Prospetti 2008: RB & WR

Darren McFadden verso la Nfl, riuscirà  ad ottenere la prima scelta assoluta al prossimo draft?

Penultimo capitolo per questo 2008 del viaggio che ci accompagna attraverso i migliori prospetti che verranno selezionati durante il prossimo draft. Tocca questa volta ai giocatori terminali delle chiamate offensive, ma anche di quei fullback cui, spesso, tocca sacrificarsi per un varco o per un blocco. Runningback e wide receiver, comunque, due tra i ruoli più affascinanti del gioco che quest'anno regalano, come sempre, nomi davvero interessanti. Tra la probabile prima scelta assoluta e qualche giocatore di talento sono il piatto del giorno, mentre tra i ricevitori una lunga e difficile battaglia tra più nomi senza che nessuno, all'apparenza, sembri in grado di spuntarla sugli altri.

Runningback

Cominciamo ovviamente dagli halfback e andiamo senza perdere troppo tempo in chiacchiere da lui, Darren McFadden (6-1 piedi per 211 libbre), universalmente considerato il miglior runningback in uscita dal draft 2008 e, probabilmente, il miglior prospetto in assoluto. Il problema per il ragazzo di Arkansas, per ottenere una prima scelta assoluta, pare però essere quello di puntare su uno scambio che permetta ai Miami Dolphins di abbandonare la propria posizione in cambio di altro. La franchigia della Florida ha, infatti, Ronnie Brown a roster e il ragazzo, prima scelta dei delfini nel 2005, stava mettendo in campo numeri davvero interessanti lo scorso anno prima dell'infortunio che ha chiuso la stagione ed il tutto considerando lo stato in cui versava la squadra (i 'Phins hanno chiuso la stagione 1-15).

Se lo scambio non dovesse verificarsi McFadden rischierebbe uno scivolone imprevisto e non strettamente legato alle sue reali possibilità ; non solo i Dolphins non vanno in cerca di un RB ma, a meno di scelte buttate sul talento assoluto del giocatore, il rischio è che anche St. Louis (che ha Steven Jackson in squadra), Atlanta (ha preso Michael Turner dalla free agency), Oakland (piena di buchi qua e là  dovrebbe cercare altro prima di un RB), Kansas City (Larry Johnson), NY Jets e New England potrebbero passare sopra il junior dei Razorbacks. Suona male sentire accostare il suo nome a un scelta dall'ottava chiamata in giù, ma non dimentichiamo che un anno fa lo stesso Adrian Peterson arrivò fino alla #7 ed il suo talento valeva certamente qualche scalino più in alto.

Da un po' di tempo non si fa che parlare dello scambio che potrebbe coinvolgere Dallas, la quale detiene ben due scelte al primo giro (la 22 e la 28) e che sarebbe ben felice di cederle a Miami. Benché le due posizioni dei Cowboys non valgano quanto una prima assoluta, è piuttosto probabile credere che, con una piccola aggiunta, l'accordo andrebbe a buon fine a farebbe felice un po' tutti: i Cowboys, che cercano una stella assoluta da inserire nel backfield; i Dolphins, che hanno bisogno di rifondare e con due scelte al primo giro, benché basse, e qualcosina in più potrebbero ottenere buoni giocatori; lo stesso McFadden, che finirebbe in una squadra forte, in corsa per il titolo e con una linea capace di rendere giustizia alle sue qualità .

Qualità  su cui poche parole bisogna spendere in realtà ; un giocatore così inseguito e pubblicizzato porta con sé, ovviamente, ogni arma che un runningback moderno deve avere a disposizione per emergere. Darren McFadden è veloce (4.33 sulle 40 alle ultime combine), porta bene il pallone, e risulta ottimo in ogni situazione di corsa con l'aggiunta di una discreta dose di numeri in ricezione. Inarrestabile in campo aperto è un atleta purissimo, con gran controllo del corpo, dei piedi, e ottime letture dei blocchi e delle difese avversarie. A trovargli un difetto potremmo dire che non è ancora un eccellente bloccatore quando serve, ma chi lo sceglierà  non lo farà  perché cerca qualche robusto uomo a cui lasciare tutto il lavoro ma un giocatore esplosivo capace di far saltare in piedi il pubblico ogni volta che tocca palla.

Titolare nei suoi tre anni in Arkansas, McFadden è stato finalista per due volte di fila nella corsa all'Heisman Trophy (2006 e 2007), ed ha vinto due Doak Walker Award (miglior RB della Ncaa) chiudendo il triennio collegiale con 4485 yard corse (5.9 di media) e 40 mete. Da molti considerato come uno dei migliori talenti mai apparsi Nfl sin dai primi snap è già  stato messo davanti allo stesso Adrian Peterson come valore assoluto anche per l'impatto che potrebbe portare. E' piano per far correre così tanto le parole, ma Darren è nato per far girare le gambe il più velocemente possibile e, dove non arrivano le parole, dovrà  arrivare lui.

A seguire l'immenso talento dei Razorbacks ci sono tre giocatori che, sulla carta, valgono tranquillamente una prima scelta ma che rischiano di non entrare tutti nella Top32 (anzi, 31) di questo 2008. Molto dipenderà  appunto da quanto detto sopra: se McFadden scivola troppo in basso rischia di togliere numero alle squadre interessate a un runningback, ma bisogna ammettere che anche il contrario può andare a realizzarsi. Più tardi dovesse uscire McFadden, infatti, più in basso si troveranno talenti a cui è difficile dire di no, prescindendo dalle necessità  di squadra (che magari verso il basso del primo giro vengono in parte messe da parte), così facendo sarebbe ancor più probabile che si arrivi ad avere quattro, o anche cinque RB al primo giro. Non sarebbe una novità , e non è poi certo così raro vedere tre o quattro halfback in uscita tra i primi 32, anzi…

Rashard Mendenhall (5-10, 225, JR, Illinois), Jonathan Stewart (5-10, 235, JR, Oregon) e Felix Jones (5-10, 207, JR, Arkansas) sono le tre prime punte che inseguono l'irraggiungibile Darren. Per Mendenhall, lo diciamo subito, riteniamo che un anno da senior non avrebbe fatto male, anche se stiamo parlando di un talento certamente interessantissimo. Forte di un 4.45 alle combine, il giocatore dei Fighting Illini aveva già  evidenziato ottime caratteristiche nel 2006 prima di esplodere nell'ultima stagione con 1681 yard e 17 TD che avevano contribuito, non poco, all'accesso al Rose Bowl dell'università  dell'Illinois. Giocatore molto fisico, perfetto anche per bloccare e con mani piuttosto buone (34/318, 2 TD nel 2007), ciò che grava su di lui è la poca strada percorsa fino all'eleggibilità . Un solo vero anno giocato da primo RB, un anno dove, tra le altre cose, tutta la squadra è girata piuttosto bene raggiungendo ottimi risultati. Non vi sono dubbi sulle doti atletiche e fisiche, ma quando si parla di mistero sulle sue reali capacità  non si può che essere d'accordo. Il 2007 è stato l'anno della consacrazione o un anno come non ne vedremo mai più? Un salto così immediato nella Nfl agevolerà  il ragazzo o lo schiaccerà  trasformandolo in una delle tante promesse mancate? Come al solito parliamo di sport, di draft, non ci sono calcoli matematici che possano darci un risultato. Non è una scienza.

Jonathan Stewart da Oregon ha più o meno lo stesso problema, anche se la sua mancata continuità  (perlomeno negli ultimi due anni) di produzione è dipesa da qualche acciacco di troppo che lo rendono un giocatore a rischio. Talento non dissimile da Mendenhall, grandissimo corridore tra i tackle dove colpisce con forza e rapidità , anche per lui troviamo un anno da sophomore a livelli piuttosto bassi (981 yard) e una grande esplosione nel 2007 (1722) con uno 0.8 in più a portata rispetto all'anno prima. Non eccellente a ricevere, o comunque poco utilizzato rispetto ad altri importanti prospetti, Stewart può, come detto, valere tanto quanto il nome precedentemente citato, ma gli acciacchi e una esplosione tardiva rimangono dubbi non da poco.

Ecco perché, in particolare nell'immediato, la scelta più preziosa potrebbe essere il terzo incomodo Felix Jones, atleta capace di correre 2956 yard nei tre anni vissuti all'ombra di Darren McFadden. Per due volte sopra le 1100 yard nelle sue ultime stagioni, nel 2007 Jones ha alzato la media portate di 1.1 yard arrivando a un eccellente 8.6 e pur non essendo molto utilizzato nelle ricezioni il giocatore da Arkansas si è dimostrato ottimo come kick returner. Forse non un primo RB, ma un giocatore da sfruttare per parecchie situazioni; nonostante le poche palle ricevute al college (39) si parla di due mani niente male e di un nuovo Brian Westbrook che potrebbe essere considerato anche una "brutta-copia" di Reggie Bush, altro atleta all-around del backfield che proprio al giocatore degli Eagles veniva spesso paragonato. Jones sembra fisicamente più concreto di Bush, anche se come lui difetta nei bloccaggi, ma nelle corse tra i tackle potrebbe avere una marcia in più e non concede nulla in altre situazioni pur con meno atletismo e spettacolarità  del giocatore dei New Orleans Saints.

Attenzione poi a Chris Johnson (5-11, 197), senior da East Carolina che paga due fattori secondo i quali molti analisti non lo inseriscono più in alto nei ranking. Il primo è il college di appartenenza, East Carolina, iscritto alla Conference USA e, di conseguenza, programma non sviluppato a livelli eccelsi per il football. Il secondo è il fatto che nei suoi 4 anni di college nessuno gli abbia trovato una posizione perfetta in campo. Runningback quasi sempre, ricevitore non di rado, l'ultimo anno Johnson lo ha passato alzando 1423 yard via terra e 528 dall'aria, con 17 e 6 mete rispettivamente. Altro atleta che viene così accostato ai Bush e ai Westbrook, ma giocatore che potrebbe essere sviluppato come slot receiver per tracce interne e veloci o come runningback da terzi down e di situazione. In alternativa, per chi cerca un buon returner, il suo nome sarebbe da inserire a taccuino senza indugi.

Ray Rice (5-8, 199, JR, Rutgers), Kevin Smith (6-0, 215, JR, Central Florida) e Matt Forté (6-1, 223, SR, Tulane) sono i tre nomi migliori per le spese da effettuarsi tra il secondo e terzo giro, mentre capitolo a parte andrebbe aperto per due nomi che hanno fatto il giro del mondo negli ultimi due anni ma che restano piuttosto indietro nei ranking degli esperti d'oltreoceano: Mike Hart e Steve Slaton.

Il primo, senior da Michigan che misura 5-8 per 206, non ha convinto nessuno con il record di yard corse per il proprio college, colpa di qualche vecchio infortunio, di una velocità  non eccelsa rispetto ad altri pariruolo (4.67) e di un gioco tutto sommato non esaltante. Un buon backup in prospettiva che dovrebbe finire molto in basso nelle scelte e che non convince nel passaggio al piano superiore. Il secondo, Steve Slaton, 5-9 per 197, è un junior da West Virginia che ha alzato ottimi numeri nel 2006 (1744 yard e 16 TD) ma ha sempre perso il posto da primo corridore dividendolo con altri o giocando come situazionista in determinati giochi offensivi. Buon prospetto per i terzi down e capace di alcuni invidiabili big play non sembra però in grado di dare continuità  al proprio gioco e, qualcuno, lo vedrebbe bene addirittura come ricevitore (65/805, 5 TD in tre anni) anche se scout disposti a stracciarsi le vesti per lui non ce ne sono stati.

Passiamo di volata sui fullback, dove il nome principale è, secondo praticamente tutti gli osservatori, Peyton Hills (6-0, 240, senior), veloce e robusto giocatore da Arkansas (di nuovo!) che può contribuire all'azione in diversi modi. Utilizzato anche come punt returner, nei Razorbacks il giocatore ha provato ogni posizione che il suo atletismo gli consentisse di sfruttare, da fullback ad halfback fino a tight end e wide receiver. Grossi problemi di infortunio in carriera, tra cui tre vertebre rotte nel 2004, ma non per questo inferiore come tipo di giocatore agli altri pretendenti. Visto certamente come terzo o quarto giro, dovrebbe anticipare le uscite di Owen Schmitt (6-2, 247, SR) da West Virginia, Jacob Hester (5-10, 226, senior, LSU) e Jerome Felton (5-11, 241, senior, Furman). Tra questi il migliore da inserire in una squadra per carattere e dedizione al lavoro, oltre che una grandissima attitudine al gioco, si dice essere Hester, grande giocatore da special team e versatile come qualità  dove non eccelle in niente pur sembrando capace di fare quasi tutto. La sua spinta emotiva gli ha permesso, secondo gli osservatori, di andare oltre i limiti tecnici e questo è un motivo che viene spesso sottolineato da chi lavora nella Nfl e che trova in questo tipo di giocatori uomini molto utili per fare roster e gestire lo spogliatoio.

Felton è stato un grandissimo atleta da FCS, resta da vedere quanto potrebbe accusare un salto di "due categorie" verso il professionismo, anche se potrebbe essere lo sleeper nel ruolo viste le doti fisiche e la resistenza che lo spingono a giocare sempre su un buon livello per sessanta minuti di football. Carl Stewart (6-1, 230, senior, Auburn) potrebbe essere l'ultimo prospetto a puntare a una chiamata evitando lo scivolone alla free agency post-draft.

Wide receiver

Molta confusione nel ruolo di ricevitore, molti dibattiti perché, quando manca il talento puro e riconoscibile a prima vista, ecco che si scatena una guerra di paragoni dettati a volte anche dalle maggiori simpatie per questo o quell'atleta. Dando una rapida occhiata in giro ad alcuni dei migliori siti che seguono da vicino il draft Nfl, troviamo due nomi che ricorrono più frequentemente di altri alla prima posizione nella classifica virtuale del miglior WR in lista, ma la cosa interessante è che, spesso, il dislivello tra una posizione e l'altra in cui si muovono questi giocatori è piuttosto alto. Tralasciando le analisi di Scout.com, autorevole finché si vuole, ma spesso "bastian contrario" rispetto al resto della nazione (e comunque parliamo di prospetti, l'autorevolezza in questo campo esiste e non esiste, ammesso che vi sia per altre cose) cerchiamo quindi di fare una classifica totalmente personalizzata su Playit, facendo ordine tra i vari giocatori. E' stato così per tutti i ruoli, ovviamente, ma in una posizione in cui sembra dominare l'incertezza sarà  ancora più divertente misurarci coi grandi guru americani.

Il prospetto che più abbiamo seguito con interesse è senz'altro DeSean Jackson da California, un 5-9 per 169 che esce nell'anno da junior. Non continuo in partita e indubbiamente piccolo di taglia, Jackson ha però una velocità  incredibile (4.35) e due mani d'oro e ci è sembrato l'atleta con maggior potenziale a disposizione limitandoci a parlare di tracce, mani, velocità , guadagno dopo la ricezione. Non parliamo di un atleta completissimo, ma di un giocatore in grado di spezzare in due la partita attraverso grandi giocate (il 23% delle sue ricezioni al college sono andate oltre le 20 yard) o come ritornatore di kick off. Fratello di un ex giocatore dei Chiefs, Jackson non è la migliore idea per chi cerca un numero 1 da mettere in campo, ma è certamente il più capace nelle giocate veloci e profonde, adatto a special team e nei primi passi della redzone visto l'alto numero di palloni recapitati in touchdown. Quanto al posto da numero 1 servirà  un coaching staff adatto ma non lo si può certamente escludere fin d'ora.

Se si cerca qualcosa di più completo e meno spettacolare in senso assoluto, la nostra scelta ricade allora su Devin Thomas (6-1, 216, junior) da Michigan State, giocatore sottovalutato (e per questo poco utilizzato) fino al 2007 e che, al contrario, abbiamo visto benissimo nell'ultima stagione. Uscito da un JuCo nel 2005 e praticamente inutilizzato nel 2006, si è fatto trovare prontissimo la scorsa stagione galvanizzando il gioco aereo degli Spartans con 1260 yard (15.9 di media) e 8 TD. E parliamo di Michigan State, dove il nuovo gioco offensivo si è poggiato quasi solo su di lui con buonissimi risultati. Un altro anno di Ncaa ci avrebbe permesso un'analisi migliore, ma quello che abbiamo visto è stato un atleta capace di integrarsi rapidamente col gioco vero e proprio e di colpire benissimo le difese avversarie su ogni tipo di traccia.

Diversamente potremmo pensare a Limas Sweed (6-3, 215, senior) da Texas, che per via di un infortunio non ha potuto dimostrare se l'esplosione in fatto di numeri che tutti si attendevano per il suo ultimo anno sarebbe arrivata o meno. I numeri di 6 gare fanno supporre un esito negativo, ma qui si parla di un giocatore utilissimo per partite come split-end, capace di bloccare bene in campo aperto e di ricevere con sicurezza in mezzo al traffico anche, e soprattutto, su tracce centrali, come qualche slant veloce. Giocatore capace di arrivare in cima al casco di qualsiasi difensore è adattissimo anche per situazioni in angolo sulla endzone, magari su lob appoggiati dal quarterback dove, per sorprendere la marcatura, servono elevazione e braccia lunghe. Più utile che bello a vedersi, un giocatore che avrà  buon futuro se l'infortunio non tornerà  a tormentarlo.

Mario Manningham (5-11, 181, junior) da Michigan era uno di quelli che attendevamo maggiormente nella stagione 2007. Se come numeri non ha deluso del tutto è inutile dire che avremmo preferito assistere ad un altro campionato per qualche certezza in più. Dopo aver dimostrato ottime tracce e grande senso della palla nel 2006 (703 yard e 9 TD), nell'ultimo campionato è andato avanti un po' a tentoni spesso affogando insieme al resto di una squadra decisamente discontinua e poco preparata. Manningham ha alzato più di 1000 yard ed è finito in doppia cifra nelle segnature, ma paga una taglia non eccellente e un carattere che, alle volte, viene descritto come "di non semplice gestione". Tolto questo ci sembra che mani e velocità  ci siano, e il suo istinto per big play e area di meta (un TD ogni 5 ricezioni) lasciano supporre che, tolte le classifiche degli esperti, se questo arriva al terzo giro, come suppone qualcuno, è uno steal garantito. Per noi è da primo giro, con queste mani e quella testa sarebbe già  un furto trovarlo dopo i primi 31.

Atleta molto costante negli ultimi anni è stato Malcolm Kelly (6-3, 224, JR, Oklahoma), primo freshman a guidare i Sooners in fatto di ricezioni (2005) e receiver più rapido a toccare quota 1000 yard nella storia della scuola (2006). Atleta straordinario e completo si parla di lui come un Top 3 nel ruolo, e i suoi numeri sul campo sembrano dargli ragione. Se fosse davvero lui uno dei primi tre perderebbero posizioni Manningham (di sicuro) e Jackson (probabile) giocatori con qualche limite in più qua e là  ma prospetti, a nostro modo di vedere, sui quali si può spendere ancora tanto in fatto di crescita. James Hardy (6-5, 217, JR) da Indiana, tolti i problemi con la legge nel 2006 (fu accusato dalla fidanzata di aver picchiato lei e il figlioletto), è un giocatore dall'atletismo formidabile che solo nel 2005 ha provato a concentrarsi al cento percento sul football con buoni risultati dopo una non esaltante carriera di pallacanestro. Giocatore che dovrebbe strappare almeno un secondo giro è sicuramente da tenere d'occhio in quanto, pur senza grandissima velocità , sembra dotato di mani e tecnica piuttosto valide.

Andre Caldwell (6-0, 204, SR) è l'ultimo su cui punteremmo a occhi chiusi per una chiamata nel primo giorno; fratello dell'altro WR di Florida, Reche, ha subito due infortuni piuttosto seri in carriera (2005 e 2007) ma resta un'ottima soluzione per chi cerca un #2, uno slot piuttosto veloce e, perché no, un returner su cui tentare di costruire una certa fortuna.

In poche parole, dovendo allestire un ranking lontano dalle nostre simpatie, potremmo anche supporre che Malcolm Kelly sia il prospetto migliore del lotto, anche se l'istinto ci spingerebbe, come già  detto, a rischiare più un Mario Manningham o un velocissimo DeSean Jackson. Limas Sweed si giocherebbe il podio con il talento di Oklahoma ma, ne siamo certi, le cose non andranno così e Sweed e Kelly saranno i primi due a uscire. Chissà .

A scendere i nomi interessanti potrebbero essere tanti, ma ci piacerebbe segnalare due giocatori che, se non finiranno fuori dal draft, troveranno qualche misera fortuna all'ultimo giro o poco sopra. Si tratta di Dexter Jackson (5-9, 182, senior), piccolo e velocissimo ricevitore tre volte campione nazionale in FCS con Appalachian State, snobbato più del dovuto per colpa del programma. A chi ha seguito un minimo le gesta della scuola di Boone, ci vuole poco a capire che abbiamo a che fare con un atleta in grado di giocare a buon livello in Nfl e di essere l'arma aggiunta come 3° ricevitore o slot in un roster già  dotato di buone armi. Un'arma su cui fare affidamento per spiazzare le difese nei momenti chiave e su cui costruire un buon futuro. Ottimo nelle combine (4.37 sulle 40, nei primi 5 anche nel three-cone shuttle e lo 60-yard shuttle), Jackson non ha deluso nei workout e nelle varie apparizioni all'East-West Shrine Game (sorta di all-star game collegiale che si gioca a gennaio dal 1925) e al Senior Bowl. Un giocatore su cui si possono sfruttare velocità  e controllo del corpo per il gioco verticale, un atleta su cui tenere gli occhi puntati.

Il secondo è Pierre Garcon, da Mount Union, piccolo college di Division III campione nazionale più volte negli ultimi anni. Garcon (5-11, 210, SR) è atleta strepitoso, sprinter da 4X100 in atletica leggera e fisicamente ed atleticamente perfetto. Un infortunio gli ha impedito di chiudere il 2007, ma quando dalla D3 si arriva a far parlare di sé per un draft Nfl, nonostante la poca competitività  del proprio programma, qualcosa, di solito, c'è. Servirà  forse troppo tempo per renderlo un giocatore competitivo a certi livelli, per questo finirà  o undrafted o davvero in fondo alle scelte, ma ci piace pensare che, anche nella provincia americana, ogni tanto cresca qualcuno a cui viene data la meritata chance di dimostrare il proprio valore.

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