L'head coach degli Steelers Mike Tomlin, oggi seconda forza Afc
Dieci giornate di football sono certamente più che sufficienti per tracciare un bilancio cercando di analizzare la Nfl a 360 gradi e per capire come si muovano le forze sullo scacchiere della Lega professionistica in vista del rush finale, quello che deciderà le dodici finaliste ed il loro piazzamento nella griglia playoff. In attesa di sorprese e colpi di scena dell'ultimo momento, possiamo dire che è dopo la decima giornata, ultima a prevedere squadre a riposo e con tutte le formazioni a nove partite giocate, che si può tracciare il bilancio del giro di boa, quello che si lascia alle spalle la metà di stagione iniziale ed ha un piede in quella in arrivo che porterà con sé l'inverno tipico di alcune zone, col gelo degli stati del nord e del Midwest, e il caldo tipico di quelli del sud, con ovvio vantaggio climatico per le squadre della prima delle due zone geografiche.
Concentrandoci per un attimo alla sola Afc, conference che sembra avere nel proprio DNA la squadra che vincerà il titolo 2007, solo la West Division è in grado di poter dare seguito agli scontri per il primo posto da qui alla fine. Scontato che San Diego (5-4) abbia ancora il roster più forte della divisione, Denver e Kansas sono un passo dietro, pronte a sfruttare ogni rallentamento. Proprio i Broncos, vincendo all'Arrowhead Stadium di Kansas City, domenica scorsa, hanno agguantato i Chiefs a 4-5 e si sono mantenuti incollati alla schiena dei Chargers, usciti vincitori a sorpresa dalla sfida con gli Indianapolis Colts. Ci sono persino i Raiders che con il loro 2-7 e tre scontri diretti da giocare potrebbero avere ancora le loro chance di successo se solo avessero la minima parvenza di un team solido ed efficace. Niente di più lontano, ovviamente, per la creatura di Al Davis che sia avvia a scegliere ancora molto in alto al prossimo draft.
Non riuscirà però, probabilmente, ad avere la prima assoluta, perché i Miami Dolphins (0-9) stanno cercando di concludere una stagione perfetta al contrario, ossia puntano a non vincere nemmeno una gara proprio nell'anno in cui i New England Patriots potrebbero (condizionale obbligatorio per legge in questo caso) diventare la prima squadra a completare una stagione di sole vittorie togliendo così il primato ai Dolphins di Don Shula datati 1972. In mezzo ai due estremi, nella East, una Buffalo vittima di tanti infortuni ma desiderosa di fare bene e che grazie a un gruppo straordinario e ad un eccezionale spogliatoio si sta facendo bastare il 5-4 per continuare a lottare per una wild card, non senza recriminazioni per quanto accaduto nelle prime giornate, ovviamente.
La situazione più interessante è però quella che incrocia i destini delle divisioni a nord e a sud del paese. Dicevamo della sconfitta dei Colts, 6 intercetti per Payton Manning e Adam Vinatieri che spara fuori un field goal, decisivo, dalle 23. Questo non cambia la graduatoria nella South, il 7-2 basta a Tony Dungy per guardare le altre dall'alto, ma con meno sicurezza di prima. La vittoria di Jacksonville in casa di Tennessee ha impedito ai Titans l'aggancio in vetta, ma ha messo i Jaguars nella stessa condizione dei rivali, e con 6-3 come record tutto può ancora accadere, persino che il 4-5 di Houston diventi un buon punto per dare ai Texans le chance di risalire, anche se le 4 vittorie stagionali e un avvio decisamente brillante, sono già state un buon passo avanti per la franchigia più giovane della Lega. Come per Oakland sarà difficile vedere Houston vincere molte altre gare, quindi anche la lotta ad una wild card rimane un miraggio.
Dicevamo però dell'incrocio con un'altra division, la North appunto; è proprio qui che si trovano le maggiori rivali della divisione di cui sopra per i posti supplementari disponibili a gennaio. Dando per scontato che, infatti, le altre due division manderanno solo la vincente, ecco quanto pesa la vittoria di Pittsburgh su Cleveland, vittoria che permette agli Steelers di andare 7-2 come i Colts e di ottenere momentaneamente il #2 nel ranking della Afc, proprio davanti a Manning e soci, in virtù del 5-1 interno alla conference (contro il 4-2 di Indianapolis). Con Baltimore e Cincinnati fermate da più problemi, proprio i Browns (5-4) hanno gettato al vento una buonissima occasione, ma la corsa ad una wild card non è un discorso chiuso. Una partita di svantaggio rispetto a Jacksonville e Tennessee, le quali avranno a che fare con un testa a testa piuttosto snervante dove, a occhio e croce, i Titans verranno favoriti da un calendario più "morbido", permettono a Cleveland, ormai lanciata da un grande attacco, di ambire a una posizione di tutto rispetto. Tutto ancora apertissimo, quindi, e gare da affrontarsi una dopo l'altra per non perdere il passo in un campionato che, se sembra così scritto là in alto, non lo è per nulla per le posizioni d'onore e per un posto al sole nel freddissimo gennaio.
Ma è davvero già scritto il finale di questo campionato? Chi uscirà dalla Afc avrà già il titolo in tasca? Ce lo chiediamo un po' tutti da luglio, forse prima, ed è chiaro che per avere una risposta dovremo attendere il 3 febbraio 2008. In Nfc, però, una cosa sembra certa: la Nfc East è di nuovo la division più competitiva e i Dallas Cowboys la stanno dominando; se questo bastasse l'equazione è già scritta. Nulla di già scritto invece, non in uno sport dove serviranno esperienza e sangue freddo ai playoff, ma i Cowboys sembrano davvero l'unica squadra capace di poter mettere in discussione il dominio dell'ultima conference nata. Ferma a 8-1 e battuta solo di Patriots, Dallas ha spazzato via per la seconda volta in stagione i NY Giants vincendo anche al sfida di East Rutherford e rimane in battaglia per la prima posizione nel seed di gennaio contro i Green Bay Packers (anch'essi a 8-1), squadra esperta, guidata dall'intramontabile Brett Favre ma che non sembra capace delle stesse armi avversarie, a partire dal gioco di corsa.
Freddo e difesa possono essere la vera speranza dei Pack se, ottenuto il fattore campo, dovessero incontrare sul proprio cammino i Cowboys in una eventuale finale di Nfc. Nella East, comunque, cambia poco per NY, che riparte da una brutta sconfitta e con un 6-3 in classifica, record che oggi vale una wild card e dove si paga probabilmente un avvio troppo lento in stagione, seguito comunque da 6 vittorie di fila. Avevano illuso le secondarie, fino all'avvento di Tony Romo e Terrell Owens, ma la squadra è solida, cresce bene ed ha un ottimo attacco, difficile trovare chi possa soffiarle un posto in postseason, considerando che alla pari ha i soli Detroit Lions (come per Packers e Cowboys altro incrocio tra North e East) che veleggiano su uno stato di grazia mai visto in tempi recenti ma che non appaiono certo come "reale" quarta forza di conference.
Può ancora succedere di tutto: i Washington Redskins (5-4) pagano un andamento davvero troppo altalenante, ma restano una validissima alternativa alle due squadre di cui sopra, potenzialmente gli unici capaci di sgambettarne una e tenerla fuori dai giochi. Sarebbe davvero un peccato per quei Lions assenti ormai da troppi anni ai playoff e davvero capaci, nonostante tutte le analisi che potremmo fare, di vincere partite memorabili e di tenere un passo da grande squadra.
Il regolamento, però, lo conosciamo, ed ecco che il record di una di quelle tre franchigie non basterà , perché due posti sono già prenotati dalle vincitrici di South e West division. Nella prima bagarre apertissima tra Tampa Bay (5-4), Carolina e New Orleans (4-5), dove se questi ultimi rappresentano ancora la squadra sulla carta più forte della division va però sottolineato che una partenza a 0-4 non è il massimo per ambisce al titolo e che, nel loro piccolo, Carolina e Tampa stanno trovando il modo di rimanere più che competitive pur non brillando come qualche stagione fa. I Falcons orfani di Michael Vick sono invece fermi a 3-6, ma in questa division, in questa conference, tutto sembra davvero possibile nella mediocrità che attanaglia i risultati interni, anche se mi sentirei di escludere la benché minima chance per Atlanta di approdare ai playoff.
Così come nella West possiamo escludere San Francisco, non condannata ancora dalla matematica (2-7, a tre vittorie da Seattle) ma da una squadra senza capo né coda che sta fallendo sotto ogni punto di vista, dalle aspettative create un anno fa alle stelle che brillano meno del previsto. La tremenda debacle di St. Louis (1-8) lascia così aperte le porte per una tra Seattle (5-4) e Arizona (4-5), con la prima avvantaggiata dal fattore esperienza e la seconda che potrebbe avere una marcia decisamente più alta se Kurt Warner è davvero recuperato.
La National, comunque, rimane sempre un po' bizzarra e sotto tono; due squadre ora sono in fuga, ma le altre, negli ultimi anni, hanno spesso mancato in continuità anche se non tutte sono inferiori al duo di vertice. Per questo non possono essere già considerate fuori dalla corsa ai playoff, parlando di record e tralasciando altri problemi tecnici o tattici, squadre come i Chicago Bears e i Philadelphia Eagles le quali, ferme a 4-5, stanno giocando un campionato caratterizzato da bizzarre sconfitte e imprevedibili vittorie, rimanendo così aggrappate al sottile filo della speranza.