NFL Draft 2008: NFC East

Felix Jones, finalmente a Dallas potrà  dimostrare il suo valore.

Dallas Cowboys

Come previsto i Cowboys sfruttano il primo dei loro due first round pick per prendere il runningback che nelle idee del coaching staff dovrà  sostituire Julius Jones, passato a Seattle, e ricomporre un tandem esplosivo con Marion Barber, che ha rinnovato il contratto proprio in questi giorni; a beneficiare della ventiduesima chiamata è stato quello che era il maggiore indiziato della vigilia, Felix Jones di Arkansas, giocatore abituato a dividere il backfield con presenze ingombranti, stesso college di Darren McFadden, e predisposto a mettere su ottimi numeri anche con un impiego limitato. Chiudendo la carriera NCAA con 2,956 yards corse e 20 touchdown segnati l'ex Razorback ha dimostrato di essere un RB piuttosto produttivo, abile a sfruttare le occasioni che gli vengono concesse e gli spazi che gli apre la linea offensiva; veloce, può essere utilizzato come returner, paziente e dotato di una grande visione, sa essere molto elusivo in campo aperto, fattore importantissimo visto una certa difficoltà  mostrata nel rompere i tackle, o comunque nel guadagnare ulteriori yards dopo il primo contatto. Altrettanto rapido è il cornerback arrivato solo tre pick più tardi, Mike Jenkins da South Florida, grandissimo tackler abile nelle coperture sui passaggi ma un po' meno bravo a difendere sulle corse avversarie; atleta molto esperto, viene considerato pronto per imporsi al livello superiore nonostante alcune lacune, tra cui delle mani non di prim'ordine, che dovranno essere colmate al più presto. Importante anche la chiamata del secondo giro, con l'ingaggio di Martellus Bennett, tight end della locale università  di Texas A&M considerato uno dei maggiori talenti del draft, ben fisicato , tecnico e abbastanza veloce, dotato inoltre di un grandissimo controllo del corpo che gli permette ricezioni apparentemente difficili. L'ex Aggies ha buonissime mani ed una certa capacità  nel rispettare la route assegnatagli, per questo dovrebbe fornire un grandissimo upgrade al passing game di Dallas e di Tony Romo; calcolando che è ancora piuttosto grezzo, rappresenta un potenziale di crescita impressionante, molto simile a quello della quarta scelta dei Cowboys Tashard Choice, runningback da Georgia Tech. Dopo aver iniziato la carriera universitaria con Oklahoma, il runner si è trasferito ai Yellow Jackets, crescendo esponenzialmente ed esplodendo di fatto in questa sua ultima stagione, totalizzando buoni numeri; runningback molto istintivo, Choice è un atleta di grande livello, dotato di una consistente visione di gioco che gli permette di individuare i buchi dove sfruttare la sua potenza di corsa; non è velocissimo, può però migliorare, ma sa farsi perdonare per le ottime ricezioni che mette a segno fuori dal backfield e per delle buone doti da bloccatore. Quasi a voler rispettare un preciso disegno, dopo un RB in Texas deve per forza arrivare un cornerback, ed ecco servita la quinta scelta da Boise State Orlando Scandrick, giocatore esperto, quattro stagioni da starter con i Broncos, veloce, e atletico, che sa districarsi senza troppi problemi sia sulle corse che sui passaggi; dotato di buone mani, è abituato a dare il proprio contributo agli special team, anche se deve sicuramente imparare a sfruttare maggiormente il fisico per fermare gli avversari. Molto più deciso sotto questo aspetto è invece l'ultimo pick dei Cowboys, il defensive end Erik Walden da Middle Tennessee State, atleta costruito per giocare come outside linebacker in una difesa 3-4 ma che grazie all'aggressività  e al buon lavoro svolto con le braccia può essere impiegato con un certo profitto sulla linea; non troppo fisicato, necessita infatti mettere su qualche muscolo fondamentale, offre discrete garanzie nel fermare le corse, ma deve per forza imparare a droppare più palloni per difendere adeguatamente i passaggi e trasformarsi, col tempo, in un pass rusher affidabile. Tra gli undrafted buono l'innesto di Danny Amendola, WR da Texas Tech messosi in luce grazie al buon passing game dei Red Raiders, con cui ha dimostrato di avere ottime mani ed una certa capacità  nel confondere l'avversario che si trova dinnanzi nonostante una velocità  approssimativa; altrettanto interessante potrebbe rivelarsi Marcus Dixon, DE da Hampton che presenta alcuni limiti caratteriali ma un talento immenso e delle doti atletiche importanti, mentre qualche perplessità  la desta Keon Lattimore, RB da Maryland che pare aver strappato un ingaggio più per parentela, è il fratello minore di Ray Lewis, che per meriti propri.
Draft Grades: 7: Dallas si vociferava cercasse anche un WR, che non è arrivato, ma ha comunque coperto due need importanti, RB e CB, acquisendo due giocatori di valore e due talenti che rappresentano margini di sviluppo allettanti. Con poche scelte a disposizione i Cowboys hanno lavorato bene, aggiungendo anche l'ottimo Bennett ad un reparto che ha appena perso Fasano.

New York Giants

L'obiettivo dei Campioni del Mondo in carica era quello di rifondare, soprattutto in difesa, dove hanno perso tantissimi giocatori in questa free agency e dove era necessario investire nell'immediato, cercando di assicurarsi prospetti in grado di fornire fin dalle prime battute di regular season un contributo importante. In fondo al primo giro i Giants hanno iniziato alla grande, assicurandosi la miglior safety del draft, Kenny Phillips, proveniente da quella sensazionale fucina di talenti che è l'università  di Miami, in Florida, dove ha dimostrato tutto il suo valore nelle stagioni collegiali, imponendosi come uno dei più solidi interpreti del ruolo; giocatore completo, abile a difendere sia i passaggi che le corse, l'ex Hurricanes sa seguire il gioco come pochi e colpire in modo devastante l'avversario, incutendo il giusto timore ai ricevitori che si trovano ad incrociare la sua strada. Atleta immenso, se impara a bersi meno finte, Phillips potrebbe continuare la striscia di ottime safety uscite da The U che hanno scritto pagine e pagine di storia in NFL. Altrettanto versatile ed importante per l'economia del gioco difensivo di New York dovrebbe rivelarsi Terrell Thomas, cornerback da Southern California che fornisce un ulteriore upgrade alle sconquassate secondarie dei campioni, aggiungendo istinto e tecnica in un reparto dove queste qualità  stanno diventando ormai indispensabile; grandissimo lavoratore, dotato di buone mani ed un discreto fiuto per l'ovale, deve migliorare sulla velocità  per evitare di separarsi dai WR avversari. Da una sideline all'altra per la prima scelta offensiva dei Giants, che si assicurano un altro talento cristallino draftando al terzo round Mario Manningham, WR da Michigan che ha perso un po' troppe posizioni rispetto al suo reale valore per via della discontinuità  che ha, sempre, segnato la sua carriera NCAA e gli appuntamenti con gli scout pre draft; giocatore dotato di un eccezionale controllo del corpo, ha delle mani sensibili, ed un controllo del corpo che gli permettono in qualsiasi momento di produrre la giocata decisiva per le sorti della partita. Ben fisicato anche se non eccessivamente alto, riesce a piazzare sempre ottimi guadagni post ricezione nonostante una velocità  non eccelsa grazie alla concentrazione con cui non perde mai le fila del gioco, nonostande tenda, a volte, ad eclissarsi troppo dallo stesso; potrebbe rivelarsi l'ideale spalla di Plaxico Burress e molto più incisivo dei vari Steve Smith e Sinorice Moss, ultimi due ricevitori arrivati nella grande mela via draft. Chiusa la parentesi sull'attacco, a New York hanno deciso poi di dedicarsi all'altro reparto decimato dalle partenze dell'ultima offseason buttandosi su due linebacker per tamponare i vari buchi disseminati nella mediana; il primo ad essere chiamato è stato Bryan Kehl da Brigham Young, atleta che preferisce sfruttare la tecnica anziché il fisico nell'azioni di placcaggio e che sa essere molto produttivo contro le corse nonostante una velocità  approssimativa che non gli permette di blitzare con continuità ; abilissimo nelle coperture, è efficace nelle azioni di contenimento, esattamente l'opposto dell'altro LB scelto, Jonathan Goff da Vanderbilt, giocatore piuttosto veloce e abile nel penetrare nel backfield avversario. Carattere da leader indiscusso, per due anni è stato team captain, l'ex Commodores si presenta come un outside linebacker molto fisico, di quelli che amano far sentire il proprio peso durante i tackler e che sono in grado, allo stesso tempo, di coprire adeguatamente nelle azioni di passaggio; talento ancora da rifinire, ha una grande visione di gioco e un buon istinto grazie al quale diverse volte riesce ad anticipare le giocate avversarie. Un altro discreto talento è il quarterback Andre' Woodson da Kentucky, passer accurato esploso nell'ultimo anno in NCAA, dotato di un buon tocco e di un ottimo timing di lancio, ma un po' troppo limitato dal sistema giocato e dalla tendenza all'affidarsi esclusivamente alla potenza del suo braccio, piuttosto impressionante ma non al livello di quella di Vince Young, per intenderci; giocatore bilanciato, nel senso che sa districarsi sia come pocket passer che come scrambler, deve ancora maturare in certi aspetti, tipo la meccanica di lancio, se vuole imporsi in NFL. Leggermente più pronto, almeno per entrare nella rotazione della depth chart, sembra invece essere l'ultimo giocatore chiamato da New York, il defensive end da Southern Mississippi Robert Henderson, discreto atleta e buon pass rusher che mostra una certa attitudine nell'inchiodare al terreno il quarterback avversario, vista l'agilità  con cui riesce a scivolare tra le maglie avversarie; non velocissimo, riesce comunque a portare pressione sulla tasca grazie ad una discreta esplosività  che tende poi a morire sulle lunghe distanze, d'altronde il peso da portarsi dietro è senz'altro consistente. Acquisiti fuori draft anche altri giocatori interessanti, come la safety da Michigan State Nehemiah Warrick, buon atleta veloce e istintivo ma incosistente sulle corse, la offensive guard da Cincinnati Grant "Digger" Bujnoch, bravissimo nella pass protection e figlio d'arte, il padre Glenn ha giocato per Bengals e Buccaneers, e il wide receiver da Arkansas D.J. Hall, buona stazza, dicrete mani e controllo del corpo, piuttosto veloce e abbastanza produttivo, ma con qualche limite caratteriale di troppo.
Draft Grades: 8: è mancato l'offensive lineman che si cercava, ma gli altri need sono stati rispettati, acquisendo giocatori che in prospettiva futura potrebbero rivelarsi importanti, se non addirittura fondamentali per i Giants; certo alcuni vanno svezzati e motivati a dovere, ma il talento draftato è stato di primissimo livello.

Philadelphia Eagles

Partenza un po' sorprendente di Philly che scende fino alla metà  del secondo per assicurarsi le prestazioni di Trevor Laws, defensive tackle da Notre Dame, piuttosto esperto e ideale per la difesa 4-3 degli Eagles, nonché dotato di una buona intelligenza tattica, molto mobile, e capace di far sentire il proprio peso sulla linea; giocatore fisico ed estremamente versatile, con i Fighting Irish ha giocato diversi schemi, dovrebbe fornire un upgrade immediato al reparto difensivo di Philadelphia, e nonostante debba migliorare nella pass rush accanto a Patterson potrebbe risultare devastante. Un paio di pick più tardi a raggiungerlo nella città  dell'amore fraterno ci ha pensato DeSean Jackson, velocissimo ricevitore da California che a tutto per diventare il playmaker di cui necessita l'attacco guidato da Donovan McNabb; atleta immenso, dotato di ottime mani e di una buona visione di gioco, l'ex WR dei Golden Bears è uno di quei giocatori in grado di fare male alla difesa avversaria soprattutto sul profondo, dove riesce a sfruttare al meglio la grande accelerazione se innescato a dovere dal proprio quarterback, cosa che non dovrebbe affatto mancargli in Pennsylvania. Uscito dal college come uno dei migliori talenti in circolazione, Jackson ha le carte in regola per sfondare in NFL e riscuotere il medesimo successo di altri ricevitori che fisicamente e tecnicamente gli assomigliano parecchio, come Steve Smith di Carolina; inizialmente dovrebbe comunque riuscire a ritagliarsi un certo spazio come slot receiver e ritornatore di calci, kick e punt non fanno differenza, vista la velocità  di corsa e la rapidità  di movimento con cui riesce ad eludere gl'interventi avversari. Assestato l'attacco con il WR che si cercava, gli Eagles sono tornati ad occuparsi della difesa per prendere un giocatore dal grandissimo potenziale, Bryan Smith da McNeese State, defensive end che dovrebbe essere convertito ad outside linebacker tra i professionisti visto il fisico non troppo pesante e le doti atletiche che lo rendono ideale per la copertura di questo ruolo; molto veloce, è un pass rusher naturale che sfrutta la grande mobilità  di cui è in possesso per alzare numeri interessanti e fermare le avanzate avversarie. Dotato di un'ottima tecnica di placcaggio, questo prospetto proveniente dalla Division I-AA presenta grandissimi margini di miglioramento e un'impressionante dedizione al lavoro che dovrebbero permettergli di imporsi in NFL, magari partendo dagli special team. Meno allettante, almeno sotto l'aspetto del potenziale inespresso, sembra essere il primo pick del quarto round Mike McGlynn, offensive tackle da Pittsburgh che non viene classificato come un grandissimo atleta ma che sa rendersi estremamente efficace in fase di bloccaggio grazie alla taglia, molto buona, e al discreto lavoro di braccia con cui riesce ad allontanare la pressione avversaria; giocatore che punta tutto sul fisico e sull'allenamento, ha collezionato 42 start in NCAA dimostrandosi un giocatore versatile, ha giocato anche come guardia, e piuttosto solido. Ulteriori due scelte del quarto giro utilizzate da Philadelphia per sistemare le secondarie, acquisendo nell'ordine la free safety da Texas El-Paso Quintin Demps e il cornerback da Wisconsin Jack Ikegwuonu, prospetti interessanti che offrono buone possibilità  di sviluppo. L'ex Miners è un giocatore piuttosto veloce, tecnico, istintivo, e abile a tenere gli occhi fissi sulla palla anche mentre segue il suo avversario; estremamente produttivo, è un tackle affidabile che però presenta alcuni limiti contro le corse, migliorabili magari attraverso un impiego continuativo negli special team. Diversa invece la questione dell'ex CB degli Huskies, caratterialmente molto difficile, è stato arrestato nel Novembre 2006 assieme a suo fratello Bill, DB di Illinois, e arrivato al draft con i postumi di un infortunio subito nel gennaio del 2008 che ne ha limitato le prestazioni durante gli scouting e i workout, dove non ha potuto mettere in mostra tutte le sue qualità ; talento cristallino, atleta incredibile, è un giocatore fisico, istintivo, rapido, che tendenzialmente non si beve i cambi di direzione improvvisi degl'avversari e che sa essere molto versatile, avendo ricoperto senza problemi i ruoli di cornerback e di safety. Meno problematico ma sicuramente anche meno talentuoso il primo giocatore scelto al sesto round, l'offensive lineman da California Mike Gibson, abile a giocare sia come tackle che come guardia, solido e dotato di un buon primo passo dopo lo snap che lo porta a non subire passivamente la pressione della linea avversaria; grandissimo lavoratore, è un prospetto che va curato e sviluppato con attenzione, visto che ha dimostrato di saper essere dominante in una delle zone più nevralgiche del gioco. Altro talento che merita uno sviluppo accurato è quello di Joe Mays, inside linebacker scelto con il pick numero 200 che ha alle spalle una discreta carriera FCS con North Dakota State, dove si è fatto notare per la sua grande mobilità  e l'ottima tecnica di placcaggio, oltre che ad una tendenza al punire costantemente l'avversario che si trova a dover fermare; dotato di una massa muscolare impressionante al cospetto della sua taglia minuta, dovrebbe trovare spazio negli special team, dove la sua velocità  potrebbe rivelarsi molto utile. Semi sconosciuto anche il giocatore arrivato con il secondo compensatory pick del sesto round, Andy Studenbaker da Wheaton, outside linebacker undersized che sopperisce ad un fisico piuttosto leggero con agilità , mobilità , istinto, ed una voglia di migliorarsi continua che gli permette di mettere in piedi delle buonissime statistiche; nelle division minori del college football ha dimostrato di essere estremamente dominante, mostrando una certa propensione nel blitzare costantemente sul quarterback avversario. Con l'ultima scelta bel colpo di Philadelphia, che si assicura uno dei maggiori underrated del draft, l'offensive tackle King Dunlap da Auburn, giocatore crollato inspiegabilmente in prossimità  dell'evento ma che ha alle spalle una carriera universitaria di tutto rispetto, durante la quale ha messo in mostra diverse qualità  e doti; molto mobile ed atletico, l'ex Tigers è un validissimo pass blocker, che riesce grazie ad una buona estensione delle braccia a tenere a debita distanza anche più avversari contemporaneamente. Tra gli undrafted interessanti le acquisizioni di Frankin Dunbar da Middle Tennesse State, altro offensive tackle molto abile nel difendere la tasca durante le azioni di passaggio, e di Shareer McBride da Delaware State, wide receiver fisico, dotato di ottime mani e di un buon controllo del corpo che gli permette di mettere a segno ricezioni spettacolari e all'apparenza difficili.
Draft Grades: 7: buon draft degli Eagles, che seppur con qualche punto interrogativo di troppo hanno completato tutti i need, coprendo adeguatamente tutti i ruoli scoperti e addirittura assicurandosi una certa profondità  negli stessi; tanto il talento draftato, che se sviluppato a dovere dovrebbe sistemare il roster di Phila per anni.

Washington Redskins

Cambia head coach e cambia il modo di operare di Washington, che per la prima volta dopo quello a cui ci aveva abituato da anni fa scelte oculate in free agency e movimenti ragionati al draft, scendendo con un certo profitto, due scelte guadagnate al secondo giro, e riuscendo comunque a trovare il giocatore lungamente inseguito, il WR da Michigan State Devin Thomas; considerato uno dei migliori ricevitori della classe, l'ex Spartans rappresenta l'ideale spalla per giocatori piccoli e veloci come Santana Moss e Antwaan Randle El, vista la stazza prestante e un fisico ideale per essere sfruttato, all'occorrenza, come possession receiver. Giocatore veloce e ben piantato, Thomas è in grado di produrre guadagni consistenti post ricezione grazie ad una buona accelerazione e delle ottime mani che gli consentono di sistemarsi il pallone al meglio per partire subito lanciato alla conquista di yards importanti; abile a ricevere nel traffico e reggere i colpi degli avversari, difetta di esperienza visto che ha giocato ad altro livello solo la sua ultima stagione collegiale. Un WR molto fisico è anche Malcom Kelly, altro giocatore accostato a lungo ai Redskins nei mock precedenti al draft e sceso nella considerazione collettiva dopo il brutto workout casalingo di Oklahoma University, dove per scusarsi della brutta figura davanti agli scout ha puntato il dito contro il terreno di gioco e gli addetti ai lavori del campus che fino a qualche mese prima era stato la sua casa, nonché il biglietto da visita per la NFL; battute a vuoto a parte, l'ex Sooners è un giocatore piuttosto simile a Thomas, soprattutto fisicamente, ma molto più abile a sfruttare i centimetri di vantaggio rispetto ai defensive back avversari per avventurarsi nelle ricezioni al centro del campo, dove riesce ad imporsi grazie alla sua maggiore stazza. Dotato di ottime mani e di un buon controllo del corpo Kelly dovrà  essere messo sotto la lente d'ingrandimento fin dai primi giorni di training camp per capire se la caduta è da ritenersi soltanto tale oppure è stata la prima di una lunga serie. Seguendo ancora il discorso dei centimetri che mancano in attacco i Redskins hanno chiamato, sempre nel secondo giro, il tight end da Southern California Fred Davis, giocatore che offre discrete garanzie in mezzo al campo, dove riesce, grazie ad un fisico che gli permette di attutire l'impatto e ad una buona attitudine nell'eseguire alla perfezione le tracce assegnategli, a mettere a segno ricezioni importanti; discreto bloccatore, potrebbe risultare importantissimo come opzione sui passaggi per un attacco che ha faticato parecchio a guadagnare porzioni di campo nel 2007. Altra scelta offensiva, questa volta incentrata sull'assestamento di un OL martoriata dagli infortuni, al terzo giro, con l'acquisizione di Chad Rinehart da Northern Iowa, giocatore per cui gli scout hanno speso sempre ottime parole nonostante la poca competizione affrontata in Division I-AA; molto versatile, al college ha giocato come OG, ha un buon fisico e delle qualità  tecniche interessanti che dovrebbero permettergli di imporsi anche in NFL. Futuro meno assicurato ma forse altrettanto roseo per la quarta chiamata del draft Justin Tyvon, cornerback da Arizona State aggressivo e molto bravo a tenere il passo del ricevitore avversario, in grado di garantire una buonissima marcatura a uomo nelle azioni di passaggio e un discreto contributo contro le corse; atletico e piuttosto agile, è dotato di un notevole fiuto per la palla, è veloce, e non disdegna di essere impiegato come returner nelle azioni di passaggio. Sorpresa al sesto giro, dove con il secondo pick i Redskins si assicurano il primo specialista scelto al draft prendendo Durant Brooks da Georgia Tech, punter accurato e altamente produttivo, dotato di una buona gamba ed in grado di piazzare ottimamente i punt; un perfezionista, non si è mai fatto bloccare un calcio al college, ed ha come mentore e consigliere personale il mitico Ray Guy, punter leggendario ed amico di famiglia a cui la NCAA ha pure dedicato un suo premio, che va al miglior giocatore del ruolo della nazione, riconoscimento ottenuto da Brooks proprio nel 2007. Con amicizie meno importanti e da sviluppare con molta cura il defensive back arrivato a metà  giro, Kareem Moore da Nicholls State, giocatore poco esperto ma davvero talentuoso, dotato di grande istinto, fisico, aggressivo, e in possesso di una buona tecnica di placcaggio; molto bravo contro le corse, dovrebbe imporsi negli special team, dove la sua velocità  tornerà  sicuramente utile. Sei pick più tardi è il turno di un altro talento che merita attenzioni particolari, Colt Brennan, il quarterback che con Hawaii ha lanciato per 14,193 yards in quattro anni, completando oltre il 70 % dei passaggi, realizzando 131 touchdown, e sfruttando al meglio la run'n'shoot del coach June Jones; pitcher accurato, dal braccio potente, e molto produttivo, è maturato parecchio negli anni passati a guidare l'attacco dei Warriors, dimostrando di essersi messo alle spalle il passato e confermando ottime doti di leader. Brennan è un grande talento che è già  stato capace di cambiare playbook senza troppi problemi nel corso della sua carriera, ma il salto dalla NCAA alla NFL, e il passaggio dal sistema di Hawaii a quello di Washington, rappresentano un ostacolo piuttosto insormontabile; se ci riesce, i Redskins si troveranno un diamante grezzo, e inaspettato, a roster. Dopo l'ultima scelta offensiva la franchigia capitolina torna a dedicarsi alla difesa, sfruttando i compensatory pick del settimo round per draftare il defensive end Rob Jackson da Kansas State e la free safety Chris Horton da UCLA. Il primo è un grandissimo lavoratore, versatile, molto mobile, e capace di divincolarsi tra più blocchi avversari, ma ha all'attivo una limitata esperienza in NCAA, dopo due anni passati in uno Junior College prima del suo approdo ai Wildcats. Il secondo invece è un atleta molto più esperto, entrato in diversi All-American Team nell'ultima stagione, piuttosto fisico, aggressivo e adeguatamente istruito per fornire un valido contributo anche contro le azioni di corsa; non è velocissimo e un serio infortunio al polso lo ha costretto a tornare sotto i ferri più volte, ma grazie ad un discreto istinto riesce comunque a deviare un buon numero di palloni. Interessanti, tra i rookie finiti senza squadra, gli ingaggi dell'offensive tackle Shannon Boatman, mobile, atletico, ma acerbo prospetto da Florida State, del defensive lineman Dorian Smith, pass rusher naturale e tecnico da Oregon State, e del cornerback Mattereal Richardson, agile e versatile atleta da Arkansas, molto abile contro le corse e i passaggi. Una menzione infine per il quarterback Bret Meyer da Iowa State, giocatore dotato di un braccio ed una velocità  esplosivi, pieno di talento, e piazzatosi secondo come All-time Leading Passer della Big XII alla fine della sua carriera universitaria, che potrebbe trovare spazio in altri ruoli, WR, grazie a delle doti atletiche impressionanti.
Draft Grades: 7: se arrivavano anche un linebacker e una safety di livello era un draft al limite della perfezione, soprattutto dopo la trade down che ha portato a quelle scelte offensive davvero importanti; in tanti aspettavano il giocatore che avrebbe idealmente sostituito Sean Taylor nell'immaginario collettivo, Washington ha deciso di aspettare per puntare su una classe, quella 2008, che in questo ruolo pare essere molto più assortita. Con il senno di poi vedremo chi ha avuto ragione, nel mentre, i Redskins si dovranno rimettere al lavoro per mettere mano alla buona quantità  di talento draftato.

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