia dei 33 anni producendo la sua migliore stagione statistica di sempre, ma d'altro canto una prima scelta come Spencer non può vedersi troppo ridimensionare a livello di presenza in campo.
Il fronte a 7 aveva mostrato l' anno scorso alcune lacune soprattutto per quel che riguardava la parte centrale, l' assenza di un nose-tackle di peso (Jay Rattlif è un end convertito e il turbolento Tank Johnson, preso a metà  stagione dopo 8 giornate di squalifica, era abituato a giocare tackle in una 4-3) aveva mandato un po' in crisi i due linebacker centrali, Brady James e Akin Ayodele, già  non eccelsi di loro. Al posto di Ayodele, trasferitosi a Miami, vi sarà  Zach Thomas, che ha fatto il percorso inverso dopo una vita passata sopra i 150 tackles a stagione, che secondo i piani del coaching staffa tutti gli effetti un linebacker per tutti i downs nonostante i numerosi e recenti infortuni dello stesso.
Il lineup difensivo è completato dalla punta di diamante del reparto, DeMarcus Ware, atleta spaventoso reduce da 84 placcaggi, 14 sacks, 4 fumble forzati e che si porta dietro la fama di essere l' unico vero playmaker difensivo dei texani, in grado di salire di cattiveria quando il momento conta davvero: il solo problema che lo riguarda, a fine stagione ventura, sarà  quello contrattuale, che potrà  essere evidentemente risolto da una gran quantità  di dollari da sborsare nelle sue casse da parte di Jerry Jones.

Riguardo gli special teams, kicker e punter sono giovani, futuribili e soprattutto tra i migliori della lega: Nick Folk, 23 anni, scelto lo scorso anno, ha già  deciso un paio di partite, su tutte il famoso Monday Night di Buffalo, ha dato finalmente stabilità  alla posizione dopo anni di tentativi andati a male ed ha un raggio di calcio davvero ampio; Mat McBriar, australiano di 28 anni, è da qualche stagione consolidato come certezza, sia in quanto a potenza che in quanto a precisione.
Quando invece la palla ci sarà  bisogno di ritornarla entreranno in azione ottimi giocatori, gli innesti di Pacman e Felix Jones serviranno molto anche qui essendo entrambi pure degli ottimi ritornatori (di punt il primo, di kickoff il secondo) che si andranno ad aggiungere ai già  collaudati Newman, Austin e Thompson.

La off-season è stata spesa cercando di riempire le lacune di una squadra già  di alto livello, i Dallas Cowboys possono tranquillamente restare ai vertici della Nfc e giocarsi senza mezze misure l'accesso al Super Bowl. In una Nfc East agguerrita sarà  comunque difficile ripetere le 13 vittorie della passata stagione, anche se siamo sicuri che i tifosi dell'America's Team baratterebbero una o due di queste in cambio del trofeo più importante del football.

New York Giants (di Chinasky)

Si sa, nello sport ripetersi è difficile, nel football quasi proibitivo, e i NY Giants edizione 2008 sembrano, di nuovo, partire come pericolosa outsider più che come squadra da battere. Eppure il titolo conquistato pochi mesi fa avrebbe dovuto far capire che la metamorfosi è ormai avvenuta e che, da mina vagante, i Big Blue si sono trasformati in vera e propria squadra; solida, compatta,vincente.
In attacco, grazie alla maturazione che nella scorsa post season ha finalmente colto Eli Manning, gestito dopo tanto penare in modo egregio dal coach Tom Coughlin, ed in difesa, dove il lavoro di Steve Spagnuolo ha procurato all'allenatore difensivo il più alto stipendio della Lega nel suo settore, ha regalato un anello alla Grande Mela e fatto incendiare di invidia i volti di tanti concorrenti, increduli d'innanzi a tanta bellezza e tanto coraggio esibiti dal reparto difensivo durante i Playoff 2007.
Saranno, forse, di nuovo una squadra non da altissimi livelli in Nfc, ma con l'arrivo dei playoff i G-Men si trasformeranno, ancora una volta, nella squadra più temibile in circolazione. E, dopo la fama di Road Warriors costruita un anno fa, sarebbe quasi meglio per gli avversari vederli più vincenti durante la stagione per concedere loro il fattore campo a gennaio. Il ritiro di Michael Strahan e i rilasci di Gibril Wilson e Kawika Mitchell modificano in parte la gestione difensiva, ma ciò di cui sono convinti a NY sono due cose: l'attacco è finalmente maturo e la difesa che di fatto ha portato a vincere il titolo ha innanzi tutto una pregevole mente sulla sideline, poi un gruppo di buoni giocatori. Non cambia nulla, in un certo senso.

L'attacco finalmente, proprio il punto su cui sembrava basarsi il destino dei NY Giants e che, invece, era diventato l'anello debole per via di quel ragazzo che stava dietro al centro, fratello di una celebrità  che solo l'anno prima aveva trionfato nel Super Bowl di Miami. Eccolo qua ora, Eli Manning, campione che ha guidato i suoi compagni all'impresa grazie ad un suo ottimo drive finale e che, oggi, scrollatosi di dosso critiche, immaturità  e quella gestione un po' ambigua dalla sideline che lo spingeva spesso al suicidio, si ripresenta come uomo in più di un attacco diversamente quasi perfetto. Il giovane Manning non ha mai mostrato limiti tecnici eccessivi, ma era sempre stato evidente che il suo gioco, oltre a non evolversi, non sembrava quasi mai in grado di gestire a dovere i palloni più caldi. Ora che ha guidato il drive più difficile che a un quarterback possa capitare in carriera, il ragazzo deve farsi trovare pronto a restare in pianta stabile tra i grandi giocatori del ruolo attualmente impiegati nella Nfl.

Adatto a ogni tipo di lancio, acclamato dai compagni come nuovo leader e decisamente più in grado di gestire l'huddle, Manning è il prototipo di quarterback adatto a praticamente ogni playbook. Se Manning, e Coughlin, hanno davvero imparato qualcosa sarà  difficile tenere a freno una fase offensiva che si permette di essere ottimamente protetta da un fronte 5 che andrà  a riconfermare gli stessi titolari di un anno fa, a partire dall'esperto centro Shaun O'Hara, affiancato dalle guardie Chris Snee e Rich Seubert e dai tackles Kareem McKenzie e David Diehl. Nomi poco in vista, senza troppa pubblicità , ma capaci di limitare gli ingressi su Manning (28 sack concessi) e, soprattutto, di aprire le acque per tutti i runningback che si avventurano palla in mano oltre le linee nemiche.

Linea ottima per Brandon Jacobs il quale, con qualche numero in meno e senza la stessa classe, non ha comunque fatto rimpiangere l'immenso Tiki Barber e che ha trovato un ottimo supporto prima da Derrick Ward e poi dal sorprendente Ahmad Bradshaw, il quale dovrebbe occupare da quest'anno la posizione di secondo RB in depth chart. In tema di backfield sembra praticamente scontata la riconferma di Madison Hedgecock, uomo di fatica che vede pochissimi palloni e piazza tantissimi blocchi pronto alla sua quarta stagione da "signor nessuno" fondamentale per la sicurezza dei suoi compagni nel ruolo di fullback. Salta all'occhio anche come i Giants abbiano tentato di risolvere il problema dietro a Manning in caso di necessità , tagliando Jared Lorenzen, più folcloristico che utile probabilmente, e mettendo sotto contratto David Carr e il rookie André Woodson, scelto al sesto giro del draft.

Tra i ricevitori impossibile non riconfermare come numeri 1 e 2 i veterani Amani Toomer e Plaxico Burress, ma eccellente è anche la profondità  del ruolo, che potrà  contare sull'utile Steve Smith, già  rodato anche al Super Bowl, Sinorice Moss, la scelta da Michigan Mario Manningham e, indimenticabile, David Tyree, il quale non è da escludere possa proseguire nel proprio lavoro di beatificazione dopo l'impressionante e fortunosa ricezione che, a Glendale, tenne in vita sogni e speranze della franchigia fondata dalla dinastia dei Mara.
Più problematica la situazione nel ruolo di tight end, dove Jeremy Shockey, idolo (in)discusso ed impareggiabile come talento, ha continuato a mostrare una certa abilità  nel combinare guai con la propria bocca straparlando a destra e manca. Il suo destino è stato così segnato, e il trah talker del fiume Hudson è volato a New Orleans dove diventerà  temibile bersaglio dei lanci di Drew Brees. Assodato che fosse impossibile tenerlo a tacere, nonostante il resto della squadra avesse dimostrato di poter vincere anche senza di lui e molto di più senza di lui, Coughlin è sbottato in un “non c'è niente da fare per la sua boccaccia, non c'è rimedio” più o meno testuale.
Kevin Boss, suo naturale sostituto, non ha la metà  del talento per quel che riguarda le mani, ma è giocatore solido, di peso, buon bloccatore e abile a conquistarsi qualche yard importante anche durante gli scorsi playoff. Giovane, e quindi con un potenziale di crescita, è certamente uomo più da spogliatoio che non il bizzarro Shockey, ma non è detto che sarà  dello stesso livello in difesa del backfield e in uscita da esso a prendere palloni. Certo già  in Arizona, a gennaio, il giovane Boss ha mostrato di sapere gestire nervi e partite nonostante l'inesperienza lottando come un vecchio leone.

La difesa ha come detto perso pezzi, anche pregiati. Pensionato Strahan da campione del mondo, e perso Gibril Wilson, forse il miglior giocatore di una secondaria non troppo eccelsa a parte il sorprendente Aaron Ross, la società  ha subito puntato a porre rimedio a certe carenze attraverso draft e free agency. Cominciamo però dal vuoto più importante, quello di Michael Strahan appunto, il quale verrà  sostituito o da Dove Tollefson, end sinistro naturale o, più probabilmente, da Justin Tuck, l'uomo dell'ultimo sack a Tom Brady durante lo scorso Super Bowl. Tuck, giovane e inesperto finché si vuole, è adattissimo a ricoprire più ruoli e più zone della linea difensiva e, di conseguenza, non è da escludere un suo lancio in tempi brevi come titolare. Sul lato opposto il nuovo leader del reparto, Osi Umenyiora, destinato a diventare erede di Strahan e nuovo capitano. Nel centro i tackle Barry Coefield e Fred Robbins, con Jay Alford pronto a dare fiato e peso nelle rotazioni in attesa del timbro sul lasciapassare della completa titolarità  del ruolo.

Nonostante dal draft siano arrivati un paio di giovani per il futuro della squadra, è poco probabile che vedremo Jonathan Goff da Vanderbilt e Bryan Kehl da Brigham Young sfondare troppo presto nel reparto da titolari tra i linebacker. Se il loro impegno sarà  di rotazione e special team, è scontato che il pacchetto dei tre LB pronti a chiudere la 4-3 difensiva di Spagnuolo rimarranno gli stessi dello scorso anno tolto Reggie Torbor, defensive end trasformato in linebacker all'occorrenza. Lato debole quindi da affidare a Gerris Wilkinson, backup in grado di giocare al fianco del centrale Antonio Pierce sia sul lato del tight end che su quello opposto e ottimo come apripista per i più giovani. Pierce centrale, appunto, vero leader del reparto a questo punto, e titolare più esperto del pacchetto difensivo. Sul lato forte il ritorno dall'infortunio di Mathias Kiwanuka, anch'egli defensive lineman tramutato, occupa il posto a prescindere, con la speranza che l'ex di Boston College dimostri, al suo terzo anno, di aver appreso a meglio il ruolo. Dietro di lui Zack DeOssie, giocatore che mantiene saldo il posto a roster soprattutto come long snapper.

Si arriva poi alle secondarie, considerate per anni il vero punto debole della squadra. Oggi potrebbe non essere più così, soprattutto dopo aver visto l'intensità  con cui i ragazzi di NY si sono imposti sugli avversari. Vero che il miglioramento della linea e del reparto linebacker a un certo punto della post season ha facilitato loro il compito, com'è normale che sia, ma è vero anche che alcune situazioni, come il drammatico ultimo periodo di Dallas durante il Divisional Nfc, sono frutto di un gioco accorato, di grande mentalità , attitudine, unione. A tutto questo, comunque, giusto aggiungere anche un potenziale di talento davvero buono finalmente sbarcato sotto la Statua della Libertà . In primis tra i cornerback, dove Aaron Ross, seppur più efficace come nickel back che come cornerback primario nel 2007, ha già  sottratto il posto di prima punta a R.W. McQuarters, veterano con qualche limite tecnico e tanto cuore. Sul lato opposto i gradi se li dovrebbe essere guadagnati anche Corey Webster dopo dei playoff sensazionali, il che renderebbe Sam Madison un nickel back o un giocatore di rotazione più che una primadonna del sistema Giants. Pronto a entrare in rotazione anche il rookie Terrell Thomas, da USC, adattissimo agli schemi di Spagnuolo e abbastanza pesante da subentrare come nickel per pacchetti pesanti o in situazioni di dime defense.

Tra le safeties si è perso come detto in avvio il servizio di Gibril Wilson, ma l'arrivo dal draft di Kenny Phillips garantisce futuro e solidità  nel ruolo di free safety, anche se all'inizio il titolare dovrebbe essere James Butler e non è detto che lo sia per pochi snap, anzi. Lo spostamento di Butler da strong safety a free safety garantirebbe l'utilizzo di Sammy Knight, firmato in free agency in uscita da Jacksonville, nel proprio ruolo ideale senza che i Giants vadano a perdere in esperienza e valore globale. Knight, undici anni di esperienza Nfl, garantisce peso come leader e capitano delle secondarie, dando tempo al giovane Michael Johnson di crescere ed imparare il gioco tra i professionisti al meglio e di rendere Butler utile alla causa in un'altra posizione con probabili ingressi in situazioni particolari a più defensive backs, grazie alle rotazioni con Phillips, senza perdere esperienza nel reparto.

Si chiude naturalmente con gli special team il viaggio in terra Giants, che non possono rinunciare all'eroe di Lambeau Field come kicker, quel Lawrence Tynes croce e delizia della notte della finale di Nfc. Punter confermato Jeff Feagles, classe 1966 e in ingresso per la stagione numero 21. Ancora affidabile e resistente, Feagles è pronto a battere altri record di longevità . Long snapper, come detto qualche riga più su, il linebacker Zak DeOssie, mentre per i ritorni si dovrebbero dividere il lavoro R.W McQuarters (sui calci) e il ricevitore Domenik Hixon (sui punt), anche se non escluderemmo a priori entrate in campo di giocatori dalle buone potenzialità  fisiche ed atletiche come Aaron Ross, Steve Smith o uno dei runningback di riserva.

Ripetersi. Un'impresa dura, soprattutto in una division che conta squadre come Dallas, di nuovo favorita per il titolo, Washington e la mina vagante Philadelphia. Difficile perché sei atteso al varco e perché, in ogni caso, è impossibile considerare questi Giants la squadra più forte della Nfl. I miracoli non riescono quasi mai due volte, ma la forza di questa squadra è stata soprattutto quella di emergere da situazioni impossibili, situazioni che hanno stimolato centri nervosi a noi sconosciuti e che hanno spinto gli uomini di Coughlin oltre l'immaginabile. Se qualcosa è stato davvero imparato allora prepariamoci, ripetersi è difficile, non impossibile. A patto di restare coi piedi per terra e non aver perso il mordente da Road Warriors.

Philadelphia Eagles (di Dave Lavarra)

Sotto gli ordini di Andy Reid i Philadelphia Eagles hanno attraversato uno dei cicli più prestigiosi della propria storia, con numerose partecipazioni ai playoffs, un Super Bowl raggiunto e 5 titoli della Nfc East nel giro di 6 anni. Altrettanto non si può sostenere per la stagione scorsa, terminata all'ultimo posto di una division comunque spietata per livello di competitività , ma che comunque non ha prodotto una postseason oramai considerata un must per i rumorosi e critici tifosi della città  dell'amore fraterno. Il bilancio di 8-8, di tutto rispetto, è nato da una brutta partenza che ha visto la squadra faticare non poco offensivamente quando i maggiori problemi si pensava sarebbero stati in difesa, con l'attacco resosi presto conto di non avere tantissime opzioni su cui contare ed esploso nelle partite meno impegnative del calendario, una su tutte quella contro i Lions.

Al timone offensivo di questa squadra di successo c'è (quasi) sempre stato Donovan McNabb, giocatore che se al 100% può ancora essere uno dei migliori quarterbacks della Nfl: il 31enne regista non gioca 16 partite di regular season dal 2003, e la sua mobilità  nella tasca è stata pesantemente ridotta dagli infortuni patiti nel recente passato, motivi che hanno spinto il management alla selezione di Kevin Kolb nel draft di due anni fa quale polizza assicurativa in caso di ulteriore necessità . Reduce da un campionato positivo per quanto riguarda le statistiche e con un soddisfacente stato di salute generale (solo due le gare saltate, visti i precedenti non c'è male"), McNabb dovrebbe essere pronto per la partenza della stagione nonostante alcuni problemi alla spalla riportati negli allenamenti volontari che si sono tenuti fuori stagione, che fortunatamente non hanno richiesto alcun tipo di intervento, ma hanno comunque destato il solito polverone circa preoccupazioni, speculazioni e quant'altro. Il tema ricorrente, infatti, delle lunghe pause philadelphiane tra un campionato e l'altro è quanto McNabb riuscirà  ad andare avanti con quel fisico, a volte giudicato troppo possente, altre volte invece messo in dubbio a livello mentale da chi ricorda quel Super Bowl di Jacksonville, contesto dal quale molti cominciarono a chiedersi se Donovan fosse la persona giusta per condurre questa squadra ad un titolo. Gli stessi che si posero (e si pongono) queste domande ogni sacrosanto anno, sono altrettanto puntuali nel dimenticare quanto McNabb sia riuscito a dare agli Eagles in questi otto anni trascorsi sul campo. Uno dei maggiori pregi di queste edizioni recenti degli Eagles è stata l'intatta efficienza del sistema offensivo in contumacia di giocatori importanti, fatto assodato dalle buone prestazioni rilevate negli anni dai vari Jeff Garcia ed A.J. Feeley, con quest'ultimo nuovamente presente a roster dopo aver rischiato di battere i New England Patriots in una delle sue due presenze in campo del 2007.

L'indovinello che stiamo per fare è sin troppo facile: chi è quella persona che si occupa di tirar fuori dalle secche l'attacco quando questo non gira? Se la vostra mente è andata ad una maglia verde con il numero 36 cucito sopra, avete indubbiamente indovinato. Il problema che gira attorno a tutto il reparto è sempre lo stesso, la bassa qualità  del settore wide receiver del dopo Terrell Owens ha costretto il versatile Brian Westbrook a fare straordinari su straordinari, mascherando di fatto l'assenza di un ricevitore primario e di un running back classico nel vero senso del termine. Era difficile riuscire a migliorare ancora delle statistiche già  eccellenti, ma Westbrook vi è comunque riuscito: lo scorso anno ha difatti registrato massimi in carriera sia per vie terrene che per vie aeree, arrivando a toccare quota 90 ricezioni, manco a dirlo miglior risultato di tutta la squadra offensiva, il tutto condito da 12 violazioni della endzone avversaria. A dare il cambio di ritmo ci penserà  Correll Buckhalter, corridore di potenza la cui carriera è un emblema di perseveranza e determinazione, visto il suo ritorno in campo dopo gli innumerevoli e gravi infortuni che il destino gli ha riservato. E' inoltre previsto un maggiore utilizzo del secondo anno Tony Hunt, specialista delle situazioni di corto yardaggio, e di Lorenzo Booker, arrivato via trade da Miami e valida opzione in ricezione fuori dal backfield. E' aperta la competizione per il ruolo di fullback, in virtù della perdita in direzione Vikings di Thomas Tapeh: Luke Lawton, prelevato dai Colts con una trade, e Jason Davis, membro della practice squad, saranno i due contendenti dal quale verrà  fuori lo starter.

L'ottimo Westbrook avrà  indubbiamente bisogno di un grosso aiuto dal reparto ricevitori, molto deludente l'anno passato e capace di trovare una produzione superiore alle 1.000 yards dal solo Kevin Curtis, l'unico spiraglio di luce visto nel ruolo. Anche l'ex Rams, tuttavia, è stato colpito da problemi di discontinuità  dopo aver registrato 221 yards e 3 mete contro Detroit, alternando prestazioni buone ad altre in ombra, ma con il merito di aver effettuato con successo il salto da slot receiver a bersaglio primario. I numeri dicono che Reggie Brown dovrà  tornare alla forma di due anni fa se vorrà  ottenere l'altro spot di titolare: gli Eagles si aspettavano che diventasse il principale ricevitore a disposizione, ma un evidente regresso nei numeri e qualche drop in eccesso hanno trasformato l'entusiasmo in delusione, sentimento accostabile anche ad Hank Baskett, in flessione preoccupante di rendimento solamente al suo terzo anno di esperienza tra i pro. Molti, troppi i punti di domanda, ai quali lo staff spera di trovare risposta in elementi che sinora sono rimasti di secondo piano: interessanti da questo punto i progressi mostrati da Jason Avant, partito 5 volte come titolare e per il quale la prossima stagione si preannuncia come occasione irripetibile di cucirsi un ruolo più coinvolgente, mentre il velocissimo Greg Lewis resta la minaccia fissa sul profondo, quella capace di portare oltre 20 yards di media per ogni ricezione. La velocità  è la prerogativa anche di DeSean Jackson, chiacchierato wide receiver di California, piccolo, veloce e leggero, giocatore ideale per le situazioni di screen con ricezione corta e conseguente esplosione in campo aperto; gli Eagles sperano di aver trovato in lui quell'elemento in grado di spezzare in due una partita con una sola giocata. Tante anche le voci che hanno visto Phila all'apparente ricerca di un nome per risolvere tutti i problemi appena elencati, voci che tra i Chad Johnson, gli Anquan Boldin ed i Roy Williams sono appunto rimaste tali.

L'attacco avrà  restituito uno dei suoi punti di forza sin dalla prima giornata, il tight end L.J. Smith aveva difatti cominciato il 2007 in lista infortunati e la sua assenza era stata tra i motivi del cattivo funzionamento del passing game. Le sue doti di eccellente ricevitore sono mancate soprattutto nelle vicinanze della endzone ed in conversioni chiave dei terzi downs, e le 236 yards con un solo touchdown registrato nell'ultimo campionato sono cifre assai più basse del suo reale valore. I due giocatori che lo sostituirono in quell'occasione sono stati entrambi confermati, Matt Schobel e Brent Celek, non hanno certo le stesse doti del più forte compagno ma possono ben figurare nelle ultime 20 yards, zona in cui a Reid piace sovente mischiare le carte a proprio favore. Kris Wilson, arrivato dai Chiefs, combatterà  per trovare anch'egli posto, ed arriva da una stagione nella quale ha imparato pure a giocare da fullback.

La linea offensiva è sinonimo di garanzia, è uno dei gruppi meglio assortiti e più longevi dell'intera Nfl. La trincea dispone di una delle coppie di tackles più forti in assoluto grazie all'esperto Jon Runyan ed a Tra Thomas (che ora si chiama William), una sicurezza nella protezione del quarterback; le guardie titolari saranno invece i collaudati Shane Andrews e Todd Herremans, tenute assieme dal centro Jamaal Jackson, starter da oramai due stagioni piene. I principali backups saranno Max Jean-Gilles e Winston Justice, nei confronti del quale sono sorti diversi dubbi dopo la cattiva prestazione contro i Giants nel campionato scorso, e per il quale lo staff sta valutando lo spostamento da tackle a guardia. Per rimpinzare la profondità  tra i tackles è stato scelto il mostruoso (6-9!!) King Dunlap, prospetto da Auburn, che fa parte di un gruppetto di quattro matricole da svezzare per il futuro.

Aggressività , velocità  e blitz sono i cardini della difesa di Jim Johnson, uno dei più temuti e rispettati defensive coordinators della lega, che avrà  a disposizione un'ottima rotazione sul suo tradizionale fronte a quattro, tantissimo talento nelle secondarie ed abbisognerà  quanto prima di risposte positive da un settore linebackers giovane, che deve consolidare e promuovere una fama di cui i nomi che lo compongono non hanno mai ottenuto.

Particolarmente soddisfacente la profondità  del reparto defensive ends: Trent Cole è in miglioramento continuo e per ora inarrestabile, è passato dall'essere uno specialista in situazioni di pass rush contro gli ovvi passaggi a scalzare nientemeno che Jevon Kearse, rispedito al mittente dopo la deludente esperienza in maglia verde. Cole, titolare inamovibile specialmente se dovesse ripetere i 12,5 sacks ed i 70 placcaggi del 2007, sarà  opposto a Juqua Parker (altro Eagle che ha cambiato il nome: lo ricorderete come Juqua Thomas"), rispetto a lui meno produttivo ma responsabile del medesimo cammino, arrivato dalla trasformazione da giocatore sporadicamente in campo a starter concreto. Il suo posto potrebbe comunque essere messo in pericolo dall'emergere apparentemente prepotente di Victor Abiamiri, secondo anno da Notre Dame, che si è messo in mostra con efficacia nelle ultime tre partite della scorsa stagione, coincise con tre vittorie consecutive per chiudere il campionato. Notevole il numero di riserve a disposizione, che vede presenziare il veterano Darren Howard, tirato a lucido e sceso di qualche libbra, il nuovo arrivo Chris Clemons ed il rookie Bryan Scott, ex linebacker di McNeese State che invece di peso ne sta mettendo vistosamente su per completare la transizione di ruolo. Tale affollamento potrebbe significare la fine dell'esperienza in città  di Jerome McDougle, 15ma scelta del draft 2003, tormentato continuamente da ogni tipo di infortunio e mai nella possibilità  di dimostrare qualcosa tra i pro. Molto solido il mezzo, che sarà  presidiato dalle ingombranti e produttive ombre di Brodrick Bunkley ma soprattutto di Mike Patterson, quest'ultimo dimostratosi positivo sia in fase di contenimento delle corse che in fase di pressione sul quarterback; la principale riserva sarà  Trevor Laws, rookie proveniente da Notre Dame che in passato ha imparato anche a giocare da end, che farà  compagnia ai veterani Montae Reagor e Kimo Von Oelhoffen.

Il settore difensivo messo maggiormente in discussione dai detrattori è quello dei linebackers, discusso e ridiscusso senza soluzioni di continuità  nel recente passato e per il quale non sono stati utili alla causa né il breve ritorno di Jeremiah Trotter e né l'acquisizione fallimentare di Takeo Spikes. Le due posizioni esterne verranno giocate dai titolari dello scorso anno, Omar Gaither e Chris Gocong, ambedue prossimi al terzo anno di esperienza nella Nfl: il primo è stato leader statistico di squadra in fatto di placcaggi ed ha registrato miglioramenti sensibili soprattutto contro i running backs avversari, il secondo ha risposto in maniera molto positiva dopo essere stato gettato nella mischia completamente privo di esperienza, in seguito ad un 2006 passato ad imparare osservando gli altri. La vera novità  sta nel mezzo e si chiama Stewart Bradley, linebacker centrale ricordato per essere stato il primo giocatore della storia della franchigia ad aver registrato un sack ed un intercetto nella sua partita d'esordio, fatto avvenuto nello scorso campionato contro i Saints. Dopo aver trascorso diverso tempo a placcare qualunque cosa si muovesse negli special teams Bradley è stato chiamato in causa quando gli infortuni hanno nuovamente fatto capolino nel ruolo, e se anch'egli dovesse percorrere gli stessi progressi dei suoi compagni di allineamento questa difesa avrebbe qualcosa che non ha mai avuto nella gestione Reid, tra l'altro con delle prospettive di longevità  particolarmente intriganti data l'anagrafe dei tre titolari. I backups principali saranno Rocky Boiman e la matricola Joe Mays, giocatore basso e rapido probabilmente ideale per il centro del reparto.

L'enorme infusione di talento portata in squadra dall'acquisizione di offseason più evidente, quella del ricercatissimo Asante Samuel, sta rischiando di avere un effetto boomerang, in quanto è sfociata in una serie di dichiarazioni e comportamenti ostili da parte di uno dei principali componenti delle secondarie degli Eagles, Lito Sheppard. Mentre Jim Johnson ha spesso e volentieri fatto sapere alla stampa che avrebbe avuto intenzione di utilizzare tutti e tre i cornerbacks più forti della squadra dividendo con accuratezza il tempo da far trascorrere loro in campo, Sheppard si è sentito mancare di considerazione ed ha chiesto la cessione, evitando di partecipare agli eventi organizzati dallo staff prima del training camp. Tra le motivazioni che hanno spinto a firmare Samuel, 16 intercetti nelle ultime due stagioni, risiede l'alto numero di gare saltate da Sheppard per infortunio, 13, e la sicurezza di avere comunque uno dei migliori tandem di cornerbacks comunque vada, vista la presenza dal lato opposto di Sheldon Brown, altro affidabile elemento che riesce a produrre giocate d'impatto quando richiesto. Joselio Hanson capeggia la fila dei nickel corners, quei giocatori che andranno a schierarsi nelle difese di situazione, una fila che non vede moltissima esperienza sul campo e che potrebbe quindi dare dei problemi in caso di infortuni dei titolari.
Mentre lo spot di free safety è chiuso a doppia mandata dalla presenza del grande Brian Dawkins, comunque reduce da un campionato pieno di problemi fisici, quello di strong safety verrà  assegnato al vincitore del duello tra Sean Considine e Quintin Mikell, che si ripete per il secondo anno consecutivo. L'anno passato l'aveva spuntata il tosto Considine salvo farsi male alla spalla, e Mikell aveva avuto modo di sfruttare l'occasione solo in parte a causa di un problema ad un ginocchio. Dal quadro era emerso J.R.Reed, autore di una bella prestazione contro i Patriots, che farà  nuovamente parte di una rotazione che ha una sola aggiunta, il rookie Quentin Demps.

Gli special teams sono in crisi da qualche tempo, sostanzialmente per due motivazioni: la mancanza di produttività  nei ritorni di kickoff ed i numerosi placcaggi errati in fase difensiva. C'è anche un terzo aspetto negativo della faccenda, qualche fumble di troppo nei ritorni di punt, che è costato anche qualche partita e quindi si è rivelato determinante per la mancata qualificazione ai playoffs. La scelta di DeSean Jackson volge lo sguardo anche verso queste problematiche, in quanto al ragazzo verrà  data la possibilità  di farsi le ossa proprio ritornando i calci, si punta moltissimo sulla sua velocità  e sulle sue abitudini, visto che come già  osservato sopra il piccoletto da California si trova a suo agio partendo dagli screen e seminando gli avversari in campo aperto. Giocatori di secondaria importanza per il ruoli principali, come Boiman, Booker e Demps, non potranno che essere utili alla causa.
Rimane intatta la responsabilità  di field goals e punts, affidata all'esperto ed affidabile David Akers la prima, ed al secondo anno Save Rocca la seconda.

Nonostante nodi da sciogliere in attacco, dove la produzione dei wide receivers deve tornare d'aiuto alla causa, e speranze opportunamente riposte in un reparto linebackers scarsamente collaudato ma in piena progressione, i Philadelphia Eagles sono indubbiamente attrezzati per tornare ai playoffs dopo un anno sabbatico e difficoltoso, caratterizzato da molti problemi che hanno determinato l'esclusione dalla postseason per un nulla. Andy Reid, al nono anno alla guida di questa squadra, sa quali sono i passi da compiere per aggirare l'ostacolo e fare strada in questa lega grazie alla sua esperienza ad alti livelli competitivi, e pur considerato che la division non è esattamente facile da affrontare gli Eagles possono avere successo. Si tratta solo di limitare gli errori e di tornare a chiudere le partite con la stessa determinazione di due anni fa.

Washington Redskins (dei Dave Lavarra)

L'era Gibbs è finita, questa volta per sempre. Il colpo di scena pensato da Daniel Snyder nella offseason precedente al campionato 2004, che restituiva alla franchigia quel coach capace di portare in città  tre titoli, ha portato un bilancio di due qualificazioni ai playoffs in quattro stagioni, qualificazioni ottenute con un lavoro psicologico senz'altro migliore rispetto a quello tecnico. Il difetto più evidente della seconda gestione Gibbs è stata la sua eccessiva assenza dalle sidelines tra un'avventura e l'altra, facendo presto intuire che la Nfl si era evoluta troppo in fretta per un allenatore di vecchi concetti come lui, fatto che lo ha reso inadeguato ad aprire un ciclo vincente degno di riportare quel prestigio che la città  attende da oltre un decennio. Le due gite di postseason ottenute, risultato tutt'altro che da scartare scartabellando i bilanci di squadra dal 1994 ad oggi, sono state frutto di un ottimo lavoro di compattazione del gruppo nei momenti decisivi della stagione, la squadra ha reagito alla grande quando aveva tutto da perdere, qualificandosi in extremis in entrambi gli anni dopo campionati incerti ma terminati con importanti strisce di vittorie consecutive. La squadra è stata toccata da vicino dalla tragedia di Sean Taylor, ucciso in casa sua mentre recuperava da un infortunio, e gli ha dedicato tutto il resto della stagione. Non solo a causa di Taylor, tuttavia, i Redskins hanno perso partite incredibili: se infatti la sconfitta casalinga contro Buffalo, causata da un errore marchiano di Gibbs, era pienamente giustificabile, altrettanto non si è potuto dire delle defezioni contro Packers e Giants in apertura di campionato, che hanno denotato l'incapacità  e l'immaturità  della squadra nel saper chiudere le gare quando serviva. Nel momento della verità  le cose sono andate meglio: anche con Jason Campbell fuori e diversi altri infortuni di cui tener conto l'attacco si è appoggiato sulle inaspettate prestazioni di Todd Collins, e la difesa è tornata ai livelli di due stagioni prima, quand'era tra le migliori di tutta la lega. L'uscita di scena nella Wild Card contro Seattle ha evidenziato notevoli limiti offensivi, una costante del superato concetto di power running offense di Gibbs, che dall'anno venturo sarà  sostituito da un sistema mutuato proprio dai Seahawks, dato che Jim Zorn, il responsabile della crescita tecnica di Matt Hasselbeck, è stato scelto (seppure con un processo molto discutibile, vero Snyder?) quale prossimo head coach con l'obbiettivo primario di far finalmente produrre un attacco troppo asfittico. La sua prima mossa sarà  installare quella West Coast Offense perfezionata dopo anni da assistente al servizio di Mike Holmgren.

La possibilità  di crescita di successo del reparto offensivo passa da un solo nome, quello di Jason Campbell. Sulle spalle del quarterback da Auburn ci sono diverse aspettative, nel suo primo anno intero da titolare si sono viste luci ed ombre, il ragazzo si è dimostrato freddo e deciso nel condurre la squadra facendo vedere notevoli miglioramenti tecnici, c'è tuttavia ancora molto da lavorare sulla selezione dei ricevitori smarcati e sulla connessione nelle tracce profonde, la potenza di braccio non manca ma deve cominciare ad essere supportata da una migliore precisione. Importante sarà  vedere come Campbell reagirà  al terzo sistema offensivo diverso, che dovrà  digerire con lunghe sedute di apprendimento del nuovo playbook, dato che i concetti portanti di Gibbs si fondavano sullo stesso schema utilizzato per"John Riggins, e la maggior parte degli schieramenti partivano dalla I formation, nei quali era fin troppo facile neutralizzare i ricevitori. Todd Collins, firmato per un altro anno, tornerà  in qualità  di backup, mentre Colt Brennan è emerso come vincente dello spot di terzo quarterback.

La West Coast Offense di Zorn si baserà  su guadagni piccoli ma costanti, di quelli che tengono alti morale e percentuali del quarterback, un sistema che tende a dare fiducia immediata al regista. Per arrivare allo scopo era fondamentale rimpinzare il roster di opzioni, e la conseguente conduzione dello scorso draft mirava proprio ad eliminare quel preciso vuoto: sono stati selezionati Devin Thomas, Malcolm Kelly e Fred Davis, tutti dotati delle caratteristiche assenti nell'attacco dello scorso anno, ovvero atletismo combinato a stazza fisica importante, e possibilità  di minaccia nei dintorni della endzone. Queste nuove opzioni daranno a Campbell dei bersagli sicuri da colpire, Zorn difatti prevede che gli schemi con più di due ricevitori saranno chiamati molto spesso, quindi è auspicabile che le prevedibili corse chiamate dai Gibbs in importanti terzi downs lasceranno il posto a schieramenti che faranno pensare di più la difesa avversaria. Questo consentirà  altresì a Santana Moss di concentrarsi quasi ed esclusivamente sui giochi profondi sollevandolo dai costanti raddoppi cui è notoriamente soggetto, ed a Antwaan Randle-El di giocare nella posizione di slot receiver, a lui decisamente più congeniale. Completerà  il quadro l'eccellente tight end Chris Cooley, uno dei primi cinque della Nfl e statisticamente il migliore per numero di ricezioni stagionali, 66, e touchdowns segnati, 8, che giocherà  come di tradizione schierandosi accanto al tackle ma che si vedrà  impiegato pure nella posizione di fullback negli schemi a tight end multiplo, che vedranno l'utilizzo pure di Todd Yoder. In caso di necessità , infine, ci sarà  spazio anche per il veterano James Thrash, altrimenti impiegato negli special teams.

Da quando veste la maglia burgundy and gold, Clinton Portis ha sempre prodotto stagioni di qualità  soddisfacente, superando quota 1.000 yards in 3 occasioni su 4, con la sola esclusione dell'infortunio alla spalla che lo mise fuori dai giochi a metà  della stagione 2006. Proprio i guai fisici sono la preoccupazione più grande che sussiste sul giocatore, vista la costanza con cui sono arrivati: Portis è stato utilizzato come corridore di potenza da un sistema che gli ha ridotto i tagli di direzione, in molte partite è stato limitato dall'ovvietà  delle chiamate ma soprattutto non è stato supportato da Ladell Betts, esploso nel 2006 ma assai deludente nello scorso campionato, in una lega che si sta sempre più orientando verso sistemi a due running backs di differenti qualità  tecniche. A bloccare per chiunque vada in campo ci sarà  nuovamente Mike Sellers, fullback capace di arginare come di ricevere fuori dal backfield, che ha saputo rendersi pericoloso in diverse occasioni nelle vicinanze dell'area di meta.

Molto del successo di Campbell e Portis dipenderà  dall'efficacia della linea offensiva, il reparto più falcidiato dai bollettini medici: un anno fa, nel giro di una settimana, la linea ha perso un pilastro come Jon Jansen ed un giocatore importante come Randy Thomas, spesso senza trovare dei sostituti completamente adeguati. Il lato destro ritornerà  in azione in blocco per proteggere il lato cieco del quarterback, Casey Rabach inizierà  il quarto campionato nel ruolo di centro titolare, mentre il lato sinistro sarà  ancorato da Pete Kendall e dal grande Chris Samuels, colonna portante di tutto il fronte. In caso di emergenze torneranno gli esperti Todd Wade e Jason Fabini, ambedue contraddistinti da alti e bassi nello scorso campionato, curioso da seguire lo sviluppo del secondo anno Stephon Heyer, tackle bravo a fare la squadra da undrafted nella stagione da rookie ma sul quale insistono dubbi circa le potenzialità  nel saper proteggere chi lancia il pallone.

Anche dall'altro lato della trincea i maggiori cambiamenti riguardano le modalità  operative, piuttosto che del personale che le metterà  in atto. I giocatori della difesa dovranno obbedire agli ordini di Greg Brache, chiamato a sostituire Gregg Williams (sotto il quale questi allenava la linea difensiva) intervistato più volte da Snyder per il posto di head coach e misteriosamente lasciato andare ai Jacksonville Jaguars. La cura Williams era stata vitale per il team, il reparto difensivo aveva scalato ogni sorta di classifica appartenente al campionato 2005 ed aveva aiutato i Redskins a vincere più di qualche partita sostenendo l'improduttività  dell'attacco. Williams aveva portato con sé un sistema aggressivo, basato sul contenimento delle corse e su costante pressione sul quarterback in ovvie situazioni di passaggio, che arrivavano sia dai linebackers che dai defensive backs, i quali aiutavano una linea spesso etichettata come punto debole dell'intero raggruppamento.

Il fronte a quattro è stato a lungo oggetto di chiacchiere, individuato come lacuna e prima area di miglioramento, da due stagioni ormai si faceva molto parlare di un defensive end decisivo che arrivasse dal draft o dalla free agency, non fosse stato per l'infortunio grave subito da Philip Daniels nessuna delle due strade sarebbe stata percorsa per arrivare alla soluzione. Un anno fa Gibbs aveva messo a tacere diverse critiche sostenendo che la squadra non era intervenuta in quel ruolo perché si fidava del personale esistente, e visti i risultati sarebbe scorretto dargli torto. Tuttavia l'emergenza occorsa al primo giorno di allenamenti ha costretto la dirigenza a muoversi via trade, ed a portare a casa quel colpo che era mancato in questa quieta offseason con la prestigiosa acquisizione di Jason Taylor, Mvp difensivo della lega nel 2006 e grande minaccia in pass rush, che andrà  ad affiancarsi ad Andre Carter, il quale ha concluso una delle sue migliori stagioni in carriera, di sicuro la più brillante in maglia Redskins, andando in doppia cifra in termini di sacks per la prima volta negli ultimi cinque anni. Il miglioramento più sostanziale avuto nell'ultima stagione, ovvero il numero di turnovers recuperati, che nel 2006 era stato addirittura il peggiore della Nfl e che nel 2007 ha visto il numero di intercetti raddoppiare, così come sono aumentati sensibilmente i fumbles recuperati. Nel mezzo i titolari del ruolo di tackle sono confermati in Cornelius Griffin, estremamente produttivo contro le corse ma troppo soggetto ad infortuni, ed il convincente Anthony Montgomery. Il problema principale della linea, l'età  avanzante di molto dei suoi componenti e la mancanza di alternative a supporto non è stata affrontata come auspicabile: oltre al già  presente Demetric Evans, giocatore di situazione utile per la pass rush ma nulla più, ci sono Chris Wilson e Ryan Boschetti, con quest'ultimo a dare un contributo impalpabile, e le sole novità  sono rappresentate da Mathias Askew, ex Bengals, ed Erasmus James, clamoroso bust un tempo scelto al primo giro dai Minnesota Vikings.

Se la difesa è tornata ai livelli di un tempo, lo si deve principalmente all'acquisizione del trentatreenne London Fletcher, il quale ha confermato la sua estrema consistenza guidando la squadra in placcaggi, agendo da inesorabile stantuffo contro le corse e giocando altrettanto bene in fase di copertura, tanto da collezionare 3 intercetti ed un a meta su ritorno. Accanto a lui si schiererà  Rocky McIntosh, responsabile del lato debole, dimostratosi un ottimo pick dal draft di due anni fa in grado di scrivere numeri molto interessanti rispetto alla campagna da rookie, mentre dal lato forte età  ed infortuni sembrano aver condizionato Marcus Washington, che ha dimezzato la sua produzione pur mantenendo un più che soddisfacente contributo in fatto di pressione sul quarterback. Sussistono diversi dubbi sulle seconde linee, dove il massiccio H.B. Blades sembra potersi sviluppare solamente in un ottimo special teamer per i limiti di statura, ed il solo Khary Campbell sembra poter contribuire qualora gli infortuni facessero nuovamente capolino: la profondità  per il ruolo non sembra quindi del tutto adeguata.

La straordinaria coppia formata da Sean Taylor e LaRon Landry pareva aver assicurato le secondarie dei Redskins per lunghi anni a venire, e le poche partite che i due sono riusciti a giocare assieme lo hanno pienamente dimostrato. Landry si è confermato anche a questo livello un colpitore terrificante, dopo la scomparsa di Taylor gli è stato chiesto di prenderne il ruolo morale pur continuando a giocare vicino al box, dimostrando di saper prendere decisioni corrette durante lo sviluppo del gioco. A lui è stato affiancato Reed Doughty, anch'egli buon colpitore ma labile in fase di copertura, che non dovrebbe comunque vedersi insidiare il posto da Stuart Schweigert, tagliato dai Raiders, e da Chris Horton, proveniente dall'ultimo draft e di scuola Ucla. I lati esterni delle secondarie godranno del ritorno di Carlos Rogers, fermo per gran parte del 2007 proprio nel mezzo di interessanti progressi, il quale sarà  affiancato da Shawn Springs, assente ai minicamps senza troppe spiegazioni e per il quale, vista l'età , si era prospettata una trasformazione a safety. Negli schemi nickel e dime entreranno in campo Fred Smoot, backup di lusso e Leigh Torrente, mentre per David Macklin non c'è stata la conferma, al posto del quale potrebbero trovare spazio i due rookies selezionati nello scorso draft, Justin Tryon e Kareem Moore.

Per diversi anni i Redskins non hanno avuto un kicker affidabile, trovandosi invischiati, in seguito ai numerosi infortuni di John Hall, in una girandola di nomi senza costrutto alcuno. La ricerca di un giocatore stabile per il ruolo potrebbe davvero essere terminata grazie a Shaun Suisham, che ha collezionato ottime statistiche nel suo primo anno intero a Washington, con percentuali interessanti nel raggio tra le 40 e le 50 yards. Il suo contributo è stato fondamentale per rimediare ai problemi offensivi e garantire comunque punti sul tabellone. Il punter sarà  nuovamente Derrick Frost, che dovrà  tenersi il posto con i denti vista la presenza al camp del rookie Durant Brooks, proveniente da Georgia Tech ed in possesso di una gamba molto potente e precisa.
I ritorni di kickoff saranno il pane settimanale di Rock Cartwright, oramai una costante del ruolo assieme a Ladell Betts, mentre ad afferrare i punts si metterà  in gioco tutta la pericolosità  di Antwaan Randle-El. Ethan Albright, a Washington dal 2001, sarà  nuovamente il long snapper.

Non sarà  facile, con un nuovo sistema offensivo da digerire ed una difesa chiamata alla conferma, confermarsi squadra da playoffs nella division più forte di tutta la Nfl. La concorrenza è spietata a causa della presenza dei Giants campioni in carica, dei forti e completi Cowboys, e degli Eagles sicuramente assetati di rivalsa dopo una stagione deludente ed attrezzati per fare i playoffs.
Il successo della stagione passa per una grossa percentuale da Jason Campbell e dal suo processo di crescita, nonché dalla velocità  con cui saprà  imparare il sistema di Zorn, il cui ottimo lavoro passato lascia delle buone speranze per il futuro. L'attacco è stato sistemato con nuove opzioni per la fase aerea, la difesa aveva bisogno di interventi che non sono stati fatti. Se il primo diverrà  produttivo e la seconda rimarrà  ai livelli della scorsa stagione l'esito non potrà  che essere positivo, ma di contro la lotta per non rimanere esclusi dalla postseason si presenta come ancor più dura di un anno fa.

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