Ora che dispone pure di Shockey, Drew Brees porterà i Saints al Super Bowl?
Da quando esiste, dopo il riallineamento divisionale di qualche anno fa, la Nfc South non ha mai avuto un aparticolare egemonia da part edi una sua appartenente, e tutte e quattro le squadre sono riuscite a vincere, in momenti differenti, il titolo rispettivo.
Quello che sta per iniziare sembra essere l'anno dei New Orleans Saints, resuscitati dal dopo Katrina con un entusiasmante 2006 ed assai deludenti l'anno passato, quando furono chiamati a ripetersi senza riuscirvi. Intervenuti con mano pesante sulla free agency i gigliati della Louisiana si sono portati a casa Jeremy Shockey per l'attacco e Jonathan Vilma per la difesa, puntellando il tutto con la selezione di Sedrick Ellis al draft sistemando una run defense talvolta deficitaria.
La squadra più pericolosa da fronteggiare per New Orleans saranno i Carolina Panthers, eterna promessa mai più ripetuta dopo l'apice raggiunto con l'approdo al Super Bowl e continuamente tormentata dalla sfortuna, qui tradotta in infortuni di molti elementi significativi. La salute di Jake Delhomme, che torna da un brutto infortunio al gomito, sarà determinante per i successi stagionali, così come l'inserimento di Jonathan Stewart, uno dei migliori running backs dell'ultimo draft.
I detentori del titolo, i Tampa Bay Buccaneers, sembrano troppo occupati a trovare un quarterback a lungo termine ed a sistemare una difesa avanti con l'età per poter vincere di nuovo, per avere successo sarà necessario che gli eroi della passata stagione, i Graham, i Ruud, gli Haye, dimostrino di non essere stati delle meteore.
Il fanalino di coda saranno gli Atlanta Falcons, sui quali l'effetto post Vick si è abbattuto più forte del previsto: la nuova faccia della franchigia, Matt Ryan, non inciderà da subito, e la squadra è in piena ricostruzione quasi in ogni reparto.
Atlanta Falcons (di Dave Lavarra)
Una cosa è certa: gli Atlanta Falcons non sono la squadra più fortunata della Nfl. Per carità , ci sono sfortune ben più gravi di queste, tuttavia in Georgia hanno dovuto fare i conti con un franchise quarterback con il vizietto delle scommesse ed un coach incapace perlomeno di portare a termine ciò che gli era stato chiesto di fare, che tra parentesi sarebbe anche il lavoro per cui è stato pagato. La domanda che circola in città è per quanto tempo il fantasma di Michael Vick aleggerà attorno a ciò che sarebbe potuto essere: per rispondere a questa, i Falcons hanno deciso di dare un colpo di spugna al tutto prendendo il loro quarterback del futuro al draft, Matt Ryan, faccia da bravo ragazzo, modi educati, carattere determinato, insomma il tipo di personaggio richiesto per il lifting di cui la franchigia necessitava. La seconda parte dell'operazione, quella più importante, era quella di riemergere dalla spiacevole situazione creatasi in materia di head coach, dalla quale il team è uscito psicologicamente con le ossa rotte: Bobby Petrino, dopo aver dichiarato che non avrebbe lasciato la squadra, ha finito per fare l'esatto contrario ed ha preso la scialuppa di salvataggio addirittura prima della fine del campionato, terminato con un misero 4-12, lasciando tanta rabbia da consumare a quegli stessi giocatori che aveva provato a dirigere con pugno di ferro, come aveva testimoniato lo scontro verbale con DeAngelo Hall in occasione del match contro Carolina. La situazione ha portato all'assunzione di Mike Smith, ex coordinatore difensivo dei Jaguars e co-responsabile del grande successo di Jacksonville nella stagione appena trascorsa, che sarà quindi alla sua prima esperienza di capo allenatore nella lega ed offrirà un ottimo mix di strategia e comunicazione con i giocatori, quest'ultima giudicata come più grande lacuna del suo predecessore, non a caso in netta difficoltà nella transizione dal college al professionismo.
Atlanta, dunque, ha ricominciato daccapo, ed ha ricominciato con un nuovo stile, tollerando meno che in passato i comportamenti dannosi nei confronti del club e mettendo a roster quanta più gioventù possibile, in modo da plasmare un gruppo che possa crescere facendo un gradino alla volta per provare a tornare ai livelli di qualche anno fa.
Il fallimento della stagione scorsa è presto spiegato per l'attacco, basti pensare alla contemporanea presenza a roster di Joey Harrington e Byron Leftwich, che hanno traghettato la squadra in questo campionato di emergenza come peggio potevano. Proprio per questo motivo la dirigenza, tra i molteplici prospetti disponibili alla terza posizione di scelta assoluta, hanno indirizzato la chiamata verso Matt Ryan, il miglior quarterback disponibile della nidiata e proveniente da Boston College. Si è trattato di una scelta ovvia e comprensibile, si parla di un ragazzo di grandi doti caratteriali, un leader naturale, una persona assai competitiva, molto preciso nelle traiettorie e dal braccio forse sottovalutato, insomma il bagaglio tecnico e umano c'è tutto, serve solo un po' di esperienza in un campo totalmente nuovo per lui. Come tradizione vuole, Matt non verrà furiosamente gettato nella mischia solo per vedere la sua fiducia calare drasticamente di gara in gara, inizialmente sarà sulla linea laterale dotato di cuffie a studiare, capire, annusare che cosa significa una partita Nfl. Chi inizierà l'avventura presentandosi da starter alla prima settimana? Le alternative sono scarse, e la scelta più logica è Chris Redman, ex quarterback dei Ravens pescato dal nulla nella scorsa stagione, il che è molto indicativo del livello delle prestazioni sia di Harrington che di Leftwich. La battaglia al camp promette scintille, quindi non è detto che questo sia l'ordine di preferenza definitivo, e data la presenza di D.J. Shockley in qualità di backup lo stesso Harrington, riciclatosi come ottimo giocatore di golf, potrebbe non essere in squadra quando arriverà settembre.
L'operazione di abbassamento dell'età media degli elementi non ha risparmiato il backfield, ed a farne le spese è stato Warrick Dunn, che continuerà tuttavia a fronteggiare i Falcons quale rivale divisionale a Tampa. Il nuovo running back titolare sarà colui che era la riserva di LaDainian Tomlinson, e che ora avrà la sua prima opportunità di dimostrare di poter giocare da starter: Michael Turner arriva in città con un chilometraggio abbastanza ridotto, fattore molto positivo, e tanta esperienza sul campo, che gli ha consentito di sviluppare pure delle buone doti in ricezione. Dietro di lui troverà posto il terzo anno Jerious Norwood, che l'anno passato non è riuscito a migliorare le ottime statistiche dell'annata da rookie ma che si propone come pericolo costante, viste le doti di esplosività abbinate ad una velocità straordinaria che gli consentono di poter effettuare la giocata a lungo yardaggio in qualsiasi momento, caratteristiche che hanno spinto Smith a dichiarare che il ragazzo potrà essere schierato anche da ricevitore aggiunto per mettere in crisi le difese. Negli schemi di ovvia corsa, il portatore di blocchi sarà nuovamente Ovie Mughelli, al suo secondo campionato con la maglia di Atlanta.
Il reparto wide receivers è stato per molti anni sotto l'occhio del ciclone, non si è mai saputo quale fosse quella delicata linea da tratteggiare che potesse dividere i clamorosi drops visti di recente dagli errori di tocco di Michael Vick. Dalle statistiche, ma non solo, emerge che Roddy White è finalmente esploso e sta dimostrando di essere stato una buonissima scelta a suo tempo: il giocatore da Alabama-Birmingham è stato linfa vitale per l'attacco, ha registrato massimi in carriera in tutte le categorie statistiche del ruolo ed è diventato il punto di riferimento del reparto. Accanto a lui persiste il punto di domanda Joe Horn, trentaseienne che ha già visto i suoi giorni migliori e che ha pubblicamente chiesto di essere ceduto vista l'intenzione dello staff di avvalersi di giocatori più giovani che possano accumulare esperienza sul campo. Tali giovani rispondono ai nomi di Laurent Robinson, reduce da una soddisfacente annata da matricola, ed Harry Douglas, prospetto proveniente da Louisville, ai quali va aggiunto Michael Jenkins, numericamente il secondo miglior ricevitore di squadra e responsabile di 532 yards, sua miglior performance di sempre. Tenterà di recuperarsi un posto anche Brian Finneran, fuori oramai da due campionati per gravi problemi alle ginocchia. L'arma principale un tempo utilizzata da Vick offrirà invece i suoi servizi a Vince Young: Alge Crumpler, tra i migliori tight end della lega, si è accasato a Nashville dopo un anno in cui ha visto il suo utilizzo drasticamente ridotto dalla gestione Petrino, per sostituirlo i Falcons hanno pensato a Ben Hartsock, proveniente da".Tennessee. Il ruolo presenta evidenti lacune di esperienza, in quanto lo stesso Hartsock non porta in dote esaltanti statistiche di ricezione in cinque anni da professionista, ed i backup Martrez Milner e Keith Zinger, scelto al settimo round, hanno pochissimi snaps alle spalle.
La linea offensiva sembra non offrire adeguate garanzie, e sta vivendo da una offseason tribolata: il centro Doug Datish è stato tagliato dopo i numerosi problemi fisici della sua annata da rookie, il tackle Todd Weiner sta completando in questi tempi il recupero da un infortunio patito nel campionato scorso e Quinn Ojinnaka, visto in azione in qualche gara nel ruolo di tackle, si è rivelato un mezzo disastro. La linea offensiva sarà dunque costruita sull'esperienza del centro Todd McClure e della guardia Kynan Forney, mentre dal lato sinistro tornerà il secondo anno Justin Blalock come guardia, con l'incognita del ruolo di tackle, per il quale se la vedranno Renardo Foster ed il rookie Sam Baker, sorprendentemente selezionato al primo giro nonostante fosse classificato più in basso. L'obbiettivo principale è di migliorare i 47 sacks concessi un anno fa, impresa che per una linea letteralmente presa a calci dagli avversari non sarà esattamente facile: proprio per questo l'allenatore di reparto Paul Boudreau ha dichiarato sin dall'inizio che nessuno avrà il posto garantito, e che giocherà da titolare chi avrà lavorato più duro al camp, il che fa presagire che potrebbero trovare spazio Tyson Clabo, Harvey Dahl ed il free agent Alex Stepanovich.
Il reparto difensivo dei Falcons è stato tra gli ultimi in tutte le categorie immaginabili, sono mancati sacks, turnovers e tutte quelle cose che possono aiutare a girare una partita; le yards concesse sono state più di 350 a gara. I primi miglioramenti possono arrivare solamente in un modo, ovvero con il deciso progresso della pass rush. La responsabilità di tale compito sarà quindi dell'esperto John Abraham, che porta in dote il problema di non essere più quello dei New York Jets, e di Jamaal Anderson, reduce da un'annata da rookie molto deludente (nessun sack a segno) che al momento non giustifica l'ottava scelta assoluta spesa due draft orsono per lui. Si attendono dunque aiuti dal backup Chauncey Davis, che garantisce una trentina di placcaggi a stagione ma nulla più, mentre dal rookie Kroy Biermann, che porterà con sé la nomina di miglior giocatore difensivo della Big Sky Conference per il 2007, ci si potrà attendere un contributo da linebacker esterno, visto che le 242 libbre non gli consentiranno di schierarsi da end nei professionisti. Molto importante, e sotto scrutinio, saranno le prestazioni della parte centrale della linea, che serviranno a non alimentare polemiche sulla non scelta di Glenn Dorsey: lasciati senza troppi rimpianti sia Rod Coleman che Grady Jackson i gradi di starter saranno di Jonathan Babineaux, il migliore della difesa per placcaggi per perdita di terreno, e di Montavious Stanley, cui si alterneranno in rotazione Tim Anderson, ex Buffalo Bills, e Kindal Moorehead, veterano proveniente dai Panthers.
Novità in arrivo anche nel reparto linebackers, che ha visto la partenza di Demorrio Williams: ritorna il leader testato del gruppo, Keith Brooking, che proprio in funzione della mancanza di Williams potrebbe tornare a giocare nella posizione a lui più congeniale coprendo lo spot sul lato debole continuando a produrre campionati in tripla cifra per placcaggi effettuati, mentre il lato forte sarà preda di Michael Boley, reduce dalla miglior stagione di carriera ma anche da un arresto avvenuto ai primi di maggio, che non dev'essere piaciuto molto all'owner Arthur Blank in questa fase di pulizia d'immagine. Tutto lascia supporre che il rookie Curtis Lofton, macchina da placcaggi proveniente da Oklahoma, potrà giocarsi la possibilità di partire titolare nel mezzo battendo la concorrenza di Tony Taylor, presente solo ed esclusivamente in azioni di special team. Stephen Nicholas, Cameron Vaughn e Travis Williams completano un reparto numericamente profondo ma privo di alternative se uno dei titolari dovesse infortunarsi seriamente.
Il connubio Atlanta-Virginia Tech non ha portato male solamente nell'affare Vick: l'attuale offseason ha portato i Falcons a sbarazzarsi con una trade di DeAngelo Hall, caratterialmente ingestibile, e di Jimmy Williams, che ha mancato diversi appuntamenti in attività organizzate dalla squadra e pescato fuori forma in prospettiva di camp, probabilmente dotato di troppa presunzione circa il posto di titolare. Anche qui il make up è bello deciso, ed è difficile prevedere chi ci sarà in campo nella prima settimana di gioco: Chris Houston ha un anno di esperienza sulle spalle, un anno dove molti quarterbacks hanno deciso di lanciare dalla sua parte ottenendo una discreta dose di successo, quindi la sua crescita nella comprensione dello sviluppo delle azioni deve per forza compensare una velocità di base carente; dal lato opposto i candidati sono Chevis Jackson, rookie da Louisiana State, e Von Hutchins, reduce da una buona stagione a Houston. Il quartetto "nickel" sarà completato da David Irons, cornerback piccolo, leggero e veloce, un giocatore di situazione, con la matricola Wilrey Fontenot a combattere per trovare spazio.
La situazione safety vede il ritorno, forse per l'ultimo anno, di Lawyer Milloy, alla cui enorme esperienza si affiancherà il nuovo arrivo Erik Coleman, prelevato dai Jets e chiamato al riscatto dopo una stagione non all'altezza delle prime tre. La profondità del reparto non preoccupa affatto, il roster presenta anche Deke Cooper, la matricola Thomas DeCoud e Daren Stone, sesta scelta del 2007, arrestato recentemente per guida in stato di ebbrezza.
In assenza di un kicker affidabile i Falcons erano sempre corsi ai ripari memorizzando per bene il numero di cellulare di nonno Morten Andersen, per il quale la pensione sembra non arrivare mai. Il problema è stato abbondantemente risolto con la firma di Jason Elam, ex Denver Broncos, kicker tra i più affidabili in assoluto della lega, che ha firmato un contratto di quattro anni per rimanere nel clima più caldo della Georgia. Michael Koenen, che era stato provato per il ruolo di kicker in passato, non è in discussione quale punter titolare, mentre Adam Jennings e Jerious Norwood entreranno in campo in qualità di ritornatori designati.
I tifosi dei Falcons hanno già passato una brutta stagione, apparentemente difficile da ripetere o da peggiorare, ma devono attendersi un altro campionato di transizione. La carne al fuoco è tanta ed è giovane, molti dei ruoli chiave sono stati coperti con giocatori completamente privi di esperienza Nfl con valutazioni basate tutte sul potenziale da sviluppare, nella speranza che questa, un domani non meglio precisato, possa tornare ad essere una squadra di medio alto livello. In Georgia dovranno tutti armarsi di pazienza e passare attraverso un periodo di attesa, sperando che finalmente un giorno Matt Ryan guidi la franchigia verso i playoffs con un attacco rodato, che Turner non venga galvanizzato dal contratto ricevuto e che la difesa, sotto le cure di un head coach molto esperto in materia, sappia risorgere dalle ceneri che l'hanno vista traballare fino a crollare durante la stagione scorsa. Non sarà facile, per il pubblico e la città , attendere senza sapere quando arriveranno i primi risultati, specialmente tenendo conto che questa situazione non si è creata per volontà apposita della franchigia. Ma non è detto che tutti i mali vengano per nuocere"
Carolina Panthers (di Angyair)
Due stagioni consecutive fuori dai playoffs non sono una cosa a cui i Panthers erano abituati nell'era Fox, anzi, il viaggio al Super Bowl nel 2003, con quella splendida ma sfortunata partita contro i Patriots, e la finale di Conference di 2 anni dopo avevano contribuito a rendere i Panthers una delle squadre guida della NFC. Una serie sfortunata di infortuni, scellerate sclete al draft ed improvvide firme tra i free agents, più discutibili movimenti di personale, hanno portato a 2 anni "insipidi", in cui non si sono raggiunti i playoffs e non si è data neanche l'idea di avere un vero progetto.
Così quando a fine anno si è avuta la conferma del coach John Fox e del general manager Marty Hurney non pochi si sono dimostrati sorpresi, invece il proprietario Jerry Richardson ha dimostrato di avere ancora fiducia nel progetto portato avanti dal duo e anzi ha dato tutto il suo appoggio all'aggressiva tattica adottata in free agency ed al draft.
Inutile nascondere che i principali problemi che si sono avuti in questo biennio nascono dai numerosi infortuni avuti, in primis quelli del QB Jake Delhomme, che, suo malgrado, è diventato solo il terzo quarterback a subire l'operazione "Tommy John", dal nome di un lanciatore di baseball che la subì per primo nel 1974, e che consiste nella sostituzione del legamento del gomito con uno di un'altra parte del corpo. Ormai la percentuale di recupero da questo tipo di operazione raggiunge l'85-90%, e l'alto numero di giocatori di baseball che l'hanno subita in questi anni e che hanno poi recuperato ne sta a testimoniare la bontà . Il problema è la lunga riabilitazione che richiede ed il fatto che sono pochi i giocatori di football che l'hanno subita.
Cosa può essere una stagione senza Delhomme i tifosi dei Panthers l'hanno potuto, loro malgrado, capire lo scorso anno quando per trovare qualcuno che garantisse un minimo di efficienza hanno dovuto perfino scongelare il quarantaquattrenne paisà Vinnie Testaverde, uno che il meglio di sé l'ha già dato, è pure da parecchio!
Il simbolo delle cattive firme in free agency effettuate negli scorsi anni è David Carr, ex prima scelta assoluta dei Texans, arrivato come polizza di sicurezza in caso d'infortuni di Delhomme e che invece si è dimostrato persino dannoso, pur con la giustifazione di problemi alla schiena. E' superfluo dire che la sua avventura tra i Panthers è già terminata. Così come quella di due giocatori che sono stati molto importanti nella recente storia di questa franchigia ma che hanno dimostrato di non poter più essere d'aiuto alla causa: uno, il middle linebacker Dan Morgan, è arrivato alla fine della sua carriera causa continui infortuni e traumi cranici, l'altro, DeShaun Foster, ha deluso quando è stato chiamato a diventare il runningback di riferimento della squadra e si è invece fatto notare per una cronica, e assai dannosa, tendenza al fumble.
Con l'arrivo, la scorsa stagione, del nuovo offensive coordinator Jeff Davidson, si è passati ad implementare uno schema di zone-blocking per cercare di sfruttare la velocità di Foster e Williams, visti però gli scarsi risultati conseguiti l'anno scorso si è deciso di tornare al vecchio e fruttuoso power attack che ha visto in Stephen Davis un grande interprete. E per far ciò la mossa più importante è stata la scelta allo scorso draft, con il pick numero 13, del running back da Oregon Jonathan Stewart.
Stazza, potenza, accellerazione, sicurezza nelle situazione di corto yardaggio, ma anche qualche problema fisico (è stato operato al ginocchio in marzo ma dovrebbe comunque essere pronto per il training camp), questo porterà il giovane Stewart, che combinate con la velocità e la capacità di creare big plays di DeAngelo Williams, in costante progresso in questi 2 anni di professionismo, potranno portare a breve i Panthers ad avere una delle meglio assortite e più produttive coppie di runningback dell'intera lega. Non potrà che aiutare questa giovane coppia il fatto che a guidarli nei blocchi ci sia il solido veterano Brad Hoover.
Detto già dell'imprescindibile importanza della presenza di Delhomme in cabina di regia (se siete tifosi delle pantere accendete un cero al vostro santo di riferimento: 624 yards, 8 touchdowns e un solo intercetto nelle 3 partite giocate l'anno scorso), la travagliata stagione scorsa ha avuto il merito di mettere in mostra il giovane Matt Moore (2-1 nelle 3 partite giocate con 564 yards e 3 TD lanciati) che si è così guadagnato il posto di backup e, in prospettiva, futuro starter. Terzo nella depth chart sarà Brett Basanez che ha passato quasi tutta la scorsa stagione in, ma guarda un po', injury reserve.
Punto non fermo, ma fermissimo, dell'attacco sarà il solito Steve Smith, anima della squadra, capace di fare quasi tutto su un campo di football con un cuore che fa provincia ed una voglia di vincere terrificante. Probabilmente il miglior atleta dell'NFL "pound for pound", capace di rimanere un fattore nonostante il susseguirsi di quarterbacks e il costante raddoppio cui era sottoposto dagli allenatori avversari anche il reparto ricevitori è storicamente privo di altre soluzioni.
Drew Carter e Keary Colbert hanno deluso le aspettative e si sono entrambi accasati altrove, Dwayne Jarrett continua a lottare con il playbook e non sembra ancora pronto per scendere in campo (forte odore di bust"), e così Fox ha pensato bene di richiamare a casa uno che ha fatto la storia dei giovani Panthers: nonostante l'età Mushin Muhammad è ancora un signor ricevitore di possesso, fisico, dalle mani sicure e tra i migliori bloccatori in campo aperto. Il posto di secondo ricevitore non dovrebbe comunque essere suo ma del neo arrivato, da Seattle, D.J. Hackett, che nella sua ancora breve carriera ha mostrato grande velocità , lampi di classe, ma anche una preoccupante tendenza all'infortunio che finora non gli ha mai permesso di giocare tutte le partite di una stagione.
Il ruolo di tight end è adeguatamente coperto dalla presenza di due giovani come Jeff King, diventato starter l'anno scorso con buoni risultati, e Dante Rosario, reduce da una sorprendente parte finale di stagione. Con la quinta scelta è inoltre arrivato dal draft un giocatore dalle mani dolcissime, ma da qualche problema nei blocchi, come Gary Barnidge.
Rispetto alla scorsa stagione la linea offensiva avrà un nuovo titolare per ogni posizione: Travelle Wharton passerà da tackle di sinistra a guardia di sinistra, Jordan Gross, a cui è stato dato il franchise tag, da tackle di destra a tackle di sinistra, con il ritiro di Hartwing il secondo anno Ryan Kalil diventerà il centro titolare, il posto di guardia destra se lo contenderanno Keydrick Vincent, Toniu Fonti e Milford Brown, anche se più atteso è sicuramente il primo giro Jeff Otah, colosso da 6-6 che potrà dare subito un grande apporto nell'attaco run-orinted che predilige coach Fox.
Nelle ultime 2 stagioni non ha deluso solo l'attacco, ma anche la difesa, e con essa il suo uomo simbolo Julius Peppers, reduce dal peggior anno in carriera e che entra nel suo contract year: se vuole che sia ricoperto di dollari dovrà darsi una bella svegliata! Peppers è l'ultimo superstite del trio che componeva con Kris Jenkins e Mike Rucker e che ha rappresentato un vero incubo per i quarterback avversari. Le nuove leve sono rappresentate dal secondo anno Charles Johnson, che lotterà con Tyler Brayton per l'altro posto di end, della settima scelta Hilee Taylor, su cui vengono poste molte aspettative, dai tackle Maake Kemoeatu, e Damione Lewis, che prenderà il posto di Jenkins, ed infine dal neo arrivato Darwin Walker e sul sesto giro Nick Hayden.
Gli infortuni di Morgan hanno permesso l'anno scorso di dare via libera ad un futuro Pro Bowler come Jon Beason, terzo placcatore, statisticamente parlando, del campionato e uomo su cui si baserà la futura difesa dei Panthers; dal lato forte è confermato l'ex safety Thomas Davis, che al terzo anno da starter inizia a far vedere tutto il suo potenziale atletico devastante e la capacità di distribuire pesantissimi colpi a chiunque capiti a tiro, mentre per il lato debole ci sarà dura competizione tra il veterano Na'Il Diggs e il neo arrivato Landon Johnson, quattro potenziali starter per tre posti. Per questo ha sorpreso non poco la selezione, al terzo giro, del miglior placcatore della storia di Penn State, quel Dan Connor che era un sacrilegio lasciar passare via a quel punto del draft e che sarà da subito utile negli special teams.
Nelle secondarie l'uomo di riferimento è sicuramente la safety Chris Harris, uomo da 98 tackles e 8 fumbles forzati, record di squadra. Accanto a lui il posto non è stato ancora assegnato, anche se il favorito sembra Terrence Holt, arrivato come free agent dai Cardinals dove ha giocato tutte le 16 partite e si è fatto notare spesso per evidenti errori di posizionamento, che dovrebbe avere la meglio su Nate Salley, deludente la scorsa stagione quando chiamato a sostituire il ritirato Mike Minter.
Attenzione anche alla sorpresa che potrebbe essere il terzo giro di questo draft, Charles Godfrey, cornerback al college, dove si è fatto notare più che altro per una certa incostanza di rendimento, che potrebbe essere spostato a free safety.
I corners sono quasi tutti giovani, con già esperienza da partenti, ma tutti con punti interrogativi: l'esperto Ken Lucas sembra aver perso un passo, Chris Gamble viene troppo spesso battuto quando è in copertura singola, Ricardo Colclough è stato firmato più che altro per le sue abilità di ritornatore, mentre il più affidabile risulta essere alla fine il più giovane Richard Marshall (3 intercetti l'anno scorso con solo 3 partenze da titolare).
Il kicker John Kasay è ormai rimasto l'unico giocatore presente da sempre a roster, sin dalla prima stagione nell'NFL dei Panthers, e nonostante abbia ormai 39 anni continua ad essere tra i più affidabili kicker della lega (almeno 24 field goals realizzati in ognuna delle 3 ultime stagioni). Altrettanta affidabilità è garantita dal punter Jason Baker, classificatosi tra i primi 3 per total yards calciate negli ultimi 2 anni, e dal long snapper Jason Kyle.
L'anno scorso fu draftato Ryne Robinson quasi esclusivamente per le sue abilità come ritornatore, purtroppo le sue prestazioni sul campo non sono state quelle che ci si aspettava, da qui anche l'arrivo del velocista Colclough che si spera possa fare meglio. Fermo restando che in caso di necessità , ma soprattutto quando la palla scotta, si può sempre fare affidamento su Steve "faccio tutto io che è meglio" Smith. Le coperture sui calci l'anno scorso sono state peggio di un colabrodo, e le posizioni di partenza degli attacchi avversari sono state tra le più favorevoli di tutta la lega, quindi questa sarà assolutamente un'area su cui lavorare a fondo.
E' inutile nascondere che questo sarà un anno importante per i Panthers in generale e per i destini di John Fox in particolare. Dall'anno del Super Bowl in poi le aspettative tra i tifosi, ed anche il management, sono molto alte, visto anche che il talento in squadra non è mai mancato, e la pazienza rimasta non è molta.
Come dicevamo il talento non manca, e in offseason si è operato molto, e bene, per cercare di ovviare a tutte le lacune che le ultime due disgraziate stagioni avevano messo in evidenza. Molto dipenderà dal recupero, ancora privo di valide certezze, di Delhomme, abbiamo già visto che squadra sono i Panthers con e senza di lui, perchè sul talento e la voglia di vincere di Steve Smith ci si può puntare ad occhi chiusi, e sulla voglia di rivincita (e su quel contrattino da firmare l'anno prossimo) di Julius Peppers non ci porremmo molti interrogativi.
Ecco, se la coppia Stewart - Williams si dimostrerà veramente così ben assortita come pare sulla carta (ricordiamoci che insieme fanno 2 anni di esperienza NFL) tutto l'attacco dei Panthers ne trarrà giovamento e la battaglia per vincere la division troverebbe un più che adeguato candidato, perchè i Saints sono tanto talentuosi in attacco quanto un'incognita in difesa, i Bucs dovremmo essere nel loro anno down e i Falcons….ripassate tra qualche tempo prego. E poi, una volta arrivati nei playoffs tutto è possibile come ci hanno già una volta dimostrato. Vincere adesso o trovarsi un indirizzo nuovo: questo sarà l'anno di coach Fox.
New Orleans Saints (di Vikings11)
Partiti tra i favoriti nel 2007 dopo l'exploit che li aveva condotti fino alla finale di conference nel 2006, i Saints hanno chiuso la passata stagione con un record inaspettatamente perdente, fatto di 7 sole vittorie e 9, altisonanti, sconfitte, figlie di un'annata partita malissimo, tre sconfitte di fila, e finita ancora peggio. Sean Payton ha visto rompersi il suo perfetto giocattolino a distanza di soli 12 mesi, con Drew Brees che sembrava la brutta copia del cigno ammirato alla prima avventura in Louisiana e la coppia stellare, Deuce McAllister - Reggie Bush, lontana parente di quella esplosiva che aveva permesso a New Orleans di tornare protagonista in NFL; tra le cause maggiori del capitombolo una difesa mai all'altezza, incapace di ripetere le prestazioni positive dell'anno precedente, e troppe volte piegata dagli attacchi avversari, sia nelle azioni palla a terra, sia per via aerea. Ad un reparto assolutamente da rifondare si sono poi aggiunti diversi infortuni, tra cui quello importantissimo di McAllister, attualmente l'unico runningback capace di reggere il peso delle innumerevoli portate a cui è chiamato un tailback tra i professionisti; perso uno dei cardini offensivi, i Saints sono crollati, e se l'attacco ha comunque cercato di limitare i danni la difesa continuava a mostrare numerose lacune e l'obbligo, impellente, di una coraggiosa rifondazione. Sulla carta, ad oggi, la dirigenza della franchigia ha operato proprio in quest'ottica, lavorando principalmente sul reparto difensivo ma non disdegnando un intervento concreto in attacco, raggiungendo l'obiettivo forse più indispensabile per la crescita definitiva di Brees e della sua passing offense.
Come anticipato sono davvero poche, ma di qualità , le novità nel reparto offensivo dei Saints, che giustamente riparte dal quarterback franchigia Drew Brees, ormai prossimo ad iniziare la sua terza stagione in Lousiana con la convinzione di aver trovato l'ambiente e l'allenatore ideale per esaltare le proprie qualità ; al termine di un torneo molto meno positivo del precedente il numero 9 da Purdue è riuscito comunque a chiudere con 4,423 yards lanciate, per 28 touchdown e 18 intercetti totali, che gli hanno permesso di confermarsi tra gli interpreti più produttivi, e precisi, del ruolo all'interno della lega. Confermato senza alcun dubbio l'ex Chargers nello spot titolare è da registrare un piccolo cambiamento alle sue spalle, dove nel ruolo di backup è stato ingaggiato il veteranissimo Mark Brunell dai Redskins, giocatore che con 16 anni di NFL sulle spalle garantisce una certa esperienza nei momenti topici della stagione e un supporto importante nei match più delicati; qualche indecisione invece per lo scomodo ruolo di terzo quarterback, dove attualmente si stanno giocando la maglia il favorito Tyler Palko, al secondo anno da Pittsburgh, e Travis Lulay, ex giocatore di Division I-AA con Montana State.
Meno dubbi nel backfield dove è quantomeno auspicabile che si divideranno portate e minutaggio le già citate stelle Deuce McAllister e Reggie Bush, pronti a rifarsi dopo una stagione nettamente al di sotto delle loro aspettative; per entrambi i runningback i compiti dovrebbero essere gli stessi delle annate precedenti, con il 26 a sfiancare le difese avversarie correndo per vie centrali e il 25 a sfruttare gli spazi, che occasionalmente vengono aperti ai lati della linea, cercando il big play sia se schierato da halfback, sia da ricevitore aggiunto. Invariati anche i rispettivi ruoli di riserve, con Aaron Stecker e il valido Pierre Thomas pronti a far rifiatare i titolari e, se necessario, a prenderne il posto in caso di assenza prolungata; confermato anche nella posizione di fullback Mike Karney, una delle opzioni preferite da Brees quando il campo si restringe, l'unica new entry potrebbe essere rappresentata dal rookie Kevin Dudley, che sembra prossimo ad entrare in pianta stabile nel roster proprio come alternativa al numero 44.
Ben altra battaglia si prospetta tra i wide receivers, dove l'unico certo del posto pare essere Marques Colston, rivelatosi al mondo intero due stagioni orsono e diventato con il tempo il go to receiver della franchigia e il terminale principale nelle azioni di passaggio, tanto da mettere in fila tutti gli altri ricevitori, compresi quelli con maggiore esperienza alle spalle. Tra i più accreditati ad affiancarlo sulle sideline dei Saints il "vecchio" David Patten, alla tredicesima puntata della sua storia professionistica, che ha chiuso in crescendo la passata stagione dimostrando di essere una garanzia e di droppare molti meno palloni di Devery Henderson, giocatore calato inspiegabilmente proprio nel 2007, anno in cui si attendeva la definitiva consacrazione; deludente anche la prima scelta dello scorso draft, Robert Meachem, pronosticato come uno dei migliori WR prodotti dalla classe, hanno recuperato terreno Terrance Copper e Lance Moore, inseriti saltuariamente nei svariati giochi di passaggio che compongono il corposo playbook di New Orleans, e che dovrebbero permettere anche ai rookies Adrian Arrington, settimo round da Michigan, e Todd Blythe, undrafted free agent da Iowa State, di ritagliarsi un po' di spazio.
Restando in tema di ricevitori bisogna focalizzare lo sguardo sulla grande acquisizione estiva dei Saints, che hanno messo a segno un colpo importantissimo garantendosi le prestazioni di uno dei più forti tight end della lega, Jeremy Shockey, arrivato in cambio di due round pick, secondo e quinto giro del prossimo draft, per soddisfare la precisa richiesta di Brees, di avere un TE dominante, e aumentare le varianti offensive a disposizione del passing game di Payton. A Billy Miller e Mark Campbell spetterà l'onere di dividersi le apparizioni in depth chart al fianco del nuovo arrivato, mentre il giovane Buck Ortega resterà alla finestra, pronto a subentrare.
Qualche problema invece è previsto sulla linea offensiva, già sotto la lente d'ingrandimento per alcune figuracce rimediate nel 2007, dopo la perdita del centro Jeff Faine, considerato uno dei migliori lineman a roster, che ha firmato come free agents per i Buccaneers, lasciando un enorme buco proprio nel mezzo della OL, solo parzialmente coperto dall'ingaggio di Matt Lehr, che ha seguito il percorso inverso partendo dalla Florida. Tra l'ex di Tampa e Jonathan Goodwin uscirà presumibilmente il nome del giocatore che si inserirà al centro di una linea che dovrebbe essere composta da Jamar Nesbit e Jahri Evans nel ruolo di guardia, Jammal Brown e Jon Stinchcomb nel ruolo di tackle, con l'ottimo rookie Carl Nicks, da Nebraska, pronto a subentrare.
Pochi cambiamenti nella linea difensiva, dove a New Orleans hanno deciso di ripartire da una delle migliori coppie di end della lega, Charles Grant e Will Smith, giocatori che da anni garantiscono una certa affidabilità unita ad una grande compatibilità ; alle loro spalle il primo investimento finalizzato a rinforzare il reparto è stato fatto ingaggiano il free agent da Jacksonville Bobby McCray, giocatore non troppo entusiasmante nelle ultime stagioni ma comunque esperto e piuttosto solido. Oltre all'ex Jaguars, spetterà a Josh Savane, Orien Harris, e all'undrafted rookie Jason Geathers, sempre che riesca ad entrare a roster, dividersi i ritagli di tempo che concederanno alle riserve i due titolari. Diversa la situazione nel mezzo, dove dovrebbe essere inserito fin dalle prime battute Sedrick Ellis, prima scelta del draft 2008, e arrivato in Louisiana con la ferma convinzione di riproporre le ottime prestazioni di cui si è reso protagonista in NCAA con la divisa dei Trojans di University of Southern California; giocatore a tratti irresistibile, il defensive tackle da USC sarà affiancato dal veterano Bryan Young, che ha tenuto testa alla concorrenza spietata di Hollis Thomas, Kendrick Clancy, alla strenua ricerca di un posto in depth chart, e del rookie DeMario Pressley, buon atleta che a North Carolina State era considerato l'erede di Mario Williams, prima scelta assoluta di Houston al draft 2006.
Sistemata la DL con innesti che paiono adeguati i Saints hanno cercato di porre rimedio ad uno dei problemi maggiori riscontrati negli ultimi anni, ovvero la mancanza di linebacker dominanti. Ingaggiato a sorpresa Dan Morgan dai Panthers, ritiratosi poi per i soliti problemi al collo il 19 Maggio, in Lousiana si sono mossi per sigillare adeguatamente il centro della mediana, puntando decisi su uno dei migliori MLB della National Football League, Jonathan Vilma; giocatore cercato con insistenza da Payton e soci, l'ex Jets è arrivato a New Orleans in cambio di una quarta scelta al draft 2009, conquistandosi subito spazio nella depth chart a scapito di Scott Fuijta, dirottato nel ruolo di strong linebacker, con Marvin Mitchell e William Kershaw, a fargli da riserve. Nessun cambiamento invece nella posizione di weak, dove è stato confermato Scott Shanle, ex giocatore dei Cowboys che ha disputato una grandissima stagione nel 2006, davanti all'esperto Mark Simoneau, che dovrebbe spostarsi, a seconda delle esigenze, ai due lati della mediana alternandosi con Troy Evans.
Tanti movimenti invece nelle secondarie, dove la scelta al secondo round Tracy Porter avrà il suo bel da fare per strappare la maglia da cornerback titolare a Randall Gay, arrivato dai Patriots durante la free agency, ed Aaron Glenn, altro innesto proveniente dai Jaguars; indecisione che non regna assolutamente sulla sideline opposta dove non ha rivali Mike McKenzie, che rimane saldo nel suo spot nonostante l'avanzare inesorabile delle primavere, davanti ai vari Jason David, Usama Young e Jerametrius Butler, defensive back appena rilasciato dai Bills che può tornare molto utile nelle difese di situazione.
Più certezze sul profondo, dove mantengono il posto da safeties Roman Harper nella posizione di strong, nonostante qualche indecisione di troppo contro i passaggi nell'ultima stagione e Kevin Kaesviharn, attualmente preferito a Josh Bullocks nello spot di free; dovrebbero infine trovare saltuariamente spazio Chris Reis e Tuff Harris, mentre si fa prepotente la scalata al ruolo di backup free safety da parte dell'undrafted rookie David Roach, ottimo elemento proveniente da TCU.
Negli special team concorrenza in tutti i ruoli, dove i titolari del 2007 Martin Grammatica, kicker, e Steve Weatherford, punter, dovranno guardarsi dai nuovi arrivati al Louisiana Super Dome, la sesta scelta Taylor Mehlhaff da Wisconsin, e il rookie free agent Waylon Prather; stessa battaglia si preannuncia per la posizione di long snapper, dove il veterano Kevin Houser è insidiato da un altro undrafted, Ryan Senser, mentre pare aver mantenuto il ruolo di returner Pierre Thomas, per ora preferito a Lance Moore, che dovrebbe comunque trovare spazio nelle azioni di punt.
I Saints hanno inseguito due obiettivi predefiniti fin dalla partenza dell'offseason, un middle linebacker ed un tight end, puntando decisamente lo sguardo su Jonathan Vilma e Jeremy Shockey, atleti che dopo diverse stagioni nella grande mela sembravano sul punto di cambiare aria; dopo diversi mesi possiamo tranquillamente affermare che la mission impossible della franchigia di New Orleans si è conclusa positivamente, portando in Louisiana due atleti di indubbio valore, tra i migliori NFL nei rispettivi ruoli, e donando un cospicuo upgrade al roster. Payton quest'anno avrà a disposizione probabilmente la miglior squadra da quando è diventato head coach, rinforzata nei punti giusti e relativamente giovane per garantire un dominio pluriennale nella division, sulla carta è nettamente superiore a Tampa, Carolina, Atlanta, e, perché no, anche all'interno della conference, dove ora ha proprio tutto, linea difensiva compresa, per essere considerata la formazione da battere. Lo staff dirigenziale dei Saints ha quindi fornito le giuste armi al proprio allenatore per tornare a dare la caccia al Championship NFC, sfuggito due anni or sono ad opera di Chicago, spetterà a lui, ora, fare le scelte giuste e necessarie per raggiungere questo traguardo ed arrivare al Superbowl, obiettivo non dichiarato ma sognato ad occhi aperti in Louisiana.
Tampa Bay Buccaneers (di Dave Lavarra)
Detentori del titolo della Nfc South, i Tampa Bay Buccaneers sono stati gli unici nella loro division a finire la stagione con un record positivo, in parte per demeriti altrui ma soprattutto grazie ad un'ottima difesa sono riusciti a giungere alla Wild Card per poi venire sconfitti dai futuri campioni, traditi proprio dal loro punto di forza. Ripetersi in difesa potrebbe non bastare nella stagione a venire e un contributo importante anche da parte dell'attacco sarebbe opportuno per poter affrontare con più tranquillità la regular season. Una statistica particolare dovrebbe saltare all'occhio di Gruden e del suo staff: Tampa Bay non è mai riuscita a centrare i playoffs in due stagioni consecutive da quando Chuckie ha sostituito Tony Dungy al timone del vascello pirata. Sarà l'anno buono per sfatare il mito, od il destino si compirà continuando questo antipatico ciclo?
Non c'è che dire, quando ci sarà da stilare l'ordine definitivo dei registi a disposizione, la scelta non mancherà . La lunga lista di quarterbacks presenti a roster vede ancora lo starter in Jeff Garcia, veterano con dieci stagioni alle spalle, conosciuto per il gran temperamento e capace di guidare l'attacco molto meglio di quanto non avessero fatto i suoi predecessori, tuttavia incontrando pure qualche difficoltà . Rilasciato Bruce Gradkowski, il cui esperimento da titolare era fallito già tempo fa, e con Chris Simms sul piede di guerra con Jon Gruden ed in odore di taglio, la depth chart vede Luke McCown e Brian Griese come backups, due nomi che certo non hanno brillato in NFL: il primo, giovane, non ha ancora avuto il modo per mettersi in mostra, il secondo, dieci stagioni d'esperienza, sembra abbia già dato il meglio di se. E' importante, quindi, che Garcia resti in salute ma la sua combattività lo porta spesso a trovarsi in situazioni che possono pregiudicare la sua incolumità fisica, così come è importante che vengano risolte le dispute contrattuali di cui è stato protagonista a bocce ferme, per poter lavorare senza perdere ulteriore tempo al training camp.
Ad aiutarlo ci sarà un reparto ricevitori non esattamente verdissimo, visti i 37 anni di Joey Galloway ed i 32 di Ike Hilliard, pronti a tornare ad occupare i rispettivi posti di titolari. Galloway ha un'ingente sete di rivincita dopo la brutta prestazione nei playoffs dello scorso campionato, dove venne limitato da un infortunio alla spalla terminando con una sola ricezione per 9 yards. L'esperto wide receiver viene da un'altra ottima regular season, la terza consecutiva oltre le 1.000 yards, nella quale ha segnato 6 mete. Hilliard, autore di un maggior numero di ricezioni rispetto al compagno, ha tuttavia prodotto poco (un solo touchdown) ed il suo posto potrebbe essere insidiato dal redivivo Antonio Bryant, fuori dalla lega nel 2007 per problemi di abuso di sostanze proibite. Bryant ha molto talento, spesso non corrisposto da atteggiamenti e scelte personali, ma porta dei numeri molto interessanti ad una squadra che ha bisogno di muoversi di più per vie aeree, per di più al minimo salariale. La nota dolente del reparto è Mark Clayton: dopo una stagione da rookie esaltante nel 2004 ha deluso molto risultando l'ombra di ciò che era, tra l'altro patendo diversi e continui problemi di infortuni in tutte le successive stagioni con la conseguenza di un drastico calo della produzione offensiva. Difficile capire se le speranze riposte sulla seconda scelta al draft di aprile, Dexter Jackson, daranno i propri frutti nell'immediato: il rookie da Appalachian State è destinato a giocare negli special teams per tutto il suo primo anno nella Nfl, nonostante il personale sia diviso tra anziani senza futuro, mestieranti e delusioni.
Il reparto tight ends sembra bene assortito con elementi di qualità . Un aiuto in più per Garcia può arrivare da Alex Smith, giocatore che ha dimostrato di avere buone mani ma spesso non è cercato con la giusta continuità , non è dato sapere se ciò sia avvenuto per il tipo di schemi chiamati piuttosto che dalla reale fiducia in lui riposta dal il coaching staff. Jerramy Stevens è stato confermato con un rinnovo contrattuale che ha diviso in due la città , è difatti spuntata fuori una brutta storia su di lui risalente ai tempi del college, e comunque dovrà saltare le prime due partite di regular season dopo la squalifica arrivata dai piani alti per aver assunto sostanze proibite, mentre dai Titans è arrivato Ben Troupe, giocatore il cui ruolo era diminuito sensibilmente rispetto alla ottima stagione 2005.
Il reparto running backs ha perso per strada un giocatore molto importante, che aveva aggiunto all'attacco quella dimensione che mancava per completare il puzzle offensivo. Carnell "Cadillac" Williams ha praticamente saltato tutta la scorsa stagione per la rottura dei legamenti del ginocchio, ed i tempi di recupero dopo l'intervento chirurgico si stanno dilatando moltissimo, mettendo a rischio il suo rientro per il campionato 2008 ed addirittura la sua carriera. Anche in seguito ad un suo eventuale ritorno è lecito pensare che le sue performances non saranno quelle di prima dell'infortunio in qualità e soprattutto in quantità , ecco quindi che la piacevolissima sorpresa Earnest Graham, bravo e paziente nel rispondere alla chiamata di Jon Gruden sostanzialmente alla sua prima occasione dopo quattro anni di gavetta, ha concluso sfiorando le 900 yards in 13 apparizioni con 10 mete, proponendosi anche come ottima valvola di sfogo in ricezione. Rischiare di lasciargli il tutto il peso del gioco via terra sarebbe controproducente, almeno in una Nfl che si sta adeguando oramai all'unanimità al sistema con doppio running back. Ecco spiegata la seconda gita in città di Warrick Dunn, lasciato andare da Atlanta in pieno clima di ricostruzione e rientrato nella squadra che nel 1997 lo aveva scelto una volta uscito da Florida State. Benché il suoi anni migliori li abbia già trascorsi, potrà proporsi per i cambi di velocità e come ricevitore aggiunto in situazioni di screen, oltre a fornire grandissima esperienza e leadership nello spogliatoio. Confermato invece il journeyman Michael Bennett, tipico back da usare in situazioni speciali, dotato di grandissima velocità ma mai in grado di ritagliarsi un posto da titolare nelle quattro squadre da lui provate, che prenderà definitivamente il ruolo che era di Michael Pittman, trasferitosi a St. Louis. Il fullback titolare sarà ancora B.J. Askew, visto che il mitico Mike Alstott è stato costretto al ritiro dai perenni infortuni al collo.
La linea offensiva è molto giovane, i suoi elementi fanno parte di un progetto di ristrutturazione nato oramai tre anni fa, che con l'accumulo di amalgama ed esperienza sta cominciando a dare frutti interessanti. Il lato destro della linea ha seguito sviluppi molto simili in quanto sia Davin Joseph, guardia, che Jeremy Trueblood, tackle, hanno presenziato in campo in maniera significativa nel 2006, la loro annata d'esordio, diventando titolari fissi durante lo scorso campionato; Arron Sears, titolare dello spot di guardia a sinistra, ha invece giocato da starter sin dalla prima settimana del 2007, meritandosi numerose citazioni come appartenente alla classe delle migliori matricole viste in azione un anno fa. In tutta questa gioventù farà da collante l'esperienza del centro Jeff Faine, forse il miglior acquisto di offseason dei Buccaneers, considerato uno dei giocatori di maggior spessore nel suo ruolo, mentre a presidiare il lato destro nella posizione più estrema dovrebbe tornare Luke Petitgout, veterano presente solamente in quattro partite per un infortunio al legamento crociato anteriore. Data la cronistoria infortunistica di quest'ultimo il management si è coperto le spalle con la selezione di Jeremy Zuttah nell'ultimo draft, che a Rutgers ha eseguito con facilità la transizione da guardia a tackle dimostrando tutte le sue doti atletiche in uno schema di bloccaggi a zona.
Statisticamente le prove difensive dei Buccaneers hanno giocato un ruolo fondamentale per il successo della passata stagione, quando il reparto è stato il migliore di tutta la Nfl per yards concesse su passaggio, il terzo migliore per punti subiti ed il secondo migliore per yards totali al passivo, numeri tuttavia penalizzati da una certa inconsistenza contro le corse e da un basso numero sia di sacks che di turnovers provocati. Ciò significa che il reparto ha lavorato molto bene e che la comunicazione tra i giocatori, capitale giocando la Tampa 2, è stata eccellente; qualcuno ha anche fatto notare la benevolenza del calendario, che ha messo davanti ai Bucs dei passatori non proprio eccezionali o squadre che avevano il quarterback titolare infortunato, ed un buon contributo è stato indirettamente dato pure dall'attacco, che ha gestito il possesso del pallone con diligenza ed errori ridotti al minimo, permettendo ai compagni di rifiatare abbondantemente sulle sidelines.
La linea difensiva, si diceva, è chiamata a mettere le mani sul quarterback più spesso: a cercare con maggiore insistenza il risultato saranno il secondo anno Gaines Adams, autore di 6 sacks e dotato di discreti margini di miglioramento, ed il nuovo acquisto Marques Douglas, arrivato a quota 70 placcaggi con i 49ers, defensive end molto pesante ma altrettanto mobile, in grado di giocare alcuni snaps pure nel mezzo. Lo sdoppiamento di posizione sarà il pane quotidiano del veterano Kevin Carter, efficace in qualsiasi delle quattro posizioni della linea difensiva, caratteristica che consentirà a Monte Kiffin, il defensive coordinator, di creare dei diversivi per mettere in difficoltà le letture del centro avversario. La rotazione è molto profonda, e vede altresì presente Greg White, pescato dal fratello di Gruden nella Afl e protagonista di un campionato inaspettatamente positivo, fatto di 8 sacks e 7 fumbles forzati. Anche nel mezzo il ricambio di uomini è molto buono, i tackles titolari saranno Jovan Haye, la cui produzione è stata molto soddisfacente, e Chris Hovan, capace di vivere una seconda giovinezza a Tampa dopo gli alti e bassi vissuti a Minneapolis, accompagnati da Ryan Sims e dal rookie Dre Moore.
La differenza più evidente tra l'edizione presente e passata di questa difesa è l'efficacia sui blitz dei linebackers, un tempo punto di forza, oggi sicuramente una debolezza, visto che nel 2007 nessun sack è stato messo a segno da Derrick Brooks e compagni. Lo storico outside linebacker ritorna probabilmente per l'ultima volta, per puntellare una brillante carriera trascorsa interamente ai Buccaneers ed è reduce dalla dodicesima stagione consecutiva in tripla cifra in termini di placcaggi. Lo spot di middle linebacker sarà occupato da Barrett Ruud, bravo a sfruttare l'opportunità concessagli l'anno passato ed affermatosi come punto di riferimento fisso nel cuore della sua difesa con 114 placcaggi ed un paio di intercetti; Cato June sarà invece l'assegnatario del terzo posto di titolare ed i Bucs sperano che torni ai livelli produttivi di Indianapolis dopo una prima stagione incerta, che ha lasciato un pizzico di amaro in bocca per delle aspettative che erano molto alte. I backups principali saranno Ryan Nece, che ha perso il posto in concomitanza proprio dell'arrivo di June, Teddy Lehman, ex linebacker centrale dei Lions la cui carriera è stata penalizzata dai numerosi infortuni, ed il rookie Geno Hayes, scuola Florida State (come Brooks) ed in possesso delle caratteristiche richieste da questo tipo di difesa, ovvero attitudine al placcaggio duro, velocità di esecuzione e tempismo nelle coperture a zona, tutte qualità che al college sono riuscite a mascherare la sua evidente mancanza di centimetri.
Con la partenza di Brian Kelly verso Detroit si è sciolta una delle coppie di cornerbacks titolari più forti in circolazione, della quale è rimasto il solo Ronde Barber: al gemello di Tiki restano oramai uno o due anni ad alti livelli, in fondo è pur sempre in grado di eseguire le giocate che fanno la differenza, come testimoniano le due mete difensive segnate rispettivamente su ritorno di intercetto e ritorno di fumble nel campionato scorso. Sarà Philip Buchanon ad occupare l'altro spot di starter del ruolo, lavoro che aveva già svolto un anno fa con discreto successo in sostituzione proprio di Kelly, continuamente plagiato dagli infortuni: l'ex Raiders sembra finalmente aver ritrovato la strada maestra, confermandosi come difensore dotato di ottimo fiuto per il pallone nonché come specialista sui ritorni di calcio, anche se quest'ultimo compito è sceso in secondo piano in concomitanza con l'emergere dei gradi di titolare nel ruolo principale. Negli schieramenti nickel e dime faranno comparsa in campo backups di tutto rispetto, in primis il neo acquisto Eugene Wilson, che giocherà riciclandosi da cornerback portando in squadra tonnellate di esperienza in fatto di playoffs e la versatilità necessaria per giocare da free safety, il suo ruolo naturale. Il settore è completato da Sammy Davis, ex scelta di primo giro dei Chargers mai all'altezza di tale selezione, e dalla matricola Aqib Talib, pubblicizzato defensive back proveniente da Kansas dotato di un grande senso dell'anticipo e capace di spettacolari giocate, ma pure contraddistinto da una piccola cronistoria di problemi fuori dal campo.
Le due safeties sono una sicurezza: Jermaine Phillips ha lavorato sodo per ritagliarsi un posto di rilievo e con gli anni è finito per migliorare progressivamente fino a divenire titolare irremovibile, Tanard Jackson, che giocherà più lontano dalla linea di scrimmage, è reduce da un ottimo anno da rookie nel quale ha battuto sin dal principio la concorrenza di Will Allen, ancora presente a roster come riserva. Chiude la fila Sabby Piscitelli, scelto nel 2007 ma presto fermato da un infortunio al piede.
Al settimo anno di esperienza, Matt Bryant sembra avere finalmente trovato dimora fissa a Tampa, dove calcia con estrema affidabilità da tre stagioni. Il kicker ha terminato lo scorso campionato centrando 28 dei 33 calci tentati, andando tuttavia in difficoltà quando si è trattato di piazzare il pallone da oltre le 50 yards, raggio d'azione che Bryant in carriera ha dimostrato più volte di non possedere nella sua gamba. L'esperto Josh Bidwell, al quinto anno in Florida, si occuperà invece di gestire le situazioni di punt.
Per un attacco che trova difficoltà nel muoversi con costanza, il gioco di special teams e le posizioni di campo che ne possono conseguire sono di importanza capitale: proprio per questo motivo la scelta dell'elettrizzante Dexter Jackson può essere ciò che ci vuole per consentire delle ripartenze in prossimità del territorio avversario, nonché per trovare qualche episodio che possa risultare determinante per i risultati di squadra.
La Nfc South da almeno quattro anni è stata la division più imprevedibile della Nfl, e tutte le sue appartenenti hanno ottenuto il primo posto alternandosi una dopo l'altra. I Buccaneers arrivano al nuovo anno da campioni uscenti ma con tantissimi punti di domanda, che potrebbero rivelarsi quali ostacoli per la ripetizione dell'impresa. Molti dei ruoli presentano situazioni precarie, quarterback e tight end sono ruoli attualmente in sovraffollamento di personale, la direzione futura non è chiara (Garcia ha 38 anni, Griese è un backup), e non è detto che l'exploit che fece di Graham una grande aggiunta nel momento del bisogno si ripeta con la medesima efficacia. La difesa continua ad essere punto di forza della squadra, tuttavia Barber e Brooks sono vicini al capolinea delle rispettive carriere, e dovranno essere sostituiti adeguatamente. In una division che presenta un'interessante corsa a tre per il posto più prestigioso, con la sola esclusione dei Falcons, l'unica via di successo per Tampa Bay sembra la percorrenza di quella stessa strada intrapresa un anno fa, quella della paziente precisione offensiva, poco spettacolare ed a volte poco produttiva, ma comunque sufficiente per restare a galla, mantenendo la stessa consistenza difensiva di sempre, con quella punta di aggressività in più che farebbe tutta la differenza di questo mondo in un raggruppamento di squadre dai valori molto vicini.