Calvin Johnson, receiver da Georgia Tech, probabile prima scelta assoluta a fine aprile.
Eccoci ai giocatori che scatenano maggiormente le folle del pubblico NFL e, di fatto, sono sempre tra i prezzi più pregiati ad un draft. Runningback e Wide Receiver, la vita e il ruolo di chi l'azione la deve concludere con il maggior guadagno possibile e segnare touchdown a più non posso. Due ruoli che riassumono l'esaltazione del fisico e dell'atletismo, la capacità di portare palla in corsa, di riceverla in modi impossibili, di seminare l'avversario in ogni circostanza. Questo è il mondo di chi completa l'attacco nelle sue fasi terminali, quando l'ovale esce dallo snap e, passando dal quarterback, finisce a uno di questi giocatori, da quel momento in poi l'uomo più seguito al mondo da occhi curiosi e timorosi di tifosi amici e rivali. Inutile dire che, anche nel 2007, qualche grande nome da spendere è già stato trovato da un pezzo.
Running Backs
Partiamo ovviamente dagli halfback, quelli che comunemente sono definiti runningback per differenziarli dal fullback che, concretamente, è a sua volta il secondo runningback nel backfield. Halfback, appunto, e Adrian Peterson naturalmente. AD per amici, compagni e avversari, AD (All Day, soprannome rifilatogli dal padre in gioventù) per tutti insomma. Se qualcuno può avere dubbi sul 6-2 per 218 lbs. da Oklahoma questi riguardano solo ed esclusivamente gli infortuni che il junior dei Sooners ha collezionato nelle ultime due stagioni; il resto è un insieme di classe e potenza davvero invidiabili. Le sue 4045 yards guadagnate in tre anni (titolare sin dalla stagione da freshman) sono solo una parte del biglietto da visita di un giocatore potente, veloce e con una grande visione del gioco. RB a tutto tondo, Peterson ha la giusta pazienza per colpire il buco nel momento giusto e tutte le qualità per correre con potenza all'interno dei tackle e con rapidità all'esterno. Non molto utilizzato sulle ricezioni, AD ha messo comunque in evidenza due mani morbide e capaci di ricevere il pallone in caso di situazioni particolari.
Un atleta straordinario che solo per le esigenze di alcuni team può finire fuori dal podio del draft, ma che non avrà alcun problema a stare nella top five. Chi uscirà invece dai top 10 è, probabilmente, Marshawn Lynch, altro junior da California. Il 5-11 per 215 lbs è atleta molto più "piccolo" rispetto a Peterson, ma corre controllando il corpo in modo sublime e, sfruttando baricentro e forza fisica, è stato uno dei runner più difficili da abbattere in NCAA. Ha bisogno di diventare un po' più veloce se vuole essere un fattore completo al piano di sopra, ma il ragazzo ha mostrato nelle sue stagioni da sophomore e da junior una grande abilità nel massimizzare ogni guadagno su corsa e un buon istinto nel ricevere. Alle 2602 yards corse (21 TD) degli ultimi due campionati vanno infatti aggiunte le 453 ricevute con 4 mete solo nella stagione 2006.
Deve migliorare nel ruolo di pass protection quando rimane nella tasca a bloccare, ma sia come runner che come receiver ha messo in evidenza buone doti, anche se alcune tracce fuori dal backfield è apparso abbastanza impreciso. Un first rounder che darà comunque buone soddisfazioni nel corso del tempo.
Green Bay (alla 16) potrebbe essere la squadra tentata dalla scelta di un RB, ma il resto del draft sarà costruito molto su difesa e linee. Di conseguenza non è improbabile che, per la terza scelta tra gli halfback, si debba aspettare il secondo giro. Qui ci sono Michael Bush (Louisville), Kenny Irons (Auburn) e Michael Pittman (Ohio State) a giocarsi la terza piazza. Bush è un junior da 6-3 per 247 che ha visto precipitare le proprie azioni dopo essersi rotto la gamba nella gara d'esordio come senior un anno dopo la sua esplosione (1143 yards, 23 TD su corsa) che sembrava definitiva. L'infortunio subito è una spada di Damocle che pende sul nostro, i quale dovrà dimostrare di essere completamente recuperato e di poter rimettere in evidenza certi numeri, dovuti soprattutto al suo fisico immenso e alla capacità di muoversi con agilità e disinvoltura anche nelle situazioni di lancio.
Kenny Irons (5-11/200 lbs, senior) è il nipote del linebacker Grant Irons (Oakland Raiders) che nel 2002 entrò in NFL grazie ai Buffalo Bills. Il più giovane Kenny fu notato dall'Università di Auburn dopo due stagioni passate a South Carolina. Un anno in redshirt e l'esplosione del 2005 con 1293 yards. Non velocissimo, Irons sfrutta una buona rapidità nello stacco da fermo, e mostra grandi qualità da RB puro; bravo a cercarsi il buco e capace di correre la palla in situazioni sia di "in" che off-tackle, Irons non può rendersi troppo utile sui lanci, ma ha le caratteristiche perfette per inserirsi in quei team che giocano oggi con due buoni nomi nel ruolo di runningback.
Rimane, tra i nomi più importanti, Antonio Pittman (5-11/207, junior) vincitore del Fiesta Bowl nel 2005 e finalista al BCS Championship dello scorso gennaio con i suoi Buckeyes. Pittman ha passato a dividere il ruolo da titolare nella sua stagione da freshman per prendersi poi, dal secondo anno, i gradi di titolare nel backfield di OSU. Non è un RB a tutto tondo, anzi, ma è molto potente e dotato di una buona progressione il che lo rende un giocatore devastante nel "dritto e forte" conosciuto anche come "north-south run" al di là dell'oceano. Pittman è certamente un atleta che ha bisogno di lavorare, ma è anche l'uomo che, sin da oggi, può creare un big play dopo l'altro se messo dietro una buona linea capace di aprire i varchi giusti. Quando Pittman entra nel buco e prende spazio può essere inarrestabile, ma la NFL sarà un duro banco per lui.
Non dispiace Tony Hunt (6-2/230 lbs, senior) il quale cresciuto sotto le attente mani di Joe Paterno in quel di Penn State, ha messo su una stagione da favola (1386 yards) proprio nell'anno in cui i Nittany Lions hanno fatto flop partendo tra i favoriti, e campioni in carica, nella Big Ten. Non è probabilmente giocatore da big play, ma è in grado di prendere yards su ogni tentativo, correndo bene nel mezzo e senza perdere troppi palloni. Il controllo del corpo è ottimo e, pur non essendo un gran "rompi-placcaggi" riesce sempre a spingersi in avanti a prendere un paio di yards in più dopo il tackle.
Un'occhiata ora ai fullback, il lato meno affascinante e più massacrante nel gioco del runner. Brian Leonard (6-2/235), secondo molti ranking e altrettanti analisti il primo della lista, ha buone chance di uscire al secondo giro, rimanendo così al primo giorno di chiamate. Uscito come senior da Rutgers, Leonard ha accumulato parecchia esperienza nei quattro anni giocati all'interno della Big East e si è messo in evidenza come giocatore molto equilibrato, potente e capace di alternarsi bene in entrambe le posizioni caratteristica che, se al college è molto utile, nei pro rischia di rivelarsi un'arma a doppio taglio nel momento stesso in cui non si riesca ad essere né ottimi portatori di palla né bloccatori concreti. Con qualche dubbio Leonard cercherà di completare ciò che il fratello Nate ha dovuto abbandonare per via di un infortunio gravissimo che lo obbligò a dire addio alla carriera. Entrambi sono cresciuti a Rutgers.
Per molti analisti la corsa dei fullback si chiude qui; ruolo sempre meno approfondito in NFL, tra i pro si cerca sempre più spesso quel giocatore che, magari partendo da tight end, sia in grado di muoversi come FB in caso di necessità . Se Brian Leonard si è messo in mostra come atleta comunque a 360 gradi e può sfruttare così la propria tecnica per carcere di emergere, gli altri nomi sono tutti da bassifondi del draft con alta percentuale di rischio di finire undrafted. Le'Ron McClain (6-1/257, senior, Alabama), ad esempio, è considerato il secondo migliore nel ruolo da buona parte degli scout, ma si gioca alla pari le chance di venire scelto a quelle di finire free agent. Nessuna certezza. Per finire in NFL come fullback, oggi, servono più qualità , bisogna aver accumulato molta esperienza dimostrando di poter correre la palla con buona dote, di essere abbastanza rapidi e fisici. Tutto questo manca a McClain, atleta fisicamente ben piazzato ma un po' troppo lento in ogni situazione e con pochi highlights come portatore da mostrare; i workout a Indianapolis possono essere una buona ancora di salvataggio per un atleta considerato da qualcuno un possibile sleeper ma, in questo caso, servirebbe davvero avere a disposizione un'infinità di video di partite del giocatore in questione per capirne davvero la profondità .
Pochissime le possibilità di essere chiamati di Jason Snelling, Cory Anderson e gli altri "nomi grossi" di questa posizione.
Wide Receivers
Segnatevi la sezione in questione, da queste parti può uscire la prima scelta assoluta per il 2007. Non ci dilungheremo nello spiegare perché Al Davis potrebbe potare ai suoi Oakland Raiders proprio un receiver (e non, che ne so, un quarterback) e quanto questi, senza un passer decente, possa risultare comunque una scelta rischiosa ma, tant'è, Calvin Johnson (6-5/239 lbs, junior) è il nome che più circola di recente, un nome che si è fatto strada pian piano dal 2005 a oggi fino a superare praticamente ogni rivale.
Vada come vada quando si parla del WR in arrivo da Georgia Tech come junior ci si scontra per forza di cose con uno dei migliori prospetti nel ruolo usciti negli ultimi anni. Calvin Johnson è forza fisica, velocità immensa, un atleta terrificante dotato di lunghe braccia e mani favolose. Pecca in concentrazione, un difetto forse dovuto a una certa spavalderia, e questo lo porta a sbagliare molto in alcune partite. Deve maturare, ovviamente, ma l'investimento su di lui è garantito al cento percento e le 1202 yards alzate nell'ultimo anno di college, con 15 touchdown, sono un buon biglietto d'ingresso. Le sue 40 yards corse in 4.35 a Indianapolis poi sono impressionanti, il ragazzo è un missile. Siete avvisati.
Lo segue Dwayne Jarrett (6-5/210 lbs, junior, USC) receiver cresciuto in uno dei sistemi migliori della NCAA, sotto le cure di ottimi coaches e di un disegno offensivo che prepara alla perfezione al salto verso il professionismo. Jarrett ha messo a referto 3138 yards in tre anni, superando le mille yards negli ultimi due anni e fermandosi comunque a 849 nell'anno da freshman dove tenne comunque a 15.4 la media e segnando 13 TD. Pur non essendo velocissimo Jarrett possiede grandi qualità nel controllo della palla, nel movimento del corpo e in una struttura fisica che gli permette di ricevere più alto di molti pariruolo grazie alla lunghezza delle leve.
Non dovrebbe mancare il primo round nemmeno Ted Ginn jr (6-0/180, junior, Ohio State), velocissimo ricevitore che pur mancando in completezza è letale quando si attacca il profondo e può essere, oltre che WR di situazione, un eccellente ritornatore già dal suo anno da rookie. Non potendo sfruttare un fisico immenso Ginn può giocare aggredendo il downfield e seminando i defensive backs grazie a una velocità che, prima delle combine, era ufficiosamente ferma a 4 secondi e 30 sulle 40 yards, ma questo record vale poco e, nell'Indiana, pare che Ginn abbia deciso di non correre rischiando di perdere posizioni al draft.
Sfruttando la velocità e la possibilità di eccellere sul profondo e tra gli special team, Ginn potrebbe comunque avere la meglio su Dwayne Bowe (6-3/217 lbs, senior, LSU), giocatore più completo nel correre le tracce ma talvolta pasticcione con le mani e dotato di una velocità di punta nettamente inferiore. Discorso simile per Sidney Rice, che personalmente preferisco e metterei come terza scelta tra i WR; 6-4 per 202 lbs con gli anni di un junior ma che uscirà col grado da sophomore per via di un anno in redshirt che gli viene contato come "pieno" assicurandogli così i gradi giusti per essere eleggibile. Pecca in esperienza il giocatore da South Carolina che nei due anni giocati ha comunque messo in evidenza doti straordinarie. Un anno in più gioverebbe di certo, ma in due campionati Rice è riuscito a mettersi abbastanza in evidenza per essere considerato un "first rounder" ed ha un cognome che promette qualcosa di buono. Veloce quanto basta, buone doti atletiche, è arrivato a 2233 yards in 24 partite ma ha soprattutto un grande potenziale da scoprire e curare.
Altri due nomi importanti prima di passare a uno sleeper e rimandare il tutto ai quarterbacks. Robert Meachem (6-3/210, junior, Tennessee), veloce receiver dotato di un buon fisico che controlla alla perfezione quando corre e quando riceve, anche in mezzo al traffico. Atleta interessantissimo è sicuramente da primo giorno di scelte dove si trova in vantaggio insieme a Anthony Gonzales (6-0/195 lbs, junior, Ohio State) rispetto a Craig Davis (LSU), Johnnie Lee Higgins (UTEOP), Chansi Stuckey (Clemson) e Jason Hill (Washington State) altri grandi prospetti da "day one pick". Gonzales approfitta della grande pubblicità che si è fatto in questa prima stagione da titolare e della grande stagione dei suoi Buckeyes, ma, nonostante la perfezione con cui corre tutte le tracce immaginabili, non ha accumulato né i numeri né l'esperienza sufficienti per essere una scelta certa. Diciamo che il materiale su cui lavorare è in prospettiva molto buono, dipende molto da chi sarà lo scultore che dovrà lavorarci su e con quale passione lo farà .
Curioso come venga snobbato in modo quasi integrale Vincent Marshall, slot receiver da Houston. Vero, le sue misure (5-8/175 lbs) lo rendono particolarmente "piccolo", ma il giocatore in questione è entrato nel 2006 con la striscia di partite consecutive con almeno una ricezione (36) più lunga in Division I, striscia poi chiusa a 49 nell'ultima gara del 2006 contro Southern Mississippi. Veloce e buona soluzione anche come returner, Marshall attacca benissimo in velocità , ha buone mani per giocare sul medio-corto e può davvero andare oltre l'aspetto fisico che sembra penalizzarlo. Insomma, "se il vino buono sta nella botte piccola" o, come direbbero a casa di Marshall, “good things come in small packages”, bene, allora forse qualche sorpresa potrebbe arrivare proprio da questo "slot tascabile".