DeMarcus Ware è pronto per la caccia a Matt Hasselbeck. Lo saranno altrettanto tutti i Cowboys verso i Seahawks?
Per quanto ne sa lo scrivente i Giants questa partita di wild card non dovevano neanche giocarla.
Una volta messe le cose in chiaro e messi da parte gli scherzi, anche perché a Carnevale manca ancora un po' di tempo, vediamo come una squadra che è entrato nei tabellone playoffs con il peggior record della conference, NFC, potrebbe dar fastidio alla squadra più hot di tutta la lega, conference inclusa.
Eliminato il fattore sorpresa ( quella che va in scena sabato è la terza partita stagionale fra Giants ed Eagles ) quello che rimane è sapere come New York imposterà il proprio game plan offensivo. Perché è innegabile che Coughlin innanzitutto non possa prescindere dall'avere un Manning disciplinato e immune da quegli errori che ne hanno condizionato il rendimento nella seconda parte di stagione.
Un Manning in difficoltà ( il passer rating è sceso da 87.5 della prima metà di stagione al 66.5 della seconda parte con il 41% di completi nelle ultime due gare ) agevolerebbe notevolmente il compito della difesa degli Eagles che si potrebbe concentrare sulle corse, il vero punto debole ( 136.4 yds di media, 26° NFL ) della difesa guidata da coach Jim Johnson.
Ovviamente New York deve andare dietro a Tiki Barber ed alle sue corse nonostante la difesa di Philadelphia lo abbia tenuto a 126 yards totali nei due incontri stagionali. Ciò non toglie che comunque John Hufnagel, coordinatore offensivo, debba "garantire" almeno 23/25 portate a Barber sia per tenere in campo la difesa degli Eagles il maggior tempo possibile ( solo 7 difese NFL sono state più tempo in campo in stagione ) sia per levare pressione da Eli Manning.
Se gli Eagles riusciranno ad imbrigliare l'attacco dei Giants poi la partita dovrebbe essere in discesa perché, al momento, la difesa di Tim Lewis ( 25° della nazione ) non ha i mezzi per fermare l'attacco di Philadelphia. Non perché quest'ultimo sia il migliore della NFL o perché abbia il Tomlinson o l'Alexander di turno. Ma perché gli Eagles stanno giocando con una confidenza, un piglio, una sicurezza nei propri mezzi che altre squadre al momento non hanno.
Da quando Andy Reid ha delegato a Marty Mornhinweg la gestione dell'attacco Philadelphia, nonostante abbia perso McNabb, non ha perso un centesimo di quello che il Pro-Bowler dava alla sua squadra. Le statistiche di Garcia sono, infatti, praticamente uguali a quelle di Donovan e il suo 95.8 di passer rating sarebbe il quarto della lega se solo fosse qualificabile.
Dato, quest'ultimo, diretta conseguenza del maggior numero di palloni che la nuova strategia offensiva ha riservato per Brian Westbrook. Dopo non aver mai raggiunto le 20 portate nelle prime sette gare di stagione, il running back ha visto chiamato il suo numero con maggiore frequenza ( più di 20 portate di media a partita nelle ultime sette fatta eccezione per il finale contro i Falcons ) trovando risultati ( sopra le 100 yards in media ) ed, appunto, levando pressione su Garcia.
I Giants hanno nel linebacker Pierce l'uomo capace di marcare Westbrook anche fuori dal backfield quando Philadelphia lo schiera nella posizione di flat ( quella zona di campo fra gli hash marks e la linea laterale ) ma il problema è che l'attacco degli Eagles è così variegato nella sua composizione che i Giants non hanno semplicemente ( causa anche infortuni ) il personale per coprire tutto il campo e prevenire le giocate di Garcia.
Prendiamo la secondaria per esempio: nelle due partite stagionali il fattore decisivo è stato il passing game. Quello di Philadelphia non si discute, è uno dei migliori della lega ( 9° con 191.7 yards concesse ) e senza Toomer e, forse, senza Shockey il passing game di New York si riduce a Barber e Burress che, per quanto sia alto e pericoloso sul profondo, è l'unico ricevitore credibile che i Giants hanno visto che il secondo ricevitore ha 41 ricezioni stagionali in meno dell'ex Steeler.
La stessa cosa non si può dire del reparto difensivo dei Giants che si trova ad affrontare giocatori veloci e scattanti, come sono i ricevitori degli Eagles, che hanno dato, e possono dare, problemi alla zone defense di New York. Se i Giants sapranno limitare il passing game avversario, mettere pressione su Garcia inducendolo nell'errore di pensare di essere il Jeff dei tempi dei 49ers e portare Phila ad essere un attacco monodimensionale ( contro le corse la difesa di New York è la 14° NFL ) allora ci potrà essere un'altra settimana nella carriera di Barber ed un'altra settimana di stipendio nel portafoglio di Coughlin.
Dallas-Seattle è molto più indecifrabile e, se vogliamo, potrebbe essere anche più bella.
Iniziamo dal dire chi questa partita non la giocherà . A Seattle mancheranno i due cornerback titolari ( ed anche qualche riserva ) dopo la frattura della caviglia occorsa a Kelly Herndon contro i Bucs domenica mentre a Dallas manca coesione che, probabilmente, è più importante del singolo giocatore.
Resta il fatto che Seattle, potendo contare sul fatto di giocare in casa, gode di quel piccolissimo vantaggio che la fa preferire ai Cowboys. Potrebbe essere una partita dagli alti punteggi come risolversi in un nulla di fatto ma sicuramente gli spunti interessanti non mancano.
A cominciare dai due quarterback. Romo è praticamente un esordiente mentre Hasselbeck è forse il signal caller più esperto che la NFC può proporre in questo momento e certe partite le ha già giocate, conosce la tensione dei playoffs e anche il modo di sfruttarne il lato positivo e la finale raggiunta l'anno scorso lo aiuterà quest'anno.
Ma Dallas ha, in Tony Romo, un quarterback imprevedibile, capace di "farti" la giocata come la più grossa delle sciocchezze ma Parcells ha puntato su di lui e proprio sulla sua capacità di avere un ruolo significativo all'interno dell'attacco Cowboys e non un semplice amministratore di campo.
Però ci vuole il Romo della prima parte di stagione non quello dei 6 touchdowns, 8 intercetti e 7 palloni persi dal week-end del giorno del Ringraziamento. Certo con i problemi difensivi che Seattle ha forse potrebbe bastare anche un Romo normale ma i playoffs, lo ripetiamo, non sono la regular season.
Quello che Dallas dovrà fare maggiormente in attacco è non commettere errori e ritrovare il running game di inizio stagione, quello correva a 132 yards di media e non quello da 87.5 delle ultime quattro partite. Perché un running game valido con Jones e Marion Barber, oltre a tenere impegnati i linebackers di Seattle ( Tatupu e Peterson in primis ) e costringere la difesa a tenere un uomo in più nel box, aprirebbe il campo per le ricezioni di Glenn e Owens che possono davvero fare la differenza in questa partita.
A maggior ragione quando di fronte c'è una difesa che ha concesso in stagione 126.8 yards di media a partita e già 17 corse da più di 20 yards ciascuna ( peggior dato NFL dopo le 18 dei Colts ). Semmai Dallas dovrà cercare di non trovarsi troppo sotto nel punteggio, specialmente ad inizio partita, per scongiurare il pericolo di vedere il proprio running game escluso dal piano partita a favore di un gioco di passaggi necessario per tornare a contatto nel punteggio in breve tempo.
Altro vantaggio del correre potrebbe essere quello di tenere tanto tempo in campo la non eccezionale difesa di Seattle proteggendo così allo stesso tempo la propria difesa, anch'essa prona ad errori e deficienze.
E, come detto, limitare gli errori perché non c'è cosa più brutta di un palla persa che una palla persa nel playoffs.
Se difensivamente i Seahawks sapranno limitare i Cowboys la partita potrebbe prendere la piega che coach Holmgren si aspetta. Statisticamente le due squadre, dal punto di vista difensivo, sono pressoché simili ma Dallas ha dimostrato la sinistra tendenza a concedere big plays in quantità industriale ( 25 passing TDs, quarto peggior dato NFL ). Il che, contro il corpo di ricevitori che Seattle ha nel roster, potrebbe tradursi in punti su punti.
Aspetto, ovviamente, che Holmgren cercherà di sfruttare poggiando forse il gioco maggiormente su Hasselbeck e lasciare, per una volta, che sia il passing game a dettare i tempi dell'attacco ed a innescare il running game con Alexander che, forse, potrebbe trovare più spazio su quel lato sinistro dove il confronto fra il LT Jones ( stagione sotto lo splendido standard a cui ha abituato tutti ) e il destro outside linebacker Ware ( 11.5 sacks in stagione ) promette di essere una delle chiavi della partita.
Vista anche l'inconsistenza dimostrata in stagione dalla line offensiva dei Seahawks che ha concesso 49 sacks ( peggior dato delle 12 squadre ai playoffs ) ma che potrebbe però aver avuto il battesimo di fuoco contro un fronte difensivo 3-4 ( lo stesso dei Cowboys ) nella sconfitta contro i Chargers nella vigilia di Natale quando i difensori di San Diego arrivarono ad Hasselbeck per ben 6 volte.
Seattle potrebbe anche ripetere quanto fatto dai Lions una settimana fa ovvero proporre set offensivi con tre/quattro ricevitori che hanno fatto soffrire i difensori dei Cowboys e che possono creare mismatches a favore dei Seahawks ma qui sarà compito dei cornerbacks limitare le ricezioni di Branch e compagni. E contemporaneamente mettere pressione ad Hasselbeck che, quando ha tempo, difficilmente non riesce a trovare l'uomo libero.
Altro fattore decisivo potrebbero essere i 67.000 tifosi dei Qwest Stadium che potrebbe creare, con il loro rumore, incomprensioni nella linea offensiva dei Cowboys con il rischio di causare involontari turnovers che Dio solo sa quando Dallas non ne abbia bisogno di commettere.
In definitiva le partite dovrebbero essere nelle mani degli Eagles e dei Seahawks e, se una vittoria dei Giants appare alquanto improbabile mentre quella dei Cowboys possibilissima, i playoffs non sono la regular season. Ogni emozione è amplificata al massimo, ad ogni errore commesso in campo o sulla sideline non c'è un nuova domenica con cui porre rimedio, e la tua vita sta tutto in quei pochi centimetri che ti separano dalla linea di un primo down.
Benvenuti ai playoffs 2006.