Jospeh Addai segna la meta della vittoria per i Colts, la rimonta è compiuta.
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Il secondo tempo di Indianapolis
"Ho detto una preghierina in quell'ultimo drive. Non so se è il caso di pregare per cose di questo genere, ma ho detto una preghierina". Con o senza l'aiuto divino richiesto da Peyton Manning, una cosa è certa: la corsa da 3 yard di Addai, che ha mandato i Colts al loro primo Super Bowl dopo il loro trasferimento verso l'Indiana nel 1984, ha coronato un secondo tempo giocato magistralmente dall'attacco diretto dal figlio di Archie Manning. Dopo un primo tempo che assomigliava paurosamente alle due precedenti partite di playoff, Manning (intercettato nel primo tempo da Samuel per il TD del 21-3 New England) è stato capace di tenere in campo il suo attacco così a lungo da riuscire a stancare la difesa dei Patriots, già provata dalla trasferta della domenica precedente nel sud della California e da un'influenza che si era diffusa nello spogliatoio durante la settimana. Basta guardare ai dettagli del drive che ha aperto il secondo tempo: 14 giochi per 76 yard in 6:47 minuti. Manning è stato poi eccezionale nel coinvolgere nella partita i suoi tight ends, non solo Dallas Clark (6 ricezioni per 137 yard), ma anche Bryan Fletcher, autore, forse, della ricezione (32 yard) più importante nell'ultimo drive della partita (80 yard in 1:10), che, addirittura, è stato paragonato a The Drive, con il quale John Elway arrivò al suo primo Super Bowl. Adesso non resta che aspettare due settimane per vedere se Manning, al contrario di Elway, riuscirà a vincere nella sua prima apparizione in "the big one".
Il running game dei Chicago Bears
Domenica pomeriggio, Rex Grossman non ha fatto nemmeno uno degli errori che hanno caratterizzato la seconda parte della sua stagione regolare. Di questo bisogna dargli merito. Ma non è certo grazie alle sue 144 yard su passaggio che i Bears hanno guadagnato il loro primo viaggio al Super Bowl dal lontano 1985 e il drive con il quale i Bears hanno segnato il loro primo touchdown lo mette ben in evidenza: 8 giochi per 69 yard, ognuna delle quali guadagnata grazie alle corse del RB Thomas Jones, che, insieme a Cedric Benson, ha prodotto un totale di 183 yard su corsa. Il duo dei Bears ha così stracciato quello dei Saints composto da McAllister e Bush, ritenuti alla vigilia della partita uno dei punti forti su cui New Orleans avrebbe potuto costruire la vittoria. Lovie Smith, coach dei Bears, in precedenza, aveva dichiarato che i Saints non avrebbero vinto grazie al loro gioco di corsa. Di certo non si aspettava che il proprio rendesse così tanto.
Worst
Turnovers, ovvero, palle perse, ecco cosa ha condannato New Orleans. Infatti, dando uno sguardo alle statistiche della gara, si nota immediatamente come risaltino le 4 palle perse dei Saints rispetto alle 0 dei Bears. Le condizioni atmosferiche non hanno assolutamente dato una mano ("Non ci potevano essere condizioni migliori per il football dei Chicago Bears", ha detto infatti Thomas Jones dei Bears) ad una squadra abituata a giocare in un dome, ma gli errori del miglior attacco della NFL sono stati troppi, per di più contro la prima squadra della lega per punti segnati in seguito a palle perse avversarie. Basta guardare al fumble di Marques Colston che ha portato al primo FG di Gould, al fumble su kick off return di Michael Lewis sulle 30 dei Saints, costato altri tre punti e la perdita di un timeout dopo aver perso il challenge, e, "last but not least", l'intentional grounding chiamato a Drew Brees che ha causato la safety, proprio nel momento in cui i Bears sembravano in seria difficoltà dopo l'incredibile touchdown di Reggie Bush.
Vista la difficoltà nel trovare qualcosa "degno" di entrare nel peggio della settimana nel Championship della AFC, partita che sicuramente entrerà nei libri di storia della NFL, mi sembrava opportuno fare un piccolo strappo alla regola per dedicare un po' più di spazio alla menzione d'onore, che questa settimana non può che andare agli straordinari tifosi dei Saints, tanto per restare in tema New Orleans. Infatti, quello che è successo a New Orleans nel post-partita dell'NFC Championship Game fa capire quanta importanza lo sport possa avere al giorno d'oggi nella vita di una persona e di una comunità . Appena finita la partita, nonostante la sconfitta dei Saints, centinaia di tifosi in black and gold si sono diretti immediatamente verso l'aeroporto per ringraziare e dimostrare tutto il loro affetto verso la propria squadra, con cartelli con su scritto "Grazie per la splendida stagione", "Ci crediamo, o "Dio vi benedica. Così, file di macchine si sono allineate di fronte all'aeroporto sotto la pioggia battente in attesa del charter dei Saints. Alcuni tifosi hanno sottolineato come possa apparire da pazzi tifare così intensamente per una squadra, ma, in questo caso, i Saints sono stati per loro simbolo di una possibile rinascita, una delle poche note positive in una New Orleans ancora disastrata, ancora metà in estensione rispetto al pre-Katrina. Al loro arrivo, i giocatori, si sono fermati a salutare i tifosi e a fare autografi. Il difensive back Steve Gleason ha detto: "Tutto ciò mi fa sentire orgoglioso di far parte di questa città ".