Jake Long, miglior tackle in circolazione, in corsa anche per una prima scelta assoluta
Terzo appuntamento: le linee. Non cosa da poco, ma il punto in cui, in attacco ed in difesa, si costruisce il fulcro della vittoria. I ruoli più difficili a cui adattarsi, quelli in cui, spesso, serve più tempo per reagire al salto tra college e professionismo, ed al tempo stesso il fronte che fa crescere il livello in entrambe le fasi di gioco. L'ideale è avere in squadra gente capace di crescere i rookie, ma le squadre che devono rifondare in toto avranno, al prossimo draft, una vasta scelta di atleti su cui puntare per il futuro, soprattutto nei tackle offensivi, categoria davvero profonda in questo 2008.
Offensive linemen
Si comincia dai tackle, più che altro perché il prossimo draft proporrà tra gli eleggibili almeno 5 prospetti da primo giro ed altri interessanti nomi per le scelte subito a seguire. Quasi all'unanimità gli esperti votano Jake Long (6-7 piedi, 313 libbre, praticamente 199 cm per 146 kg circa), senior da Michigan, il miglior tackle in circolazione, pronto ad una chiamata che non vada oltre le prime due o tre. St. Louis potrebbe avere interessi alla 2, Miami (con la 1) potrebbe non snobbarlo del tutto, la stessa Kansas, anche se qui scenderemmo alla 5, potrebbe decidere di chiamare un OT al primo giro. Long ha dalla sua un ottimo fisico e la capacità , atletica e tattica, di giocare in diversi sistemi offensivi grazie soprattutto al passaggio di Michigan, nel 2006, al zone blocking scheme. Ottimo per aprire le porte ai runningback, un po' meno nella protezione del quarterback dove comunque raggiunge buoni risultati, Long, considerato capace su ambo i lati della linea, non è solo il miglior tackle in circolazione, ma ha tutto il potenziale per essere considerato uno dei migliori prospetti in assoluto del prossimo draft.
In prospettiva, però, altri che sembrano valere il primo giro e che danno l'idea di potenziale da sfruttare in Nfl per anni sono sicuramente il junior da Boise State Ryan Clady (6-6, 309) e il senior da Pittsburgh Jeff Otah (6-6, 322). Clady non sfuggirà alle prime 10 chiamate qualunque cosa succeda (o quasi); giocatore perfetto per proteggere il QB sul lato cieco, il talento da Boise State esce da tre grandissime stagioni coi Broncos dove, impegnato sempre a destra, ha saputo riciclarsi anche sul lato opposto quando il compagno Daryn Colledge ha lasciato la Ncaa. Otah, nato in Nigeria, è invece un bisonte sul quale serve lavorare ancora un po' su alcuni dettagli tecnici. Alcuni esperti hanno parlato del problema nell'usare le mani, mentre è agli occhi di tutti come lo scatto sullo snap sia piuttosto lento, oltre ad una velocità di punta pessima registrata alle combine, valore che, comunque, solitamente incide poco sul valore assoluto di un OT. Otah ha però una fisicità ed una durezza di gioco che lo rendono quasi insuperabile, ottimo per aprire varchi e proteggere il quarterback; ancora un po' grezzo (ha cominciato a giocare solo l'ultimo anno di liceo e si è sorbito due anni di JuCo) ha un potenziale enorme, forse il meno pronto dal primo snap in settembre dei tre già citati, sicuramente un'arma tremenda in prospettiva.
Chris Williams (6-6, 315, senior Vanderbilt) sale e scende nelle quotazioni dei vari scout e analisti. Per alcuni il migliore dopo Chris Long, per altri da lasciare passare senza rimorso se in giro ci sono i due che abbiamo citato poco sopra. Onestamente ci è sembrato un atleta più pronto di Jeff Otah, rapido sullo snap, agile nei movimenti e con un bel gioco di piedi. Ottimo nella pass protection ha bisogno di migliorare nell'apertura al running game, soprattutto perché, a oggi, cede qualcosa nel gioco fisico, nell'impatto sull'avversario, anche se il corpo che ha gli permette di scontrarsi teoricamente con chiunque. Forse però è questa assenza di forza bruta scatenata senza timidezza verso la linea avversaria che fanno dubitare di lui a livello di scelta tra le prime 15, ma come talento non ci sembra troppo inferiore ai più elogiati Clady e Otah.
Stesso discorso per Sam Baker (6-4, 309, senior) di USC, il figlio del commissioner dell'Arena Football League. Baker ha un potenziale immenso, è agile e piuttosto bravo in tutte le situazioni di linea, oltre ad essere uscito da un programma, e una conference, davvero molto competitive. Sempre schierato a sinistra quello che gli manca, oggi, sono 7-8 libbre per essere alla pari di un Jake Long anche se con meno versatilità e fisicità . Il modo di giocare sui piedi e di usare le mani sono, forse, i migliori visti tra questi prospetti alla pari del talento del tackle di Michigan.
L'ultimo, eventuale, posto tra i primi 31 se lo giocheranno Gosder Cherilus (6-6, 314, senior, Boston College) e Carl Nicks (6-4, 341, senior, Nebraska) entrambi dotati di gran talento ma con qualche punto interrogativo. Per il primo, haitiano, il carattere, con un coinvolgimento in qualche rissa di troppo ma con tutte le carte in regola per una lunga carriera e la possibilità di trasportarlo, all'occorrenza, a sinistra anche se il lato opposto è il suo preferito. Esperienza e doti in tutte le parti del gioco, con grande predilezione a giocare sulle corse, sono dalla sua parte, al contrario di Nicks, forse talento più da secondo giro, che pur avendo parecchie carte da giocare, conta un solo anno da titolare a buonissimi livelli, dopo aver cominciato la carriera universitaria come defensive tackle a New Mexico State ed essere transitato per il JuCo di Hartnell. Sposato e con un figlio è, caratterialmente, la persona giusta da inserire in uno spogliatoio senza problemi. Se sembra scontata quindi la sua uscita dai primi 31 nomi è altrettanto evidente come, sempre nel primo giorno di draft, avremo ancora battaglia e tante chiamate nel ruolo. Anthony Collins (6-6, 315, JR, Kansas) avrebbe beneficiato al maglio di un altro anno di college e si sarebbe trovato meno oscurato al draft 2009, ma è certamente nome importante anche per la classe 2008; Mike McGlynn (6-4, 314, SR, Pitt) e Kirk Barton (6-4, 310, SR, Ohio State) sono a loro volta due giocatori su cui tenere gli occhi puntati, soprattutto il secondo, al quale spesso non viene riconosciuta a dovere l'ultima, immensa, stagione universitaria.
Meno imbarazzo invece tra le guardie, dove Branden Albert (6-5, 309, junior) da Virginia sembra il solo in grado di possedere doti da primo giro. Atleticamente impeccabile, capace di giocare tackle in alcune partite dell'università per l'assenza di un compagno infortunato, Albert appare come il tipico all-around, prospetto che grazie a fisicità , atletismo e rapidità si è conquistato le luci della ribalta in ruolo difficile e spesso povero di un numero consistente di atleti già pronti alla Nfl. Il suo primo amore è stata la pallacanestro, al suo penultimo anno di HS si è poi dato al football ed i risultati sono vicini ad una prima scelta quasi scontata al prossimo draft. Perché non Pittsburgh, ad esempio?
Gli altri nomi sembrano destinati ad una uscita dal secondo round in giù, tutti vittime di qualche particolare che li obbliga a lavorare a qualche dettaglio prima di essere davvero pronti al grande salto. Chilo Rachal (6-5, 315, junior) da USC potrebbe essere in grado di giocarsi qualche snap da subito, a patto di non evidenziare problemi fisici (un intervento chirurgico nel 2005 e un infortunio costato lo stop di 3 turni nel 2007) e di migliorare nelle uscite in blocco in campo aperto dove dicono tenda a perdersi un po' troppo. Roy Shuening (6-3, 306, senior) da Oregon State necessita invece di meno errori di timing sullo snap, qualche concessione in meno in campo aperto e un po' di atletismo in più, anche se quattro anni da titolare in Pac-10 qualcosa vogliono dire. Eric Young (6-3, 310, senior) da Tennessee dovrebbe essere l'ultimo in grado di sperare, in base a quanto visto e letto in giro, a una chiamata al primo giorno di draft prima di finire nel girone dei mid-rounders. Voci di corridoio parlano di un ragazzo da curare soprattutto a livello psicologico visto che atletismo e tecnica sembrano esserci tutte ma vengono sfruttate piuttosto male per via di qualche black out di troppo durante le partite. Un buon coaching staff, al piano di sopra, è ciò che può servire al ragazzo per emergere nel football che conta.
Un po' misera la categoria centri per il 2008, nessun prospetto da primo giro in vista, a quanto pare, con Mike Pollak (6-3, 301, senior) da Arizona State e Steven Justice (6-3, 293, senior) da Wake Forest che secondo molti si giocheranno la prima chiamata anche se, in quel momento, saremo probabilmente già oltre il terzo giro. Attenzione a Tony Brinkhaus da Minnesota, molto poco in vista ma considerato da molti scout, ultimamente, come possibile scelta a sorpresa nel ruolo, e a Kory Lichtensteiger, senior da Bowling Green che alcuni vedono addirittura come il migliore nel ruolo al contrario di altri (la maggior parte per la verità ) che pensano sia uno da saltare tranquillamente in favore di Polalk o Justice.
Defensive linemen
Valzer di giocatori piuttosto interessante per la linea difensiva, con nomi importanti da giocarsi sia nelle scelte degli end che in quelle dei tackle. Nella prima categoria quasi impossibile non pensare a Chris Long (6-3, 272, senior) da Virginia come al miglior talento del gruppo e sicura prima scelta tra i defensive end. Anche qui un forte interesse potrebbero averlo i St. Louis Rams, impegnati probabilmente su entrambe le linee, per cui inutile negare che si parli di una potenziale seconda scelta assoluta nel peggiore dei casi. Resta soprattutto da capire cosa farà Miami con la #1; se i Dolphins decidessero di mantenerla e non di scambiarla come da più parti si dice, ecco che Long potrebbe ambire anche a una prima chiamata.
Figlio di Howie Long, All-American a Villanova e Hall of Famer dopo 13 anni di Oakland (e Los Angeles…) Raiders, Chris è un potente motore da 4-3, un giocatore non in grado di sorprendere in fatto di rapidità ma abilissimo in ogni fase del gioco. E forte, molto forte; sia fisicamente che tatticamente. Reduce da una stagione semplicemente strepitosa (14 sack e 19 placcaggi per perdita di yard tra le altre cose), Chris Long si è guadagnato i gradi di protagonista al prossimo draft grazie soprattutto all'idea che ha saputo dare di sé come atleta umile, intelligente e di spessore umano non indifferente oltre che convincere gli scout di poter rimanere titolare in Nfl per parecchi anni.
Il suo ultimo campionato, i work out, le impressioni rilasciate ai vari analisti e scout hanno permesso a Chris Long di fare il vuoto dietro di sé dove si è ultimamente scatenata una battaglia di difficile comprensione. Vernon Gholston (6-3, 266, junior), ad esempio, si trova nel pieno di un dibattito piuttosto intricato. Per alcuni il migliore dopo Long senza discussione, per altri da scegliere decisamente più in basso. Dove sta la verità ? Difficile dirlo, a livello soggettivo siamo rimasti favorevolmente impressionati dal giocatore in questione, buonissimo atleta da 4-3 in grado di essere schierato anche come OLB in una 3-4. Siamo convinti, e non lo siamo solo noi, che un anno in più ad Ohio State non avrebbe fatto per niente male a Gholston, così come crediamo che buona parte dei dubbi emersi di recente siano legati ad alcune prove, compresa la finale per il titolo nazionale persa dai Buckeyes contro LSU, disputate contro attacchi veloci e in grado di giocare opzioni differenti e di dare pochi punti fermi come riferimento. Affogato in finale, come detto, lo abbiamo visto scendere nelle preferenze di alcuni osservatori, ma i numeri delle sue ultime due stagioni (30.5 placcaggi con perdita di yard, 22.5 sack) non si discutono. L'anno in più avrebbe potuto aiutare il giocatore a crescere proprio contro questo genere di difese che, al piano di sopra, saranno il pane quotidiano.
Atleta su cui ci sarà da lavorare, soprattutto a livello fisico, magari per mettere su qualche libbra, ma dotato di una velocità nettamente superiore che lo rendono comunque un'arma pericolosissima, Gholston non sembra però inferiore a giocatori del calibro di Philip Merling (6-4, 276, junior) da Clemson o Derrick Harvey (6-4, 271, junior) da Florida. Merling è atleta molto considerato per via della sua abilità a giocare molto bene come DE nelle difese 3-4 e come tackle in quelle 4-3, versatilità che lo rendono appetibile a buona parte delle squadre che hanno intenzione di giocare una chiamata sulla D-line. Harvey è invece quello che preferiamo da queste parti, il giocatore che a nostro giudizio potrebbe essere un vero regalo se cominciasse a scendere tropo in basso. Grande pass rusher, forse il migliore della classe 2008, Harvey non ha molta esperienza come titolare pur avendo preso parte a 27 partite nelle ultime due stagioni ed è dotato di grande scatto sullo snap e di ottime capacità di penetrazione nella tasca. MVP difensivo del National Championship 2007 (due stagioni fa) con tre sack rifilati a OSU, il ragazzo uscì dalla High School come prospetto tra i migliori della nazione prima di finire con la redshirt il primo anno e in una lunga (troppo secondo noi) serie di rotazioni negli anni a venire.
Quentin Groves (6-3, 259, senior) da Auburn e Lawrence Jackson (6-4, 271, senior) da USC sono i due nomi che seguono subito la lista dei favoriti. Groves è atleta leggero e velocissimo, grande colpitore e dotato di ottimo tempismo potrebbe essere preso non per giocare a tempo pieno sulla linea dove, in Nfl, pagherebbe una decina di libbre in meno di troppo, ma diventerebbe utilissimo per scalare ed inseguire i portatori di palla o, partendo da LB, qualche ricevitore libero. Lo spazio di cui necessiterebbe sulla D-line per muoversi a dovere rischierebbe di portare via troppi sforzi ai compagni.
Lawrence Jackson ha invece impressionato negativamente per la poca esplosività che mette nel movimento immediatamente successivo allo snap e per la scarsa pressione che riuscirebbe a mettere sulla O-line avversaria una volta giunto a confrontarsi con solide linee offensive in Nfl. Il giocatore ha però grande esperienza, 4 anni da titolare a USC dove, più che i numeri, ci sembra che sia mancato nella continuità riuscendo ad essere un fattore nelle giornate (magari non troppo frequenti) in cui era davvero in vena.
Attenzione ai colpacci nei giri bassi, dal 2 in poi: attenzione a Calais Campbell (6-7, 290, junior) da Miami, lento gigante da linea ottimo sulle corse e perfetto in entrambi gli schieramenti (4-3 e 3-4); Jeremy Thompson (6-4, 264, senior) da Wake Forest, paga un fisico non immenso ma denota particolare rapidità sul corto, un ottimo timing sullo snap che lo rendono perfetto se schierato nel gap e grande abilità di copertura in più zone del campo adiacenti al box, con i numeri giusti per muoversi da un lato all'altro del gioco senza perdere troppo tempo.
Anche tra i tackle difensivi, comunque, il numero di giocatori da primo round sembra essere bello cospicuo ma, come per gli end, la prima chiamata del lotto sembra altamente scontata. Glenn Dorsey (6-1, 297, senior) da LSU è il predestinato, non solo il migliore tackle della classe 2008, ma il meglio da qualche anno a questa parte e prospetto da prime 5 scelte senza ombra di dubbio. Ha fatto incetta di premi individuali nel 2007 (Outland Trophy, Lombardi Award, Lott Trohpy, Bronko Nagurski Trophy) ed è stato All-America nelle sue ultime stagioni di college dove ha dimostrato qualità immense nonostante un peso non troppo alto per il ruolo. Su alcuni siti si legge di un suo potenziale valore aggiunto come NT in una 4-3, ma il suo peso, come dicevamo, non sembra il massimo per rappresentare l'uomo più pesante di una D-line e anche se il mistero sulle sue libbre continua (alcun siti danno persino 313 libbre) è abbastanza ovvio che il ragazzo stia sotto le 300 come riportato dalla maggior parte di questi dove si "balla" tra le 297 e le 299.
Esperienza e capacità tecniche lo rendono comunque un atleta di primo piano, giocatore considerato in grado di reggere la pressione del grande evento e di inserirsi alla perfezione al piano di sopra in poche battute. Non da meno Sedrick Ellis, senior da 6 piedi e 1 per 309 libbre in uscita da USC, scuola che donerà parecchi grandi nomi per il football del futuro in questo 2008. Dopo aver perso la prima stagione con tanto di "maglia rossa" per un infortunio alla caviglia, Ellis è riuscito piano piano a ritagliarsi uno spazio a Southern California e ad emergere in tutta la nazione grazie a un gioco sul primo passo che gli permette di colpire con rapidità la linea avversaria subito dopo lo snap. Autore di 17.5 sack in carriera di cui 8.5 nell'ultimo anno, la crescita costante avuta a USC nel corso delle stagioni giocate fanno supporre una nuova evoluzione del giocatore nei primi anni da professionista, evoluzione che lo trasformerebbe in giocatore inarrestabile vista la sua abilità di schierarsi in ogni situazione di gioco e tecnica.
Anche Kentwan Balmer da North Carolina (6-4, 308, senior) è atleta da primo giro con tutte le carte in regola; migliorabile sotto alcuni aspetti tattici ed in alcune rifiniture tecniche, l'ultima stagione di Balmer ha impressionato gli addetti ai lavori grazie ad una continuità di rendimento incredibile e di numeri mai alzati prima dal prospetto in questione (59 placcaggi, 9.5 tfl, 3.5 sack). Schierato sempre a destra, Balmer si è mostrato eccellente sulle corse avversarie e abilissimo nei terzi e quarti down, diventando piano piano un prospetto da prima pagina, un giocatore su cui scommettere ad occhi chiusi.
Balmer è inoltre lo spartiacque virtuale tra i talenti che dovrebbero valere un primo giro e quelli che, probabilmente, scivoleranno al secondo nel migliore dei casi. Tra questi è d'obbligo segnalare Trevor Laws (6-0, 304, senior) giocatore lievemente oscurato dalla pessima stagione di Notre Dame ma capace, nel momento indubbiamente più basso toccato nella gloriosa storia degli Irish, di ergersi quale miglior giocatore del pacchetto difensivo. Tre anni da tackle prima di passare a end nella sua ultima stagione per via del cambio tattico di ND e capace di alzare 112 placcaggi e 4 sack, Laws ci è sembrato giocatore diligente, preciso, abile in entrambi i ruoli e anche se, come tackle, alzerebbe meno numeri sarebbe certamente un elemento assolutamente efficace. Non rapidissimo ma eccellente come colpitore, Laws potrebbe essere un buon regalo se scivolasse al terzo giro.
Pat Sims da Auburn (6-2, 310, junior) è atleta considerato dai più un prospetto da secondo giro abile nelle diverse formazioni difensive e piuttosto rapido negli spazi brevi da occupare sulla linea. Considerato tecnicamente "grezzo" da chi lo conosce bene, avrà certamente bisogno di un coaching staff all'altezza per una crescita davvero efficace. Red Bryant (6-4, 318, SR) da Texas A&M e Marcus Harrison (6-2, 317, SR) da Arkansas sono, a loro volta, talenti visti dai più come validi secondo giri o, in alternativa, ottime chiamate da terzo round. Attenzione anche a Derek Lokey (6-2, 290, SR) da Texas, molto basso nei ranking per via di un peso non troppo adatto al ruolo e di una velocità non eccelsa ma visto da alcuni come vero e proprio sleeper. Buon colpitore e leader innato, lo abbiamo visto giocare anche come fullback in situazioni di goal line e può essere utilizzato, con buoni risultati, anche come long snapper. Un tuttofare che potrebbe crescere davvero bene in un buon ambiente Nfl.