Amani Toomer ed i Giants si stanno facendo largo con prepotenza nella Nfc East.
Archiviata la quarta vittoria consecutiva dei New York Giants, arrivata nel Monday Night contro degli Atlanta Falcons già alla deriva, la Nfc può definitivamente vantare una protagonista in più in quella che si sta rivelando una corsa pazza, andata a compromettere la maggior parte delle squadre più forti del 2006.
Eli Manning e Plaxico Burress, la coppia del momento, hanno nuovamente infierito su una difesa avversaria confermando la loro straordianria intesa, persino dopo una settimana nella quale lo stesso Plaxico non era potuto scendere nel campo d'allenamento per i problemi fisici da cui era afflitto; sono stati sufficienti degli sforzi neanche troppo eccessivi per aver ragione di un avversario allo sbando, punito tra le altre cose da una serie di 12 passaggi completi consecutivi di Eli, mentre al resto hanno pensato una difesa confermatasi per aggressività e determinazione ed un alto numero di palloni lasciato andare da parte dei colpevoli ricevitori dei Falcons.
La partita è stata in discussione solamente per un quarto, quando un unico lampo di luce si è fatto strada all'interno del Georgia Dome: i difensori di New York si sono fatti sorprendere dal solo Jerious Norwood, running back avvezzo al big play, il quale ha regalato quello che alla fine è stato l'unico highlight di giornata per un attacco senza né capo né coda.
La corsa di 67 yards è stata parte integrante di in una giornata conclusa da Norwood con 87 totali in sole 6 portate, senza contare le misere 15 yards accumulate da Warrick Dunn, facendo quindi ricadere un peso eccessivo sulle spalle del solo Joey Harrington (18/39, 201, INT).
Per il resto Atlanta non è mai stata in partita, e non è nemmeno riuscita a capitalizzare a dovere gli errori avversari: sono stati almeno 6 gli incompleti di cui Harrington non detiene responsabilità alcuna, molti dei quali avrebbero garantito una continuità diversa a livello di presenza offensiva, inferiore rispetto ai Giants di ben 19 minuti. Rievocando spiacevoli ricorsi storici, a tutti i ricevitori dei Falcons coinvolti è sfuggita almeno una palla ricevibile, persino alle mani esperte di Joe Horn: se questo antico problema non può essere risolto nemmeno da un veterano, allora la soluzione di esso è ancora lontana.
Eli Manning (27/39, 303, 2 TD, 2 INT) ha giocato come già lo avevamo visto in altre occasioni di questo campionato, ovvero con la consapevolezza di aver aggiunto dei passi importanti alla sua fase di maturazione di quarterback professionista, spesso alternata a delle fasi di buio totale dove il rischio di gettare via quanto di buono fatto è ancora troppo alto.
L'incostanza nella quale il fratello di Peyton cade di tanto in tanto è ottimamente bilanciata dalla connessione con Burress (6/97, TD) parla di 25 touchdowns tra il 2005 ed oggi, nessuno ha fatto meglio di loro, con il buon Plaxico arrivato a quota 8 in stagione, esattamente alla pari di Randy Moss e Terrell Owens, non esattamente tra i più scarsi della Nfl.
Burress ha sfruttato al meglio il vantaggio fisico contro ogni difensore oppostogli, ivi compreso DeAngelo Hall, vittimizzato quanto basta sia da lui che dal recordman Amani Toomer (diventato primo di franchigia per ricezioni e numero di TD) in diversi giochi appartenenti ai drive principali dei Giants.
Hall si è poi redento nella ripresa con un intercetto, ma in precedenza Manning aveva già avuto modo di fare i danni necessari, così come impeccabile era stata la scelta gestionale dei giochi, meno prevedibili che non in passato: un giusto equilibrio tra le corse di potenza del trio Jacobs, Ward e Droughns (188 yards e 2 TD) e le playactions su cui si sono avventati i Falcons per numerose volte è stato il fattore decisivo per il successo offensivo di New York, che ha quasi raddoppiato la produzione di yards degli avversari andando a mettere una seria ipoteca sul risultato ben prima dell'intervallo con le rispettive segnature di Burress e Toomer.
L'eccellente Manning dei primi trenta minuti soffre però ancora di trasformismi: le (poche) speranze dei Falcons sono state tenute in vita dal suo ennesimo intercetto stagionale all'interno degli ultimi due minuti della prima frazione, alimentando turnovers che tendono ad arrivare sempre in territorio avversario e che nel caso specifico hanno determinato l'impossibilità di arrotondare generosamente un 24-10 protrattosi instancabilmente sino a pochi minuti dal termine (colpo di grazia di Derrick Ward, meta da 9 yards), ed il fatto che i Falcons non ne abbiano approfittato non significa che tale problema vada sottovalutato.
Ancora molto positiva, e questa per i Giants è una grande notizia, la prova della difesa, brava a trasmettere sul campo le indicazioni dell'autore della sua trasformazione, Steve Spagnuolo.
Molta la fantasia utilizzata per mettere in difficoltà Harrington, riuscito ad arginare i blitz solamente per un quarto con rilasci istantanei del pallone e caduto a terra per ben 4 volte contro il migliori produttori di sacks della Nfl (21 totali); gli attacchi sono partiti da più angoli rendendo difficile la lettura al quarterback, e le sincronie di movimento tra compagni hanno consentito la riuscita positiva del piano di gioco, creando gli spazi necessari tanto ai linebackers quanto ai saltuari blitz dei cornerbacks.
Il dominio della linea di scrimmage è stato facilitato dall'assenza di entrambi i tackles titolari di Atlanta, Wayne Gandy (fuori per la stagione) e Todd Weiner, sostituiti alla meno peggio da Tyson Clabo e Renardo Foster, presto impossibilitati nel contenimento della pass rush di Strahan, Umenyora e colleghi. Harrington si è così trovato costretto a decidere troppo in fretta, molti passaggi sono stati deflettati sullo scrimmage, e la pessima giornata dei ricevitori ha contribuito ulteriormente all'amara presa di coscienza che l'attacco dei Falcons, 13.2 punti a gara, è in lizza per terminare la stagione tra i peggiori della lega, dato che non può nemmeno contare su un gioco di corse i cui splendori passati sono già abbondantemente sbiaditi.
Ad Atlanta la stagione è già praticamente finita con la quinta sconfitta delle sei gare disputate in un post-Vick molto più duro del previsto; a questo punto c'è da decidere se concludere con dignità o mettersi direttamente in fila per essere ben posizionati al Brian Brohm derby che si terrà il prossimo aprile.
Per i Giants si prospettano invece quindici giorni intensi, in preparazione a due partite delicatissime, dove New York affronterà San Francisco e quindi Miami, quest'ultima nella trasferta a Londra, il cui record stagionale combinato è di 2-9; se l'impegno non verrà sottovalutato e se le indicazioni date sul campo nell'ultimo mese in tutti i reparti, gli uomini di Coughlin sono assolutamente da corsa.
I Dallas Cowboys sono avvertiti.