Derek Anderson, un predestinato è la nuova guida dei Browns
In molti lo hanno conosciuto solo ora, grazie alla straordinaria prestazione sfoderata nella partita dello scorso weekend contro Cincinnati, dove con 5 TD pass ha guidato i Cleveland Browns ad una vittoria straripante, sognata per anni. Fortunatamente la carriera sportiva di Derek Matthew Anderson ha radici molto più profonde, che si sviluppano lungo tutta una vita spesa a giocare a football, mostrando fin dal suo inizio una via predefinita, da vero e proprio predestinato di questo sport.
Nato a Portland, Oregon, il 15 Giugno 1983, il numero 3 dei Browns ha mosso i primi passi su un campo da football come capita alla maggior parte dei ragazzi americani, ovvero difendendo i colori della squadra della high school, in questo caso gli Scappoose Indians. Nei tre anni di varsity ha lanciato per 8,177 yards e 85 touchdown totali, guidando gli Indians alla conquista dell'Oregon State Championship nell'anno da senior. Sempre nel 2000, grazie alle ottime prestazioni fornite sul campo, si è guadagnato il titolo come Top QB dello stato, risultando secondo in tutta la nazione per gli esperti di Super Prep Magazine, una delle migliori riviste che si occupano di HS football. Nominato in diversi "All-American Team" durante la sua carriera scolastica, è stato il primo atleta di sempre a ricevere nello stesso anno il premio come miglior giocatore di football e miglior giocatore di basket dello Stato dell'Oregon.
Considerato un Top Ten prospect nel recruiting stilato da Super Prep, Anderson scelse di rimanere vicino a casa ed accettare la corte di Oregon State University, iniziando la sua avventura universitaria come freshman nella stagione 2001; sceso in campo in cinque occasioni nell'arco della sua prima esperienza NCAA, ha lanciato per 263 yards, 1 touchdown, 3 intercetti, completando il 41.5 % dei passaggi tentati. La carenza di valide alternative nel roster dei Beavers lo proietta nello starting lineup già al suo secondo anno, 2002, rendendolo inviso a molti esperti del settore, che intravedono nella sua altezza, 6 piedi e 6, un grande limite, tanto da etichettarlo come un classico pocket passer, poco mobile e quindi facile preda per le difese veloci.
"The Big Scappoose" è il nickname che si guadagna grazie alla sua altezza e al nome della città natale, ma questo non gli impedisce di stupire tutti da subito, mostrando grandissimi progressi sul campo e aprendo le porte di quello che sarà ricordato come il periodo più florido nella storia recente di Oregon State, con tre BCS bowl disputati in tre anni. Nel 2002, sotto l'esperta guida di Dennis Erickson, porta i Beavers a vincere il Fiesta Bowl, contro Notre Dame, dopo una stagione straordinaria in cui chiudono con un record 11-1; nel 2003 il record continua ad essere vincente, 8-5, nonostante il cambio al timone con l'avvento dell'head coach Mike Riley, e Derek porta i suoi a disputare prima l'Insight Bowl, perso contro i Pittsburgh Panthers 31 a 13, poi il Las Vegas Bowl, vinto 55-14 su New Mexico. Con la partenza per il draft NFL del runningback Steven Jackson, considerato il playmaker della squadra, nessuno si aspetta un'altra stagione vincente, invece grazie agli ulteriori progressi estivi di Anderson, divenuto nel frattempo un quarterback completo e capace anche di correre, Oregon State si presenta nuovamente ad un bowl di fine stagione; per il secondo anno consecutivo i Beavers arrivano all'Insight Bowl, e per la seconda volta nella carriera NCAA del loro quarterback battono Notre Dame, questa volta 38-21, portandosi a casa il trofeo nonché regalando ad Anderson la gratitudine eterna di OSU.
In vista del draft 2005 Derek ha disputato una grande stagione, unendo al grande braccio donatogli da madre natura la buona mobilità che ora tutti gli riconoscono, frutto di ore ed anni di lavoro sul campo, volte a diventare un atleta sempre più completo e migliore; considerato uno dei più forti QB di sempre che hanno solcato i campi della Pac-10, Anderson ha concluso la sua carriera NCAA con all'attivo 11,249 yards lanciate, 79 touchdown, 57 intercetti, diventando il sesto quarterback della conference a lanciare per oltre 10,000 yards in carriera, record condiviso con Carson Palmer (USC), Cade McNown (UCLA), Steve Stenstrom (Stanford), Cody Pickett (Washington), Andrew Walter (Arizona State), e il secondo, dopo Pickett nel 2002, a superare le 4,000 passing yards nell'arco di una sola stagione, con 4,058 yards lanciate nel 2003.
I buoni numeri messi in piedi nella sua carriera universitaria non gli servono però ad entrare nei top prospect del draft NFL, dove scivola fino al sesto round, quando viene chiamato con la duecentotredicesima scelta dai Baltimore Ravens; la permanenza di Derek in Maryland dura però poco più di quattro mesi, esattamente fino al 20 settembre 2005, giorno nel quale viene rilasciato, giusto ventiquattr'ore prima di firmare il contratto che lo lega tutt'ora ai Cleveland Browns, in cerca di un nuovo QB da affiancare al rookie Charlie Frye.
Con due matricole a roster la franchigia dell'Ohio si presenta ai nastri di partenza della stagione 2005, affidando le sorti dell'attacco alle esperte mani di Trent Dilfer, nell'attesa che uno dei nuovi arrivati sia pronto a raccoglierne l'eredità ; a conquistarsi il merito è Frye, scelto al terzo giro del draft, che viene considerato un giocatore più valido e affidabile cui affidare il futuro dei Browns rispetto a Anderson, nel frattempo relegato a third quarterback nei rimanenti 14 match di regular season.
Nel 2006 le cose sembrano non variare per Derek, che viene comunque promosso al ruolo di backup ma rimane ancora la riserva di Charlie Frye, divenuto il nuovo QB titolare di Cleveland; l'infortunio alla spalla di quest'ultimo permette però al numero 3 di fare le sue prime apparizioni sui campi della NFL, con l'esordio che avviene il 3 Dicembre dello stesso anno contro Kansas City, dove tra le mura amiche del Cleveland Browns Stadium guida la sua squadra alla vittoria lanciando 2 touchdown e 1 intercetto nel corso del quarto finale. Dopo una prima uscita positiva Anderson vivacchia nella terzultima e nella penultima partita, disputate rispettivamente contro Pittsburgh e Baltimore in trasferta, prima di crollare nell'ultima di regular season contro Tampa Bay, in casa, dove lancia 4 intercetti che ne cancellano le impressioni destate, fino a quel momento molto positive.
Nonostante la pessima partita finale il quarterback da Oregon State chiude comunque discretamente la stagione del suo esordio in NFL, totalizzando 793 passing yards, 5 TD pass e 8 intercetti, che lo consolidano nel ruolo di backup in vista dell'anno 2007, alle spalle del solito Frye. Durante l'offseason però le cose si complicano per Anderson, che vede la sua posizione fortemente insidiata dall'arrivo di Brady Quinn, "figlio" dell'Ohio chiamato con una delle scelte al primo giro del draft NFL dai Cleveland Browns, visto come il quarterback ideale con cui ripartire e ricostruire.
Le poco convincenti prestazioni del nuovo pupillo di coach Crenell durante il training camp e la preseason riconsegnano nuovamente a Derek il vecchio ruolo, sempre dietro a Frye, lasciandogli comunque viva la speranza di riscendere in campo un giorno; sorprendentemente questa occasione arriva già alla prima giornata di stagione regolare, quando l'head coach dei Browns, stufo di dover digerire l'ennesima prestazione scialba del suo starting quarterback manda in campo Anderson ad inizio secondo quarto, permettendogli di lanciare per 186 yards, 1 touchdown e 1 intercetto nella partita comunque persa contro Pittsburgh 34 a 7.
La riscossa di Derek è però celata dietro l'angolo, e a realizzarsi impiega solo sette giorni in più, complice la trade che manda l'eterno "nemico" Frye in Washington State, a ricoprire il ruolo di backup nei Seattle Seahawks di Matt Hasselbeck, e promuove di fatto lui come QB titolare dei Cleveland Browns. La sua quarta partita da starter con la franchigia dell'Ohio c'è da scommettere che entrerà di diritto nel libro delle leggende del football, grazie ad una prestazione che ha rivelato Derek Anderson a tutti gli appassionati della NFL, conclusasi con un rating altissimo, 121.0, figlio di una prestazione da "grande" QB che annota 328 yards lanciate per un totale di 5 touchdown ed un solo intercetto, fondamentali per il 51-45 con cui i Browns hanno battutto gli storici rivali Bengals.
Quella che da molti è già stata indicata come la partita dell'anno è stata solo l'ultima tappa della carriera di questo ragazzo, la più recente, ma quella che in fin dei conti ci ha permesso di raccontarvi la sua storia, le gesta di un atleta che ha nel DNA le qualità per diventare un quarterback di successo ma che, suo malgrado, sembra già avere il destino segnato, con l'ingrato compito di aprire la strada al classico profeta in patria, Brady Quinn, per poi farsi da parte al momento opportuno, in silenzio; un silenzio che speriamo però si ricordi di questo momento, del momento in cui Derek Anderson è diventato una storia.