Brady vs Eli, una sfida intrigante tra la superstar e il debuttante.
Il ruolo del quarterback nel football è sempre stato quello più pubblicizzato ed esposto alla pressione di stampa e tifosi, per la sua naturale propensione alla leadership e perché comunque è sempre visto come un condottiero in grado di guidare la propria squadra verso la vittoria.
Nel Super Bowl ci sono mille altri fattori che non riguardano propriamente la parte sportiva, ma che sono parte integrante di tutta quella pressione, in grado di mandare al tappeto anche le personalità più spiccate.
E' per questo che la sfida fra i due quarterback è sempre vista con particolare attenzione, cercando di spiarne le sensazioni, carpirne le paure e analizzare fino al minimo dettaglio i possibili vantaggi o svantaggi che potrebbero crearsi all'interno del Super Bowl.
Quest'anno a Phoenix arrivano due quarterback dalle caratteristiche tecniche ed emotive molto diverse, dalle storie personali quasi opposte, ma che in un modo o nell'altro hanno dimostrato di avere diritto di cittadinanza al Grande Ballo.
Tom Brady è la star assoluta, il giocatore più seguito, più intervistato, più ricercato. La pressione che aleggia sui Patriots, alla ricerca dell'ultimo tassello per completare il grande sogno della stagione perfetta, si riversa in gran parte sul loro quarterback.
Alla quarta partecipazione ad un Super Bowl, con tre vittorie nelle precedenti apparizioni e due titoli di MVP, Brady è pronto per entrare nella storia del gioco dalla porta principale, chiudendo un'annata che lo ha visto battere numerosi record individuali, tra cui quello dei touchdowns lanciati e del rating complessivo annuale.
La prospettiva di chiudere questo cerchio con la vittoria a Phoenix e il raggiungimento della perfect season potrebbe portarlo alle vette raggiunte dai grandissimi della storia NFL, forse anche più in alto, molti dicono nel gradino più alto.
Il suo atteggiamento mutuato nel tempo, arrivato ad uno stato di sicurezza tale che molte volte sembra arroganza, lo rende odiato dalla moltitudine di tifosi delle altre squadre. La sua ricerca spasmodica di ogni possibile record, anche con giocate eccessive in un contesto di dominio assoluto dei Pats nella regular season, non ha giovato alla sua immagine extra football, ma sicuramente non ha intaccato le sue certezze e la consapevolezza da parte di tutti di essere di fronte ad uno dei più grandi interpreti della storia del football.
Nei playoff tutti lo attendevano al varco, domandandosi se la supremazia netta dimostrata durante la regular season, potesse continuare anche nei momenti caldi della stagione. Brady ha dimostrato contro una squadra dura come Jacksonville di avere poco di umano, ma nel contempo, nel Championship contro San Diego, ha mostrato qualche crepa nel suo meccanismo perfetto, una sofferenza che sicuramente verrà analizzata dettagliatamente dal coaching staff difensivo dei New York Giants, cercando di trovare le giuste mosse per fermare una macchina da football all'apparenza indistruttibile. Sicuramente lo aiuta avere una linea offensiva che gli permette di pensare molto e un parco ricevitori dalle caratteristiche complete, che garantisce sempre la possibilità di trovare la lettura valida a qualsiasi tipo di difesa, ma è proprio la capacità di leggere ogni tipo di difesa e sapere subito come batterla, che lo rende super. Non a caso il defensive coordinator dei Giants, Spagnuolo, ha affermato che cercherà in tutti i modi di non schierare la stessa difesa per due volte all'interno di un drive, per evitare di dare a Brady la possibilità di costruire subito la contromossa e batterla di conseguenza.
Dall'altra parte ci sarà un debuttante assoluto, che porta però un cognome ingombrante, Manning. Eli Manning, fratellino del grande Peyton, fin dal suo ingresso nel mondo professionistico ha sempre dovuto subire le critiche e la pressione che sono figlie di quel cognome. La sua decisione di rifiutare San Diego nel Draft del 2004 e forzare la trade con i Giants non gli ha sicuramente giovato a livello di immagine con i media e i tifosi, anche quelli della Grande Mela, che aspettavano di vedere il nuovo Peyton.
La sua carriera NFL fin da quel momento è sempre stato problematica, il suo rapporto con la stampa di New York e persino con alcuni membri dei Giants, è stato sempre molto burrascoso, aiutato anche da prestazioni non proprio all'altezza delle attese, anche se nel secondo anno, il primo da titolare, la squadra vinse la Division; Eli non però fu considerato il protagonista principale di quella stagione.
Il 2007 sembrava dovesse essere la stagione del "vivi o muori", dopo le molte critiche piovute sulla sua testa alla fine di un 2006 disastroso.
La stagione è vissuta tra alti e bassi, chiusa però dalla splendida prestazione, proprio contro i Patriots, nell'ultima giornata di regular season, che sembra abbia dato ad Eli la consapevolezza di poter essere un protagonista nell'annata dei Giants.
Non a caso dopo quella prestazione il quarterback di New York si è trasformato, levandosi ogni insicurezza palesata in precedenza, e portando la squadra a giocarsi il Super Bowl, con prestazione di assoluto livello, soprattutto prive di gravi errori, che ne avevano contraddistinto la carriera. La partita contro i Cowboys è stato l'emblema di questa maturazione tecnica e mentale, coadiuvata da un'intesa mai così perfetta con i propri compagni.
La sicurezza e la freddezza dimostrata in questi playoff, la capacità di leggere le difese e di trovare spesso l'alternativa giusta, la precisione nel gioco medio/corto, il timing mostrato con tutti i ricevitori, dal più esperto al più giovane, sono fattori sorprendenti se paragonati solo a qualche mese fa.
Arrivati al Super Bowl però molte certezze possono crollare. La pressione dell'ultima partita ha fatto sciogliere numerosi debuttanti e l'aver di fronte una squadra che sa benissimo come affrontare questi eventi non è sicuramente facile.
Il fratellino, però, deve dimostrare di aver finalmente voltato pagina e giocare lo stesso football mostrato in questi playoff.
La sfida tra Tom Brady e Eli Manning è certamente intrigante, la superstar pronta ad entrare nella storia contro l'esordiente voglioso di andare oltre le sue scomode origini e camminare da solo.
Il Super Bowl XLII avrà una sfida nella sfida, come in tutti i grandi eventi della storia NFL, vincerà chi giocherà senza pensare alla pressione, concentrandosi sul football e sulle proprie capacità .