Ai Dolphins non è servito nemmeno il ritorno di Ricky Williams per vincere.
Non sarà stato eccessivamente spettacolare, ricco di azioni che fanno saltare dalla sedia (o dal divano, dipende), non ci saranno stati touchdowns, ma a modo proprio il Monday Night che ha completato il quadro della dodicesima settimana di gioco è da ricordare negli annali del gioco.
All'interno di un Heinz Field più simile ad una risaia che ad un campo di football professionistico, Pittsburgh Steelers e Miami Dolphins si sono dati battaglia senza riuscire a segnare per quasi quattro periodi interi, scongiurando il pericolo di un risultato a "reti inviolate" solamente a 17 secondi dal termine della sfida, grazie ad un calcio ravvicinato, ma molto meno scontato di ciò che si possa pensare, di Jeff Reed.
Svanita dunque ogni preoccupazione riguardante il primo zero a zero dal novembre del 1943, quando Detroit Lions e New York Giants non riuscirono ad infierirsi vicendevolmente punto alcuno, è rimasto ugualmente da constatare qualche record negativo, che ha visto questa partita combinare la minor sommatoria ogni epoca in una partita giocata di lunedì notte, suscitando ilarità persino tra i commentatori della Espn, forzati dalla surrealità della situazione a chiedersi in diretta nazionale come sia possibile raccontare una partita di calcio senza reti.
Segnare, dunque, è stata un'impresa davvero ardua.
Il kicker di Pittsburgh aveva già avuto modo di saggiare il terreno fangoso in precedenza, quando un suo tentativo era finito miseramente a lato per assenza di presa del piede d'appoggio, e stessa sorte aveva avuto una simile conclusione del collega Jay Feely, tuttavia annullata da una penalità fischiata dagli arbitri.
Lo è stato persino restare in piedi: le condizioni del terreno hanno condizionato l'equilibrio di ogni singolo giocatore e si sono viste situazioni al limite dell'impraticabilità , con corridori che cadevano alcuni metri prima del placcaggio, ricevitori che non riuscivano ad eseguire le tracce, difensori che non riuscivano a girare l'angolo non potendo usare il prezioso appoggio plantare, quarterbacks i cui lanci erano chiaramente modificati dalla persistente umidità presente sui palloni, dannatamente impossibili da asciugare a causa della pioggia battente.
Nonostante le proibitive condizioni, Ben Roethlisberger (18/21, 165, INT) ha sbagliato solamente tre passaggi in tutta la gara gestendo il drive decisivo con un 4/5, togliendosi la soddisfazione di registrare la miglior percentuale di completi ogni epoca per un quarterback di Pittsburgh, ma eguale elogio hanno meritato Hines Ward, nove palloni raccolti per 88 preziosissime yards, e Willie Parker, 81 in 24 portate di tutta pazienza e responsabile della terza stagione consecutiva oltre le 1.000 yards.
Grazie soprattutto a loro, al di là della scarsità di punti a referto, l'attacco di Bruce Arians si è mosso con sufficiente concretezza, puntando a confondere le idee della difesa avversaria con schieramenti a ricevitore multiplo, la vera novità degli Steelers di quest'anno, nonché affrontando interi drives senza l'ausilio dell'huddle, gestendo le chiamate da girare al quarterback con estrema rapidità per impedire adattamenti dall'altra parte.
Tenendo conto che il principale riferimento in ricezione, il tight end Heath Miller, non ha catturato nemmeno un pallone, in parte perché sfruttato al massimo come bloccatore, in parte perché mai si è ritrovato veramente in condizione di essere scelto quale destinatario, la serata degli Steelers si è chiusa in maniera del tutto soddisfacente.
I Dolphins, che rischiano non solo di vedere la perfect season del 1972 eguagliata dai Patriots, ma persino di diventare la prima squadra dal 1976 a non vincere nemmeno una partita, hanno stretto i denti e lottato fino alla fine stendendo Roethlisberger per cinque volte, e con una migliore gestione delle chiamate (incomprensibile il quarto down giocato alla mano dopo il calcio annullato a Feely) avrebbero addirittura potuto pensare di vincerla, questa fangosa battaglia.
Colpiti a ripetizione dalla malasorte, dati gli infortuni al rientrante Ricky Williams (colpo alla spalla e stagione già finita) ed al prode Jesse Chatman (collo), i delfini si sono ritrovati con un solo running back in salute, Patrick Cobbs, costringendo il rookie John Beck a fare gli straordinari con effetti perlomeno non disastrosi.
Per nulla spettacolare ma apparentemente regista di pura sostanza, Beck (14/23, 132) non ha commesso alcun tipo di errore dimostrando di saper effettuare le scelte giuste con il pallone in mano, nonché di essere discretamente propenso ad allungare l'azione di gioco muovendosi nella tasca per permettere ai ricevitori di liberarsi, ragione per cui sono nate almeno un paio di giocate tenute in vita dal volenteroso Marty Booker (5, 54), firmatario delle azioni più produttive di Miami.
Era anche la serata di Joey Porter, che ritornava per la prima volta a Pittsburgh dopo essere stato tagliato dagli Steelers nella scorsa offseason, il quale ne aveva promesse di cotte e di crude agli ex compagni: evidentemente motivato dall'irripetibile occasione, Porter ha giocato finalmente come doveva essere nelle sue possibilità (merito dell'aria di casa?), togliendosi lo sfizio di intercettare Big Ben urlando ogni tipo di improperio alla panchina di Mike Tomlin una volta terminata l'azione.
Nonostante la sua positiva prestazione, miglior difensore di serata per i Dolphins assieme a Will Allen, la controparte giallo-nera ha ampiamente dimostrato i motivi per i quali la dirigenza di Pittsburgh abbia deciso di rinunciare al suo talento.
Decisiva è stata infatti la prova dei linebackers di casa, fondamentali nel rimettere in campo il proprio attacco provocando turnovers e tenendo a bada la propria endzone in una situazione così delicata; James Farrior e Larry Foote (il cui festeggiamento post-sack è stato puntualmente imitato da Porter) si sono distinti bloccando le corse sul nascere (49 le yards concesse) e blitzando con efficacia, James Harrison ha arricchito la sua bellissima annata con un altro sack e con un fumble forzato al momento opportuno, il rookie Lawrence Timmons, impiegato in maniera molto limitata, ha messo a referto il primo fumble ricoperto della sua giovane carriera.
Missioni diverse attendono queste due squadre, ora che il campionato volge al termine con quattro soli turni da disputare: la fondamentale vittoria consolida gli Steelers alla terza posizione assoluta della Afc, importante da mantenere in quanto garanzia di disputa di Wild Card tra le mura amiche (confidando in un tempo migliore, naturalmente), mentre più intricata diventa la faccenda dei sempre più frustrati Dolphins, che hanno perso per l'ennesima volta con uno scarto di punteggio minimo e si trovano a dover fronteggiare sempre maggiori pressioni per evitare l'onta di arrivare a fine corsa privi di alcuna vittoria.
Assodato che il fantasmagorico ritorno di Ricky Williams non era la cura di cui si andava in cerca, non sarà un'impresa facile.