Shawn Crable, potrebbe rivelarsi una grandissima chiamata per i Patriots.
Buffalo Bills
I Bills hanno colmato tutti i loro needs centrando i diversi obiettivi che si erano prefissati prima del draft, dove fin dal primo round hanno messo le mani sul cornerback che cercavano, assicurandosi le prestazioni del migliore della classe, Leodis McKelvin, giocatore che ha le potenzialità per entrare nella depth chart titolare sin dalle prime battute del torneo NFL; il prospetto da Troy deve solo imparare a cercare di più la palla, perché la velocità di certo non gli manca, visti anche i sette calci ritornati in touchdown durante la carriera al college. Stesso ruolo, ma maggiore intuito per l'ovale lo presenta Reggie Corner, scelto al quarto giro per dare profondità ad un reparto parso davvero in difficoltà nell'ultima stagione, vuoi per perdite, Clements, e infortuni vari. Risolto uno dei problemi maggiori i Bills si sono focalizzati sull'altro need principale, ovvero la tanto reclamizzata mancanza di centimetri nel reparto offensivo; centimetri che questa volta sono arrivati grazie a James Hardy, il più alto receiver del draft, arrivato al secondo giro e ideale, a quanto sembra, per fare da spalla al veloce e sgusciante Lee Evans; prendendo il prospetto da Indiana, a Buffalo si sono assicurati uno dei migliori talenti in circolazione, un atleta che nelle ultime settimane ha scalato posizioni su posizioni fino a diventare uno dei top del ruolo. Al terzo round è poi arrivata la chiamata di Chris Ellis, giocatore che non serviva tantissimo ai Bills ma che si propone come un buon upgrade per la linea difensiva, inserendosi in un reparto già collaudato, Schobel, Kelsay, Denney, e portando in dote dei numeri di tutto rispetto, come i 22 sack in carriera con la divisa di Virginia Tech. Dalla difesa all'attacco ecco l'altro innesto che serviva, un TE per rimpiazzare i due persi nella free agency e lo sfortunatissimo Everett, di cui ancora tutti ricordiamo il tremendo infortunio; Derek Fine da Kansas non è un fenomeno in grado di cambiarti la partita, sia chiaro, ma un buon giocatore capace di piazzare ricezioni interessanti e volte a far muovere la catena quando serve, inoltre, essendo uno che non disdegna ricevere nel mezzo e affrontare anche i contatti più duri può essere mandato in campo quando la situazione si fa pesante per aiutare Edwards a scaricare quanti più palloni possibili. Tappati tutti i buchi più importanti la franchigia dello stato di New York ha pensato a dare profondità agli altri reparti, draftando il valido linebacker da Iowa State Alvin Bowen, giocatore rapido e veloce a penetrare tra le maglie avversarie che però dovrà migliorare parecchio in copertura se vorrà entrare in pianta stabile nella rotazione della mediana. Altro ottimo pick è Xavier Ormon, runningback dal piccolo college di Northwest Missouri State che viene presentato come un runner molto produttivo, di buona taglia, e veloce al punto da piazzare buoni guadagni sui terzi down. Tre scommesse invece le ultime chiamate, tutte nel settimo giro, spese per acquisire un offensive tackle, Demetrius Bell da Northwestern State (Louisiana), un receiver che sembra in grado di poter dare il suo contributo fin da subito negli special teams, Steve Johnson da Kentucky, e un defensive back, Kennard Cox da Pittsburgh, che pare l'ideale per giocare da nickel back, ruolo oggi molto richiesto in NFL. Tra gli undrafted ingaggiati, destano un certo interesse il fullback Mike Viti e il receiver Jason Jones, prospetto da Arkansas-Pine Bluff che ha attirato le attenzioni di diverse franchigie, tra cui Oakland Raiders, Green Bay Packers, e i campioni in carica New York Giants.
Draft Grades: 8: le prime due chiamate sono state ottime, con terza e la quinta hanno colmato i needs, ma forse per il tight end si poteva fare qualcosa di più; discreto il talento draftato, anche nei giri più bassi.
Miami Dolphins
Dopo Jake Long Miami ha condotto un draft aggressivo, aprofittando dell'uscita di Philip Merling dal primo giro per chiamarlo subito ad inizio secondo, mettendo immediatamente una grossa pezza al mancato arrivo dell'end previsto, l'altro Long, al primo giro; Merling, preso dopo il first round è un grandissimo colpo da parte del coaching staff dei Dolphins, che si assicurano un giocatore in grado di conquistare presto la depth chart e permettere, quanto prima, a Jason Taylor di pensare al nuovo impiego, quello di outside linebacker. Aggiustate entrambe le linee in Florida hanno pensato bene di dedicarsi alla posizione che meno di tutte convince Bill Parcells, quella di quarterback, dove John Beck e il neo acquisto Josh McCown non sembrano offrire le giuste garanzie, per questo la seconda chiamata del round è stata spesa per assicurarsi Chad Henne, atleta che prima della sfortunata stagione 2007 con Michigan era descritto come uno dei top della classe, tanto da entrare in diversi All-American Team redatti dalle riviste specializzate e dagli esperti del settore; l'ex Wolverine, che veniva dato al terzo giro dopo le brutte prove durante gli scouting NFL, dove veniva evidenziata una certa difficoltà ad esplorare il profondo, è risalito di un round proprio grazie a Miami, che a questo punto aggiunge qualità e competizione in un ruolo chiave per la propria rinascita. Sempre in quest'ottica sono state sfruttate le scelte del terzo e quarto round, volte a puntellare quelle linee che nell'ultima stagione han fatto penare parecchio i fans della franchigia, con gli arrivi di Kendall Langford, defensive tackle da Hampton ideale per la difesa 3-4 che tanto ama Big Thuna, e di Shawn Murphy, tackle offensivo da Utah State che ha tutto, taglia, mobilità , esperienza, versatilità , per diventare, con il tempo, uno starter di lungo corso nella lega; meno esperto, ma potenzialmente ancora più valido sembra invece essere una delle seste scelte, Donald Thomas, offensive guard da Connecticut che ha all'attivo appena 14 gettoni in NCAA ma che offre eccellenti margini di miglioramento, oltre ad un fisico e un'agilità che garantiscono un certo upgrade ad una linea sempre a corto di alternative credibili. Se in Florida non avranno troppa fretta probabilmente si ritroveranno tra le mani uno dei migliori lineman del futuro. Diversa la situazione di Jalen Parmele, giocatore che nelle ultime tre stagioni a Toledo, Ohio, ha dimostrato di avere nelle gambe la capacità per piazzare dei guadagni interessanti, ma che, presumibilmente, nelle intenzioni del coaching staff dovrebbe diventare un fullback da schierare a fianco di Ronnie Brown, con la possibilità , ogni tanto, di portare palla in situazioni di corto yardaggio, più o meno la stessa cosa, quest'ultima, che potrebbe ritrovarsi a fare Lex Hilliard, compensatory pick del sesto round che viene descritto come giocatore agile e produttivo crollato in basso per via di un brutto infortunio al ginocchio; una scommessa quindi, come anche l'ultima scelta effettuata dai Dolphins, il lineman difensivo Lionel Dotson da Arizona, giocatore versatile capace di coprire con profitto sia il ruolo di tackle che quello di end, che potrebbe fornire un discreto contributo partendo dalla panchina. Tra i rookie freeagents da segnalare la buona acquisizione di Davone Bess, receiver da Hawaii che potrebbe anche entrare nel roster alla fine dei training camp.
Draft Grades: 7: in Florida si sono dimenticati di coprire le sideline, sia in attacco, che in difesa, è innegabile però che le prime tre scelte abbiano un grandissimo valore, sia in termini qualitativi che quantitativi, e anche i mid rounder sotto questo punto di vista, e sotto quello del puro talento, non scherzano. Un draft condotto con sagacia per rafforzare soprattutto due punti focali per la ricostruzione: le linee.
New England Patriots
Solito buon draft condotto da Belichick e annesso staff, che dopo la sorpresa Jerod Mayo, produttivo LB da Tennessee che aggiunge competitività e qualità al reparto di linebacker veterani dei Pats, al primo round, non smette di stupire chiamando a fine secondo il promettentissimo cornerback da Colorado Terrence Wheatley, atleta eccelso e in possesso di una velocità straordinaria; sceso nelle considerazioni degli scout dopo un paio di infortuni, fra cui uno serissimo nel 2005, il valore del Buffaloes è cresciuto esponenzialmente in queste ultime settimane, recuperando posizioni proprio nella giornata decisiva, quando lo stesso coaching staff di New England ha definito la sua uscita la pick numero 62 un vero e proprio "steal"; considerazioni personali di chi ha deciso di draftarlo a parte, Wheatley è sicuramente un grande prospetto, nonché un talento dall'avvenire quasi assicurato, ovvero l'ideale per far dimenticare in fretta Asante Samuel. Il restyling dei Patriots non si ferma però a questa acquisizione, ma continua con la trade up per assicurarsi le prestazioni di Shawn Crable da Michigan, outside linebacker devastante capace di raggiungere quota 16 sacks durante la carriera collegiale, mostrando ottime qualità come pass rusher, nonché una certa efficacia nel fermare le corse avversarie; giocatore completo ed esperto, offre buonissime garanzie anche se schierato negli special teams. Esperienza che invece deve crescere nelle braccia e nella testa di Kevin O'Connell, talentuoso quarterback da San Diego State che nei progetti di Bill dovrebbe rappresentare il Brady del futuro ma che dovrà lavorare parecchio già solo per entrare nel roster finale e giocarsi il posto con Matt Cassel per diventare il primo backup del plurititolato numero 12. Stessa battle dovrà affrontarla Jonathan Whilite, altro cornerback, questa volta da Auburn, che presenta un discreto fiuto per la palla e ottime capacità di copertura, soprattutto grazie ad una velocità abbagliante, 4.4 sulle 40 yards, che gli permette dei recuperi al limite dell'impossibile. La stessa velocità non manca di certo a Matt Slater, figlio dell'ex OL dei Rams Jackie, capace di stupire tutti al Pro Day fermando il cronometro sullo stesso tempo del neo compagno di squadra, e in possesso di caratteristiche che dovrebbero renderlo ideale per gli schemi a più ricevitori presenti nel playbook di New England; con buona probabilità verrà impiegato fin da subito nelle squadre speciali, cosa che dovrebbe succedere anche a Bo Ruud, OLB scelto al sesto round per dare profondità ad un reparto in odore di ricambio generazionale. Fratello minore del linebacker di Tampa Barrett, Bo non sembra possedere il talento del fratello anche se nelle ultime stagioni da starting a Nebraska ha mostrato di possedere le doti necessarie per diventare un buon rincalzo, soprattutto nelle difese di situazione. Buona scelta anche tra i rookie rimasti senza squadra, dove NE ha pescato BenJarvus Green-Ellis, solido runner che sembra essere l'ideale complemento di Maroney, vista l'efficacia mostrata nei quattro anni di NCAA, due a Indiana, due a Mississippi, nei guadagni sul corto.
Draft Grades: 7: per il talento draftato la franchigia bostoniana meriterebbe sicuramente un voto maggiore, ma pesa tantissimo l'aver ignorato due importanti needs come l'offensive lineman e la safety, arrivati solo tra i rookie ingaggiati come free agent.
New York Jets
I Jets hanno stravolto un po' i piani della vigilia andando dritti su Vernon Gholston al primo giro, defensive end con tutte le caratteristiche necessarie per diventare un ottimo giocatore da 3-4, e riparare, con talento e produttività , alla dolorosa perdita di Jonathan Vilma; giocatore diametralmente opposto all'ex Hurricanes, l'end da Ohio State ha guidato la classifica dei sack nell'ultima stagione NCAA con 23, dimostrandosi un dominatore nato, la stessa cosa che vorrebbe fare in NFL. Al secondo giro, invece di puntare al runningback che è mancato nel 2007, la franchigia di New York si è diretta decisa su Dustin Keller, a detta di molti il miglior tight end del draft, giocatore necessario per rinfoltire le opzioni a disposizione del quarterback titolare, che dovrà uscire dal testa a testa tra Chad Pennington e Kellen Clemens; discretamente veloce e alquanto produttivo, il TE da Purdue potrebbe garantire un certo upgrade all'attacco singhiozzante dei Jets fin da questa stagione, ovvero la stessa cosa che si spera possa fare Dwight Lowery, cornerback da San Josè State che ha giocato pochissimo nella senior season dopo aver guidato la nazione nel 2006 per intercetti messi a segno, 9. Abile nelle coperture a uomo, il prospetto californiano deve migliorare ancora la tecnica di placcaggio per diventare un corner affidabile anche al piano superiore e la controparte ideale di Revis, giocatore che ha accresciuto sicuramente di livello la difesa di NY. Dal reparto difensivo a quello offensivo per seguire le ultime tre scelte dei Jets, che a cavallo tra il quinto e il settimo giro hanno tentato di porre le pezze necessarie a rinvigorire un attacco orfano di ricambi adeguati a reggere l'estenuante stagione NFL; per "primo" è arrivato Erik Ainge, quarterback da Tennessee che lavorerà per diventare un buon backup da affiancare in futuro a Clemens, ormai individuato come uomo franchigia per il futuro dal coaching staff dei biancoverdi newyorkesi. Sull'ex Volunteers, se si deciderà di seguire questa strada, ci sarà comunque da investire parecchio, per sgrezzarne il talento e renderlo capace di caricarsi sulle spalle, saltuariamente, un attacco professionistico, come ci sarà da spendere tempo, e risorse, per sviluppare al meglio l'interessantissimo Marcus Henry, ricevitore di possesso da Kansas che aggiunge centimetri e qualità al reparto WR. Presentato come un gran lavoratore sempre pronto ad imparare, Henry fa parte di un progetto dei Jets incentrato sul costruirsi i giocatori in casa, adattandoli pian piano agli schemi e alle modalità di gioco previsti dall'head coach, in quest'ottica va infatti vista anche l'ultima chiamata, quella di Nate Garner, gigantesco tackle offensivo da Arkansas che presenta buone prospettive di sviluppo a complemento di qualità fisiche e mentali, cinque anni da starter in NCAA, di base già ottime. Tra gli undrafted ottime invece le acquisizioni di altri due talenti in prospettiva, il runningback bianco Danny Woodhead dal college di Division II Chadron State, dove ha corso per quasi 8,000 yards, 7, 962, e segnato 101 TD in 4 stagioni, e il defensive end Bryan Mattison da Iowa, buon tackler e grandissimo run stopper, nonché figlio del linebacker coach di Baltimore Greg Mattison.
Draft Grades: 5: Gholston non si discute, ma da solo non basta per registrare una difesa che ha perso elementi importanti in questa offseason; come se non bastasse i Jets hanno deciso di ignorare uno dei problemi più gravi riscontrati nel 2007, la mancanza di un playmaker nella posizione di runningback, cosa che la classe di quest'anno offriva in abbondanza. Magari fra un paio d'anni, o forse anche prima, questo draft acquisterà maggiore considerazione, ma allo stato attuale delle cose pare davvero ricco di incongruenze e mancanze varie.