I Bears in allenamento a Miami; alla loro difesa il difficile compito di limitare l'immenso l'attacco di Peyton Manning e compagni.
Il Super Bowl XLI come da tradizione ci consegna incroci e sfide individuali che portano il termometro della tensione alle stelle durante la lunghissima vigilia dell'evento con la "e" maiuscola. Mai come oggi è facile individuare quali saranno i reparti i quali l'ottimo rendimento influirà al meglio sulle sorti sulla gara per la propria compagine, né risulta troppo complicato scommettere su quale sia l'incrocio di destini più atteso della serata di Miami. Brian Urlacher, fenomenale inside linebacker, leader della gigantesca difesa dei Chicago Bears e Peyton Manning, il più pagato e apprezzato quarterback della lega, comandante dell'attacco che tutti i coach vorrebbero poter allenare almeno una volta nella vita. Due uomini a un passo dalla gloria, due atleti vicinissimi alla definitiva consacrazione.
Il vantaggio sulla carta potrebbe essere per i Colts, i due infortuni che stanno condizionando ormai da mesi le prestazioni difensive di Chicago sono infatti un gap che, tra i propri uomini, Indianapolis non deve ricoprire. Ma ai playoffs la rinascita difensiva, la dedizione messa in campo degli eredi dei Monsters of Midway, è stata decisiva per limitare le offensive di Seattle e bloccare il momento di inerzia di New Orleans proprio quando l'attacco tendeva a calare e perdere ritmo.
Certo, a Manning mancherà come noto il terzo obiettivo Brandon Stockley tra i target, ma con una batteria di fanti che vede nei primi sue spot di WR signori come Marvin Harrison e Reggie Wayne, accompagnati dal fenomenale TE Dallas Clark, il problema è davvero risibile rispetto al peso dell'assenza di Mike Brown tra le secondarie di Chicago o a quella di Tommie Harris sulla linea.
Proprio il downfield sarà però la zona più fragile, quella che dovrà reggere maggiormente il colpo dei lanci di Manning, mentre dal fronte sette si proverà a costruire la vittoria togliendo tempo e sicurezza al fenomenale quarterback.
Oggi come non mai servirebbe un'efficace 46 defense in quel dell'Illinois, la possibilità cioè di togliere fiato ad ogni corsa degli avversari ed occuparsi di mettere confusione nel computer montato all'interno della scatola cranica di Manning, l'infallibilità difensiva sui terzi down. Peyton è il miglior QB in fase di lettura difensiva, e le sue capacità di elaborare con una velocità incredibile le giocate dopo lo snap lo rendono un giocatore quasi perfetto. Certamente il suo gioco verrà condizionato dal fatto di trovarsi di fronte a un evento più unico che raro, con l'obbligo di non poter mostrare il fianco ad avversari che possono nutrirsi al meglio di ogni singola sbavatura.
Alla D-line dei Bears spetterà il compito di sfondare la linea in copertura di Manning e togliere al QB avversario anche quel centesimo di secondo che tra le sue mani può fare una differenza infinita, e vi sarà la possibilità di misurarsi con una linea che non avrà troppo tempo per pensare a ciò che succede davanti a loro.
Per contrastare un attacco che raramente fa cilecca e senza la certezza di trovare nel proprio tutti i punti necessari per staccare l'avversario, Lovie Smith si appoggerà all'esatto opposto di Manning, ossia quel Brian Urlacher che è probabilmente il miglior linebacker in circolazione, e non certo per doti fisiche o tecniche, ma per quel che riguarda la leadership in campo e, fondamentale in questo caso, la capacità e la rapidità con cui il #54 legge in anticipo i giochi avversari. Urlacher è proprio l'uomo che meglio può chiudere la porta a Manning in quello che certamente verrà ritratto come un face to face dalle sfaccettature epiche, con i due gladiatori a confrontarsi sempre uno di fronte all'altro, occhi piantati in quelli dell'avversario divisi soltanto dalle linee.
Una sorta di Garry Kasparov contro Anatoly Karpov, una partita di scacchi giocata da due immensi strateghi su un campo lungo 120 yards. I Colts dovranno guardarsi dai turnover, il proprio gioco di corse con la coppia Addai-Rhodes ha subito un totale di 6 fumble persi in stagione, il che si presenta come un buon invito per la difesa dei Bears che proprio contro i Saints ha costruito la propria impresa attraverso un gran numero di take away. Se a Nathan Vasher e Charles Tillman spetterà l'ingrato compito di sobbarcarsi le fughe e le tracce dei tremendi WR e al duo Todd Johnson e Hunter Hillenmayer la presa in consegna dei TE, Dallas Clark in testa, sarà Lance Briggs il jolly che dovrà sfruttare i buchi della linea per aggredire rapidamente i runningbacks o tentare il colpaccio di arrivare a mettere le mani su Peyton Manning.
Peyton è uomo in grado di liberarsi della palla in maniera rapidissima e la sua capacità di rilascio si coniuga alla perfezione con la lettura ed un intero gruppo di uomini che escono dallo snap per lui, limitando spesso il numero di palloni buttati; anche se in questi playoffs il quarterback non ha brillato, negli occhi di tutti vi sono ancora le gesta compiute nel championship di AFC: un misto di tecnica, potenza, freddezza e velocità che hanno spazzato via una New England ormai in fuga verso il quarto Super Bowl in sei anni. La linea difensiva di Chicago conta però su una rotazione che le permetterà di non portare allo sforzo eccessivo i proprio uomini e che potrà così realmente testare il valore dei cinque in linea che si prostrano per difendere il proprio leader.
Qui la differenza sarà fatta dalla no-huddle dei Colts: inutile dire che una marea di talento come quello che possono schierare a Indianapolis sia assolutamente fenomenale nel muovere il pallone anche in queste situazioni, di conseguenza il gioco porterebbe via il tempo per ridisegnare la linea, per dare ai defensive backs la possibilità di concentrarsi e toglierebbe a Urlacher la chance di leggere meglio il gioco.
Dalla sideline la differenza dovrà farla Ron Turner, defensive coordinator dei Bears, il quale sarà impegnato a studiare per ore filmati su filmati cercando il modo di leggere in anticipo anche il gioco rapido degli avversari. Turner dovrà avere la capacità di ruotare al punto giusto i propri uomini, di alternare spesso con la nickel defense, di non dare troppi punti di riferimento trovando il modo per raddoppiare sui lanci e pressare sulla tasca. Un'impresa titanica che ci dirà se e quanto possa essere davvero grande la difesa dei Bears.
In queste situazioni si tende a pronosticare come favorita la difesa più forte rispetto all'attacco, ma raramente ci si è trovati di fronte ad un QB così completo messo dietro al centro di un attacco del genere; le carte per ribaltare qualsiasi difesa nella manica di Peyton Manning ci sono tutte, e il giocatore in questione conosce anche piuttosto bene le difese che applicano la Cover 2 e può soprattutto testarne i movimenti coi propri compagni in allenamento visto l'identico utilizzo esercitato dalla difesa dei Colts.
La difesa dei Bears però ha mostrato abilità fuori dal comune, riesce ad essere veloce, dura, compatta, forza turnover uno dopo l'altro, tiene a galla qualsiasi situazione e trova spesso la giocata giusta nel momento giusto.
Questa volta quindi nessun pronostico, anche se per molti sarebbe Manning l'uomo che ha di più da perdere. Sarà vero? In un Super Bowl è facile rispondere che non è così, ed anzi l'idea a questo punto è che proprio da un'altra parte, in altri settori, la gara potrebbe decidersi con impatto maggiore. Come spesso accaduto in passato il jolly potrebbe essere pescato da un mazzo diverso da quello messo sul banco dagli scommettitori, mentre l'uomo che ti aspetti crolla sotto un'immensa pressione o inciampa di fronte a un reparto troppo organizzato.
In passato le due squadre si sono affrontate solo due volte nell'era di questi due giocatori ,ma solo nella prima occasione erano entrambi in campo. Nel 2004 Manning fece a pezzi dei Bears senza Brian Urlacher e, di nuovo, Mike Brown, con una problemi offensivi talmente grandi che fa quasi ridere sentire parlare di Rex Grossman in certe situazioni. Le vittorie sono state una per parte dal 1998 a oggi, ma la prossima sfida sarà molto più di uno spareggio. Le parole dei difensori di Chicago sono tutte per Manning, considerato "il miglior giocatore NFL degli ultimi due anni" (Hillenmeyer), "un passer praticamente perfetto" (Briggs) o addirittura un giocatore che "è quasi impossibile mettere sotto pressione in campo" (Urlacher). Le parole sono dovute e, certamente, sincere, ma ciò non toglie che a Chicago stanno pensando che un modo per batterlo c'è, e forse anche più di uno.
Manning, dal canto suo, parla di sé, del proprio stato d'animo, con pochi proclami e la solita concentrazione incollata ad una corazza che raramente lascia trapelare sentimenti simili a quelli di tanti altri atleti impegnati in grandi eventi. Manning al Media Day sostiene solo che sarà in grado di controllare la pressione psicologica, il resto lo lascia intendere. E' carico, pronto, convinto. Parla di sé e di come ha vissuto tra amici e famiglia questi momenti che lo hanno portato fino a Miami.
Tony Dungy sa che non sarà facile passare con le corse e al tempo stesso che non può non bilanciare l'attacco, pena la prevedibilità che contro una difesa del genere potrebbe essere fatale. Sperare che i problemi degli ultimi due mesi di regular season rifioriscano nel momento clou di una carriera ha dell'assurdo, per questo con ogni probabilità Dungy, e con lui Smith, punteranno ad avere la meglio sul piano della preparazione e dell'efficacia proprio nelle battute iniziali, cercando di creare un break da poter difendere poi col passare dei minuti.
La sfida sarà immensa, e il momento è tale che l'unica cosa che ci si possa realmente augurare sia quella di non dover assistere a un cedimento di uno di questi due reparti, per potersi gustare fino in fondo le grandi giocate e l'infinito scontro tra chi, proverbialmente, vende i biglietti e chi vince i campionati. Non è così scontato, lo abbiamo detto, ma la sfida ha quasi un sapore antico, il gusto di due generali pronti a dare più di quello che si possa donare in tutta una carriera per avere la meglio sull'avversario e coronare un sogno che vale un'intera vita sportiva.