NFC Recap – Week 1

Romo to Owens, coppia vincente della week 1

Ripartita la Nfl si rilancia nella Nfc la sfida ai Chicago Bears campioni in carica, e proprio i New Orleans Saints, visti da molti come i favoriti di quest'anno, aprono le danze già  nel giorno dell'Opening Kick Off giocato giovedì scorso. Un'apertura di stagione contro i campioni del mondo e una chiusura, alla settimana 17, proprio contro i Bears, alla ricerca della rivincita del Championship di un anno fa. Nulla da fare però per gli uomini di Sean Payton, spazzati via da una Indianapolis più concentrata, pronta, equilibrata. In due parole: più forte. Se questo è l'andamento che ci aspetta per il 2007 sembra difficile pensare che la Nfc possa anche solo minimamente impensierire il dominio che negli ultimi dieci anni le squadre della Afc sono riuscite ad imporre salvo rare occasioni.

NFC East

Dallas Cowboys 1-0, Washington Redskins 1-0, Philadelphia Eagles 0-1, NY Giants 0-1

Cominciamo però dalla East, che ha visto una partenza a razzo dei Dallas Cowboys (45-35 sui Giants) guidati da un ottimo Tony Romo, anch'egli all'esordio di una stagione particolare, un campionato dove dovrà  dimostrare di valere tutte le parole spese per lui durante il 2006 e dove cercherà  di far dimenticare quel maledetto pallone che gli scivolò tra le mani mentre giocava da holder nel field goal decisivo del primo turno di playoffs. E se il buongiorno si vede dal mattino ecco che Romo sfodera una gara eccellente nel primo sunday night stagionale, piazzando 345 yards e 4 TD pass e correndo per una meta: strepitoso. Anche se il primo tempo lo aveva visto in difficoltà , Romo ha mostrato di aver bisogno soltanto del tempo giusto per carburare per poi pter colpire le secondarie di New York grazie all'ottimo Terrell Owens.
Il lavoro del quarterback dei Cowboys è stato sempre ben imitato dal diretto concorrente Eli Manning, capace di tenere spesso il passo in quella che è stata una vera e propria battaglia aerea. Ai colpi di Plaxico Burress (8/144, 3 TD) rispondevano prontamente Terrell Owens (3/87, 2 TD) e, soprattutto, Jason Witten tigth end attivato spesso da Romo e capace di 116 yards con TD.

Nel gioco di corse problemi fisici per Brandon Jacobs che, insieme a Manning, lascia il campo infortunato, e sulla sponda Giants si rende necessaria l'attività  di Derrick Ward (13/89, TD) per tentare di colpire le difese; proprio i reparti difensivi, spesso colpiti con troppa semplicità  sul profondo, hanno mostrato maggior ritardo di condizione rispetto ai propri compagni, ma quello dei Giants ha sofferto tantissimo anche le corse di Marion Barber (65 yards, TD) e Julius Jones (66), capaci di battere spesso anche via terra la retroguardia avversaria. Con Tony Romo candidato a miglior giocatore della settimana, i Cowboys vincono l'esordio interno e un importante scontro interno alla division e trovano a far loro compagnia i soli Washington Redskins vista la sconfitta dei pasticcioni Eagles in quel di Green Bay. Per i Giants le brutte notizie non arrivano soltanto dallo 0-1 di partenza ma anche e soprattutto dall'infermeria dove giungono voci di infortuni piuttosto seri per parecchi giocatori, tra cui proprio Eli Manning e Osy Umenyiora.

Gli 'Skins faticano parecchio in casa ad avere la meglio sui Miami Dolphins (16-13), ed hanno bisogno di un overtime per piazzare, con Shaun Shiusham, il colpo decisivo da tre punti. Con Jason Campbell non sempre bello e sicuro a vedersi, l'attacco di Washington fatica a dire la sua nel gioco aereo, nonostante sia proprio un quasi intercetto (sarebbe stato il terzo) di Campbell ad attivare Antwaan Randle El a un passo dalla endzone col cronometro fermo a zero, giocata bizzarra e fortunosa che avrebbe potuto evitare il supplementare. L'esordio di Trent Green nei Dolphins non è dei peggiori, il veterano cacciato dal Kansas ha giocato un'onesta partita (24/38, 219 yards, TD) considerando che il gioco di corse non è riuscito a trovare i giusti varchi nel muro difensivo dei padroni di casa e che l'esplosione del runningback Ronnie Brown (11/32) sembra ormai utopia pura. Bene la difesa di Miami, con il solito generoso Zach Thomas (9-4 tackle, sack) a guidare le operazioni e a limitare il più possibile le folate offensive di un ispiratissimo Randle El (5/162) e del sempre ottimo Clinton Portis il quale, nonostante il buon gioco del fronte sette avversario, è salito fino a un passo dalle 100 yards (98) con touchdown.

E' però l'esordio in maglia Redskins di London Fletcher-Baker a far sorridere di più i tifosi della capitale; se Trent Green non è riuscito ad attivare meglio il gioco aereo ed il gioco di corse è stato praticamente azzerato, il merito è certamente degli undici difensori di Washington e, in particolare, del linebacker ex Bills che ha coperto bene il campo e piazzato 12 placcaggi di cui ben 10 in solitario. Non è stato facile per Miami avanzare contro questa grande difesa, mentre Washington ha pagato alcuni errori ed alcune imprecisioni del proprio QB (intercettato due volte) più un paio di blackout generali così che le 387 yards ammassate in attacco (400 con gli special team) avrebbero potuto fruttare ben di più dei 16 punti finali. Dopo la meta di Portis a inizio terzo quarto, però, la sfida si è giocata ai field goal e l'ultima chance di Suisham è bastata a Washington per andare 1-0.

Obiettivo che non è riuscito agli Eagles, battuti con medesimo risultato nel Wisconsin dai Packers. Un Donovan McNabb ancora freddo e fuori condizione ha giocato una pessima gara (15/33, 184) lanciando un TD per Jason Avant e un pessimo intercetto pizzicato da un immenso Nick Barnett. Brett Favre, dal canto suo, ha cominciato prima la caccia al record di intercetti di George Blanda che a quello di lanci touchdwon di Dan Marino, finendo 0-1 nel rapporto tra i secondi e i primi. Buona la difesa di Green Bay mentre, come previsto, è il gioco di corse a faticare nella fase di decollo; con il rookie Brandon Jackson fermo a un 40 su 15 e un Brett Favre tutt'altro che dominante, la gara viene così decisa dai turnover e, quando gli Eagles commettono il secondo muff di giornata su un punt avversario regalando la palla agli avversari è un altro rookie a fare la differenza.

Tocca infatti all'esordiente Mason Crosby piazzare il pallone tra i pali da 42 yards a sei secondi dalla fine e regalare una vittoria quasi interamente costruita sui suoi calci piazzati. L'unica segnatura dei Packers, infatti, era giunta nel primo quarto grazie a un fumble ricoperto in endzone da Tracy White dopo una delle più incredibili carambole mai viste su un campo da football. E' così che due fumble costano dieci punti a Philadelphia e, in una gara finita 16-13, non è per niente roba da poco anche se, ovviamente, non è solo quello dei turnover il problema a cui porre rimedio a Phila dopo aver visto gli Eagles in campo per i primi sessanta minuti della stagione.

NFC North

Detroit Lions 1-0, Minnesota Vikings 1-0, Green Bay Packers 1-0, Chicago Bears 0-1

A forza di disprezzarla per lo scarso interesse evidenziato negli ultimi due o tre anni, questa division rischia di diventare una delle più divertenti da seguire. Con Calvin Johnson (Lions) e Adrian Peterson (Vikings) già  candidati a migliori rookie della week 1, è partita con tre vittorie su quattro la stagione nel nord della National Football Conference. Abbiamo detto di Green Bay, che non ha birllato ma ha vinto, diremo ora di Chicago, per la quale alcuni dei peggiori incubi estivi sono subito emersi, tra un gioco che latita e due infortuni seri da mettere in conto. Solite difficoltà  offensive contro le grandi (in particolare AFC), solita difesa che costruisce il maggior numero di opportunità  possibili e solito attacco incapace di prendere ritmo, conquistare campo, trovare soluzioni alternative alla monotonia di un gioco talmente prevedibile che ormai non sembra davvero aver più nulla da scoprire.

Dominante il fronte sette dei Bears che perde subito per l'intera stagione, e per il secondo anno di fila, Dusty Dvoracek, il quale farà  compagnia a Mike Brown, ormai abbonato al "season ending" causa infortunio. Fronte sette, dicevamo, che limita pesantemente LaDainian Tomlinson (17/25) fin quando le gambe reggono al caldo californiano di un esordio che li ha visti in campo quasi 40 minuti. Poi, LT, MVP della lega nel 2006, decide di provare a vincere mandando in meta Antonio Gates con il suo settimo TD pass in carriera e colpendo il TE, vera spina nel fianco dei Bears, con precisione in area di meta.

Le preoccupazioni dei Bears nascono di nuovo dal reparto offensivo che non ha dato assolutamente idea di essersi evoluto. La partita era cominciata con un calcio bloccato ai Chargers e il successivo vantaggio nato da un field goal di Robbie Gould conseguenza di un intercetto proprio dello sfortunato Mike Brown. Chicago si era poi sciolta davanti ai numerosi tifosi ospiti presenti, senza che si vedesse uno straccio dei nuovi giochi che il game plan offensivo avrebbe dovuto presentare, con un Grossman di nuovo abbastanza impacciato e spesso concentrato sul solo Bernard Berrian (5/83), il quale è probabilmente complice di una chiusura sbagliata della traccia che ha portato al classico intercetto subito dal numero 8 dei Bears. Con Greg Olsen inattivo è stato di nuovo Desmond Clark il TE principale, ma a colpire è stata la frequente imprecisione di Gorssman e l'assenza di un gioco credibile di corse che con Cedric Benson (42 yards) e Adrian Peterson (38) non è mai riuscita a impensierire una delle più forti difese su terra della Nfl.

A questo vanno aggiunti 4 palloni persi, ultimo dei quali in un rocambolesco episodio dove Brandon McGowan, impegnato in un blocco, veniva colpito dal pallone calciato dal punter dei Chargers Matt Scifres. L'ovale riconquistato dai Chargers dava il "la" alla meta di Tomlinson che sigillava il 14-3 finale. Possono così sorridere Minnesota e Detroit, che cominciano in testa il campionato, con i Vikings che fanno a pezzi gli Atlanta Falcons, probabile boccone facile per molte rivali nei mesi a venire.

Minnie piazza un secco 24-3 e apre le danze con Kevin Williams, in grado di riportare in meta un intercetto per 53 yards. In una gara dove la difesa di Minnesota argina agevolmente le velleità  offensive di uno spento Joey Harrington (23/32, 199, 2 INT) e di un Warrick Dunn che senza l'aiuto di Michael Vick è fermato a 55 yards corse, il tempo passa lentamente in una fase di stallo per tre quarti abbondanti quando, quasi improvvisamente, è Adrian Peterson ad accendere la luce e a infiammare il pubblico ricevendo, non senza difficoltà , un lancio corto di un non eccellente Tarvaris Jackson (13/23, 163, TD, INT) e portandolo in meta per 60 yards dopo una magnifica accelerazione sulla sideline di destra.

Per il rookie da Oklahoma un esordio travolgente, con 103 yards corse e la grande meta di cui sopra, una prima assoluta condita da ottime giocate con in più l'arma di saper correre anche lontano dal prediletto lato "protetto" dal grande Steve Hutchinson. Insomma, un'arma che renderà  Minnesota probabile ospite sgradita per molte avversarie anche se Atlanta, coinvolta nel caso Vick e tutto ciò che ne consegue, non è sembrata il test più attendibile da affrontare.
Insieme all'esordio travolgente di AD ecco anche quello di Calvin Johnson, elettrizzante receiver seconda scelta assoluta all'ultimo draft che ha aiutato Detroit a vincere nella baia, in casa di Oakland, la prima gara stagionale. Ancora un po' troppo in difficoltà  in difesa, i Lions hanno comunque vinto abbastanza agevolmente la sfida contro un avversario in costante ricostruzione da tre anni a questa parte, ed anche se il risultato è spesso stato in bilico, il gioco migliore si è quasi sempre visto da parte della squadra del Michigan.

Proprio la difesa, in difficoltà  nell'arginare Josh McCown (30/40, 313) e il gioco aereo tutto, ha fatto sì che i Raiders riuscissero a rimanere in partita fino a pochi minuti dal termine. Ci ha però messo del suo, McCown, facendosi intercettare due volte e perdendo due fumble, dando così a Detroit la possibilità  di scatenare il veterano Jon Kitna, anch'egli vittima di due intercetti ma protagonista in positivo con 289 yards e tre TD, uno dei quali, il secondo, proprio per Johnson. Kitna ha controllato bene il gioco nonostante gli errori, ed ha fatto sì che, soprattutto nel finale, Detroit non sciupasse l'occasione che le si era presentata.
Calvin Johnson ha esordito con 70 yards e insieme a Roy Williams (15/87, TD) sembra poter formare davvero una coppia devastante di WR; se a questo si aggiunge la discreta prova dell'ex Broncos Tatum Bell (15/87, TD) allora, nonostante la difesa, la stagione di Detroit può riservare qualche piacevolissima sorpresa.

NFC South

Carolina Panthers 1-0, Atlanta Falcons 0-1, New Orleans Saints 0-1, Tampa Bay Buccaneers 0-1

Con i Falcons orfani di Michael Vick e sconfitti a Minneapolis, Tampa schiacciata a Seattle e New Orleans battuta nettamente dai Colts, nella South gode la sola Carolina che, vincendo a St. Louis un'importante partita, si trova ad essere sola al comando al termine della prima giornata. Ribaltato un pronostico all'apparenza piuttosto scontato e con in campo un ritrovato Jake Delhomme (18/27, 201, 3 TD), tranquillo e pulito nel far girare palla in avanti, i Panthers sono andati ad espugnare St. Louis per 27-13, puntando anche sull'ottima vena di DeShaun Foster (17/94) che, insieme a DeAngelo Williams (15/62) ha costruito un running game solido ed efficace. Disastrosa la prova del più atteso Steven Jackson, bloccato a sole 58 yards e vittima di due fumble, al quale si va ad aggiungere l'insolita imprecisione del quarterback Marc Bulger (22/42, 167) per completare la disfatta. Tutto da rifare, con l'aggiunta del grave infortunio capitato a Orlando Pace, mentre Carolina, solida in difesa e potente in attacco, sembra poter mettere da parte tutti quei pronostici che vedevano già  vincitori in divisione i Saints praticamente in scioltezza.

Sarà  invece una stagione dura e lunga per tutti, in particolare per Tampa Bay, apparsa senza idee e senza contromisure nel 20-6 subito a Seattle. Jeff Garcia ha fatto del suo meglio, ma mentre Cadillac Williams appare lontano dai numeri che lo portarono alla ribalta nella sua stagione da rookie e che abbandona il campo per infortunio (è stata una settimana pessima sotto questo punto di vista per molti giocatori), i terminali del QB arrivato da Philadelphia non sembrano armi in grado di fare la differenza, con il solo Joey Galloway in evidenza ma ben limitato dalla difesa avversaria. Seattle, invece, ha ritrovato la buona coppia Matt Hasselbeck (17/24, 222, TD) e Shaun Alexander (27/105, TD) che ha spinto i Seahawks a una gara in discesa dopo una avvio stentato durante il quale, i Bucs, si erano portati sul 6-0 grazie a due calci di Matt Bryant (38, 32). Ma Tampa iniziava e finiva lì, in un primi quarto di rodaggio durante il quale Seattle cercava di organizzare le idee e di prendere le distanze dopodiché, per i rimanenti 45 minuti di football, è spesso parso di vedere soltanto una squadra in campo.

Quello accaduto giovedì scorso è ormai cronaca, i Saints sono scesi in campo a Indianapolis assolutamente incapaci di ragionare e di mostrare un gioco offensivo degno di nota. L'unica meta, segnata grazie a un fumble recuperato da Jason David, serve solo a rendere meno pesante una batosta che ha evidenziato un Peyton Manning più leggero e concentrato ora che ha l'anello al dito e capace di affettare le secondarie avversarie con palloni profondi e precisi. Nulla di fatto per i Saints, colpiti in ogni dove in difesa, che si trattasse di Marvin Harrison o di Joseph Addai, ed assolutamente fuori registro in attacco, con Drew Brees fermato a sole 192 yards e con due intercetti a referto, la magnifica coppia Deuce McCallister e Reggie Bush bloccata a 38 yards cadauno e i Colts assolutamente straripanti dopo un primo tempo che solo gli episodi avevano tenuto in parità  (10-10). Nella ripresa solo una squadra in campo, quattro mete e un field goal e se la sconfitta non deve preoccupare più di tanto Payton e i suoi ragazzi per via di una condizione fisica non eccellente e un esordio comunque contro i campioni del mondo, il 41-10 finale desta invece qualche perplessità  su chi vedeva così immensamente favoriti i Saints prima del via.

Con tutte le giustificazioni che è possibile trovare, 41 punti subiti e un attacco nullo sono un bottino piuttosto difficoltoso da registrare come episodio di inizio stagione. Tant'è, se qualcosa abbiamo imparato negli anni, è che la prima giornata serve solo per la classifica finale, e di suo non è poco, ma non dà  ovviamente i riferimenti che tutti andiamo cercando.

NFC West

Seattle Seahawks 1-0, San Francisco 49ers 1-0, Arizona Cardinals 0-1, St. Louis Rans 0-1

Per Seattle, di cui abbiamo in parte parlato anche qualche riga più su, è stata ottima anche la prova difensiva seppure in un test poco probante come quello sviluppatosi al QWest Stadium, in fatti, Lofa Tatupu e Julian Peterson (tre fumble forzati in due) hanno sospinto un reparto molto compatto ed evidenziato un pacchetto linebacker che, secondo le previsioni, sembra davvero registrato a livelli eccellenti. Con i Rams che gettano alle ortiche l'esordio stagionale sorpresi dai Panthers e i Seahawks a rispettare il pronostico, rimaneva lo scontro diretto interno tra Arizona e San Francisco, giocatosi in California per il primo Monday Night stagionale e vera prima apparizione dei Niners dopo la morte del "Genio" Bill Walsh. In una gara piuttosto spenta e condizionata dai molti errori, ma sempre aperta nel risultato, è stato proprio l'ultimo drive di Frisco il miglior modo per ricordare il coach scomparso poche settimane fa. Sotto 17-13 e con 2:58 sul cronometro, i 49ers hanno cominciato l'ultimo drive partendo dalle proprie 14 yards e con un Alex Smith (15/31, 126) fino a quel momento tutt'altro che perfetto, sono riusciti ada arrivare fino in fondo.

Grandi le giocate del QB che trovava subito tre completi prima del two minutes warning e andava poi a risolvere un 4&1, dopo tre incompleti, correndo per 25 yards. Poi un altro incompleto, 22 yards di lancio, il timeout e, al rientro, la corsa in meta di Arnaz Battle per una yard che, insieme al successivo intercetto subito da Matt Leinart (14/28, 102, TD, 2 INT) per merito di Shawntae Spencer, chiudeva la gara. Gara che ha visto le secondarie di San Francisco limitare in modo eccellente il gioco aereo degli ospiti i quali presentano oltre a Leinart una delle coppie di WR meglio assortite dell'intera Nfl. Larry Fitzgerald (3/20) e Anquan Boldin (4/22) non sono però riusciti a far male e a poco è valsa la buona prova di Edgerrin James sulle corse con 92 yards e un TD.

Più in ombra il suo diretto rivale Frank Gore, fermato a 55 yards ma comunque in grado di andare in touchdown, ma la stella più brillante della notte californiana è stata certamente quella di Patrick Willis, linebacker da Ole Miss uscito dall'ultimo draft. Veloce, preciso, tecnicamente perfetto, Willis ha giocato la prima gara per dimostrare che, in aprile, poteva e doveva essere nei primi dieci nomi chiamati, è il tutto gli è riuscito piuttosto bene. Quanto ci metterà  a dimostrare che probabilmente valeva anche qualcosa in più non lo sappiamo, ma è certo che il "fregar di mani" in modo soddisfatto dei tifosi di San Francisco, lunedì notte, si è sentito da molto, molto lontano.

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