Chi viene e chi va

Ken Whisenhunt avrà  il compito di portare in alto i Cardinals.

Dall'inizio della free agency nel 1993, nella NFL si è assistito ad una media di sette cambi di allenatore ogni anno. Così, visto che nella NFL la tradizione va di moda, il 2007 non ha fatto che continuare il trend con sette squadre che hanno preso questa difficile decisione.
È interessante notare come, in barba a tutti i bei discorsi sull'importanza della continuità  circa il personale alla guida di una squadra, la NFL abbia visto negli ultimi tredici mesi ben diciassette cambi di allenatore. Se si guarda invece dal 2003 ad oggi, il numero dei licenziamenti è addirittura sbalorditivo: trentadue. E pensare che tale Chuck Noll ha mantenuto la propria posizione per addirittura ventidue anni"
Tralasciando le elucubrazioni filosofiche, andiamo a guardare, franchigia per franchigia, chi è "in" e chi è "out", tanto per usare una terminologia tanto cara al buon Gene Gnocchi.

Arizona Cardinals

Out: Dennis Green

Dopo aver trascorso una decade con i Minnesota Vikings e due anni come analista di ESPN, nel 2004 Dennis Green era venuto sotto il sole dell'Arizona con la convinzione di avere le capacità  per dare una svolta alla storia dei Cardinals. "In ultima analisi, se si guarda alle vittorie e alle sconfitte di questi tre anni, non abbiamo vinto abbastanza partite". Dalle parole di Mike Bidwill, vice-presidente e figlio del proprietario Bill Bidwill, è facile capire come il suo record di 16-32 con i Cards sia stato decisivo nel causare il licenziamento di Green ad un anno dalla scadenza del suo contratto, in virtù del quale gli saranno versati i rimanenti 2,5 milioni di dollari previsti.
È diventata ormai famosa la sua sfuriata nella conferenza stampa in seguito alla sconfitta contro i Bears del 16 Ottobre scorso, in cui i Cardinals bruciarono in meno di venti minuti un vantaggio di 20 punti: "I Bears sono chi noi pensavamo che fossero. Ecco perché siamo scesi in quel maledetto campo. Se volete incoronarli, allora incoronategli il sedere".
Green, secondo head coach afroamericano nella storia della NFL, ha trascorso la migliore stagione della sua carriera nel 1998, quando i Vikings conclusero la regular season con una sola sconfitta (a Tampa), ma persero il Championship della NFC contro gli Atlanta Falcons.

In: Ken Whisenhunt

In seguito alla vittoria degli Steelers nel Super Bowl XL, molti analisti lo avevano dato come sicuro per una carica da head coach già  per la scorsa stagione. Ken Whisenhunt, invece, è rimasto per un altro anno offensive coordinator in quel della Steel City, rifiutando perfino la chiamata degli Oakland Raiders per un colloquio; sotto la sua guida, l'attacco di Pittsburgh ha finito il 2006 settimo in total offense.
Lo scorso gennaio, dopo aver avuto colloqui anche con gli Steelers, i Falcons e i Dolphins, è stato assunto da Arizona con un contratto quadriennale (la squadra ha l'opzione per un quinto anno) che gli frutterà  circa 2,5 milioni di dollari a stagione. Bidwill di certo spera che Whisenhunt sia in grado di ripetere con Matt Leinart ciò che è stato in grado di fare con lo sviluppo di Ben Roethlisberger.
"Sono davvero eccitato", ha detto il nuovo head coach, "Penso che sia davvero una grande opportunità . Questa è una squadra con giovani giocatori di talento sia in attacco che in difesa. Più studiavo la situazione e meglio appariva, e più volevo questo lavoro. Non vedo l'ora di iniziare".
Le armi a sua disposizione non mancherebbero (vedi Boldin, Fitzgerald, James, oltre a Leinart), da settembre vedremo se Whisehunt sarà  in grado di sfruttarle al meglio per ridare credibilità  ai Cards, che hanno messo a referto una sola stagione vincente negli ultimi ventidue anni.

Dallas Cowboys

Out: Bill Parcells

Passate ormai ben due settimane dalla terrificante sconfitta di Seattle, tutti credevano che Parcells sarebbe tornato per l'ultimo anno del suo contratto (che gli avrebbe garantito 5,5 milioni di dollari). Invece, "the Big Tuna", lo scorso 22 gennaio, ha annunciato ufficialmente la fine della sua esperienza nei Cowboys" e forse nell'intera NFL: "Fisicamente, sarei ancora in grado di farlo. Ma mentalmente, questo è un lavoro che impegna 12 mesi all'anno e l'ho fatto dal 1964. Era l'ora di smettere".
Parcells ha portato Dallas ai playoff nel primo (2003) e nel suo ultimo anno con "The America's Team", ma non è riuscito a regalare alla squadra del Texas la vittoria in una partita di postseason, che manca dal lontano 1996. Jerry Jones, GM e proprietario dei Cowboys, è sembrato davvero dispiaciuto della sua dipartita: "In primis, vorrei dire come il mio rispetto e il mio apprezzamento per Bill Parcells sia solo cresciuto dal momento in cui ha firmato per i Dallas Cowboys". Di tono meno dispiaciuto è stato di certo Terrell Owens, protagonista di un rapporto a dir poco tumultuoso con Parcells durante la scorsa stagione.
Ma che il ritiro di Parcells (vincitore di due Super Bowl con i Giants) sia davvero "for good"? Dalle sue parole pare cosa certa, ma ancora non è detto, visto che il nono allenatore più vincente della storia della NFL non è nuovo nell'annunciare ritiri: il 2 gennaio 2000, per esempio, in veste di allenatore dei Jets, dichiarò: "Ho allenato la mia ultima partita".

In: Wade Phillips

"Dovevamo fare la scelta giusta", ha detto Jerry Jones nell'annunciare l'assunzione di Wade Phillips, trattenendo a stento le lacrime, "Dentro di me, credo che l'abbiamo fatta". Phillips è diventato così il settimo allenatore nella storia della franchigia, portando con sé un record di 48-42 da capo allenatore, incluse le 3 sconfitte playoff con i Bills.
Pare che il motivo principale per cui Jones si sia convinto nell'assumere il difensive coordinator di San Diego nelle ultime tre stagioni sia fondato nel fatto che Phillips sia eccezionale nell'allenare la difesa 3-4, schema su cui Parcells aveva fondato la difesa di Dallas acquisendo giocatori tagliati su misura per questo tipo di difesa, uno su tutti DeMarcus Ware. Ecco la ragione per cui si crede che Phillips sia stato preferito a Ron Rivera, un fedele della 4-3.

Miami Dolphins

Out: Nick Saban

Wayne Huizenga, proprietario dei Dolphins, in passato ha sempre ottenuto ciò che voleva per quanto riguarda l'head coach della sua squadra: nel 1996 non voleva più Don Shula, e lo convinse a ritirarsi; tre anni dopo, voleva Jimmy Johnson, e fu capace di riportarlo nella NFL; nel 2004, riuscì nell'impresa di convincere Nick Saban ad abbandonare LSU fresco di titolo NCAA per consegnargli la guida dei Dolphins. Stavolta si è dovuto rassegnare a perdere Saban, ancora stimato da Huizenga nonostante il record di 15-17 nelle due ultime stagioni.
Saban, infatti, ha deciso di tornare verso il mondo dei college allettato dalla ghiotta offerta della University of Alabama: 32 milioni garantiti in otto anni.
Nick Saban, tuttavia, ha mostrato tutt'altro che classe nell'abbandonare i Dolphins, visto che per più di un mese, precisamente dal 27 novembre, non ha fatto altro che dichiarare di non essere interessato nell'offerta dei Crimson Tide.

In: Cam Cameron

I Dolphins hanno così assunto l'altro coordinator dei Chargers, Cam Cameron, il nuovo allenatore di Miami per i prossimi quattro anni, sempre che tutto vada bene.
Cameron, nativo della Florida, è al suo primo incarico di head coach nella NFL. Dopo aver passato ben dieci stagioni in qualità  di assistente presso la University of Michigan, dal 1997 al 2001 è stato allenatore capo di Indiana, ma non ha mai portato gli Hoosiers ad una stagione vincente. Tuttavia, è stato eccellente nello sviluppare ottimi quarterback per tutta la sua carriera, vedi Drew Brees, Gus Frerotte ai tempi di Washington o Antwaan Randle El, ex-QB degli Hoosiers.
Cameron eredita una squadra in condizioni non invidiabili, visto l'età  media avanzata della difesa e un attacco tutt'altro che eccitante. Avrà  senz'altro da fare per riportare i Dolphins ai playoff, dai quali sono stati esclusi nelle ultime cinque stagioni.

Atlanta Falcons

Out: Jim Mora

Nel 2004, alla sua prima stagione da head coach, Mora Jr era riuscito a portare i Falcons all'NFC Championship, perso nel gelo di Philadelphia. Jim aveva iniziato la sua carriera da capo allenatore nel migliore dei modi. Su come l'abbia continuata rimane qualche dubbio. La dinamica delle ultime due stagioni, infatti, sembra uscita fresca fresca da una fotocopiatrice: buonissimi inizi (6-2 nel 2005, 5-2 nel 2006), crisi a metà  regular season, collasso finale (8-8 nel 2005, 7-9 nel 2006), niente playoff. Colpisce poi come i Falcons di Mora non abbiano mostrato in questi anni una personalità  definita, fatto evidenziato da questo dato: con Mora, Atlanta è 0-17 quando è entrata in svantaggio nel quarto periodo.
Altro punto a sfavore del figlio d'arte è stata la sua incapacità  nel risolvere il rebus che ha accompagnato Vick dall'inizio della sua carriera: dare spazio alla sua creatività  ed atletismo nelle corse o forzare la sua trasformazione in pocket-passer?
Il proprietario dei Falcons Arthur Blank è stato poi "coadiuvato" nella decisione del licenziamento dallo stesso Mora, che nel finale della stagione aveva dichiarato ad una radio di Seattle che il lavoro dei suoi sogni sarebbe stato allenare Washington, la sua Alma Mater, e che se ci fosse stata l'opportunità , l'avrebbe colta al volo, anche se i Falcons fossero stati nel bel mezzo dei playoff. Mora ha poi dichiarato che sarebbe stato solo uno scherzo. Pare che a Blank non sia piaciuto più di tanto.

In: Bobby Petrino

Il succitato Blank ha dichiarato di vedere in Petrino, strappato alla Louisville University, un "difference-maker", aggiungendo: "Bobby sa come si fa a motivare. Sa come si fa ad insegnare. Sa come si fa ad ottenere il meglio dai propri atleti" Porterà  Michael Vick a un più alto livello". È proprio di questo che i Falcons hanno bisogno, visto che Vick è stato sì il primo quarterback a correre per più di 1000 yard, ma l'attacco di Atlanta ha chiuso il 2006 alla ultima posizione nelle statistiche riguardanti i passaggi.
L'unica esperienza di Petrino nella NFL risale al 1999-2001, periodo in cui rivestì le cariche di quarterback coach (prima) e offensive coordinator (dopo) dei Jaguars. Con lui, Mark Brunell, mancino come Vick, lanciò per 3640 yard nel 2000 e per 3309 nel 2001. Ha trascorso le ultime quattro stagione nel Kentucky, guidando Louisville ad un record di 41-9.
Che sia il primo allenatore a condurre i Falcons a due stagioni vincenti consecutive per la prima colta nella loro storia?

Oakland Raiders

Out: Art Shell

Riuscire a farsi licenziare dalla stessa squadra per due volte in tredici anni non è impresa da poco. Art Shell c'è riuscito. Ironia a parte, era difficile che Al Davis decidesse di confermarlo, dopo che Shell ha fatto entrare i Raiders versione 2006 nel libro nero della franchigia della East Bay. Basta dire che i Raiders non avevano mai perso così tante partite (14) nell'intera era Davis, iniziata nel lontano 1963.
"King Al" aveva assunto Art Shell con un contratto biennale nel febbraio dello scorso, dopo aver ammesso pubblicamente che il primo licenziamento era stato un grave errore, visto che il suo unico successore con un record vincente alla guida dei Raiders è stato Jon Gruden. Ma le cose si sono subito messe male: durante il training camp, Shell è andato subito in contrasto con il WR Jerry Porter, che per decisione del primo allenatore afroamericano della storia non ha poi praticamente mai giocato per tutta la stagione, pur non essendo infortunato. Durante la stagione, Shell si è preso prima con Randy Moss, che, quando c'è da lamentarsi, non manca mai all'appello, poi con il QB Andrew Walter, colpevole di lamentarsi della gestione a dir poco "conservatrice" con la quale l'offensive coordinator Tom Walsh chiamava gli schemi. Proprio l'assunzione di Walsh da parte di Shell ha sollevato i maggiori dubbi, dato che Walsh (retrocesso a favore di John Shoop a fine anno) negli ultimi anni non è che si occupasse propriamente di football, ma bensì di un bed&breakfast nell'Idaho. Va inoltre fatto presente che l'ultimo lavoro riguardante il football giocato di Shell risaliva al 2000, quando allenava la linea d'attacco dei Falcons.
Art Shell (1990 Coach of the Year) aveva compilato un record di 56-41 da allenatore dei Los Angeles Raiders dal 1989 al 1994. Nel 1989 è stato indotto nella Hall of Fame, in virtù di una grande carriera come LT dei Raiders dei tempi d'oro.

In: Lane Kiffin

Ad Al Davis piacciono allenatori giovani e votati alla parte offensiva del gioco, lo sanno tutti. Senza andare a ripescare John Madden, basta rimanere nel recente passato per trovare esempi che lo confermino, visto che Mike Shanahan e Jon Gruden erano appena trentenni al momento della loro nomina da parte dei Raiders, portati a notevoli risultati dai due coach succitati.
Con Lane Kiffin, 31 anni, offensive coordinator dei Trojans di USC, Al Davis non fa che confermarsi "Mi viene da pensare, '31 anni, wow, è davvero giovane'", ha detto Davis, "Ma non bisogna essere vecchi per essere grandi. Bisogna essere bravi. Bisogna volerlo. Bisogna avere desiderio e passione per il football". Davis punta infatti su Kiffin, figlio tra l'altro del difensive coordinator di Tampa Monte, per ridare vitalità  ad un attacco che ha segnato soltanto 168 punti in 16 partite: "Dobbiamo riportare indietro l'orologio. Dobbiamo dare un tocco di giovinezza all'organizzazione, e dobbiamo andare avanti ed attaccare con qualcuno che davvero vuole attaccare". Pare che l'ambizione e la fiducia in se stesso di Kiffin abbiano conquistato Davis: "I giocatori non guardano all'età ", ha detto Kiffin, "I giocatori vogliono essere allenati. I grandi giocatori vogliono migliorare, ed ecco che cosa faremo. Saremo sinceri ed onesti con i nostri giocatori. Avremo degli alti standard per loro, e questo è proprio quello che vogliono".
A questo punto, per sperare che ridia ai Raiders la loro "Mystique", Al Davis per una volta si deve mettere da parte e lasciar lavorare Kiffin, visto che proprio Gruden e Shanahan abbandonarono la squadra per il super egocentrismo del proprietario.

Pittsburgh Steelers

Out: Bill Cowher

Dopo ben quindici anni, gli Steelers si sono trovati costretti a rimpiazzare "The Chin". Cowher, infatti, si è ritirato dalla scena della NFL per uno o due anni "sabbatici" per passare, ha detto, più tempo con la propria famiglia. Il 2006 era l'ultimo anno del suo contratto, ma le trattative per il suo rinnovo si sono interrotte durante lo scorso training camp, presumibilmente nel momento in cui gli Steelers hanno preso la decisione di non essere disposti a pagare la cifra richiesta da Cowher, che pare superasse il suo passato stipendio di 4 milioni di dollari, anche se lo stesso Bill ha dichiarato: "Per me non è stata una questione di soldi".
Interessante notare comunque come nel suo discorso non abbia mai citato la parola "ritiro". Intanto, Cowher, a 38 anni l'allenatore più giovane a portare una squadra al Super Bowl (Super Bowl XXX, perso contro i Cowboys), tanto per non farsi chiamare disoccupato, ha già  firmato un contratto con la CBS come analista televisivo.

In: Mike Tomlin

Per l'assunzione di Tomlin, si può leggere l'articolo “Mike chi"?” del 15 febbraio.

San Diego Chargers

Out: Marty Schottenheimer

Per il licenziamento di Schottenheimer, si veda l'articolo, “Schott's Fired” del 15 febbraio.

In: Norv Turner

Questa è la sua terza chance. Turner, come del resto i Chargers, semplicemente non può permettersi di perdere nel 2007. Il suo record da capo allenatore, fra Washington e Oakland, è un misero 58-82-1. Tuttavia, la sua reputazione ha risalito la china durante la scorsa stagione, passata dall'altra parte della Baia in veste di offensive coordinator dei Niners. A Turner è infatti stato dato grande merito per i notevoli miglioramenti di Alex Smith, che aveva passato un terribile anno da rookie dopo essere stato scelto con la prima chiamata assoluta nel 2005. Ecco perché San Francisco, una volta che Dallas gli aveva preferito Phillips, aveva offerto a Turner una sostanziosa estensione di contratto pur di non perderlo.
L'offerta dei Chargers era però irresistibile: la possibilità  di portare al Super Bowl una squadra con un record di 14-2 nella stagione appena conclusa: "Questa non è una squadra da ricostruire", ha detto Turner, "Dovremo partire veloci. Dovremo andare bene sia all'inizio che alla fine. Non dover passare attraverso tutte le cose tra cui si deve passare normalmente quando si cambia allenatore aiuterà  i giocatori più di qualsiasi persona". Turner avrà  il compito di far progredire ulteriormente lo sviluppo del QB Philip Rivers, già  un Pro Bowler, ma con di fronte appena il suo secondo anno da starter.
A San Francisco, in ufficio lo chiamavano "Zio Norv", tanto per far capire quanto alla gente facesse piacere stare in sua compagnia. Se AJ Smith non va d'accordo nemmeno con lui…

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