Akers accoglie i calorosi festeggiamenti di tutti i tifosi, gridando successivamente alle telecamere: Go to Super Bowl!
Ormai è ufficiale: il football non è adatto ai cardiopatici! E chi si sta domandando il motivo, allora significa che dovrebbe rivedersi il match tra Phila e New York - parte 3.
Dopo ben due sfide stagionali gli Eagles si ritrovano sul cammino gli odiatissimi Giants, che soltanto all'ultima giornata di regular season sono riusciti a rimediare un biglietto per i playoff, concedendosi l'ultima possibilità di rivendicare la sconfitta rimediata qualche settimana fa dagli stessi Eagles.
La partita è stata molto viva, in quanto nessuna delle due squadre ha completamente dominato l'intero match, regalandoci quindi un alto livello di competizione agonistica. Due squadre che si conoscono molto bene e per questo che Phila-New York è stato uno scontro piuttosto strano e come i pronostici si è decisa all'ultimo secondo.
Un buon Jeff Garcia, ma non troppo, ed un pessimo Eli Manning sono stati sicuramente i players chiave di questo scontro. Manning come sempre non ha dato molto di se alla squadra e come sempre ha subito il solito giornaliero intercetto dalle secondarie di Phila, che loro volta non hanno però brillato in particolar modo. Un buon Manning si è visto, invece, solo nel primo quarto, quando è riuscito a pescare Plaxico Burress nella end-zone di Phila, quindi a realizzare i primi sette punti, ma escluso questo big play, il fratellino di Peyton ha fatto davvero qualcosa di incredibile, ovviamente in senso negativo. Ha sbagliato completamente la lettura del suo attacco. Spesso ha lanciato senza cognizione né di tempo né di precisione né di causa, senza vedere un ottimo Burress, lasciato più volte solo nella prateria delle secondarie di Phila. Plaxico poteva fare davvero la differenza. Peccato! Analogamente al suo collega, Garcia non ha molto convinto. La causa principale è l'ottima difesa di New York, che ha ben saputo mettergli pressione, ma la O-line degli Eagles poche volte ha lasciato che i difensori potessero entrare nel QB pocket.
Lasciando le note negative, riguardanti soprattutto Manning e Garcia, passiamo ad un'ottima prova dei due RB. Quando all'inizio del match Tiki Barber ha incominciato a correre come davvero sa fare lui, nei fan di Philadelphia si è riacceso uno stato d'ansia, che forse da settimane avevano represso. Barber ha messo in seria difficoltà la D-line avversaria, ma a Phila è bastato solo un quarto per prendere fiducia e contrattaccare con una bellissima corsa di 48 yard di Brian Westbrook, che prima sbuca da un groviglio umano, poi riesce ad evitare un bruttissimo placcaggio di Demps, e una volta superato porta l'ovale nella end-zone avversaria. Phila pareggia. Ed ecco che quelle ansie dei tifosi si trasformano in speranze. Subito dopo Manning viene intercettato e Akers porta in vantaggio Philadelphia per 7-10, raggiunta poi da un field goal di Feeley. In questo caso c'è da sottolineare ancora l'ottimo lavoro della linea difensiva di New York, che ha limitato i danni, costringendo la franchigia di Reid a tentare il calcio da pochi metri dalla goal line.
Prima dell' Half Time Garcia domina completamente l'attacco di Phila. Riesce bene nell'impresa di pescare più volte Reggie Brown oltre la linea del down e con un bel TD pass per Dontè Stallworth incrementa il vantaggio sul +7.
Il ritorno è piuttosto prevedibile, poiché è un quarto già "rivisto" nelle precedenti due sfide. I Giants conquistano yard su yard fino ad acchiappare gli Eagles sul 20-20. Phila da qui in poi ha dimostrato una grande maturità , in quanto ha ben saputo gestire sia l'ultimo possesso della partita che i minuti, quasi tre, rimasti sull'orologio.
Qui, a mio giudizio, hanno giocato alla Tom Brady e compagni. In altre parole Garcia ha inserito nelle braccia di Brian Westbrook l'ovale e quest'ultimo se l'è portato a spasso sino ad arrivare sulle 30 yard Giants con tre secondi rimasti. Detmer, rientrato nel team di Reid proprio in questa settimana come holder, e ora sappiamo quanto ora vale averne uno buono, entra in campo con Akers. Si mormorano qualcosa, studiano la direzione del vento, per poi, una volta pronti, sparare dalle 38 il Field Goal vincente. Gli Eagles si aggiudicano il match per 23-20 e rimandano a casa i Giants. Questa volta è lo stesso Akers a scrivere la parola "The End" alla favola newyorchese, forse durata già troppo.
Ora la settimana prossima sui binari di Phila che portano al Dream, ci sarà New Orleans. Vedremo se le Aquile continueranno a volare.