Un “profeta”, ma non in patria

Grant in versione 2007, con la maglia di quei Packers che hanno creduto in lui.

Sui maggiori forum delle Cheeseheads ne parlano già  come del nuovo profeta, del giocatore in grado di contribuire a riportare la piccola Green Bay verso quella terra promessa che è stata sua per anni, il talento grezzo venuto dal nulla, nonché la speranza di una franchigia rimasta priva di runningback dopo l'addio dello storico Ahman Green; a nulla, almeno per ora, è servito draftare Brandon Jackson, considerato uno dei migliori tailback della classe 2007, a nulla è servito firmare da undrafted freeagent un altro rusher dal talento indiscusso, a livello NCAA, come DeShawn Wynn, perché per risorgere, i Packers, hanno dovuto affidarsi ad uno scarto dei Giants, tagliato anch'egli per far posto a dei rookie, Ryan Grant.

Nativo di Suffern, N.Y., l'attuale runningback titolare di Green Bay non è mai riuscito ad essere profeta in patria, costruendo tutta la sua storia sportiva al di fuori dello stato natale fin dai primi anni della high school, quando fu costretto a seguire i genitori in New Jersey. Con la divisa della Don Bosco Prep di Ramsey l'adolescente Grant si dimostra subito un atleta universale, giocando a football, basket, e praticando con profitto anche l'altletica, dove conquista qualche titolo statale nei 100 metri fermando il cronometro su 10.7.

Nonostante questi successi individuali Ryan continua a nutrire una passione sfrenata per gli sport di squadra, e soprattutto per quel football che pian piano gli regala sempre più soddisfazioni; la sua duttilità  infatti convince i coach che lo allenano al liceo ad impiegarlo in svariati ruoli, sia in attacco che in difesa. Nei quattro anni di high school viene utilizzato con enorme profitto tanto da runningback quanto da difensiveback, dove si alterna senza problemi sia nella posizione di cornerback che in quella di safety.

A tal proposito l'anno migliore di Grant, manco a dirlo, è quello da senior, in cui trascina la Don Bosco Prep al New Jersey Championship State Game dopo averla aiutata a raggiungere il record stagionale di 11 vittorie e 1 sola sconfitta, merito soprattutto delle sue yards corse, 1,963, dei touchdown segnati, 26, e dell'efficacia con cui difende la zona pìù vulnerabile del campo, mettendo a segno 61 tackles e 7 intercetti; prestazioni che sommate gli permettono di conquistare il titolo di "New Jersey Player of The Year" nel 2000, e di piazzarsi al quarantatreesimo posto del ranking nazionale tra i Top prospects seguiti da Sports Illustrated.

Ancora una volta per seguire la sua passione Ryan deve uscire dai confini dello stato che gli ha dato i natali, lasciando anche quel New Jersey che lo ha adottato come un figlio per vestire i colori di una delle più grandi, e conosciute, squadre di college football, Notre Dame; con i Fighting Irish scende in campo in cinque occasioni nella stagione da frehman, portando palla 29 volte per 110 yards totali ed 1 touchdown, contro Purdue.

Rotto il ghiaccio Grant si presenta ai nastri di partenza della stagione 2002 con i galloni di RB starter, pronto a conquistarsi un posto nell'infinita e centenaria storia di Notre Dame; al suo primo anno da titolare infatti il runner da Suffern diventa il settantesimo giocatore degli Irish a superare quota 1,000 yards, 1,085, rendendo nuovamente produttivo un gioco di corse che faticava ad emergere dopo l'addio di Autry Denson, che nel 1998 aveva totalizzato 1,176 yds.

Sfatata la maledizione che pareva aver colpito i tailback di Notre Dame, Ryan si toglie alcune soddisfazioni, inanellando una serie di prestazioni eccellenti che lo portano a raggiungere il proprio career high nella partita contro Air Force, dove corre per 190 yards in 30 portate, secondo risultato di sempre per un Irish dietro a Tony Fisher, che ne corse 196 due anni prima contro Boston College; sempre con gli Eagles il sophomore runningback conclude una striscia che lo aveva visto andare a segno in sei partite consecutive, permettendogli di finire la stagione con 9 touchdown all'attivo.

Dopo un anno del genere Grant si prepara al meglio per dare il tutto per tutto nel 2003, junior season che potrebbe anche aprirgli le porte del draft NFL; paradossalmente però a South Bend le cose sono cambiate, e l'avvento di un certo Julius Jones nel backfield lo costringe a ridurre, di parecchio, le portate, nonché a perdere lo spot da titolare. In una stagione con pochi alti ed infiniti bassi Ryan non riesce ad emergere, perdendo in parte anche quelle caratteristiche che lo avevano rivelato come uno dei migliori RB della NCAA, torneo che conclude con 567 yards e 3 TD.

L'impiego limitato e l'esplosione di una nuova stella a Notre Dame, Darius Walker, portano Grant ancora più ai margini nell'ultima stagione al college, che nonostante tutto riesce a concludere incrementando il numero di touchdown segnati l'anno precedente, raggiungendo quota 5 dopo aver corso per 507 yards. Terminata la carriera universitaria con 2,209 yards corse e 18 TD realizzati in 560 portate, il runningback si presenta al draft NFL con la speranza di riuscire ad accasarsi in qualche franchigia della lega pro statunitense; speranza che puntualmente viene disattesa relegandolo tra gli undrafted rookie.

L'ombra della disoccupazione e il terrore che il sogno NFL sia ormai esaurito si fanno strada nella testa di Ryan, che viene colto di sorpresa quando a chiamarlo è proprio una delle squadre di quella New York lasciata da bambino, i Giants, che lo invitano a prendere parte ai training camp primaverili. Con i Blue del giovane Manning, Grant non ha troppa fortuna, e dopo essersi fatto male alla caviglia durante i primi allenamenti, esce ed entra dalla lista infortunati e dalla pratice squad per tutta la stagione 2005.

Anno nuovo, vita nuova, si dice, e nel 2006 infatti la vita di Ryan pare prendere la svolta decisiva quando nei primi giorni di gennaio i Giants gli offrono di firmare il primo contratto da professionista; ancora una volta la dea bendata ha deciso di intervenire, e a dimostrare che la compagna sfortuna continua a vederci benissimo il runningback si infortuna nuovamente, rompendosi un braccio durante una rissa in un nightclub.

Dopo un altro anno passato ai margini della squadra ma restando pur sempre tra i 55 uomini della rosa, Grant inizia a coltivare la speranza di riuscire finalmente a mettere il piede in campo nella NFL, a fine stagione infatti viene confermato l'addio da parte di Tiki Barber, che di fatto lascia i New York privo di RB e apre nuovi scenari per il backfield; i Giants si muovono bene sia al draft, chiamando Ward e Bradshaw, sia in freeagency, mettendo le mani su un veterano del calibro di Reuben Drughns, anche se Coughlin fa capire che preferisce puntare sui giocatori già  a roster, promuovendo titolare Brandon Jacobs e lasciando il RB da Suffered e l'ex Browns a giocarsi il posto da backup.

Fortunatamente per Grant durante l'offseason le idee dell'head coach cambiano, e a sorpresa lo staff dei Giants decide di accettare l'offerta dei Packers mandandolo a Green Bay, dove un'altra franchigia deve ricostruire dopo la partenza del suo RB storico, Ahman Green; il 1 Settembre 2007 Ryan parte da New York per raggiungere la città  del Wisconsin in cambio di un sesto round pick.

Come da copione Grant fuori dai confini statali torna a brillare, quasi a voler dimostrare di essersi liberato di un peso, e nel giro di un paio di mesi riesce a conquistare lo spot da titolare; dopo l'esordio avvenuto il 23 Settembre al Lambeau Field contro San Diego, dove porta palla in 3 occasioni per 10 yards, un'altra fugace apparizione in Minnesota, 3 portate per 18 yards, ed una prestazione convincente all'ottava settimana a Denver, il runningback prende possesso del backfield.

Esattamente due giorni dopo le 104 yards corse contro i Broncos il coaching staff di Green Bay nomina Ryan Grant nuovo starter dei Packers, il 30 Ottobre 2007; a distanza di cinque anni il giocatore esploso in New Jersey torna a respirare l'aria della depth chart, scalzando i rookie Brandon Jackson e DeShawn Wynn, entrambi alle prese con lievi infortuni. Alla seconda partita da titolare, in casa contro i Vikings, per Ryan arriva anche il momento di festeggiare il primo touchdown in NFL, a corredo di un'ottima prestazione contro una delle difese su corsa più forti della lega che lo vede concludere con 119 yards all'attivo.

Da quell'11 Novembre la carriera di Grant ha subito una notevole impennata, con l'attuale numero 25 dei Packers che ha infilato una serie di prestazioni positive che l'hanno elevato tra le rivelazioni più belle di questo 2007; attualmente il suo miglior match rimane quello della scorsa domenica, concluso con 156 yards corse e 1 tocuhdown realizzato contro Oakland, che ha seguito di appena sette giorni la prima partita terminata con più di una segnatura, grazie ai 2 TD messi a segno a Dallas, il 29 Novembre.

Green Bay ha vinto la scommessa, Grant ha invertito le sue stelle, ed ora non resta che cercare di realizzare un ultimo sogno, quello che in segreto coltiva il giocatore più rappresentativo dei Packers, Brett Favre.

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