Delhomme dovrà stare fermo 6-8 mesi per la famigerata Tommy John surgery
Ci si potrebbe costruire un bel remake del film "Le Riserve", che portava sul grande schermo l'annata dello sciopero dei migliori giocatori NFL, in cui carneadi diventano protagonisti di uno degli sport professionistici più seguiti.
Stavolta però non ci sono scioperi per spiegare come questa stagione possa essere decisa da nomi fino a questo momento poco famosi o totalmente ignorati, sono gli innumerevoli infortuni che stanno falcidiando la maggior parte dei team a determinare questo incredibile scenario a cui stiamo assistendo fin dalla preseason.
Il bollettino del lunedì, dopo ogni settimana di gioco, sembra una lista post bellica, con almeno un paio di giocatori che finiscono in Injury Report, finendo anzi tempo la propria stagione, ma se negli anni scorso questa lista conteneva spesso nomi poco altisonanti al grande pubblico e comunque marginali nell'economia del proprio team, in questo sono proprio le superstar a dover salutare la compagnia e dare ai propri allenatori non pochi grattacapi.
La palma di squadra più falcidiata spetta di diritto ai Buffalo Bills, che hanno visto pian piano assottigliarsi il loro roster difensivo fino a livelli quasi amatoriali, in cui anche i backup dei backup sono out per la stagione e nel quale ormai ci sono giocatori schierati in ruoli totalmente diversi dal proprio bagaglio tecnico, solo per riuscire a formare una depth adeguata.
Ha iniziato Ellison, che doveva essere l'uomo di punta della nuova difesa cover 2, pensata dal coaching staff, subito dopo il suo sostituto Coy Wire, riposizionato da safety a outside linebacker, e nel corso della stagione sono arrivati i season ending causa fratture di braccia, gomiti e caviglie di Jason Webster, del promettente rookie Posluszny e di KO Simpson, a cui ultimamente vanno aggiunti quelli meno gravi di Jim Leonhard e Ashton Youbuty, safety e cornerback di riserva, cosa che non ha impedito a Buffalo di mostrare in queste ultime partite un'abnegazione difensiva quasi commovente.
L'attacco non è stato da meno, con Losman fuori quattro settimane per un placcaggio simile a quello che aveva messo fuori causa Carson Palmer due anni fa, Peerles Price novello IR con un infortunio alla parte alta della colonna verterbrale, e il povero Kevin Everett, miracolato dopo essere stato ad un niente dalla paralisi a vita.
La stagione non è nemmeno a metà percorso, Buffalo è già segnata e approfitterà di questa situazione per testare giovani interessanti come il qb rookie Trent Edwards o il linebacker Di Giorgio o il cornerback Greer, ma il rovescio della medaglia è anche l'impossibilità di costruire le basi per la nuova impostazione difensiva e il fatto di perdere un'annata in cui i molti giovani potevano riservare delle belle sorprese all'interno di una division in cui solo i Patriots sembrano fuori categoria.
Buffalo non è l'unica squadra ad aver dovuto cambiare i propri piani causa infortuni eccellenti. Basta pensare ai Carolina Panthers, partiti nel migliore dei modi per riscattare un brutto 2006, con Delhomme in palla, carico dopo una pessima annata e le voci di un possibile cambio, create dall'arrivo di David Carr, subito positivo nelle prime tre giornate con 8 td pass e 1 solo intercetto, fermato da un infortunio al gomito rimediato lanciando l'ultimo passaggio in endzone nella partita contro Atlanta, e operato con la tecnica Tommy John, che lo terrà fermo per parecchi mesi.
I Panthers senza il loro quarterback perdono un potenziale enorme, soprattutto l'accoppiata Delhomme-Steve Smith avrebbe potuto regalare grandi soddisfazioni e ora coach Fox dovrà sperare che Carr non sia quello visto negli ultimi a Houston per non perdere il treno dei playoff.
Un'altra squadra che sta vedendo sfumare una buona stagione causa infortunio del proprio quarterback titolare sono i 49ers, che, dopo lo stop di Alex Smith, hanno dovuto dare le chiavi dell'attacco a Trent Dilfer, finendo per perdere entrambe le partite giocate dall'ex Ravens, dopo una partenza positiva che aveva fruttato due vittorie iniziali. Smith probabilmente potrà tornare fra un paio di settimane, ma la stagione potrebbe essere già compromessa.
Come compromessa sembra la stagione dei Saints, che hanno perso per tutta la stagione Deuce McAllister e la possibilità di schierare quel double back con Reggie Bush che aveva fatto le fortune di coach Payton nella trionfale cavalcata dello scorso anno, e quella di Miami, che aveva rilasciato l'infortunato Daunte Culpepper (poi risorto ad Oakland) per prendere il vecchio Trent Green dai Chiefs, ad una commozione cerebrale dal finire la propria carriera, cosa che puntualmente è arrivata nell'ultima settimana contro i Texans, quando l'intero stadio è rimasto in apprensione vedendo il quarterback dei Dolphins accasciato privo di conoscenza dopo uno scontro ginocchio/testa con un defensive lineman di Houston.
Anche i Rams sono sul baratro, partiti con tanti proclami, ma ancora al palo nelle vittorie, con una linea offensiva che via via ha perso tutti i suoi pezzi, con Bulger messo a riposo dopo due partite giocate con una costola rotta e con problemi di ogni sorta e con Steven Jackson, chiamato alla stagione della consacrazione, anche lui fermo sulla sideline da due partite (con la prospettiva di dover rimanere ai box anche nella prossima settimana).
Chi invece potrebbe trarre giovamento da un infortunio sono i Cardinals, che avevano costruito un attacco mix in cui Matt Leinart iniziava la partita e Kurt Warner entrava per le situazioni di no huddle offense. Le amnesie del proprio giovane quarterback avevano costretto coach Whisehunt a dare spazio al veterano ex MVP della Lega e campione del mondo con i Rams, ma il comitato alla lunga avrebbe creato malumori fra i due contendenti e spaccature all'interno dello spogliatoio, per cui l'infortunio al collo patito dall'ex USC nell'ultima vittoria contro StLouis scaccia ogni dubbio e permette al coach di lanciare Warner e sperare che possa rinverdire i fasti del "greatest show on turf".
Ma oltre ai quarterback anche i running back non sono stati lasciati fuori da questa ondata di infortuni e per Indianapolis e New England, gli stop di Addai e Marooney sono temporanei e non sembrano aver creato grossi scompensi, viste le prestazioni dei backup Keith e Morris, per Tampa Bay e Cincinnati la situazione sembra diversa, visto che i Bengals, dopo aver perso il rookie Irons poco prima dell'inizio della stagione, hanno subito lo stop di Rudy Johnson, finendo per giocare queste ultime due gare praticamente senza running game, mentre i Bucs, dopo un ottimo inizio di stagione, hanno perso in successione Cadillac Williams, messo in IR dopo un tremendo infortunio al ginocchio che ne mette a rischio anche la carriera, e Michael Pittman, anche lui infortunatosi al ginocchio nella prima partita da titolare.
Le due squadre ora sono alla ricerca di qualche trade che possa riequilibrare il running game, ma rischiano di veder sfumare i sogni di postseason coltivati dopo le prime convincenti partite.
In questa giungla estrema di infortuni eccellenti, le due squadre che finora hanno risentito meno dei continui bollettini medici nefasti che ormai aprono le news del lunedì sono i New England Patriots e i Dallas Cowboys, che insieme con Indianapolis stanno dominando questo inizio di stagione NFL.
Probabilmente le sorti di questa annata saranno segnati dai soliti fattori tecnici, dalle giocate offensive e difensive delle varie squadre, da Brady o da Manning, o dal sorprendente Romo, ma fino a questo momento l'NFL si sta decidendo più nelle infermerie e negli injury report, che sul campo e per le squadre, e soprattutto per i coaching staff schierare delle formazioni adeguate è diventato un serio problema.
Le cause che possono spiegare questa sorprendente calamità sportiva sono difficili da scovare, ma sicuramente l'aumento di fisicità e velocità del gioco e una certa componente di stress fisico dovuto ai terreni di gioco e ai carichi ravvicinati che i giocatori sono costretti a subire in poco più di quattro mesi, possono essere basi per analizzare il problema.
Potrebbe essere una mera casualità , ma sicuramente a fine gennaio, per giocarsi il titolo, ci saranno due squadre che sono riuscite a tenersi fuori il più possibile dalla stagione degli infortuni.