NL West Report #7

Buster Posey, il fortissimo rookie che sta trascinando i Giants

La sosta per l'All Star Game non ha raffreddato gli animi nella rovente NL West: quattro squadre in lotta serrata che si alternano nei pronostici e cambiano posizione di continuo, a parte i sempre più tosti Padres che mantengono la prima posizione a dispetto di tutto e tutti.

Attualmente, l'avversario principale dei fraticelli sembrano essere i Giants con Colorado e Dodgers in calo ma tuttora a distanza per poter tentare una rimonta ma solo una settimana fa avremmo potuto dire il contrario senza timore di essere smentiti.

Una division tutta da seguire, una delle più appassionanti che chi segue da vicino la West possa ricordare negli ultimi anni: con una marea di scontri diretti nei prossimi due mesi, ci sarà  da vederne delle belle.

Scendiamo adesso nel dettaglio delle varie franchigie.

S.Diego Padres 55-39

I ragazzi di Black (a proposito, firmata la meritata estensione di contratto sino al 2013 con opzioni per i due anni seguenti) sono arrivati con il fiatone alla pausa, dominando Houston (3-1) ma perdendo le serie esterne contro i Nationals e contro Colorado, ambedue per 2-1.

Alla ripresa delle ostilità , un salutare sweep inflitto ad Arizona ha tonificato la classifica prima che la serie contro Atlanta, persa 1-2, ponesse un nuovo freno alla marcia di S.Diego e consegnasse il miglior record della Lega ai rappresentanti della East.

L'assenza di Latos (in DL dal 8 luglio) può aver inciso, anche se alla fine ha saltato solo una partenza; più preoccupanti invece i cali di rendimento di Richard, Garland e Correia che, anche se non clamorosi, sono stati sufficienti a minare il rendimento complessivo della squadra.

Ricordiamo che S.Diego gioca costantemente sul filo del rasoio; riesce sempre ad emergere in qualche modo in partite a basso punteggio ma non appena lo score diviene più abbondante, spesso soccombe alle carenze del suo attacco.

Bene, come al solito, il bullpen anche se ha perso Adams (DL) e ha registrato più di uno scricchiolio da parte di Webb; il reparto resta l'arma segreta del team, a maggior ragione adesso che la flessione dei partenti fa sì che i rilievi vengano chiamati in causa prima e più spesso.

In attacco, sono pesate le assenze di Eckstein e di Venable: il veterano, a riposo prima della sosta per 7 match, si è nuovamente infortunato contro Atlanta e sarà  in DL per i prossimi 15 giorni mentre il giovane esterno è appena rientrato ma si era fermato proprio nel suo momento migliore dall'inizio della stagione.

Lodevole (e inaspettato) il contributo di Denorfia che ha piazzato 5 HR nelle ultime 8 partite giocate; in tutta la sua carriera ne aveva messi a referto solo 3 dunque la palma del migliore va stavolta a lui con una piccola menzione al vecchio Stairs che pareggia il record di HR (20) battuti da pinch hitter.

S.Francisco Giants 53-43

Si erano ritrovati inopinatamente quarta forza della division prima della sosta, effetto della brutta sconfitta (1-3) nella serie in Colorado, ma i Giants ci hanno messo poco a ritrovare il ritmo giusto.
Un super sweep esterno (4-0) ai Brewers ed una vittoria a Washington (2-1) prima della sosta hanno sistemato un pò le cose mentre, alla ripresa, il 3-1 sui Mets, la serie vinta sui Dodgers a LA (2-1) e l'opener vincente su Arizona hanno portato Bochy e compagni al secondo posto solitario.

L'inserimento di Bumgarner come quinto partente ha reso la rotazione di S.Francisco una vera corazzata: dopo la sosta, i lanciatori dei Giants (ove comprendiamo ovviamente anche i rilievi) hanno concesso la miseria di 17 punti in 8 partite mentre l'attacco ha potuto beneficiare della definitiva esplosione di Posey che, dopo un esordio infuocato, aveva passato un breve periodo di assestamento.

Il rookie (attualmente 8 HR, 353/386/559) sta guidando l'attacco dei Giants, spalleggiato dall'ottimo Torres e da un Ishikawa che è passato da un ruolo di back up difensivo a pericolosissima arma offensiva tra lo stupore generale.

Si è invece fermato Uribe, protagonista di una prima parte di stagione memorabile, mentre tutti ancora stanno aspettando che Sandoval torni quello del 2009; in ogni caso, l'attacco sembra poter garantire il supporto necessario ai lanciatori e non sono pochi quelli che, a dispetto della classifica, continuano a considerare i Giants i veri favoriti al pennant della West.

Rotazione incredibile, bullpen più che solido, attacco che ha trovato protagonisti inattesi e che qualcosa producono quasi sempre: come dargli torto ?

Colorado Rockies 51-44

La sosta ha spezzato il ritmo ai Rockies che stavano tornando sui primi in maniera imperiosa: sfruttato il fattore campo a meraviglia contro Giants (3-1), St.Louis (3-0) e Padres (2-1), Colorado si era trovata a sole 2 partite dai leader divisionali.

Purtroppo per loro, dopo la sosta le due sconfitte esterne (1-2 a Cincinnati e 1-3 in Florida contro i Marlins) hanno vanificato la bella rincorsa degli orfani di Tulowitski facendoli ritornare a 4,5 partite di distacco.

Il dato che balza immediatamente agli occhi è il ritorno sulla terra di Ubaldo Jimenez; l'asso dei Rockies sta attraversando un periodo grigio, indebolendo una rotazione altamente ondivaga, capace di prestazioni eccellenti come di clamorosi rovesci in tutti i suoi componenti.

Il ritorno di De La Rosa, con conseguente spostamento di Chacin nel bullpen, non è stato positivo anche se l'ultima partenza contro Florida potrebbe far sperare in un futuro migliore.

Di positivo, si registra il rendimento del rientrante Street come closer dopo che Morales era stato rispedito nelle minors ed il ruolo era rimasto semi vacante.

Sul fronte offensivo, continua l'apporto dello splendido Carlos Gonzales, attualmente leader incontrastato dell'attacco; con l'evanescente Helton in DL, segnaliamo l'ottimo apporto di Herrera che probabilmente farà  sì che Colorado non vada ad acquistare nessuno per sostituire Tulowitski, la costanza di rendimento di Olivo e la resurrezione di Stewart e Smith.

Buono anche il momento di Mora e Giambi, sia da PH che da occasionali titolari.

In generale, Colorado appare squadra capace di strisce positive notevoli ma non sembra in grado di tenere un ritmo costante, tale da poter piazzare un allungo vincente decisivo per la division.
Ad ogni modo, i Rockies non mollerranno tanto facilmente ed aspetteranno tutte le rivali nella loro tana pronti a vendere cara la pellaccia.

Los Angeles Dodgers 51-45

Un disastroso crollo post All Star Break ha scaraventato i Dodgers in quarta posizione, a 5 partite dai Padres dopo che LA si era avvicinata a più riprese alla vetta.

Un 2-1 su Arizona a Phoenix, seguito da una brutta sconfitta interna (1-2) contro i Marlins e da un corroborante 3-1 sui Cubs aveva concluso la prima parte di stagione dei Dodgers.

Alla ripresa però, una striscia di 6 sconfitte consecutive (quattro a St. Louis, 2 interne contro i Giants) ha minato morale e classifica dei ragazzi di Torre, solo in parte guariti dal brodino preso con le due vittorie finali del periodo, una per evitare lo sweep dai Giants e l'altra nell'opener contro i Mets.

Problemi ovunque per i Dodgers, iniziando dalla rotazione a cui manca un quinto partente: silurato Ely, dopo la sosta si è tentata la carta Mc Donald con scarso successo e adesso si ripensa di dare una nuova chance a Monasterios, rientrato dopo i problemi fisici.

Tra i partenti consolidati, Kershaw e Billingsley hanno battuto un paio di colpi a vuoto nell'ambito di un rendimento comunque abbastanza buono; solidi invece Padilla e Kuroda.

Nel bullpen, aumentano le preoccupazioni di Torre con Troncoso bocciato e tornato nelle minors, Belisario in Restricted List e Sherrill ai cui è stato fatto passare le forche caudine dei waivers senza che per ora si sia riusciti a capire come comportarsi con lui.

Inoltre Broxton ha buttato le ultime due salvezze e sembra in un momento non certo dei migliori; ormai Torre ha solo l'incredibile Kuo come "go to guy" ma il fragilissimo rilievo non lancia mai in due partite consecutive dunque è facile capire come il reparto sia attualmente deficitario.

Mettete pure in conto che Manny Ramirez è di nuovo infortunato così come il suo sostituto Johnson; oltre a Paul, ha fatto qualche apparizione in esterno il versatilissimo Carroll che ormai ci aspettiamo di vedere anche lanciare prima della fine della stagione.

Insomma, un vero pandemonio in casa Dodgers e questa non è certo la situazione ideale per tentare una rimonta, considerando anche che non ci sono soldi per acquistare rinforzi e Colletti dovrà  affidarsi alla sua creatività  per tentare qualcosa che somigli ad un colpaccio.

Attenzione però che in queste situazioni, spesso l'affare lo fa la controparte.

Arizona D'Backs 37-59

L'esordio di Gibson, incredibilmente contro i Dodgers di cui è un indiscusso eroe per le sue gesta passate, è vincente ma subito una striscia di 5 sconfitte (2 contro LA, 3 contro i Cubs) fa capire al nuovo coach che aria tirerà  da qui alla fine della stagione.

Un pari contro Florida (2-2) chiude la prima parte della stagione che si riapre con un altro sweep subito ad opera dei Padres: a questo punto, un impennata d'orgoglio porta Arizona a sovvertire ogni pronostico e a sweeppare a loro volta i Mets.

In questa serie, dobbiamo segnalare 8 scoreless IP lanciati dal bullpen nella terza partita, un evento assoluto in casa D'Backs, abituati a subire caterve di punti non appena i rilievi entrano in campo.

Facezie a parte, la nota più lieta si evidenzia nel rendimento di Enright; il giovane partente si sta facendo onore e dovrebbe aver conquistato meritatamente il quinto spot della rotazione.

In attacco, continua la produzione dei vari Upton, Reynolds, Johnson, La Roche e Young; sembra quasi una vetrina, allestita da Arizona a uso e consumo di tutte quelle squadre che necessitano di mazze e che saranno disposte a sacrificare i loro giovani per ottenerle.

Risulta difficile credere che una squadra che abbia a disposizione una tale potenza offensiva ed una rotazione assolutamente nella media abbia il penultimo record della NL (e terzultimo MLB), eppure la classifica non mente mai e questo dato riflette ancora una volta quanto sia stato scarso il rendimento del bullpen, le cui 20 L parlano più che chiaro.

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