Zach Miller, da Arizona State, ha buone possibilità di diventare il primo TE scelto al prossimo draft.
In piena "zona combine" comincia il viaggio di Playit attraverso i prospetti più interessanti tra gli eleggibili per il draft 2007 che si svolgerà nei giorni del 28 e 29 aprile. Il salto dal college ai pro vedrà coinvolti come al solito centinaia di giocatori che alle combine cercheranno di migliorare o, in alcuni casi, perlomeno di non peggiorare la propria situazione agli occhi di scout, coach e general manager. Cominciamo la carrellata dai tight end con un breve passaggio sui kicker per cercare di capire chi, in questi due primi ruoli curati, può rappresentare un buon prospetto; cercando di non dimenticare, come sempre, che il college non è la NFL e che il draft non è una scienza esatta. Mai, più o meno.
Tight end
Ruolo in parte riscoperto nelle ultime due tornate grazie alle scelte di Heath Miller, buon punto di riferimento nell'attacco campione del mondo degli Steelers 2005 e Vernon Davis, scelta altissima, e all'apparenza molto buona, per i San Francisco 49ers versione 2006.
Difficile che l'evento si ripeta quest'anno, l'unica squadra a poter dare chance ai giocatori in questa posizione potrebbero essere i Chicago Bears, ma l'idea che i campioni uscenti della NFC decidano di aiutare Rex Grossman rinforzano la linea prima di pensare a dare il cambio a Desmond Clark non è per niente campata in aria.
I nomi importanti comunque ci sono, e sono principalmente due: Zach Miller (6-5/252 lbs, junior, Arizona St.) e Greg Olsen (6-5/252 lbs, Junior, Miami FL). I due ragazzi devono aver fatto la stessa pensata, ossia uscire anzitempo dal college per sfruttare il nome e la pubblicità che sono riusciti a farsi nelle ultime due stagioni di NCAA e usufruire di una pole position in un ruolo non eccessivamente profondo. Difficile dire chi dei due uscirà per primo, anche se molti mock sembrano dare favori a Olsen. Chi vi scrive, invece, preferisce Miller, TE dalle mani di fata che miscela un'ottima capacità di corsa ad un buon atletismo.
Preciso nelle tracce, anche profonde, Miller non ha droppato molti palloni nei suoi anni passati ad Arizona State, e ha mostrato una grande capacità nel catturare l'ovale anche in mezzo al traffico delle difesa. Atleta solido capace di mettere a referto 1512 yards ricevute in tre anni, a Miller difetta la capacità di essere un bloccatore concreto e un fisico che, nonostante il peso, andrà migliorato su standard professionistici. Greg Olsen, in tutta franchezza, non è peggiore del pariruolo di cui sopra, ma rispetto a Miller manca in precisione quando si tratta di correre sul profondo.
Se fisicamente e come velocità (non eccelse) i due si assomigliano, così come per le mani parliamo di standard davvero buoni, Olsen pecca a sua volta nei blocchi in protezione del backfield e, sul profondo, fatica davvero a rendere le giuste routes. Vero anche che il giocatore di Miami (1170 yards in NCAA) sembra poter conquistare più yards dopo la ricezione, grazie a un miglior controllo del corpo che gli permette di conquistare gli spazi anche se, dopo il primo contatto, difficilmente gli vedrete fare molta strada.
Teoricamente l'interesse più vivo nel ruolo cesserebbe qua, difficile infatti che fuori nel primo giorno di scelte possano uscire altri nomi al di fuori di Olsen e Miller. Vale la pena comunque ricordare alcuni giocatori che potrebbero trovare spazio in basso al secondo giro o, più probabilmente nel mucchio tra il terzo e il quarto. Interessante per una carriera fatta di interventi in determinate situazioni di gioco o, comunque, come buon backup, è Scott Chandler (6-7/257 lbs, senior, Iowa), 1467 yards conquistate al college per un atleta piuttosto "timido".
Timido sì, perché a Chandler sembra mancare la giusta aggressività per affrontare con continuità una vita da professionista; atleta da completare difetta nei blocchi e non sembra essere un tight end molto fisico, anche se le mani non sono male.
Matt Spaeth (6-7/265 lbs, senior, Minnesota) colosso piuttosto lento e non adatto al gioco troppo lungo diventa un fattore nei pressi della endzone grazie alla capacità di ricevere "col corpo", ossia di coprire benissimo il pallone col fisico nelle ricezioni in short yardage su palloni rilasciati con una certa rapidità . Tra i più esperti nel settore (in campo sin dall'anno da freshman), Spaeth è cresciuto in un sistema molto propenso alle corse ed è quindi abituato a bloccare, piuttosto bene, per il proprio running back. Se dovessimo puntare un euro su un terzo TE da primo giorno Matt Spaeth sarebbe forse il nostro uomo, non c'è tanto da costruirgli intorno, ma nelle situazioni ideali può rendere molto pur senza alzare numeri da favola in ricezione.
Occhi puntati infine su Ben Patrick, prospetto poco conosciuto da Delaware (6-4/270 lbs, senior) che a spallate si sta facendo strada tra gli atleti più interessanti nell'ambiente scout e Joe Newton (6-7/256 lbs, senior, Oregon St), giocatore a rischio infortuni e non troppo atletico ma determinante nella redzone e capace di buoni blocchi e tracce pulite.
Kicker & punter
Siamo a ruoli che spesso finiscono undrafted o comunque in chiamate piuttosto base nella maggior parte dei casi. L'erede di Adam Vinatieri potrebbe essere Mason Crosby (6-2/210 lbs, senior, Colorado) considerato da molti un prospetto da non lasciarsi sfuggire, con previsione addirittura da first round pick. Il ruolo del place kicker non è semplice, ma Crosby sembra poterlo ricoprire in maniera perfetta se seguito con attenzione da un buon coaching staff. Si dovrà lavorare sulla precisione nei field goal, evitando quei palloni schiacciati che, di tanto in tanto, lo hanno portato a un blocco degli avversari. La potenza non manca, il suo record è 60 yards ed in tre stagioni su quattro ha spedito l'ovale nel goal post almeno una volta da oltre le 50. Nei kick off è fenomenale, sfruttando la potenza può creare una marea di touchback quando necessario e certamente dare pessime posizioni di partenza per i returner. Già considerato un clutch per via della freddezza con cui affronta ogni situazione, Crosby è pronto per abbracciare la NFL.
Seguono Justin Medlock (6-0/197 lbs, senior, UCLA), piede da 50 yards pulite, e Nick Folk (6-1/215 lbs, senior, Arizona) potente ma non accuratissimo e, forse, l'unico a poter "pretendere" una sicura chiamata nel draft e non finire nel vortice degli undrafted.
Daniel Sepulveda (6-3/260 lbs, senior, Baylor) è un punter dallo stile pulito e vicinissimo alla perfezione. Chi lo conosce bene parla di uno dei migliori punt nel trattare la palla dopo il long snap; Sepulveda è armato di una gamba piuttosto potente ma non è precisissimo quando deve piazzare la palla negli angoli del campo. Porta con sé il vantaggio di essere abbastanza rapido e mobile per il ruolo e di poter chiudere da ultimo uomo, in placcaggio e senza timore, la fuga del returner. Grazie al buon uso delle mani risulterà perfetto anche come holder, impossibile non vederlo chiamato a questo draft.
Adam Podlesh da Maryland (6-0/205 lbs, senior) è il miglior contender di sepulveda per il ruolo di primo punter da scegliere; qualcuno lo vede meglio del prospetto precedente, altri addirittura lo piazzano al secondo giro. La gamba è potente, la precisione c'è tutta ed il ragazzo ha buon fisico. Non tratta la palla come Sepulveda, ma calcia rapidamente (non è mai stato bloccato) e tiene l'ovale in aria per parecchio tempo.
Dopo i due giocatori di cui sopra è difficile dire chi potrebbe essere un altro punt su cui sprecare un pick, ammesso che ci siano squadre davvero bisognose di coprire il ruolo da non poter permettersi di aspettare gli undrafted da invitare, magari, al rookie camp. Da valutare sicuramente Alex Reyes da Texas Tech e Sean Douglas da Washington, ma anche Brandon Fields da Michigan State si giocherà le proprie carte. Non dimentichiamo che, tolti gli anni settanta dove il ruolo completò la propria evoluzione (il primo fu scelto nel 1963 poi, per sei anni, il nulla) i punter scelti al draft superano raramente le quattro unità ; nel nuovo millennio ne sono stati chiamati sempre due, tranne nel 2004 dove le scelte furono tre. I tempi per scoprire il nuovo Ray Guy, first rounder, leader e punter capace di essere un fattore fondamentale per i Raiders, non sembrano ancora maturi.