Joe Thomas, OT da Wisconsin, è pronto a una chiamata molto alta nel draft.
Sul finire delle combine di Indianapolis, cambiano alcuni giudizi degli esperti e in particolare degli scout, ma il valore dei prospetti più interessanti resta pressoché intatto. Calerà probabilmente l'ingaggio iniziale per chi dovrà scendere di qualche posizione, ma a piangere sarà solo il maialino salvadanaio dei ragazzi in questione, non certo i giocatori che andranno a cominciare la propria carriera NFL. Terzo appuntamento, linemen, offensivi e difensivi. Draft profondo, soprattutto in attacco, e prospetti che andiamo ad illustrare o, almeno, ci proviamo. Terza tappa di Playit, si comincia dalla O-line.
Offensive Linemen
Ruoli poco visibili, soprattutto agli occhi di un neofita inesperto; posizioni poco spettacolari, lontane dagli highlights stagionali. Eppure proprio sul fronte cinque offensivo si costruisce l'inizio di ogni azione, proprio dalla linea d'attacco dipendono il futuro, i numeri e le fortune di buona parte dei quarterback e dei runningback della lega. Dallo snap ai blocchi, dalla protezioni ai buchi per le corse, la linea svolge un ruolo fondamentale e, quest'anno, non sono poche le squadre che mirano a migliorarla; la profondità dei ruoli, soprattutto tra i tackle, dovrebbe accontentare parecchi head coach, anche al primo giro.
E proprio dai tackle cominciamo, nominando in maniera abbastanza scontata Joe Thomas (6-8/313, senior) da Wisconsin, il quale denuncia sette libbre in più rispetto ad inizio anno rendendo come al solito impossibile capire quanto ci sia di vero nei numeri dichiarati da lega, franchigie, università . Tralasciando questo dettaglio parliamo comunque di un tackle sinistro da considerare tra l'elite degli eleggibili al prossimo draft, un giocatore in grado di piazzarsi anche tra i primi cinque picks senza problemi (qualcuno sospetta un dritto sul podio e poche chiacchiere). Gli analisti sottolineano il fatto di due gambe che hanno bisogno di panca per diventare più robuste, più solide, ma il ragazzo in questione è uno di quegli atleti che sulla linea sa fare più o meno tutto, riuscendo a tenere lontano gli avversari con una certa facilità . Se non cambierà nulla in modo inaspettato, il primo uomo di linea ad uscire sarà lui, seguito da Levi Brown (6-5/328, senior) da Penn State, quindi di nuovo dalla Big Ten, non certo la lega dell'oratorio.
Brown ha giocato per la squadra di coach Paterno sempre alla sinistra del muro offensivo, unico lato positivo della difficilissima stagione dei Nittany Lions. Primo giro praticamente certificato, Levy Brown ha un fisico mostruoso al quale riesce ad aggiungere una buona rapidità ed un eccellente partenza sullo snap. Non ha l'agilità e i movimenti perfetti di Joe Thomas, ma siamo di nuovo di fronte a un grandissimo atleta, secondo solo al prospetto di Wisconsin e quasi certo di uscire tra i primi dieci, anche se nella seconda metà della prima decina di scelte.
Joe Staley (6-5/300, senior, Central Michigan) è un prospetto da primo giorno, probabile alto del secondo giro, tackle sinistro ottimo nella protezione del quarterback e, anche se non pesantissimo, dotato di una buona forza ma, soprattutto, di grande velocità . Tiene il passo Aarron Sears (6-4/320, senior, Tennessee) il quale non ha perso le speranze di diventare first rounder, mentre Tony Hugo (se scivola in basso questo è un bel regalo da farsi per chiunque) da Arkansas e Ryan Harris da Notre Dame firmerebbero per rimanere tra le scelte del primo giorno.
Tutti loro possono comunque stare tra le prime due tornate, logico che la differenza la faranno il mercato free agency che inizierà tra poco ed il modo conseguente in cui si muoveranno i 32 team NFL. Di quasi sicuro c'è che tra i primi tra uomini di linea chiamati ci dovrebbe essere una guardia, e probabilmente il nome in questione è Justin Blalock da Texas. Il tackle destro dei Longhorns è considerato uno dei migliori giocatori di linea mai passati da queste parti, ha in dote un peso incredibile (329) al quale unisce una forza sovrannaturale, un grandissimo controllo del corpo e una buona duttilità . Sembra non muovere troppo bene i piedi, ma questo è un fattore su cui lavorare con calme prima che diventi un problema di equilibrio davvero eccessivo; non essendo un ballerino, comunque, non dovrebbe perdere posizioni come prima guardia del draft per questo dettaglio, a meno che dai workout non venga fuori che Ben Grubbs da Auburn (altro senior da 318) non valga qualcosina in più. Dicono che gli manchi quello che in america è definito il "killer instict", ma il ragazzone qua è rapido, robusto, forte e bravo sia a proteggere il backfield che nei pull in uscita dove sposta a piacimento quasi tutti gli avversari o raddoppia, con estrema rapidità , sul lato opposto. Eccellente.
Josh Beekman (6-1/321, senior, Boston College) sembra essere l'unico vero rivale dei due sopraccitati, ed anche se le chance di essere chiamato per primo tra i pariruolo sono praticamente nulla, va detto che se uscisse, come prevedibile, per primo Justin Blalock, allora per molti analisti la sfida con Grubbs sarebbe aperta. Gli serve peso, e questo un po' lo penalizza, ma per settembre potrebbe essere pronto; Beekman ha un grande controllo del corpo, difende benissimo sui passaggi risultando un blocker quasi insuperabile.
Fin qua nessuno scossone, dopo queste tra guardie però la lotta sembra apertissima per chiunque dal basso secondo giro in poi. Dipenderà , come già ripetuto alla nausea, dalle combine, certamente, ma anche dalle necessità dei team, come al solito fondamentali. Marshal Yanda, Manuel Ramirez, Tim Dickworth e altri sono i nomi che gireranno nei giri meno seguiti del draft. Cercate uno sleeper? Non tra questi allora, probabili secondi, terzi o quarti giri, ma alcuni esperti consigliano un certo Marcus Lindsay da Louisiana Tech titanica guardia destra (6-7/385) vicina ai 175 chilogrammi pieno di esperienza e forza bruta; altrimenti strizzate l'occhio a Kurt Quarterman da Louisville altra simpatica RG che, assicurano, non si sposta nemmeno a colpi di cannone. Quanta esagerazione per gente poco considerata da qualsiasi ranking" ma non sarebbero sleeper se fossero su tutte le liste della spesa. Buona caccia.
Per la O-line rimangono i centri, che nel solo Ryan Kalil (6-3/285, senior), esperto centro di USC, ripongono chance concrete di rimanere entro le prime 64 chiamate, con una forte propensione verso le seconde 32, ovviamente. Cresciuto in un gran sistema Kalil sa muoversi bene, è abbastanza forte ed abilissimo nel leggere gli spostamenti avversari; leader assoluto tra i compagni si regalerà certamente una buona carriera. Il resto offerto dal ruolo non dà invece molte garanzie, difficile vedere atleti di questa posizione uscire ancora nel primo giorno di scelte. Spicca Doug Datisi di Ohio State per la grande esperienza accumulata in tutte le posizioni della linea e le capacità reattive quando gioca davanti al quarterback; considerato mid-rounder, si gioca la probabile medaglia d'argento con l'hawaiano Samson Satele, aggressivo giocatore uscito dall'arcipelago più famoso del mondo con la fama di giocatore versatile e abilissimo nel muoversi negli spazi dopo lo snap come bloccatore o per aprire porte per corse dritte e forti. Un compagno di avventura affidabile sul quale fisico crescono i primi veri sospetti.
Il resto, oggettivamente, si perde in basso nei ranking per un ruolo come al solito con pochi picchi di grandezza, ma l'ultimo nome che sembra giusto segnalare è quello di Kyle Young, un 6-5 per 330 da Fresno State che, se curato nel modo giusto, può diventare un ottimo investimento per il futuro di qualsiasi franchigia. E' lento, ma a tratti devastante. Fate attenzione.
Defensive linemen
Jamaal Anderson o Gaines Adams? Questa la sfida tra I due più apprezzati defensive end del draft 2007. Non ci saranno Mario Williams questa volta, gli uomini di linea difensiva sceglieranno per forza, ma già intorno alla quinta o sesta scelta una chiamata potrebbe arrivare. Dipende dagli Arizona Cardinals, che forse dovrebbero riguardare più alla linea offensiva, o dai Washington Redskins, che magari una rispolverata per rendere più compatta la difesa potrebbero anche decidere di darla. Da lì in poi tutto è possibile, ma è abbastanza evidente che saranno i due giocatori di cui sopra a giocarsi la prima scelta in questo ruolo e, probabilmente, di tutto il reparto difensivo.
Anderson, 6-6 per 280 è un junior che esce da Arkansas dove ha messo in mostra qualità molto buone e alzato, soprattutto nell'ultimo anno, numeri pazzeschi. I 13.5 sacks del 2006 sono qualcosa di incredibile considerata la scarsa esperienza come starter del giocatore ed un velocità discreta ma non certo eccellente. I la talento sembra davvero di un livello superiore, ma i punti interrogativi su un junior che azzecca la stagione della vita sono tanti, o comunque abbastanza da portare molti a pensare che Gaines Adams (6-5/260, senior, Clemson) possa essere una scelta più sicura nonostante perda qualche cosa in peso e fisico.
Sicuramente Adams ha bisogno di pesi e panche per rinforzarsi ad un livello superiore a quello su cui si è standardizzato, ma il resto per entrare nella NFL lo ha tutto e può essere un elemento importante sin dal primo snap. Titolarissimo nelle ultime due stagioni di NCAA (con 15 e 17.5 sacks) si è messo in luce come pass rusher tremendo ed ha una versatilità maggiore di Jamaal Anderson, ossia colui che è visto come il suo maggior rivale al prossimo draft. Adams è capace di essere linebacker in una situazione di 3-4, ed ha mostrato una grande continuità . Perde in peso, lo abbiamo detto, ed anche se è una mina vagante quando penetra nel backfield, non riesce ad avere la stessa efficacia sulle corse.
A fare il guastafeste, con poche probabilità di riuscita, proverà Adam Carriker (6-6/295 lbs) pesante senior da Nebraska capace di esplodere una forza fisica mostruosa. Non è velocissimo e fatica a proteggersi quando viene aggredito da blocchi avversari, soprattutto bassi, ma è a sua volta un buon bloccatore e un ottimo placcatore. Forse un altro first rounder, di sicuro un "day one pick" come Jarvin Moss 6-6/251) rapido senior da Florida.
La storia, in realtà , qui si complica un pochino, perchè usciti dai due top prospect molto dipenderà dalle necessità delle linee e dei ruoli da ricoprire. Se Moss può interessare chi ha bisogno di un giocatore rapido da mettere a destra in una 4-3, Victor Abiamiri (6-4/270) da Notre Dame, può essere utile a chi cerca un run blocker che non disdegni buone capacità di pass rush e capace di giocare su ambo i lati della linea ma che andrebbe maggiormente curato sul lato tecnico.
Per Abiamiri si potrebbe spendere anche l'idea di un primo giro, ma se così non fosse finirebbe nel calderone del secondo round dove ogni passaggio è quello buono; gli stessi Quentin Moses (6-5/257, senior) o Charles Johnson (6-2/270, junior), entrambi da Georgia University, puntano in alto e con un discreto biglietto da visita, ma non tutti riusciranno a soddisfare la propria voglia di arrivare tra i primi, anche se la covata di ends per il 2007 è in prospettiva molto buona.
E i tackle? Mischieranno le carte del mazzo insieme agli end, rendendo così più duro per i prospetti meno in vista il compito di risalita. Tutti d'accordo su Alan Branch (6-6/331 lbs, Junior, Michigan), nose di ottima stazza dotato nonostante questo di un atletismo pauroso; non velocissimo e da migliorare tecnicamente il ragazzo vive di una forza bruta incredibile, e visto la versatilità non avrà problemi a ritagliarsi un ruolo in qualsiasi schema. In passato ha giocato tackle nelle difese 4-3 e end nelle 3-4, dimostrandosi poi, ovviamente, un buonissimo nose guard per entrambe le situazioni.
Ipotizzando due sole chiamate al primo giro in questo ruolo e dando per scontato che Alan Branch possa davvero essere la prima scelta, ecco che sarà interessante capire chi tra Amobi Okoye e Quinn Pitcock, a mio giudizio i due migliori per completare il terzetto di testa, possa finire in questa situazione.
Okoye (6-1/317, senior, Louisville) è in vantaggio sul "leggero" tackle da Ohio State (6-3/295, senior), il quale ripaga l'assenza di fisico con una grande velocità . Il talento da Louisville sfrutta una maggior versatilità e una capacità di penetrazione invidiabile, con un esplosione nel 2006 che ha regalato al draft un talento davvero interessate; nel giusto sistema difensivo può risultare un'arma micidiale già a settembre quando si arriverà al primo kick off stagionale, mentre Pitcock è necessariamente da appesantire e inserire in una 4-3 piuttosto collaudata dove serva un buon bloccatore sui running game avversari e, soprattutto, dove possa crescere al meglio accumulando esperienza. In vantaggio Okoye, quindi, ma non sono da escludersi sorprese in base alle necessità delle singole squadre, ed ecco che, allora, può farsi avanti anche il nome di Justin Harrell (6-4/300, senior, Tennessee) che sembra difettare solo in continuità e salute, un aspetto, quest'ultimo, da non sottovalutare quando si approda al piano di sopra.
DeMarcus Tyler (6-2/305, senior, North Carolina State) conosciuto anche come Tank, altro elemento certo del sabato (il primo giorno del draft), che ha accumulato parecchia esperienza da titolare ed ha mostrato miglioramenti continui stagione dopo stagione. Anche lui pecca per qualche limite di resistenza sul campo che ne mina in parte la continuità , ma non sembra poter perdere l'occasione certa di uscire tra i primi 64.
Da tenere d'occhio, per buttare un classico nome a effetto, Ryan McBean (6-5/290, senior, Oklahoma State), da molti considerato un pezzo poco pregiato per questo draft ma che nasconde un talento davvero immenso. McBean non è robustissimo e caratterialmente non è facile da gestire, tanto che il suo andamento "up and down" è spesso dovuto proprio a mancanza di concentrazione e poca volontà nell'esprimersi ai livelli che, realmente, gli competono. Grande atleta, veloce e molto fisico, deve essere curato attentamente da chi se lo troverà in casa, ma la possibilità di sfruttarne una buona “duttilità “ e la capacità di invertire il ruolo sulla D-line possono nascondere grandi sorprese.