La Nfc torna in vetta…?

I Giants hanno riportato il titolo alla 'vecchia' Nfc

L'impresa dei New York Giants nella notte di Glendale ha riportato il titolo nella Grande Mela e nella National Football Conference, quel 50% di campionato che da anni è considerato il fratello debole (o bisognerebbe dire inferiore?) della Afc. Sono ormai anni che, anche su queste pagine, si legge di come la conference più antica, colei che un tempo fu, da sola, la Nfl, sia diventata la zona morbida della lega, quella che al Super Bowl arriva per una comparsata e via mentre, a chi andrà  l'anello, viene deciso nel Championship dell'altra conference.

E' stato detto e ribadito più volte, ma davvero la National è così inferiore alla sorella più vincente? Il presupposto da cui partire è che, comunque sia finita, nessuno può considerare i New England Patriots inferiori ai Giants o a qualsiasi altra franchigia. A parlare sono i numeri e i record, e solo il fatto che quel numero "1" nella casella delle sconfitte sia stato scritto nella notte più importante ci ha impedito di riversare fiumi d'inchiostro sulla più leggendaria delle imprese del football moderno.

Questo titolo, la vittoria dei Giants, è quindi il segnale di una netta ripresa della Nfc? E' il messaggio che nella National sta nascendo qualcosa che potrà , finalmente, fermare con maggior continuità  la corsa della Afc? Del resto, se i Giants hanno vinto due gare da sfavoriti (a Dallas e Green Bay) è ipotizzabile che il valore sia cresciuto; se la squadra numero #5 del seed ai playoff arriva al Super Bowl e lo vince significa che, forse, anche altre lo avrebbero potuto vincere. I Cowboys, appunto, ma anche gli stessi Packers.

Detto che sia difficile ritenere i Patriots inferiori a qualsivoglia squadra del campionato appena conclusosi, servirebbe analizzare la completezza del roster, la profondità  nei ruoli chiave, la capacità  del coaching staff di creare i giochi giusti con il materiale a disposizione. Squadre come Indianapolis, Pittsburgh, San Diego e la nuova entrata Jacksonville sembrano, con i dovuti ritocchi, tutte squadre pronte al grande salto, certamente già  iscritte di diritto nell'albo delle favorite per il prossimo anno.

I Colts hanno vinto il titolo 2006 ma contano ai playoff più fallimenti che altro, rimanendo comunque la squadra più "tosta" dopo New England. Pittsburgh, nel 2005, compì un'impresa simile a quella dei Giants (tre vittorie in trasferta partendo dalla Wild Card) ma deve ancora dimostrare di poter dar seguito all'era Cowher. San Diego appare come una eterna incompiuta, anche se a loro discolpa va detto che gli infortuni peggiori sono capitati nel momento più importante della stagione, prima della finale Afc. Jacksonville è squadra solida, con un gioco di corse fenomenale, una difesa concreta e un quarterback che dà  l'idea di saper sbagliare pochissimo.

La Nfc, dal canto suo, cosa schiera? Cominciamo col dire che la continuità  delle squadre di punta è stato il tallone di Achille delle ultime stagioni. Squadre capaci di stagioni impressionanti, piuttosto solide da arrivare al Super Bowl e, a volte, di vincerlo, ma senza riuscire mai a dare un proseguo a queste corse. Infortuni, mercato sbagliato, casualità ; qualsiasi cosa può accadere, il punto è che però non si è mai riusciti a vedere una squadra davvero costante nei risultati, ad eccezione dei Philadelphia Eagles di inizio millennio.

Per questo, persino oggi che il Vince Lombardi Trophy è tornato da quelle parti, è difficile decidere quali carte giocare. In parte la colpa può essere il basso livello per un maggior numero di squadre rispetto alla Afc. Se è vero che per arrivare alla postseason mi "basta" vincere la division, allora è vero che la squadra la posso costruire in funzione di essa, cercando poi di gestirmi al meglio ai playoff dove tutto, ma proprio tutto, deve filare liscio. Ogni tassello al suo posto, dal lato psicologico alla buona sorte, dai giochi chiamati alla strategia generale, dall'esecuzione all'esperienza.

Da campioni in carica, i NY Giants, finiscono di diritto nel novero delle grandi della Nfc, e con loro non possono non essere messi Dallas e Green Bay. Le altre? Una piccola frenata o la necessità  di ripartire dai box? Il vero valore delle altre magnifiche tre (Seattle, Tampa e Washington) a quanto si attesta? Chicago, New Orleans, Philadelphia, Carolina, St. Louis… lontane o vicine alla meta?

Lo scopriremo nei prossimi anni, l'unica cosa certa è che le tre squadre che oggi consideriamo migliori nella Nfc sono, a loro volta, tre squadre che non hanno nulla da temere in buonissima parte il confronto con le rivali della conference opposta. Scendendo di livello è impossibile non notare, poi, come una delle peggiori squadre degli ultimi anni sia stata Oakland (nonostante il Super Bowl giocato nel 2002), così come il peggior record 2008 è di Miami. Denver e Kansas, protagoniste negli ultimi anni di qualificazioni in postseason, non portano con loro meno enigmi di una New Orleans ed hanno bisogno di vari aggiustamenti per ricominciare a correre. Insomma, più scende il valore delle squadre in un ipotetico "power ranking" meno è verificabile, concretamente, la differenza tra le due conference.

Salendo, invece, salta subito all'occhio come le candidate per il titolo siano presenti in modo nettamente sbilanciato da una sola parte. All'inizio dei playoff, anche scommettendo sullo scivolone dei Patriots, molti avrebbero dichiarato due sole vere contendenti in Nfc (le solite Dallas e Green Bay), senza escludere, al contrario, sorprese dall'altra parte. Sorprese di San Diego, Jacksonville o Pittsburgh. Insomma, a fare la differenza, in realtà , sembrano essere tre, quattro, massimo cinque squadre di cui, in buona parte, contrastabili da altrettante rivali della conference opposta.

Serve quindi dare spazio ai numeri per capire un po' meglio la situazione. E' scontato che, un'analisi numerica, lascia il tempo che trova e non può dare tutte le risposte, ma per tentare di capire dove sia la superiorità  e da quanto tempo perduri non si può fare a meno che sbirciare le statistiche. Partendo, anche qui, dal presupposto che ogni singola stagione andrebbe rivoltata come un calzino, analizzata sotto ogni aspetto (vittorie delle squadre della conference X in case di quelle della Y, periodo in cui si è giocato, possibilità  di playoff nel momento della partita, clima eccetera…), è certamente significativo vedere come, la Afc, domini ormai da anni nel complesso degli scontri diretti.

Sappiamo qual è la situazione Super Bowl: 23 a 19 per la National. Sappiamo anche che, tra gli anni ottanta e novanta, il dominio della Nfc è stato disarmante, formato da squadre pronte a entrare nella storia dalla porta principale e a giocarsi il titolo con un turno di anticipo, ossia nel Championship di conference. Una striscia più lunga di quella della recente Afc, senza interruzioni, un dominio lungo 13 stagioni, con 15 Super Bowl vinti (su 19) se si considera il periodo che va dal primo torneo degli anni ottanta all'ultima vittoria, dei Green Bay Packers, nel 1996, con i soli Raiders (una volta a Oakland, l'altra a Los Angeles) capaci di chiudere la porta del trionfo nel 1980 e nel 1983.

La Afc, dal canto suo, ricomincia a vincere grazie a Denver (sconfitta già  tre volte in finale nell'era Nfc) nel 1997 e da lì, la conference, incassa 9 titoli in 11 edizioni. La netta differenza di dominio, però, spunta anche nell'analisi dei record individuali, benché sia logico che vi sarebbe da tener conto delle diverse regole che governavano il mercato e il tetto salariale in quegli anni. Mai nessuna squadra Afc ha vinto il titolo perdendo una sola gara in stagione (anche se i Patriots lo hanno perso chiudendo 16-0) mentre San Francisco e Chicago vi riuscirono nel 1984 e 1985 rispettivamente. Solo una volta la squadra in grado di vincere il Super Bowl partendo dalla Nfc perse più di 4 partite (i Niners del 1988) ed il record di 12-4 si è registrato solo tre volte (Washington e Dallas per due volte), diversamente si è sempre fatto meglio.

Guardando ai titoli vinti consecutivamente ed alle vittorie multiple all'interno di un ciclo di gestione, troviamo, di nuovo, la Nfc degli anni 80-90 meglio piazzata. Come i Patriots del nuovo millennio, Dallas vinse tre titoli, di cui due consecutivi, mentre Washington e New York si fermarono a due. San Francisco ne vinse 4, cinque se consideriamo anche il 1981, troppo in anticipo sul dominio assoluto della conference, realizzando a loro volta una doppietta a fine decennio.

New England e Denver sono le uniche, dal fatidico anno di rottura targato 1997, ad aver vinto più di un titolo: i Broncos nel 1997 e 98, i Patriots nel 2001, 2003 e 2004. E il confronto numerico? Gli scontri diretti? Va detto che il calcolo delle vittorie delle sconfitte riesce piuttosto bene visto che ogni squadra affronta una divisione della conference opposta ogni anno, con due partite in casa e altrettante in trasferta. Ancor meglio dal riallineamento della Lega, nel 2002, grazie al quale ogni team affronta tutte le avversarie nell'arco di 4 stagioni.

Il calo della Nfc, quindi, si evidenzia ben prima della vittoria di Denver; nel 1996, infatti, Green Bay vince il titolo, ma le squadre della National sono sotto 32-28 contro le avversarie con Arizona ed Atlanta ferme a 0-4. L'ultimo anno in cui la più vecchia delle "leghe" ottiene il vantaggio è quindi il 1995 (33-27), anno in cui i Cowboys vincono il loro quinto anello e ben tre franchigie Nfc chiudono 4-0 (Dallas, Green Bay e New Orleans).

Da allora netto predominio Afc, due pareggi in 11 stagioni, 378 vittorie, 304 sconfitte. Solo tre stagioni in parità  tra cui, guarda caso, spicca proprio il 2007, l'anno dei Road Warriors di NY. L'ultima stagione è anche quella che vede un così alto numero di vittorie (32), il maggiore dal riallineamento, il migliore da parecchi anni a questa parte. Il più profondo segno di cedimento nasce assieme alla dinastia dei Patriots che, dopo aver abdicato in favore dei favolosi Tampa Bay Buccaneers (Nfc) vincono due titoli di fila, cominciano l'eterna battaglia coi Colts (che poi vinceranno nel 2006) e conoscono la sconfitta a Denver, prima in postseason con Tom Brady al comando.

In quegli anni la Nfc arranca, nel 2004 va sotto 20-44, il peggior risultato degli ultimi 15 anni e stagione in cui ben 5 squadre rivali chiudono 4-0 negli scontri diretti. Il triennio tra il 2004 e il 2006 non vede un solo "cappotto" rifilato dalla Nfc alle squadre dell'opposta conference e, nel 2006, il 24-40 è un record per nulla incoraggiante.

La vittoria dei Giants dà  fiducia? Possibile, ma come abbiamo visto è stata proprio la mancanza di continuità  la più grave pecca della formazioni che, oggi, ritrovano il Vince Lombardi Trophy dalle loro parti. Paradossalmente fu proprio la Afc a creare le migliori squadre perdenti della storia in quei 13 anni di sconfitte. Pensiamo a Cincinnati Bengals (2 Super Bowl giocati, anche se il primo antecedente di poco all'inizio della dinastia Nfc), i Denver Broncos (3 finali perse prima della doppietta negli anni 90), i grandi Buffalo Bills (4 titoli persi all'ultima partita consecutivamente) o anche i Cleveland Browns, che al Super Bowl non ci arrivarono mai ma furono spesso i rivali numero uno dei primi Broncos di Elway.

In Nfc no, nemmeno chi ha vinto è riuscito ad andare avanti. Pensiamo ai St. Louis Rams, i quali vincono il Super Bowl guidati da Dick Vermeil nel 1999 spezzando subito la magia creata da Denver. Record di 13-3 e Tennessee Titans battuti in finale nonostante il 22-38 stagionale negli scontri diretti dicesse che la Afc poteva avere squadre meglio piazzate dei rivali. Ma era The Greatest Show on Turf, e arrivarono un 10-6 e un 14-2 seguito da playoff da favola e sconfitta, inattesa, al Super Bowl.

E' il 2001, i Rams sconfiggono in finale di conference Philadelphia, squadra che arriverà  altre tre volte consecutivamente al Championship, perdendolo due volte e vincendolo l'ultima, a dimostrazione del fatto che la squadra più forte della Nfc, e l'unica a creare un progetto davvero continuativo in questo decennio, sono stati proprio gli Eagles. Perderanno la finale coi Patriots e, da lì in avanti, saranno più problemi che gioie.

Tutto questo dimostra poco e niente, se non che, durante il dominio Nfc, gli "altri" erano in grado di presentare progetti a lungo termine molto competitivi che però, come abbiamo visto, non erano in grado di arrestare il dominio finale delle avversarie. Al contrario, la National di questi ultimi anni ha portato a casa tre super Bowl, pur soccombendo negli scontri diretti generali ogni anno, perdendo per strada le grandi protagoniste dei due decenni precedenti e trovando in un solo team la continuità  e l'organizzazione che ci si aspetta da chi punta, concretamente, a vincere un anello.

Il talento maggiore è nei Patriots, che però hanno una difesa da ricostruire per buona parte, e nei Colts, miglior squadra da regular season negli ultimi anni. Poi, le mine vaganti, solide squadre pronte sorprendere. La Nfc risponde con Dallas e Green Bay, che dal 2007 sembrano aver imboccato la strada giusta per competere ad altissimi livelli, anche se è stata la terza incomoda a suonare l'ultima, magnifica nota. Poi le solite rimandate, attese agli esami di riparazione a settembre quando, comunque, si partirà  da un 32-32 che vuol dire tutto e non vuol dire niente. Di certo non vale quanto il titolo finito, finalmente, dalla parte che definire sbagliata sarebbe ingeneroso, ma certamente non è scorretto definire "inattesa".

Ora la lunga pausa, col problema Spygate, la free agency, il draft e i camp estivi. Poi, finalmente, la verità , una nuova voluttuosa verità , pronta ad essere immediatamente smentita. Settembre dopo settembre, anno dopo anno. Abbiate pazienza, la Nfl ha i suoi tempi.

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