Patriots @ Chargers: Recap

Non basta un MVP e sette Probowler per sconfiggere New England

Il solito Brady, i soliti New England Patriots. La squadra più vincente degli anni 2000, si conferma al Qualcomm Stadium, rispedendo al mittente le profezie e i "De Profundis" su una sua prematura uscita di scesa. L'accoppiata Belichick-Brady ( 27 su 51 280 yards 2 td e 3 int.) continua la propria marcia trionfale arrivando ad un record di 12-1 nei playoffs, e chiude le porte della gloria ad una squadra con sette Pro Bowler e con L'MVP della stagione, quel Tomlinson ( 23 corse 123 yards 2 td) reduce dall'aver frantumato ogni record possibile.

"Oggi abbiamo perso da una squadra più forte. Spero che questo ci possa servire di lezione per il futuro" ha dichiarato la stella dei Chargers a fine gara. Non so se gli ex campioni del Mondo siano stati in effetti superiori, certo è che sono stati più concreti, riuscendo ad esprimere il proprio miglior gioco al momento giusto, rimontando uno svantaggio di otto punti nell'ultimo periodo. La magia vincente è sempre la stessa, un calcio. E' cambiato solo l'illusionista.

E' toccato infatti al rookie Gostowski interpretare il ruolo che fu di Adam Vinatieri, fissando il risultato sul 24 a 21 finale con un minuto e dieci secondi ancora da giocare, in cui San Diego ha potuto solo tentare un calcio dalle 54, senza che Kaeding riuscisse a centrare i pali.

L'incontro è stato tutt'altro che perfetto, con molti errori da una parte e dall'altra. La vittoria ha premiato la formazione che non ha subito la pressione, quella che ha maggior esperienza di partite giocate ad alto livello, il cui coaching staff ha sbagliato meno. Sarà  molto criticata una scelta di Schottenheimer di non calciare un field goal, nel primo quarto risultato 0 a 0. Sulle trenta yards avversarie, lo staff di San Diego ha preferito giocarsi alla mano un quarto e 11. Rivers ( 14 su 32 230 yards, 1 int e un fumble) ha subito il primo sack dell'incontro, perdendo il pallone.

"Ogni volta che si perde nei playoffs" si è scusato l'head coach dei vincitori della AFC "C'è sempre una grossa dose di sconforto, Io lo so bene, ho già  provato questa sensazione". Per Martyball si tratta della tredicesima sconfitta su 18 gare di post season, non certo un record degno di essere ricordato.

Il successivo drive ha portato sul tabellino i primi punti del match, grazie al primo calcio di una gara fino a quel momento nelle mani dei padroni di casa. I Chargers hanno mantenuto il pallino del gioco grazie al vantaggio delle posizioni di campo e all'efficacia del proprio running game, senza però perforare il muro dei Patriots nelle ultime 20 yards. La squadra di Belichick ha difeso stupendamente la propria area, impedendo la benché minima possibilità  di segnatura per tutti i primi 15 minuti agli avversari.

Tomlinson ha corso spesso e volentieri, alla fine il giocatore ha rappresentato oltre il 53% delle yards totali della propria squadra, oltre ad aver segnato due dei tre touchdown della franchigia californiana. L'"off tackle" verso il lato sinistro della linea ha dato il massimo rendimento, soprattutto sui primi down.

Il guadagno medio delle corse al primo tentativo (oltre 5.7 yards di media) è risultato importantissimo, togliendo molta pressione dalle spalle di Rivers, quasi mai messo in situazioni difficili. Ben il 73% dei primi down dei Chargers si sono sviluppati con un hand off nella pancia del running back, cui la difesa avversaria non ha mai saputo dare una risposta plausibile.

Nel secondo periodo, pur non concretizzando il primo dei tre errori del quarterback avversario, grazie all'equazione gioco di corsa e difesa San Diego ribalta la partita, portandosi subito avanti nel punteggio. L'MVP ha segnato il primo touchdown della gara, a termine di un drive da 48 yards, mentre ha contribuito alla seconda segnatura di Turner (due corse per 26 yards e una segnatura) con uno screen pass da 58 yards.

Prima dell'intervallo Brady riporta sotto i suoi. Nel proprio più lungo drive del primo tempo, il quarterback completa quattro passaggi per Jabar Gaffney ( 10 per 103 yards e un touchdown), di cui uno in end zone, riducendo a quattro soli punti la differenza.

Gli aggiustamenti dell'intervallo non cambiano la filosofia di gioco delle due formazioni. San Dfiego corre, New England lancia. Quasi senza gioco sul terreno (solo il 28% di hand off), Brady ha difficoltà  a connettere con i proprio terminali offensivi, ben controllati in profondità . La protezione della linea è ottima, ma lo svilupparsi del gioco laborioso. Arriva così un altro intercetto. Al secondo possesso della ripresa il 12 in maglia bianca lancia fuori coordinazione e Florence ringrazia.

San Diego non sfrutta l'occasione, anzi, per non essere da mano, qualche minuto dopo ci pensa Parker a restituire la cortesia, lasciando cadere un punt, che Hobbs non si fa pregare a recuperare sulle 31 yards avversarie. La frittata è completata da Florence, che commette un imperdonabile penalità  per condotta antisportiva. Bastano dunque pochi centimetri e il punteggio arriva al 14 a 13, con il secondo calcio del match per gli ospiti.

Ancora un turnover nel successivo possesso, con Rivers che viene intercettato. Tutto in bilico. Mancano 15 minuti di football, quelli da sempre amici dei "Patrioti".

Pur sprecando l'occasione del K.O., ed anzi subendo ancora sette punti dall'immenso LaDainian, la squadra di Belichick non smentisce la propria fama di perfetta "finissére". Nel possesso successivo Brady si fa intercettare per la terza volta dalla saftey McCree. Ma piuttosto che inginocchiarsi e festeggiare, prova a ritornare il pallone, restituendo la cortesia quando Troy Brown lo colpisce. Tre secondi e la gara cambia due volte.

Il tempo è maturo per la vendetta dell'ex Caldwell, che dopo aver ricoperto il fumble precedente, si prende una bella soddisfazione, concretizzando il lavoro di squadra, con una ricezione da 4 yards in end zone. "E' un'enorme gratificazione. Sono tornato a casa ed ho mostrato cosa so fare. Penso di aver eseguito bene, facendo qualche buona giocata".

La conversione da due è scontata, il punteggio fissato sul 21 pari, il resto è storia, con New England che si guadagna il diritto a perpetuare se stessa, con una trasferta sul campo dei rivali di sempre. Domenica all'RCA Dome di Indianapolis sarà  ancora in palio l'accesso al super bowl. Come prima più di prima.

Alla fine ha vinto la squadra più esperta, forse non quella migliore. Di certo quella che ha saputo sfruttare al massimo gli errori avversari, capitalizzando con 13 punti i quattro turnovers recuperati, contro l'incapacità  di assestare il colpo decisivo da parte dei padroni di casa. Le tre palle riconquistate da San Diego non si sono convertite in punti. Sono regali che non si possono concedere ad avversari pericolosi come i Patriots.

Non saranno più la dinastia vincente di tre anni or sono, ma rimangono un avversario di cuore, duro, la cui mentalità  operaia è ben sintetizzata nelle parole scambiate alla fine tra Bruschi e Brady. "Oggi non è stato facile" ha confessato all'amico la stella dell'attacco. "Non lo è stato mai" ha risposto il linebacker.

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