Preview: Championship NFC

Deuce McCallister, i Bears dovranno fermare le sue corse per puntare a vincere.

La storia contro il destino: una grossa fetta di leggenda del football americano contro coraggiosi debuttanti. Chicago contro New Orleans comincia da qui, dai Bears di Lovie Smith che tornano ad un Championship NFC dopo diciotto anni e i Saints di Sean Payton che vi prenderanno parte per la prima volta nella storia della franchigia. Uno scontro tra il coach of the year 2005 e quello 2006 per contendersi l'ingresso al Super Bowl. Ciò che è stata la storia di Chicago e tutto quello che rappresenta il dopo Katrina per i Saints non avranno più nessun valore domenica al Soldier Field, dove solo il campo dirà  chi potrà  affrontare la vincente tra Indianapolis e New England per diventare campione del mondo. Sarà  la sfida tra due sistemi differenti, tra due mentalità  di gioco opposte: la cura difensiva di Smith e la forza offensiva di Payton, coinvolti, adesso sì, nel loro passato da coordinator e assistenti.

La freschezza dei Saints, il loro attacco spettacolare e incisivo contro una delle difese più forti degli ultimi anni, deturpata nella propria efficienza e nella propria bellezza da due infortuni gravi, ma non per questo restia dal giocare oltre il cento percento. Chicago approfitterà  di un clima freddo e di un vento piuttosto fastidioso che in Louisiana, e soprattutto all'interno del Superdome, non hanno mai minimamente sentito durante le gare di NFL e dovrà  fare di tutto per bloccare l'attacco dei Drew Brees, Reggie Bush e Deuce McCallister.

Proprio il running game nelle zone centrali della linea sta diventando il tallone d'Achille nella difesa della franchigia dell'Illinois, reparto che contro Seattle è comunque riuscito a trovare le giocate giuste nel momento giusto. Le secondarie hanno di nuovo palesato qualche problema sul profondo, dove giovani o inesperte safeties si dovranno dare da fare con maggior efficacia rispetto a quanto visto contro Seattle. Il punto forte sono stati invece i cornerback, con un Charles Tillman protagonista di una prova straordinaria ed un Nathan Vasher finalmente sui livelli del 2006; Ricky Manning non si è lasciato sfuggire l'occasione di intercettare Hasselbeck nel momento più delicato della gara e anche questo, se permettete, ha il suo bel peso alla fine della festa.

Marques Colston e Joe Horn si troveranno quindi due cani da guardia niente male e l'attenzione del fronte sette dei Bears potrà  dedicarsi a mettere maggior pressione su un Brees che quest'anno ha avuto ottimo gioco dietro la propria O-line e sa di poter sfruttare le accelerazioni di Bush servendolo con screen passes molto corti, e l'appoggio delle corse di Deuce McCallister, a questo punto il ricercato numero uno nella contea di Cook. Servirà  una pass rush molti efficace da parte dei vari Ogunleye, Brown e Tank Johnson per togliere tempo di pensare e rendere difficoltoso il rilascio rapido di Brees; l'aggressione al pocket sarà  fondamentale, così come il supporto che, con ogni probabilità , Lance Briggs darà  nel tenere sempre a vista proprio il rookie Reggie Bush.

Dall'altra parte c'è Rex Grossman, uscito dal Divisional (prima vittoria in postseason dopo tredici stagioni per Chicago) con una prova più che discreta e vittima di meno incertezze del previsto; il suo gioco sul corto ha dato buoni risultati e le sue aggressioni sul profondo per Bernard Berrian e Rashied Davies hanno dato spesso buoni risultati quando addirittura non si sono rivelati fondamentali. Per questo l'inesperienza delle secondarie di New Orleans potrebbe essere il difetto maggiore per gli ispiratissimi Saints, considerando che il gioco di corse suddiviso tra Jones e Benson ha pagato un prezzo più che buono nella partita di domenica scorsa e sta diventando un sistema ben collaudato nel game plan di Ron Turner.

Payton torna nella "sua" Chicago (vi ha giocato in high school, college e Arena Football League) convinto che se linea offensiva e runningbacks ripeteranno la stessa prestazione vista contro Philadelphia al Divisional, le chances dei suoi Saints siano molto alte; impossibile farlo sbilanciare più di tanto, il coach dice solo di provare una forte emozione nel tornare a Chi-Town e di aver avuto molte richieste di biglietti da parte di amici. Profilo basso, grande stile e un sacco di idee su come uscire vincitore.

Smith si coccola dal canto suo un Grossman apparentemente ritrovato e spera che la sofferenza contro i Seattle Seahawks e la vittoria in overtime abbiano sbloccato tutti i suoi ragazzi, con la convinzione che, anche grazie al fattore campo, il Super Bowl non possa più essere una mera illusione. I Saints sono apparsi più freschi fisicamente e più decisi in attacco, ma la loro difesa ha mostrato di non essere ancora così pronta per gare di postseason e che ci sarà  da lavorare per il 2007, comunque vada a finire.

Proprio lì cercherà  di colpire Chicago, con la speranza che sia la propria (difesa) in grado di arginare un attacco davvero sorprendente e pieno di risorse; la maggior prevedibilità  offensiva dei padroni di casa è un vantaggio per chi va ad affrontarli, ma è indubbio che l'inesperienza, in questa gara, la farà  da padrona, soprattutto nei confronto di New Orleans, con molti giocatori alla sola seconda gara di playoff in carriera.

L'incubo di Katrina ha permesso di rovesciare fiumi e fiumi d'inchiostro sulla squadra dei Santi pronti a onorare la caduta cittadina con un'impresa sportiva memorabile, e il motivo rock "The Saints are coming" di U2 e Green Day sembra scritto quasi appositamente per un evento del genere anche se, a sentire i diretti interessati, a parte il gioco di parole il motivo è un po' più nobile e risale alla beneficenza.

Nel freddo dell'Illinois, però, nessuno ci sta ad abbandonare il sogno proprio adesso, nonostante gli infortuni, il rischio Grossman e qualche titubanza di troppo. La posta in palio è alta e potrebbe essere decisa dai running game, soprattutto se il clima sarà  di quelli impossibili. Una sfida che rappresenta una novità  in questa NFL e che potrebbe riservare uno spettacolo non inferiore a quello già  attribuito alla gara di AFC e alla sfida Manning-Brady. Se nessuna delle due squadre affogherà  in emozioni e errori a ripetizione, la sfida potrebbe essere decisa proprio da un fattore particolare, come una giocata degli special team, con il solito Devin Hester in agguato, ma anche con Reggie Bush, non nuovo a questo genere di imprese. Comunque vada ciò che più si augurano a Chicago è che, nell'evenienza, il piede di Robbie Gould sia ancora molto caldo.

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